sabato 29 novembre 2008

Tratto da ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-11-2008

Vodafone rivede le stime e si prepara a licenziare

Sebbene in Italia la situazione non sia preoccupante, la situazione economica spinge anche il colosso della telefonia a tagliare le spese

Dal Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care

Ciao a tutti,
alla domanda riguardo lo spostamento di attivita` che dovrebbe impattare Comdata, Comdata Care, ed eventuali call center esteri, ha risposto come segue l'amministratore delegato Dott. Tonoli:

" Come dichiarato ad Ivrea, Comdata S.p.A. ha confermato che sulla sede d'Ivrea le attività svolte dal reparto Attivazioni Consumer saranno sostituite da attività Business ad alto valore aggiunto.
Ciò non ha impatto sui dipendenti di Comdata Care, per i quali rimane inalterato il perimetro occupazionale già concordato.

Distinti saluti
Andrea Tonoli "

Intanto vogliamo condividere con tutti voi la richiesta di ulteriori chiarimenti che abbiamo inviato:
"In merito alla risposta da lei fornita teniamo a specificare che la stessa non e` esaustiva riguardo alle domande che le ponevamo, intanto perche` non aggiunge alcuna specifica riguardo a quale attivita` dovrebbe essere gestita da quei colleghi, poi, cosa importantissima, perche` lei asserisce che non vi saranno variazioni sul perimetro occupazionale, questo ce lo auguriamo, ma non e` dei posti di lavoro in comdata care che le chiedevamo, bensi`delle attivita` che in quest'azienda gestiamo, e quindi la nostra richiesta era mirata a sapere se qualcuna delle nostre gestioni verra` spostata.
Infine, ma sicuramente non ultima in ordine di importanza, le chiediamo ancora di fornire le risposte in merito alle nostre questioni sia a noi come RSU ma soprattutto a tutti i Lavoratori.
In attesa di un suo cortese riscontro la salutiamo.

RSU Comdata Care delle sedi di Roma eNapoli"

Alla nostra richiesta di chiarimenti aggiungiamo poi alcune considerazionisu quello che sta accadendo.
Le attività svolte dal reparto Attivazioni Consumer di Comdata Spa saranno trasferite all'estero? In Romania? E soprattutto quali sono i razionali che hanno portato a questa scelta? Nessuna risposta ufficiale dell'azienda in merito, ma tutti noi ricordiamo le dichiarazioni di Codognotto dello scorso anno che annunciava come in quel paese è possibile pagare un laureato 4 euro all'ora e che il problema dell'Italia sono i salari troppo onerosi…Peccato che noi non abbiamo la stessa percezione riguardo al nostro misero salario. Quali sono le attività Business ad alto valore aggiunto che sostituiranno le attivazioni consumer? Non abbiamo una risposta chiara in merito, ma vorremmo fare alcune considerazioni. Attualmente le attività business di Vodafone sono gestite da Comdata Care a seguito di una presunta cessione di ramo d'azienda che ha costretto 914 specialisti individuati da Vodafone stessa a cambiare azienda per ottimizzare la gestione di tutte le attività di back office. E' rimasto ancora qualche cosa in Vodafone di questo ramo d'azienda? Comdata Care non è stata costituita appositamente per gestire quelle attività? E come mai ora la gestione di queste attività ad alto valore aggiunto saranno gestite in Comdata SPA e non in Comdata Care?Forse perché i dipendenti Comdata care costano più di quelli Comdata Spa e quelli di Comdata SPA più di quelli in Romania? Che bella piramide di essere umani…
Tutto questo rientra nell'intento di spacchettare e frazionare ulteriormente il nostro lavoro?Sappiamo che dalla settimana prossima, a causa di sofferenza dei volumi lavorativi dello STU di Ivrea, le VARIAZIONI CONSUMER di Roma (con la sola eccezione delle attività relative a richieste di dettaglio chiamate)verranno spostate su Ivrea. E così gli interinali che fino ad oggi se ne sono occupati non avranno altri rinnovi di contratto e i dipendenti coinvolti passeranno alla gestione dei reclami consumer. Vi siete chiesti come mai i volumi lavorativi dello STU sono diminuiti? E Vodafone non sta cercando di ridurre anche i volumi lavorativi delle attività di reclamo? Cosa significa che rimane inalterato il perimetro occupazionale già concordato?Avevamo chiesto di sapere se le nostre attività potevano subire ulteriori variazioni dopo la recente riorganizzazione e non del perimetro occupazionale che è ben altra cosa, anche se ci fa sempre piacere ricevere conferme, dal nostro Amministratore Delegato, che non sono previsti per il momento dei licenziamenti.
Per questi e tanti altri dubbi rinnoviamo all'azienda l'invito a voler discutere con i sui dipendenti e/o con le loro RSU queste scelte aziendali per ristabilire la serenità necessaria per poter svolgere il proprio lavoro e contestualmente rivolgiamo un invito alla SLC-CGIL affinché oltre ad assicurarci la massima attenzione e un costante aggiornamento in merito alla questione Comdata SPA inizi a riflettere ed agire seriamente. Un sindacato serio e responsabile di questo Paese non può che essere preoccupato e condannare una manovra volta a portare fuori dall'Italia il lavoro con conseguenti rischi di perdita di capacità occupazionale in una situazione che non ci vede certamente in regime di massima occupazione e di un periodo di crisi internazionale che negli altri paesi (non ultimo gli Stati Uniti) vede mettere in campo azioni per migliorare e/o stabilizzare lo stato dei ceti bassi e medio-bassi, quali siamo noi.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care

giovedì 27 novembre 2008

SEMPRE PEGGIO: Posti a rischio nelle cessioni di aziende

Posto di lavoro a rischio per i dipendenti coinvolti nella cessione di aziende in cri­si.
Un emendamento approvato ieri dal Senato annulla infatti le garanzie di conserva­zione dell’impiego finora previste dalla legge.
L’allarme è stato lanciato ieri dal Pd, secondo cui la norma che punta a facilitare l’operazione di cessione di Alitalia alla Cai forse non rag­giungerà l’obiettivo perché Alitalia passerà di mano prima dell’approvazione definitiva.
La modifica riguarda il decreto infrastrutture, che si occupa tra l’altro di imprese in amministra­zione straordinaria.
Con un emendamento al­l’articolo 3 si stabilisce che «le operazione effet­tuate in attuazione dell’articolo 27 non costi­tuiscono comunque trasferimento di azienda, di ramo e di parti di azienda ai sensi dell’art 2112 del Codice civile».
Una norma che secondo un gruppo di senatori pd (tra cui Ichino, Treu, Pas­soni e Nerozzi) rappresenta un «pasticcio» che «sarà sicuramente condannato dalla Corte di Giustizia Ue» ma che intanto avrà «pesanti con­seguenze per i lavoratori». In pratica i dipen­denti di un’azienda in crisi (o di una parte) ce­duta a un nuovo azionista non avranno più il di­ritto a mantenere il posto. Il proprietario su­bentrante potrà riassumerli ma senza alcun ob­bligo.
Nel caso Alitalia i lavoratori finiranno in cassa in­tegrazione prima di essere (in parte) riassunti dalla Cai. «Ma la maggioranza ha paura che la Ue giudichi la discontinuità insufficiente e boc­ci l’operazione– accusa il senatore Passoni –. Co­sì hanno varato una legge per poter dire che non si tratta di cessione di azienda. A meno che con il pretesto di Alitalia non si punti a destruttura­re le garanzie di tutti i lavoratori proprio quan­do con la crisi ci saranno ristrutturazioni gigan­tesche ». Il relatore del provvedimento Angelo Maria Cicolani replica spiegando che c’era l’«e­sigenza di uniformarsi ad una direttiva europea che richiede la discontinuità nei passaggi di as­sunzione dei lavoratori. Se non lo si facesse, il nesso di continuità tra Alitalia e Cai sarebbe con­siderato dalla Ue come un altro aiuto di Stato»

Dopo il primo momento di lotta

Il giorno 20/11 si è conclusa una prima fase delle azioni di sciopero decise a seguito dell’assurdo silenzio dell’azienda, del suo ostinarsi a non voler rispondere all’invito ad una trattativa concreta che tenesse veramente conto delle esigenze di entrambe le parti, della sua continua ricerca del muro contro muro, del disagio creato ad arte per punire chi ha avuto solo il torto di dire no ad un’ipotesi di accordo assolutamente irricevibile.

Tanti Lavoratori hanno compreso il momento, in tanti hanno chiara la situazione, sentono l’esigenza di concordare un documento che garantisca la nostra occupazione, che contemporaneamente non sia onerosa e quindi sia sostenibile da questa Azienda.

Perchè è questo signori, quello di cui stiamo parlando, scrivere delle garanzie che tutelino il nostro futuro non costa nulla più dell’inchiostro e della carta che ne verrebbe vergata; sfruttare le ore di lavoro lasciate libere da chi a vario titolo è andato via da questa azienda per creare stabilita’ occupazionale, fissare criteri chiari e non discriminanti per il premio di risultato, non stravolgere tutta quella serie di diritti che in tanti anni avevamo acquisito (cioe’, semplicemente come tutte le parti ci avevano detto: non cambierà nulla).

Tante persone hanno deciso di rimboccarsi le maniche per unirsi a questa unica voce che chiede soltanto un confronto responsabile.

Sono le stesse persone che un anno fa hanno affollato le piazze, che hanno mostrato la loro fermezza, il loro splendido orgoglio contro chi li stava calpestando; ma pure gli stessi che poi hanno saputo responsabilmente mettersi a lavorare in questa nuova realtà, che hanno compreso le esigenze e bocciato un’ipotesi di accordo che non li tutelava anzi al contrario li penalizzava.

Alla fine di questa fase tutti quegli occhi guardano all’Azienda, ancora una volta le chiedono quel confronto, quella correttezza che può essere la sola base per un rapporto sereno, ancora una volta aspettano di comprendere se chi parla di buon clima aziendale ha veramente voglia di curarsi dei suoi dipendenti, o e’ solo un falso slogan in cui i primi a non crederci sono gli stessi che lo declamano, e non fanno nulla per realizzarlo, dicendoci quindi che sarà necessario continuare a farci sentire, provare a prenderci con l’azione quello di cui non vogliono neanche discutere.

Per rafforzare la nostra iniziativa abbiamo preso contatto con i nostri colleghi di COMDATA SPA perchè i nostri divengano percorsi comuni, perchè siamo tutti sottoposti alla stessa logica di mercato dettata dalle grandi multinazionali come Vodafone, in nome della quale i nostri diritti vengono sempre più schiacciati e stratificati in, lavoratori di serie A, B oppure C.

Siamo già pronti ad unire i nostri percorsi in uno sciopero nazionale con un’azione congiunta COMDATA-COMDATA CARE per giorno 12 dicembre, contemporaneamente allo sciopero generale indetto dai sindacati di base COBAS, CUB e SDL, oltre che dalla CGIL (le norme che regolamentano il diritto allo sciopero ci impediscono di scegliere una data diversa da questa prima di gennaio 2009).

L’esigenza di tutti noi è quella di chiarire prima possibile e in tutti i modi possibili ciò di cui abbiamo bisogno. per creare quel clima di serenità a cui tutte le parti aspirano.

Allora guardiamo l’azienda, le chiediamo di porre termine a questo scontro e di aprire la trattativa, perchè nessuno di noi ha intenzione di distruggere e basta, perchè la nostra volontà è quella di costruire, di porre le basi su cui costruire il futuro delle nostre famiglie, ed è per tutto questo che siamo pronti a fare tutto quello che sarà necessario fare.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care

Da qualche giorno in Vodafone gira questa e-mail:

Oggetto: Aggiornamenti Comdata Care inviata da: info.comdata.care@googlemail.com a Paolo Bertoluzzi e Michele Verna.

Per ammissione dello stesso autore anonimo non si tratta di CGIL-CISL-COBAS manca UIL ma siamo sicuri che è una semplice dimenticanza.

Caro ex collega,
il 9 novembre dell’anno scorso hai ceduto 914 persone a Comdata Care (gruppo Comdata).
Nei giorni precedenti alla cessione hai fatto fare degli incontri dove facevi rassicurare tutti che per i colleghi non sarebbe cambiato nulla.
A circa un anno di distanza io ti dico che la prima cosa che ho perso e’ il guadagno:

- Premio di risultato non riconosciuto in piena percentuale
- Non ho piu’ le azioni (in una famiglia mono-reddito come la mia era ossigeno)
- Non si lavora piu’ la domenica, i festivi e non si finisce piu’ alle 24.

Mi fermo ma potrei continuare con altre cose.
Ma lo sai che quasi sempre ogni mese dobbiamo fare “discussioni inutili” perche’ puntualmente non troviamo il 27 lo stipendio accreditato ? E riceviamo sempre risposte inutili.
Non cambiera’ nulla, dicevi e facevi dire dai burattini che elargivano menzogne in tutte le sedi.
E lo stupendo R.C. e il magnifico P.R.R.R ?
Qui la risposta che ci danno e’ : NON ESISTONO. E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”. Che faccio continuo ?
Ma lo sai che quasi ogni giorno siamo costretti a fare due ore di sciopero per combattere le scelte fatte dall’azienda in modo del tutto unilaterale senza neanche comunicarlo prima ai dipendenti ?
E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”. Vuoi chiedere ai tuoi AMICI se esiste una trattativa di secondo livello qui da noi ?
E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”.
Per il momento mi fermo qui perche’ altrimenti mi viene veramente da piangere.
Invito tutti i miei ex-colleghi a riflettere e diffidare da quello che vi dicono o vi diranno,la situazione qui non e’ per nulla semplice. Io non appartengo a nessuna sigla sindacale, non sono CGIL-CISL-COBAS o altro, appartengo a me stesso, sono solo un lavoratore prossimo alla disperazione.
E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”.
Ci sentiamo a Natale per gli auguri.

Comunicazione inviata dalla RSU Cobas di Roma alla dirigenza di ComdataCare

22 Novembre 2008

Buongiorno,
sono arrivate informazioni dai colleghi dipendenti c/o Comdata secondo cui tutta l'attività "attivazioni consumer" verrà spostata in altro call center, verosimilmente estero; inoltre i colleghi precedentemente impiegati su tale commessa verranno invece spostati sulla gestione corporate.
Essendo quest'ultima oggetto della commessa sulla quale lavoriamo noi in Comdata Care, come Rsu vi chiedo urgentemente un incontro per avere chiarimenti in merito.
Vi prego inoltre di condividere subito tali chiarimenti con tutti i dipendenti.
In attesa di un vostro riscontro vi auguro buon lavoro.

Rsu Cobas Comdata Care

La Regina dice: attendiamo la risposta dell'azienda

domenica 23 novembre 2008

E visto che il precedente comunicato Cgil non aveva fatto abbastanza ridere...

Roma, 20 novembre 2008

COMUNICATO SLC COMDATA CARE

Il 29 ottobre u.s. si è tenuta a Roma la riunione del Coordinamento Nazionale dei delegati SLC CGIL di Comdata Care.
Lo stato del settore e la congiuntura economica attuale ci confermano che l'accordo di 2° livello bocciato, sarebbe stato, date le condizioni, il miglior punto di equilibrio raggiungibile.
In un momento di grave recessione mondiale i cui effetti non tardano a manifestarsi anche nel nostro settore, con Aziende in perdita, esuberi, mancate conferme di tempi determinati e blocco delle assunzioni lo scenario diventa ancora più complicato.
L’elaborazione delle piattaforme e la gestione della trattativa sono per noi frutto di un’analisi complessiva che mirava e mira al raggiungimento del massimo possibile, compatibilmente con tutte le altre forze in campo e con la specificità di essere un'azienda outsourcing, dove i costi del lavoro pesano – mediamente – oltre il 70% rispetto ai bilanci (contro il 7-8% nelle imprese di TLC i cui ricavi sono connessi a più voci, a più servizi, all’aumento delle tariffe, ecc.).
Ora, spetta a chi si è assunto la responsabilità sindacale di bocciare l' accordo dimostrare alle lavoratrici e ai lavoratori di Comdata Care che è possibile ottenere di più.
Ovviamente come sindacato siamo e saremo in campo sugli importanti temi che impattano con le condizioni di vita e professionali dei lavoratori.
Riorganizzazione: premesso che Comdata Care è un'azienda di outsourcing, e che quindi fatte salve le garanzie dell'accordo di cessione, si regge sul concetto di possibili cambi di attività, la nostra azione sindacale si concentrerà sulla richiesta di avere, a fronte di un possibile cambio di attività, un'adeguata e specifica formazione, oltre che far pesare all’azienda che eventuali sbalzi di produttività sono prima di tutto legati ai processi di cui ha responsabilità l’azienda, non i lavoratori.
Salute e Sicurezza: carichi di lavoro, stress lavoro correlato, turnistica e questione micro clima nei luoghi di lavoro saranno per noi punto di attenzione in tutti i siti, tramite una specifica campagna nazionale ad hoc.
Rinnovo CCNL: a fine anno dovremmo rinnovare il contratto delle Telecomunicazioni e la SLC, come tutta la CGIL, è impegnata nella difesa dell'unicità del contratto nazionale e nella tutela del potere di acquisto dei salari, contro la proposta di Confindustria di ridurre il potere di acquisto dei lavoratori.
Come Slc ci stiamo battendo contro chi, con discutibile coerenza, firma accordi al ribasso in altre aziende outsourcer. Queste scelte espongono anche i lavoratori di Comdata care a rischi evidenti di dumping e rappresentano anche un indebolimento per le rivendicazioni del contratto.
Invitiamo tutti i lavoratori ad unirsi alla Cgil nella lotta per il contratto, contro chi ci vuole più poveri e con meno diritti.

Segreteria Nazionale SLC-CGIL

lunedì 17 novembre 2008

Comunicato SLC-CGIL del 13 novembre 2008

COMUNICATO SINDACALE

Buongiorno a tutte le colleghe e a tutti i colleghi,a seguito dell’assemblea vogliamo fare alcune riflessioni.
L’analisi che abbiamo condiviso con voi sul quadro generale del mondo del lavoro e, in particolare, nel settore dell’outsourcing, non vuole essere populismo facile, ne’ politica arrendevole tipo “va tutto male, accontentiamoci!”.
Ci piace cominciare a ragionare a 360 gradi e fare le opportune valutazioni per poter riottenere ed esigere i nostri diritti, e continuare a migliorare la nostra condizione lavorativa, magari dando delle priorita’ considerando il difficile momento.
Vogliamo stare vicini alle persone e raccogliere tutte le esigenze! Vogliamo esporre e condividere con tutti coloro siano interessati, le iniziative, proposte, idee che concretamente ci porteranno ad affrontare un cammino comune, chiaro e democratico. Pertanto, dalla prossima settimana saremo a disposizione in sala sindacale, nei giorni e negli orari che vi comunicheremo, per affrontare con gruppi di voi i vari temi.
Ricordiamo che spesso nella nostra storia ci troviamo a lottare per il sacrosanto diritto alla privacy, vedi l’ultimo Bean. Pertanto, condanniamo fermamente l’atteggiamento di chi addita pubblicamente le persone che, a suo dire, si sono permesse di fare cambi turno, malattie, ecc, nel giorno in cui era stato proclamato uno sciopero, dichiarando pubblicamente di conoscere nomi e cognomi di tale lista NERA!
Tale comportamento e’ per noi gravissimo, poiche’ sul rispetto di tutte le idee si basa la civile convivenza e il senso di comunita’ democratica.
Infine, rispondiamo a quei colleghi che hanno firmato il foglio per le dimissioni delle Rsu Slc-Cgilcon il lavoro, la dedizione, la perseveranza, la volonta’ ferma di fare il bene dei lavoratori, il rispetto delle regole, il rispetto del lavoro, il rispetto delle idee e opinioni altrui.
L’unita’ fra tutti noi va ricercata e praticata, il foglio firme ci divide, non ci unisce.
Salutandovi, accetteremo sempre quelle critiche costruttive che rappresentano il grande patrimonio per la crescita di tutti noi!

sabato 15 novembre 2008

6 dicembre 2008: non dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro

per adesioni 6dicembre@gmail.com

6 dicembre 2007: strage di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino

Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa…
Ma tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata l'ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un sono schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.
Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV…
Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi.
Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno, reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in condizioni sempre più insicure.
Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca per il rischio che hanno occorso a lavorare in un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non basta: siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità, quella di chi lavora.
Per questo facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro posto.

Torino il 6 dicembre 2008 – Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp, Corso Regina Margherita 400, ore 09.30

Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)

RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

bastamortesullavoro@domeus.it per comunicazioni rapide

mercoledì 12 novembre 2008

Lettera aperta della Cgil

Roma 10/11/2008

LETTERA APERTA DELLA RSU SLC-CGILAI LAVORATORI DEL CALL CENTER DI COMDATA CARE

Cara lavoratrice e caro lavoratore,
ti scriviamo questa lettera aperta affinché tu possa sapere con chiarezza cosa sta succedendo, da qualche mese a questa parte, nel settore dei call center in outsourcing.

Come CGIL dobbiamo infatti denunciare che - mentre ci battiamo per chiedere più tutele e garanzie, per chiedere che tutte le aziende rispettino il CCNL e le leggi (a partire dalle circolari del Ministero del Lavoro n. 4 e n. 8 del 2008), cioè mentre ci battiamo perché non vi sia più una competizione fatta solo risparmiando su salario e diritti - altri sindacati con la complicità di Confindustria e di imprenditori senza scrupoli vanno minacciando il nostro posto di lavoro.

Come? Accettando di derogare in peggio al CCNL delle TLC, firmando accordi che permettono di sotto inquadrare i lavoratori (assumendo centinaia di giovani per attività sia inbound che outbound al 1° livello), accettando che diverse aziende non paghino le maggiorazioni in caso di lavoro supplementare o straordinario, ecc.

Come SLC-CGIL noi abbiamo sempre - con coerenza - portato avanti un'unica linea politica e sindacale, in azienda ma anche nel settore.Perché siamo convinti che solo con regole uguali per tutti, con un costo del lavoro identico sia che si lavori al Nord come al Sud, in un grande gruppo o in un singolo call center si difende il posto di lavoro di tutti.

E' infatti chiaro che se c'è qualche azienda che paga di meno i lavoratori, che li sfrutta andando oltre i limiti e le tutele poste dalla contrattazione collettiva, quell?azienda vincerà le commesse su cui noi oggi lavoriamo, mettendo a rischio i nostri posti di lavoro e ogni possibile ulteriore conquista di diritti e di salario aggiuntivo.

E' per coerenza quindi che a differenza di altri non abbiamo firmato accordi in Abruzzo che stabilizzavano i contratti a progetto impegnati su attività inbound con tranche fino al 2010 (!!!); che non abbiamo firmato in Calabria e in Sicilia accordi che permettono di derogare alle tutele sull'orario di lavoro e di non pagare le maggiorazioni previste in caso di straordinario o supplementare. E' per coerenza che non abbiamo accettato che Phonemedia assumesse centinaia di ragazze e ragazzi al 1° livello del CCNL (da più di trent'anni non si inquadrano più lavoratori al 1° livello, visto che per il CCNL questo livello corrisponde ad operai generici e donne di pulizia, non agli operatori di call center leggetevi l'art. 23 del nostro CCNL e vedrete che un lavoratore part-time a 6 ore al 1° livello prende 550 euro lordi. Quindi guardate le nostre buste paga).

Potremmo continuare così e raccontarvi che gli unici che continuano a fare esposti perché gli ispettori intervengano contro le imprese più scorrette, siamo solo noi. Che solo la CGIL tutti i giorni continua a denunciare i grandi committenti come Telecom, Enel, BT, Fastweb, Sky ecc. che assegnano le commesse con il sistema delle gare al massimo ribasso.

Del resto come CGIL non da oggi chiediamo:

1) il rispetto del CCNL per tutti i lavoratori, vera garanzia per spingere le aziende a scommettere sulla qualità e su nuovi servizi. Basta con chi vuole fare impresa risparmiando sulla nostra pelle, mettendo lavoratori contro lavoratori, giovani contro altri giovani, donne contro altre donne;
2) il rispetto delle leggi e delle circolari del Ministero del Lavoro per stabilizzare tutti i lavoratori che sono ancora precari;
3) la responsabilizzazione dei grandi committenti, che solo se troveranno tutte le aziende impegnate a garantire uguali costi del lavoro, saranno spinti a dare commesse basandosi sulla qualità, sulla professionalità degli operatori, ecc.;
4) l'ampliamento dei diritti in tutto il settore, a partire da una contrattazione aziendale da diffondere in tutte le imprese per premiare il lavoro, investire in formazione e in crescita professionale (cioè portando tutti gli operatori di call center, in prospettiva, verso il 4° e il 5° livello);
5) l'introduzione di clausole sociali nei cambi di appalto.

Queste sono state, del resto, le parole d'ordine con cui il 19 Settembre abbiamo scioperato e manifestato a Roma, contro le imprese scorrette, per i nostri diritti, per la ripresa delle ispezioni e per una maggiore attenzione alle nostre condizioni di vita e lavoro.

SLC-CGIL porta avanti queste battaglie nella nostra azienda e in tutto il paese, perché solo stando tutti uniti, solo costruendo solidarietà tra i lavoratori di tutte le imprese di call center, saremo più forti. Saremo più forti in vista del prossimo rinnovo del CCNL (che scadrà il 31/12/08) e saremo più forti nella nostra azienda.

Aiutaci a difendere i diritti di tutti. Stai con la CGIL, da 100 anni dalla tua parte.

Le RSU di Comdata Care

martedì 11 novembre 2008

PENSIERINI DELLA SERA...

Continuiamo a ricevere mail da colleghi comdata spa sparsi nelle varie sedi in Italia che ci testimoniano situazioni di abuso di potere da parte dell’azienda, di mobbing e condizioni igieniche dei locali ai limite della legge. Leggiamo e rispondiamo volentieri alle vostre mail (continuate a scriverci) ma mi preme ricordarvi pubblicamente che il lamento fine a se stesso non serve a nulla. Dovete, dobbiamo agire. Non dobbiamo stancarci di rivendicare delle condizioni lavorative serene. Perché quello che chiediamo è di lavorare e lavorare bene. Non fatevi intimorire, unitevi e lottate. Non state chiedendo la luna.

Comdata care: E’ stato proclamato uno sciopero di 15 gg a partire dal 3 novembre per le 2 ore in uscita. Abbiamo partecipato il 3 novembre e oggi. Oggi c’è chi si è lamentato di essersi stancato!!!! Oggi, c’è chi si è lamentato di “non esser stato avvisato prima”!!! Ora, a parte il fatto che la nostra RSU cobas ha ben spiegato in assemblea le motivazioni e non sto qui a ripeterle ma, mi chiedo, … a cosa serviva essere avvisati prima? Dovevi forse portarti le molotov?
Allora mi e vi dico…. Io non mi incazzo con chi fa una scelta lucida e consapevole e ritiene non opportuno partecipare a queste forme di lotta. Io mi incazzo con chi si ritiene insoddisfatto e nonostante questo abbassa la testa, mette la coda tra le gambe e fa spallucce. Io mi incazzo con chi un anno fa era in piazza a manifestare perché aveva paura di perdere qualcosa di importante con la cessione, e ora che l’ha persa davvero si dichiara “stanco”. Stanco????? Di già????
Eh no cari miei, allora avete giocato. Allora non avete capito che la manna dal cielo non arriverà, allora non avete capito che è proprio questo il momento di non mollare. Cavolo, abbiamo fatto davvero 30, siamo stati uniti, abbiamo ottenuto dei bei risultati (non sottovalutate la bocciatura di quella ridicola ipotesi di accordo) e ora a un passo dal 31 ci (vi) tirate indietro? Perché??? Vi prego, aiutatemi a capire perché. Cosa vi è cambiato adesso? Cosa adesso vi rende felici, sereni, appagati al punto di rinunciare?
Spiegatemelo perché forse mi sono persa qualcosa. Spiegatemelo perché magari così mi tranquillizzo anche io. Spiegatemi anche, però, perché non alzate manco il sederino per partecipare alle assemblee e vi lamentate se al posto del giorno festivo avete un riposo. Spiegatemi perché vi ho sentito lamentare del fatto che l’accordo di secondo livello ottenuto da Vodafone vi avrebbe fatto gola. Spiegatemi perché avete bocciato la nostra ipotesi di accordo e poi non fate nulla per chiedere di riaprire il tavolo delle trattative. Spiegatemi perché siete preoccupati di perdere il posto di lavoro. Spiegatemi perché vi vedo incazzati e rassegnati.
Spiegatemelo, e convincetemi.

Perchè fortunatamente siete una minoranza ma porca miseria mi spaventate.