martedì 30 novembre 2010

VODAFONE, AZIENDA MACINA PROFITTI E MACINA DIPENDENTI

di Helene Benedetti




Pubblicato dalla testata giornalistica Reportonline



Vodafone ha creato l’idea della famiglia felice con Totti ed Ilary, ma doveva licenziare 914 dipendenti così, per non macchiarsi la faccia causando una grave perdita d’ immagine, ha pensato bene di usare il metodo delle esternalizzazioni.
Vodafone ha ceduto i dipendenti ad una società creata ad hoc per le esternalizzazioni, la Comdata Care, una società creata dal nulla, oggi, a tre anni dalla cessione, il sito di Milano viene chiuso.
Il contratto di commessa con il quale vengono pagati i dipendenti prevede il subappalto a Comdata Spa, la holding di tutte le attività impattate dalla cessione. Quindi, la Comdata Care ha assunto i dipendenti, non è chiaro da quale società provengano gli stipendi visto che Comdata Care è sempre in perdita, e gli straordinari sono autorizzati e pagati da Vodafone, stando a quanto ha detto la dirigenza Comdata.
Un sistema di scatole cinesi che rende più facile il non trovare un responsabile della situazione.

I lavoratori continuano a svologere lo stesso lavoro che facevano prima di essere esternalizzati, vedono Vodafone come l’unica società che continua a tenere le fila della gestione. Comdata Care, come datore di lavoro, non ha nessun potere direttivo. E’ Vodafone che stabilisce le procedure da applicare, addirittura autorizza lo straordinario che Comdata Care deve concedere ai dipendenti.
E’ evidente che l’operazione di esternalizzazione creata da Vodafone ha la finalità di traghettare i lavoratori verso un licenziamento collettivo senza sporcarsi le mani.
Nel 2007 l’amministratore delegato Vodafone diceva che la cessione dei dipendenti all’azienda Comdata Care serviva per accrescere la professionalità degli stessi dipendenti e per creare nuovi posti lavoro.
Parole smentite dai fatti: della professionalità tanto pubblicizzata nessuno ha saputo cosa farsene visto che le attività sono state alienate quasi subito ai dipendenti ceduti e Comdata Care non è cresciuta di un solo posto di lavoro, anzi conta almeno 100 dipendenti in meno.
Oggi è evidente che il tutto serviva per licenziare il personale. Infatti, un documento agli atti dichiara proprio che c’è una specifica richiesta di diminuzione del personale ogni anno.

914 dipendenti assunti a tempo indeterminato dalla Vodafone ceduti all’azienda Comdata Care che non ha rispettato Il contratto che gli stessi avevano con Vodafone.

Dipendenti rispetto ai quali gran parte degli accordi di secondo livello non trova applicazione.

Questo è l’effetto più visibile delle operazioni di cessione di ramo in Italia: l’impoverimento immediato del lavoratore e la successiva perdita del posto di lavoro.



Vediamo cos’altro hanno perso questi 914 dipendenti:
Il contratto con Vodafone era a tempo indeterminato, come anche il contratto con Comdata Care, ma quest’ultima è un’azienda in continua perdita, un’azienda ben lontana dalla multinazionale Vodafone inglese che dichiarò 4 miliardi di utili l’anno della cessione nell’Aprile 2007, che dopo due mesi dalla cessione, nel Gennaio 2008 (Milano Finanza) staccò un assegno di 2,5 miliardi di euro alla capogruppo britannica, soldi italiani che vengono investiti all’estero mentre in Italia si esternalizza. Anche in questa situazione di crisi globale, la Vodafone, continua ad incrementare i suoi profitti.

Comdata Spa, così come Comdata Care, sono società che stanno in piedi per contratti di commesse mensili, semestrali o annuali. Sono società che non riconoscono i minimi diritti ai propri dipendenti, e per le quali il controllo a distanza è pane quotidiano. Sono aziende che fanno massiccio ricorso al lavoro interinale spremendo i ragazzi fino all’osso, rinnovandone il contratto a tempo determinato fino ed oltre il consentito, senza poi procedere a nessuna assunzione. Sono società che fanno continuo ricorso alla cassa integrazione, linea di demarcazione tra le aziende che usano la crisi come alibi per non pagare di tasca proprio gli stipendi per qualche mese e quelle che invece vi ricorrono per reale necessità , non sempre è cosi evidente.



La commessa Vodafone è di 7 anni, scadrà nel 2014. Se per quella data viene dichiarata la fine dei lavori senza alcun rinnovo di commessa, i 914 dipendenti ceduti si ritroveranno senza lavoro.
Ma anche se dovessero rinnovare la commessa dopo i 7 anni, non è assicurato il lavoro per i 914 dipendenti ceduti; Non c’è nessuno scritto che assicuri che il rinnovo della commessa nel 2014 sia accompagnato dal mantenimento dei lavoratori ceduti. La commessa è una cosa, i lavoratori un’altra.
La storia italiana ci dimostra che le cessioni di ramo d’azienda vengono usate fraudolentemente per fare licenziamenti, portando all’esasperazione i dipendenti che perdono tutti i diritti raggiunti con i contratti di secondo livello.

Le operazioni di cessione determinano all’inizio un impoverimento del lavoratore, successivamente la perdita dello stesso posto di lavoro.

Faccio l’esempio dei dipendenti Omnia ceduti da Wind, avevano un contratto a tempo indeterminato anche con l’azienda che li ha acquisiti (Omnia), invece dopo 2 anni l’azienda cessionaria, subito dopo le sentenze negative del giudice del tribunale di Monza che ha dato torto ai lavoratori, non ha pagato più gli stipendi. I lavoratori, dopo mesi di lotta, hanno accettato di essere ricollocati presso un’azienda terza con la metà di quello che avevano in Wind.

I dipendenti di Eutelia hanno fatto anche una fine peggiore.

Sono tutte storie italiane di cessioni di ramo d’azienda, potremmo andare avanti all’infinito con gli esempi, un fatto è certo, è lo stesso meccanismo attuato ora da Vodafone con Comdata Care.
Con Comdata Care, i dipendenti ceduti hanno perso anche il premio di produzione, che era frutto di accordo sindacale, scaduto l’anno dopo la cessione e prontamente riformulato in Vodafone con le parti sociali, aumentando addirittura l’importo; in Comdata Care solo quest’anno si è arrivati all’accordo per un premio di produzione che è però solo formale, perchè di fatto sono state inserite così tante variabili a controllo univoco dell’azienda che non vi sarà mai una corresponsione sostanziale dell’importo.

•Hanno perso il diritto di parcheggiare l’auto nel parcheggio dell’azienda, diritto che avevano per contratto con Vodafone. Nonostante ci siano ampi parcheggi all’interno della Comdata Care, essi sono riservati agli impiegati e dirigenti. Pensate che si erano addirittura rifiutati di dare a due dipendenti disabili il parcheggio interno. Ne pagano le conseguenze soprattutto i dipendenti che lavorano nella sede di Milano dove la situazione è ancora più disastrosa, l’azienda è situata su una strada trafficatissima e pericolosa e il problema multe e rimozione auto è all’ordine del giorno.

•Hanno perso le azioni a cui tutti i dipendenti Vodafone avevano diritto.

•Hanno perso l’assicurazione sulla vita che era stata firmata invece nel contratto Vodafone.

•Hanno perso il diritto alla retribuzione maggiorata durante i giorni di lavoro festivi che ora vengono riconosciuti come giornate di lavoro feriale al contrario del contratto con Vodafone.

•Hanno perso la possibilità di recupero dei giorni di lavoro festivi che avevano per contratto con Vodafone

•Hanno perso il diritto di usufruire degli asili nido aziendali che avevano per contratto con Vodafone.

•Hanno perso il diritto alla navetta che Vodafone offriva e che Comdata Care offre nelle sedi delle altre città

•Hanno perso il diritto di agevolazioni sim fra dipendenti

•Hanno perso il diritto della tariffa sim dipendenti che veniva attivata ogni 6 mesi con Vodafone

•Hanno perso tutte le convenzioni aziendali previste dall’assunzione in Vodafone

•Hanno perso il diritto ai periodi di formazioni firmati nel contratto con Vodafone, quindi fine di una crescita professionale iniziata con Vodafone.

•Hanno perso la tranquillità del loro posto di lavoro, i dipendenti vengono sballottati e sfiancati con spostamenti improvvisi e continui
Insomma, un netto peggioramento delle condizioni lavorative che li sta portando allo sfiancamento e al licenziamento; analizzando tutti i punti, basta poco per capire che è tutta una tattica per sbarazzarsi dei dipendenti a tempo indeterminato.

L’azienda Comdata Care di Milano ha chiuso, la comunicazione della chiusura del sito è avvenuta il giorno successivo alla sentenza del Tribunale, i circa 100 dipendenti ex Vodafone in essa impiegati sono stati smistati in altre sedi del gruppo Comdata a gestire lavori di data entry per qualche mese. Hanno fatto firmare ai dipendenti una lettera di distacco con la quale si accetta il demansionamento e nella quale si evidenzia che al termine del distacco si farà ritorno nella propria sede….che nel frattempo verrà chiusa.

La commessa e le attività Vodafone residuali del territorio di Milano sono state destinate non si sa bene a chi, presumibilmente in Romania,dove sono state girate in subappalto (illecito) tante attività oggetto della cessione.
Gran parte delle attività cedute sono state subappaltate all’estero nonostante esista il divieto del subappalto sancito nell’accordo ministeriale di cessione.
Questa è la situazione che vige dal 2007 per i 914 dipendenti che Vodafone ha ceduto alla Comdata Care. Ma ci sono degli importanti aggiornamenti:

i dipendenti oggi non sono più 914, un centinaio circa sono stati invogliati a dimettersi. Gli altri, in parte gestiscono la commessa Vodafone per la quale sono stati ceduti, ma con sempre meno mansioni. Gli altri sono stati collocati su altre attività non acquisite dalla Comdata Care, ma di proprietà della Holding, e questo elemento non è da poco, vuol dire che questa società, creata ad hoc per la cessione e per la quale si erano spese grosse parole e promesse di crescita, da sola non regge un bel niente, non è in grado di stare sul mercato e rimarrà in piedi fino quando non sarà stato dismesso l’ultimo lavoratore.

Ancora oggi, a distanza di 3 anni, non è stato riconosciuto il secondo livello ai dipendenti. Dipendenti che non hanno più nessun diritto. Dipendenti parcheggiati in attesa della chiusura.

La Cgil non riesce o non vuole intervenire perchè non può ammettere che l’accordo di cessione sottoscritto e sbandierato ai 4 venti come avamposto della civiltà in tema di cessioni di ramo, in realtà non fornisce tutele al lavoratore.

Hanno prontamente firmato un accordo perché si indicava una garanzia occupazionale di 7 anni, e di questo elemento di garanzia il sindacato ne ha avuto un notevole ritorno d’immagine.

Si sono vantati di aver fornito ai lavoratori ceduti una tutela del posto di lavoro più lunga rispetto a quanto previsto dall’ articolo 2112 del Codice civile che in materia di cessioni di ramo prevede il mantenimento degli stessi diritti solo per 2 anni. In realtà, da documenti recuperati nel corso delle udienze, si è scoperto che Vodafone già in tempi lontani dalla cessione, parlava dell’operazione pensando ad un accordo per la durata della commessa pari a 7 anni.

Quindi, il sindacato non ha fatto altro che firmare ciò che l’azienda aveva già deciso da tempo di dare ai lavoratori, senza alcuna negoziazione e senza alcuna clausola effettiva di salvaguardia… viene quasi da pensare che si erano accordati segretamente, a beneficio di un ritorno d’immagine da entrambi le parti?
Nel corso delle manifestazioni organizzate dalla stessa Slc – Cgil, quest’ultima ha anche sponsorizzato, durante scioperi , magliette e cartelli con scritto “mamma in vendita”, questo vuol dire che il sindacato aveva verificato l’enorme percentuale di lavoratrici madri impattate da questa operazione senza tuttavia attuare alcun intervento per limitarne la portata. C’è da precisare che sono lavoratrici madri e non semplicemente donne, perché nei call center purtroppo la percentuale di presenza femminile è molto alta, diverso è il discorso delle lavoratrici madri.
In particolare per il territorio di Milano, nella causa in corso, le lavoratrici madri hanno chiesto l’intervento della consigliera regionale di parità che è intervenuta in giudizio con 2 suoi avvocati poiché nelle sue analisi preliminari ravvisò forti elementi di discriminazione nei confronti delle lavoratrici madri, molte delle quali erano appena rientrate in Vodafone dalla maternità e esternalizzate subito dopo. Nel suo ricorso dichiarò che in base ai dati in suo possesso, il numero delle lavoratrici madri in Vodafone, sul territorio di Milano, era fortemente diminuito dopo l’operazione di cessione.

La consigliera regionale, Sig.ra Maria Teresa Coppo Gavazzi é stata estromessa dal processo per un vizio di forma.

Nei giorni dell’intervento in giudizio della Consigliera, parliamo di Settembre-Ottobre 2009, Vodafone lancia e pubblicizza un progetto chiamato Monica che avrebbe la finalità di tutelare le neomamme e le mamme in attesa che si trovino in condizioni di difficoltà. La coincidenza temporale é scandalosa.

L’attività per la quali sono stati ceduti è stata tolta da subito, quindi della professionalità, tanto decantata all’atto dell’esternalizzazione, la nuova azienda non sa cosa farsene, era solo uno specchietto per le allodole usato dai dirigenti per mantenere la calma fra i dipendenti.

I dipendenti hanno più volte richiesto l’intervento del Sindacato pregandolo di fare qualcosa prima che fosse troppo tardi, prima di fare la fine di Wind, Eutelia, Telepost, ecc ecc ecc… ma nulla è stato fatto.
Voglio riportare una mail che mi è giunta da una dipendente ceduta, la dipendente che mi ha indirizzato sulle informazioni che ho riportato, voglio farvela leggere per farvi capire il loro stato d’animo e per chiedervi di dare loro voce, non lasciateli soli:
“Ciao Helene grazie per l’abbraccio resistente…lo apprezzo molto, anche tutto il lavoro che stai facendo per aiutarci a dare voce alla nostra situazione.

Troverai dei punti in più su ciò che hai scritto. Il fatto che vi siate presi carico di questa situazione e finalmente qualcuno ha avuto tanta pazienza da scrivere un articolo VERO senza bugie, ci riempie di gioia e finalmente non ci sentiamo più tanto soli.
Grazie ancora e se ho azzardato un po’ troppo scusa la mia veemenza ma le ferite che mi porto dietro da 3 anni sono difficili da far sparire. Io sono stata assunta in Vodafone nel 1996 praticamente allo start up della nuova società di telefonia che si chiamava Omnitel e faceva concorrenza alla Tim. Ho lavorato sodo, ho dato il cuore e l’anima perché ti facevano sentire parte di una grande famiglia, parte di un progetto bellissimo che aveva un motto :”quello che facciamo oggi gli altri lo faranno domani”.
Tutti i diritti acquisti con gli anni sono stato il frutto di un lavoro duro, di un lavoro di persone giovanissime che volevano fare grande un’azienda nuova, che contrastava un monopolio. E poi quando l’azienda è diventata grande, quando sono arrivati gli azionisti Esteri, quando il pensiero era solo guadagnare di più… ci hanno cacciato..il contratto a tempo indeterminato non valeva più. Forse è difficile capire la delusione, ma avevo 25 anni, un lavoro ottimo e ci credevo. Oggi voglio solo la giustizia, la verità
grazie per quello che fate, a te un grazie speciale.
Ceduta"

Helene Benedetti

domenica 21 novembre 2010

Comunicato nazionale - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC-CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

Roma, 17 novembre 2010

Il Coordinamento nazionale delle RSU SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL di Comdata Care, riunitosi a Roma il giorno 17 novembre, unitamente alle Segreterie nazionali e territoriali, esprime forte preoccupazione per le scelte operate in queste settimane dall’azienda. Pur ribadendo di non essere pregiudizialmente contrari all’ingresso in Comdata Care di altri committenti, le Segreterie Nazionali ed il Coordinamento ritengono che ciò debba avvenire nella piena trasparenza e nel rispetto degli accordi in atto. Quanto avvenuto nelle ultime settimane nelle sedi di Roma e Milano non risponde né a criteri di chiarezza e trasparenza né, cosa importante, può essere visto come un effettivo rafforzamento dell’azienda Comdata Care attraverso l’acquisizione di nuove commesse. Le commesse che dovrebbero lavorare i colleghi di Milano sono a tutti gli effetti commesse di Comdata SPA che verrebbero lavorate dai colleghi in regime di distacco; altrettanto poco chiaro è il motivo per il quale si continua a togliere postazioni di lavoro dalla sede di Roma.
Queste azioni non fanno altro che aumentare la confusione e l’incertezza fra i lavoratori.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL chiedono che il management aziendale dia garanzie sul mantenimento del perimetro occupazionale e, cosa non secondaria, del perimetro fisico attuale dell’azienda. Da questi impegni imprescindibili Comdata Care deve partire per costruire un Piano industriale credibile e coerente.
Operazioni di ottimizzazione dei costi operativi devono avvenire nel pieno rispetto della dislocazione geografica attuale delle sedi Comdata Care e, soprattutto, della professionalità dei lavoratori.
Le scriventi Segreterie Nazionali ed il Coordinamento delle RSU chiedono un incontro urgente con l’azienda per verificarne le reali volontà e ritengono indispensabile calendarizzare, in tempi brevi, un aggiornamento del Tavolo Triangolare con Vodafone al fine di verificare lo stato dei rapporti con il committente anche alla luce delle ultime novità.

Le Segreterie Nazionali SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL

TELECOM : UTILI NETTI DOPO GLI ACCORDI SU AMMORTIZZATORI SOCIALI

Ciao a tutti,

di seguito un comunicato Cobas che vi invitiamo a leggere riguardante cio' che è da poco accaduto all'interno dell'azienda Telecom, giusto per meglio inquadrare la nostra situazione di dipendenti Comdata Care all'interno del mondo delle Telecomunicazioni a cui apparteniamo.

COORDINAMENTO COBAS COMDATA CARE


VERGOGNA!!

Telecom Italia continua a macinare utili sulle spalle di lavoratori e cittadini.
Appena incassato il REGALO di 3900 mobilità cosiddette volontarie (sottoscritte dalle OO.SS. CGIL-CISL-UIL-UGL-SNATER) e 29000 contratti di solidarietà +il rinnovo dei 1000 CdS del D.A. + 2343 CdS in SSC (sottoscritti da CGIL-CISL-UIL), Telecom Italia ha annunciato alla comunità finanziaria la decisa crescita degli utili aziendali.
E’ semplicemente scandaloso che un’azienda come Telecom Italia possa sfacciatamente aumentare i propri utili saccheggiando le CASSE PUBBLICHE e taglieggiando le retribuzioni dei propri dipendenti.
Ancora più scandaloso che ciò avvenga con il patrocinio del Governo, che dovrebbe vigilare affinché a beneficiare degli stanziamenti pubblici per gli ammortizzatori sociali siano le tante aziende e i tanti lavoratori che a seguito della crisi economica rischiano seriamente di collassare, oppure affinché tali fondi siano spesi in favore dei tanti lavoratori precari e/o disoccupati privi di un reddito sufficiente utile a sostenere se stessi e le
loro famiglie.
Ma è ancora più rivoltante che ciò sia possibile grazie alla complice acquiescenza delle OO.SS. firmatarie degli accordi per la mobilità cosiddetta volontaria e i contratti di solidarietà.
Grazie a tale operazione Telecom Italia risparmierà ogni anno oltre 200 milioni di euro.
Una cifra enorme che graverà sulle casse dell’INPS e sulle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici in solidarietà, che servirà ad INGRASSARE ulteriormente, nel 2011 e 2012, i DIVIDENDI AGLI AZIONISITI E RETRIBUZIONI, PREMI, BUONUSCITE ELARGITE ALLA CASTA, I MANAGER E DIRIGENTI DELLA NOSTRA AZIENDA.
Sono oltre 10 anni che la categoria assiste impotente a tale saccheggio.
Bisogna impedire danni ulteriori. Invitiamo, per questo tutti e tutte a dare tempestivamente DISDETTA da tutte quelle organizzazioni sindacali che hanno deciso di fare tale regalo alla CASTA, in cambio di privilegi e
clientele in favore delle proprie strutture, per revocargli definitivamente il mandato a trattare.

COBAS TELECOM

lunedì 15 novembre 2010

L’autunno caldo di Comdata Care

Un saluto a tutti.


Come noto, le assemblee sindacali che si sono svolte nella sede di Comdata Care il 2 novembre 2010 hanno visto emergere la decisione della stragrande maggioranza dei lavoratori di non dare mandato alla propria delegazione (rsu e Slc-Cgil di Milano) a negoziare con la direzione aziendale un accordo riguardante la chiusura del sito Comdata Care, lo spostamento di tutti i lavoratori nella sede di Comdata S.p.A e l’impiego degli stessi su altre commesse gestite da Comdata S.p.A, con l’utilizzo della formula del distacco.

I Lavoratori di quella sede hanno espresso un NO deciso e importante ad uno scenario occupazionale ancora più precario di quello attuale.
L’Azienda Comdata Care infatti non avrebbe più sul sito di Milano alcuna commessa; cesserebbe di fatto di esistere una sede aziendale di Comdata Care Spa nata contestualmente alla cessione e formata da lavoratori all’epoca definiti specialisti nel gestire ben definite attivita’ di Vodafone, attivita’ e lavoratori a suo tempo individuati come ramo autonomo, proprio per poterli esternalizzare.

E quel lavoro specializzato? Che fine dovrebbe fare?
I lavoratori di Milano hanno scelto di considerare, come recita il comunicato della loro RSU il mantenimento dell’attività attuale prioritaria, rispetto a tutte le altre considerazioni.
I lavoratori di Milano hanno scelto di tornare a lottare, mettendo in atto tutte le iniziative sindacali e legali atte ad impedire che quest’ulteriore scempio delle loro vite lavorative venga compiuto, e sulla sede i rappresentanti sindacali hanno avviato lo stato di agitazione.

E nelle altre sedi?
Si potrebbe commettere l’errore di sentirsi dispiaciuti per i colleghi e pero’ starsene buoni perche’, almeno per ora, non e’ toccata a noi; si potrebbe commettere l’errore di pensarsi e mostrarsi solidali con la lotta
di questi colleghi, ritenendo pero’ appunto che si tratti della loro lotta:
sarebbero atteggiamenti e pensieri errati e poco lungimiranti.

In questo momento deve essere chiaro a tutti che e’ in discussione il NOSTRO posto di lavoro, che e’ necessario agire per difendere il NOSTRO posto di lavoro, per far sentire moltiplicato in tutte le sedi quel
fondamentale NO!

La chiusura della commessa Vodafone su Milano e’ l’ennesimo passo compiuto nella direzione del definitivo smantellamento del nostro posto di lavoro, e’ l’ennesimo pesante colpo inflitto alle residue speranze di mantenerlo: lo frazionano e lo portano via pezzo dopo pezzo, prendendoci a piccoli gruppi per renderci meno forti sperando e/o confidando nella mancanza di coesione.

E’ facile per l’Azienda immaginare e pensare che i lavoratori non direttamente toccati da questa decisione abbiano paura e scelgano l’immobilismo, e’ verosimile per l’Azienda confidare nel fatto che staremo bravi e tranquilli perche’ molti lavoratori ormai mettono in conto la fine di questo lavoro e hanno fatto propria la convinzione che siamo a termine, se va bene con data scadenza 2014, e che quindi ogni giorno che passa e’ un giorno guadagnato e che percio’ e’ meglio rimanere passivi anziche’ agitarsi perche’ il destino e’ segnato…

Ebbene noi pensiamo che aver perso il posto in Vodafone, aver perso la tranquillita’ lavorativa e di vita e aver perso salario sia gia’ abbastanza.
Non e’ piu’ tempo di continuare a pensare che si debba accettare qualunque cosa purche’ duri per un giorno, un mese o un anno in piu’ questo nuovo lavoro con condizioni tanto diverse e peggiori, non e’ piu’ tempo di continuare a pensare che non si possa provare ad arrestare questo processo di degrado e impoverimento. Non dobbiamo fare a nessuno il favore di morire lentamente e in silenzio, senza dare disturbo.

Questo Coordinamento COBAS Comdata Care non intende lasciar fare, ed e` per questo motivo che in concomitanza con gli eventi di Milano e Roma decidiamo di aprire nei confronti dell’Azienda le procedure di raffreddamento per una mobilitazione nazionale su tutte le sedi di Comdata Care.

Contestualmente avvieremo la richiesta di un tavolo di confronto presso il ministero del lavoro al fine di ridiscutere tutta la cessione Vodafone alla luce di questi nuovi sviluppi e di un tanto palese depauperamento del lavoro a soli tre anni dall’esternalizzazione.

In tutte le sedi in cui e` presente un COBAS avrete attraverso quei vostri riferimenti consueti aggiornamenti circa le evoluzioni della vicenda e le mobilitazioni messe in atto, per le altre sedi restiamo a disposizione di chi volesse contattarci anche attraverso quest’indirizzo di posta elettronica.

 Coordinamento Cobas Comdata Care

venerdì 12 novembre 2010

Incontro RSU-HR su postazioni dismesse

Buongiorno a tutti,

in data 5 novembre la RSU romana di Comdata Care si è incontrata con l'azienda per avere chiarimenti in merito alla situazione creatasi il 3 novembre circa la comunicazione della dismissione delle postazional secondo piano.
L'azienda ha informato la RSU che si tratta di 40 postazioni che saranno spostate nella sede Comdata Spa di Lecce.
Tale trasferimento, a detta dell'azienda, è da addebitarsi esclusivamente all'elevato costo di gestione (ed è già il secondo caso, vedi la chiusura della sede di Milano) che le postazioni inutilizzate producono.
La RSU ha chiesto di sapere se tale spostamento genera delle entrate riscontrabili a bilancio: Comdata Spa pagherà tali postazioni a Comdata Care, oppure non è previsto alcun esborso ed è forse plausibile immaginare uno sgravio sull'affitto del nostro stabile, che non viene pagato da tempo? A tale quesito l'azienda si è impegnata a fornirci un riscontro.
Ci teniamo fermamente a precisare che il fatto di avere un introito monetario da tale operazione non rende comunque giustificabile lo spostamento, ma se non altro si potrà vantare una voce in attivo nel nostro bilancio poco edificante.
Le postazioni spostate a Lecce veranno utilizzate per la gestione inbound e backoffice 190 e ci è stato comunicato che le attività di credito tolte da Milano non verranno passate a Lecce ed è ancora da definire l'eventuale redistribuzione delle stesse in altri siti.
Altro tema correlato affrontato, e di primaria importanza, è qello legato al numero di position disponibili in relazione al numero di lavoratori in operativo. Secondo l'azienda le postazioni sono commisurate alla media del personale in operativo considerando anche la percentuale di assenza giornaliera (sono state aggiunte 5
postazioni in sala formazione che ci è stato comunicato essere già cablate ed utilizzabili mentre questa mattina abbiamo potuto verificare essere mancanti di telefoni e strong).
Come RSU troviamo quantomeno singolare che l'azienda focalizzi negativamente il dato delle assenze quando si parla di produttività e qualità, mentre lo prende in considerazione a suo "vantaggio" quando si tratta di smantellare 40 position.
La nostra domanda è: e se il dato delle assenze dovesse tendere a ridimensionarsi, le persone dove troverebbero posto? Ci troveremmo a guardare fuori dalla finestra....
Tale supposizione ha avuto conferma nella giornata di oggi 8 novembre dove addirittura l'azienda è ricorsa in extremis ad una riunione di team per poter liberare delle postazioni e consentire, quindi, ai lavoratori che sono rimasti in piedi, di svolgere la propria regolare attività.
Ci sentiamo di dire che siamo alle comiche finali!
Addirittura, adesso, è l'azienda ad inficiare la nostra produttività non consentendoci di svolgere regolarmente il nostro lavoro!!!!
Non soltanto a noi rep ma anche ai tl in quanto per liberare delle position si sono trovati costretti a non poter lavorare loro o ad essere in più persone su un unico pc!
Ricordiamo, inoltre, all'azienda che esistono delle distanze di sicurezza previste tra una postazione di lavoro e l'altra e per il passaggio nei corridoi!
Conseguentemente a questa situazione è da prendere in seria considerazione la turnistica.
Siamo state informate che i turni verranno emessi tenendo conto delle postazioni/presenze, visto che la fascia oraria più critica è 12-13 e coincide con tutti i turni part-time e full-time di chi ha un orario mattutino o centrale. A seguito di ciò, potranno essere rimodulati i turni full time (i part time hanno delle fasce orarie
contrattualizzate che non possono prevedere variazioni) per evitare troppa concentrazione in quella fascia oraria.
E' ovvio che l'azienda ha facoltà di gestire la turnistica in modo tale da garantire la copertura di tutta la giornata ma abbiamo richiesto che, oltre ad assegnare più turni pomeridiani, per venire anche incontro ai lavoratori venga presa nuovamente in considerazione la possibilità di avere turni per i full time a partire dalle 8 di mattina (visto anche che i contatti outbound possono essere fatti a partire da quell'orario). Sicuramente la fascia oraria critica non subirebbe sostanziali modifiche, ma diminuirebbe l'arco temporale di "parcheggio" in position temporanee.
In merito a quest'ultimo tema vi invitiamo a metterci al corrente di eventuali anomalie che doveste riscontrare sulla prossima turnistica in emissione lunedì 8 novembre e chiediamo all'azienda di rispettare le direttive comunicate circa gli orari del reparto credito (8 - 20 e 8 - 16 il sabato) e quindi a non richiedere in futuro ai lavoratori di fare un turno che preveda l'uscita dopo le ore 20 (anche se solo su base volontaria).
A margine di questi temi abbiamo affrontato altri argomenti che vi illustriamo brevemente:

- la frequente loggatura: è legata esclusivamente ad un alto volume di service order sul mondo consumer e small business e non è correlata con la chiusura della commessa Vodafone a Milano.

- sicurezza sul lavoro: abbiamo richiesto nuovamente che venga fatta la prova di evacuazione in caso di emergenza e che vengano nominati gli addetti all'emergenza (ed aggiornati i pannelli informativi presenti nei locali aziendali).

- manutenzione interna: è stata richiesta la sistemazione dei pannelli mancanti nel soffitto del terzo piano e la riparazione della porta di ingresso al bagno degli uomini sempre al terzo piano.

Come RSU di Roma aspettiamo risposte concrete dall'azienda in merito a questi temi, ma principalmente sulle nostre garanzie occupazionali future. Mai come oggi ci sentiamo privati della nostra sedia e ci auguriamo che, oltre alla rigidità annunciata per chi viola le norme aziendali (vedi fotocopie e stampe personali, internet, pause), l'azienda si adoperi concretamente per non sfiduciare ulteriormente i lavoratori.
Ci teniamo anche a ribadire la nostra più ferma solidarietà ai colleghi di Milano che oltre a non avere più la sedia, non hanno più nè la commessa per la quale sono stati coattamente ceduti (unica garanzia occupazionale reale), nè una prospettiva di lavoro futuro.

RSU Comdata Care Roma

COMUNICATO SINDACALE Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

Roma, 9 Novembre 2010


Il giorno 5 Novembre si è svolta la prima riunione della Commissione Paritetica per il Premio di Risultato prevista nell’accordo del 9/9/2010, presso la sede di Comdata SpA a Milano.
Dopo lungo esame dei dati relativi a produttività, qualità ed assenteismo, si è pervenuti alle seguenti conclusioni.
E’ evidente il trend positivo su tutti e 3 i parametri suddetti.
I dati relativi al trimestre Luglio/Settembre saranno pubblicati nei prossimi giorni.
Da essi risulta tuttavia che per conseguire il target di produttività fissato per il primo semestre (5,2 Ue/h) è necessario uno sforzo maggiore da parte di ciascun lavoratore nel velocizzare la gestione delle attività: attorno al 0,8/0,9 Ue/h. Questo sforzo, di consistenza minima ma imprescindibile, va attuato da subito in quanto il target di 5,2 Ue/h non va solo raggiunto ma consolidato per un periodo di tempo apprezzabile, per compensare il mancato raggiungimento nel periodo in cui non era stato ancora siglato l’accordo.
Per dare puntuale riscontro dei maggiori sforzi, i dati relativi ad ogni mese per il parametro di produttività e assenteismo saranno pubblicati entro il 20 del mese successivo.
Inoltre per accrescere la percezione dell’incidenza del proprio lavoro sul fatturato, si implementeranno modalità che permettano di dare visione del prodotto finito compiuto (Ue/h), per ogni singola attività/sede. Tale indicazione si affianca a quella attuale che, ricordiamo, fornisce evidenza dell’intero gestito, ma non dà visione della quantità di prodotto finito: l’unico che determina il fatturato.
La qualità è anch’essa buona (ottima per il mercato Business). Di essa, ricavata come proporzione tra la somma algebrica di bonus/malus ed il fatturato per singolo mercato, verrà data evidenza trimestralmente per la difficoltà di estrapolare il dato preciso mensilmente.
Per l’assenteismo per malattia, i dati evidenziano un netto calo su quasi tutte le sedi, che tuttavia necessita di trovare conferma nei mesi successivi. Restano migliorabili i livelli di presenza complessiva.
Su sollecitazione delle OO.SS. l’azienda ha ribadito di voler rendere partecipe del PDR, il personale distaccato su altre commesse (Fastweb, E.On, Edison). Saranno oggetto di successivi approfondimenti i target per tali commesse, a maggior ragione per quelle in fase di start up.

Per l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10% sul lavoro straordinario con efficacia retroattiva, di cui alla Risoluzione 83 dell’Agenzia delle Entrate e delle circolari congiunte 47/E e 48/E, l’azienda, su specifica richiesta delle OO.SS., ha confermato di aver già svolto riunioni per lo studio, tuttora in corso, della questione.
Le OO.SS. giudicano positivamente la condivisa necessità che il lavoratore sia reso partecipe dell’incremento della produttività, mediante modalità chiare e trasparenti di comunicazione dei dati. Ritengono che il trend positivo costituisca chiaro segnale della risposta responsabile della maggioranza dei lavoratori alla situazione difficile dell’azienda. Consapevoli che il trend positivo debba ricevere conferma nei mesi successivi e debba essere punto di partenza per un imprescindibile e costante miglioramento, credono fermamente che i lavoratori sapranno dimostrare di poter raggiungere i target prefissati. Al pari ritengono che l’azienda dimostrerà, se i target saranno raggiunti, la propria disponibilità a riaprire un tavolo di trattativa sull’accordo normativo di secondo livello.

Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Componenti SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Commissione Paritetica PdR Comdata Care

Comdata Care: garantire la commessa Vodafone!

segreteria@ugltelecomunicazioni.it http://www.ugltelecomunicazioni.it/

La notizia dello spostamento della sede di Milano non ha di certo contribuito a rasserenare il clima lavorativo in Comdata Care.
La gestione logistica delle sedi è sicuramente di competenza aziendale, ma  nel momento in cui viene tolta la commessa Vodafone ai Lavoratori di Milano  a seguito di questo spostamento, il problema torna ad essere al centro dell’attenzione sindacale. Se poi nella nuova sede non fossero del tutto rispettati i parametri igienico ambientali, il problema sarebbe ancora maggiore.
UGL Telecomunicazioni ritiene doveroso che la direzione aziendale convochi le Segreterie Nazionali delle OO.SS. per esporre il Piano Industriale (qualora ve ne sia uno…) di Comdata Care, quanto meno per fornire delucidazioni sugli effettivi volumi della commessa Vodafone e per spiegare su quali centri verrà ripartito il lavoro svolto sino a pochi giorni fa dagli operatori di Milano.
Durante la trattativa sul PdR, Comdata Care aveva espresso alle OO.SS. la volontà di aprire un nuovo ciclo di Relazioni Industriali: sicuramente il mancato coinvolgimento dei Rappresentanti dei Lavoratori, anche su questo ennesimo atto unilaterale, non è il segnale che ci saremmo aspettati dall’Azienda.
La scrivente O.S. continua a ritenere che le problematiche attuali sono il conseguente seguito all’Accordo del 25 ottobre 2007 (non siglato da UGL Telecomunicazioni), che non offre garanzie ai lavoratori sui futuri livelli
occupazionali.
Riteniamo che l’acquisizione di nuove commesse sia un fatto positivo per un’Azienda di outsourcing, a patto che ciò non avvenga a discapito dei volumi di traffico della commessa Vodafone, che sono l’unica reale garanzia della tenuta occupazionale di Comdata Care.
UGL Telecomunicazioni è disponibile a qualsiasi incontro con l’Azienda per aprire un confronto su questa vicenda, auspicando un pieno coinvolgimento delle RSU e dei Lavoratori, che da tempo vedono quotidianamente depauperate le proprie professionalità.

Roma 09/11/2010 La Segreteria Nazionale

Comunicato sindacale - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC CGIL

Buonasera a tutte le colleghe e a tutti i colleghi,

è ormai noto che l’Azienda ha deciso di chiudere la sede di Comdata Care sita in via Bisceglie a Milano e di spostare tutti i dipendenti nella sede di Comdata Spa in via Kuliscioff. Inoltre, la direzione aziendale ha comunicato ai colleghi milanesi che non svolgeranno più attività Vodafone, ma verranno assegnati su altre commesse, già di Comdata Spa, ossia E.On Energia ed Edison, impiegando la formula del distacco.
Lo scorso martedì 2 novembre a Milano si sono svolte le assemblee sindacali, al termine delle quali la Slc Cgil e le Rsu di Milano hanno aperto lo stato di agitazione e preannunciato azioni di lotta.
Come Comitato degli Iscritti Slc Cgil di Roma, esprimiamo la nostra totale solidarietà alle colleghe e ai colleghi di Milano, dichiarandoci pronti a sostenerli in tutte le azioni di lotta che si riterrà opportuno intraprendere.
Siamo fortemente preoccupati per quanto sta accadendo a Milano, oltre che per quanto l’Azienda ha comunicato a Roma il pomeriggio di mercoledì 3 novembre u.s., in merito alle 40 postazioni del credito, al secondo piano, che verranno fisicamente trasferite a Lecce, perché inutilizzate da noi. 
L’Azienda ha giustificato anche a Roma questa operazione con motivazioni economiche, ma restano forti le nostre perplessità. E’ per noi inevitabile, infatti, collegare la notizia con quanto accade a Milano e chiederci, ad esempio, se le attività del credito, ora gestite a Milano, saranno spostate proprio a Lecce…
Per questo motivo, per quanto di nostra competenza, abbiamo già messo al corrente la Segreteria Territoriale e Nazionale della Slc Cgil. Nei prossimi giorni Vi informeremo sulle decisioni che verranno intraprese in queste vicende.
In questo contesto, non possiamo esimerci dal fare alcune precisazioni in merito a certe dichiarazioni che continuano a circolare.
Qualcuno sostiene che la firma di un accordo sul PdR con Comdata Care può incidere negativamente sulle azioni legali che sono state intraprese a Roma contro la Vodafone. Si dichiara che addirittura alcuni “legali” avrebbero sostenuto questa teoria.
Ci teniamo a precisare che alcuni lavoratori, nel leggere nuovamente questa notizia, hanno personalmente contattato l’avvocato che segue le cause di buona parte dei dipendenti di Roma il quale ha, invece, dichiarato che l'eventuale accordo sul PdR “non può in nessun caso modificare o influenzare il risultato delle cause”.
Invitiamo, pertanto, tutte le colleghe ed i colleghi che hanno intrapreso l’azione legale contro Vodafone *a contattare personalmente l’avvocato che li segue, per avere le dovute e corrette informazioni *e a non dare credito alle affermazioni di persone non preparate giuridicamente.

Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

giovedì 4 novembre 2010

Commessa Vodafone a Milano

Ciao a tutti,

in data 28 ottobre si è svolto un incontro tra la RSU di Roma e HR relativamente alla situazione creatasi nella sede di Milano.
L'azienda ha ufficiamente comunicato che la commessa Vodafone è stata tolta dalla sede Comdata Care di Milano, ed i lavoratori saranno occupati su due commesse diverse di Comdata Spa (Eon energetico ed Edison, più specificatamente in attività di credito e di back office).
Tale decisione è stata motivata dall'azienda principalmente a causa dei costi di gestione dell'edificio che ospitava la sede Comdata Care, in quanto troppo onerosi ed anche dalla difficoltà economica di cablare tutta la rete Vodafone in un altro sito; i lavoratori verranno ospitati in uno stabile vicino (i colleghi milanesi ci riferiscono decisamente non in buone condizioni), già sede di Comdata Spa.
Lo spostamento sarà graduale, ed inizierà intorno a metà novembre con il passaggio dei colleghi che gestivano il Credito, per passare poi alle altre attività.
Tutte le attività verranno redistribuite in altri sedi, ma al momento l'azienda non sa dirci specificatamente quali e se su sedi Comdata o Comdata Care, ma esclude che vengano ridistribuite attività di Milano sulla sede Comdata Care di Roma.

A noi sembra quantomeno insolito che tale decisione sia stata presa all'indomani della sentenza negativa del giudice sulla causa milanese contro la cessione (causa peraltro avanzata dalla CGIL, che prima firma la nostra cessione, poi fa azione legale contro Vodafone ed infine perde pure la causa...)!
Vorremmo rassicurarvi comunque su questo punto in quanto I NOSTRI LEGALI SONO FIDUCIOSI SULL'ESITO DELLE NOSTRE VERTENZE, ANCHE IN CONSIDERAZIONE DEL FATTO CHE IL NOSTRO RICORSO VERTE SU TEMI DIVERSI DA QUELLI DEPOSITATI A MILANO. Questa vicenda di Milano poi, in cui lavoratori ceduti in quanto specialisti nelle proprie attività lavorative si ritrovano dopo pochi anni a occuparsi di tutt'altro, dà ennesima riprova del fatto che la presunta Cessione di Ramo d'Azienda effettuata da Vodafone nei fatti si è dimostrata un mero e maldestro tentativo di mascherare passaggio di lavoro verso Comdata in cambio della possibilità per Vodafone di sbarazzarsi di personale scomodo e/o costoso. Se poi si dovesse giungere con Vodafone al rinnovo della commessa oltre la scadenza del 2014, ci chiediamo, che garanzie occupazionali possono avere questi colleghi?
Inoltre riteniamo doveroso considerare anche che i lavoratori oggetto di questo spostamento molto probabilmente perderanno gran parte del già esiguo PdR, firmato e ratificato da tutte le sedi, ad eccezione di Comdata Care Roma. HR su nostra domanda specifica a riguardo ha testualmente commentato "prenderanno la quota minima sindacale del Premio".
A tal proposito, visto che nell'ultima assemblea rappresentanti Cisl e Cgil hanno ribadito che l'eventuale firma sul PdR non avrebbe in alcun modo inciso negativamente sulle azioni legali che stiamo intraprendendo, contattando i nostri legali abbiamo nuovamente ricevuto parere esattamente opposto.
Aver firmato e ratificato un Premio di Risultato può essere utilizzato da Vodafone a nostro sfavore.

Concludiamo con un'ultima, fondamentale, considerazione: la sede di Milano, al contrario di quella di Roma, vista a detta dell'azienda come la pecora nera di tutta Comdata Care, si è sempre caratterizzata per lavoratori produttivi e per delegati sindacali che hanno firmato e sostenuto ogni tipo di accordo, ultimo dei quali proprio quello sul PdR che i colleghi di Milano hanno in stragrande maggioranza approvato.
Nonostante ciò la prima sede ad essere stata colpita da un fatto grave è stata proprio quella di Milano a riprova del fatto che, indipendentemente dal nostro operato, siamo tutti soggetti alle decisioni aziendali e che pertanto dobbiamo cercare di essere compatti, come finora, nel portare avanti le nostre convinzioni e rivendicazioni e non lasciare nulla di intentato.

RSU COMDATA CARE ROMA