mercoledì 24 marzo 2010

Antenna Vodafone pericolosa nel Lazio e i cittadini scrivono: "Totti, pensaci tu"

"Caro Totti, aiutaci tu".
Poteri della pubblicità: quando il testimonial diventa l'ultima ancora di salvezza.
Un gruppo di genitori di Civita Castellana - Viterbo - hanno scritto al capitano della Roma, nonchè uomo simbolo della Vodafone, per far rimuovere un ripetitore della compagnia telefonica, installato proprio davanti la scuola dei loro figli.
E così, sulla scia del "Life is now", la lettera è stata recapitata a San Francesco da Porta Metronia, nella speranza che il fuoriclasse giallorosso riesca a segnare un gol anche nei vertici societari della Vodafone.
E Totti non si è di certo tirato indietro, anzi: "Quando si tratta di una richiesta che viene dai bambini non mi posso tirare indietro cercherò di fare tutto il possibile attraverso i responsabili dell'azienda per sensibilizzarli sul problema. Vediamo cosa succederà: non posso promettere nulla ma ci proverò".

di Franco Pasqualetti (fonte Leggo)

Encomiabile il capitano della Roma, ma mi domando dove era e che sensibilità aveva all'epoca della ns esternalizzazione, due anni e mezzo fa circa, quando scrivemmo anche a lui una lettera per sensibilizzarlo al ns problema. Non chiedevamo una risoluzione da parte del fuoriclasse, ma un interessamento alla ns causa ed un aiuto a darci voce.
Forse la ns richiesta non fu presa in considerazione perchè non eravamo bambini?
Evidenzierei il fatto che, qualora Vodafone accogliesse la richiesta di questi genitori, verrebbe dimostrato che i campi elettromagnetici creati dai ripetitori sono dannosi per la salute dell'uomo...allora perchè questi danni nessuno ha interesse a provarli scientificamente? Sono anni che a Roma si lavora in una zona che è un vero groviglio di campi elettromagnetici!
Meditate gente, meditate!

La Regina

mercoledì 10 marzo 2010

12 MARZO 2010 SCIOPERO GENERALE DELLA CGIL

LAVORO FISCO CITTADINANZA


CAMBIARE SI PUO’

Il Governo nega la crisi e promette che nessuno “verrà lasciato indietro”. Intanto cresce la disoccupazione, si licenziano i precari, si moltiplicano le vertenze sull'occupazione, aumentano gli appalti al massimo ribasso e le risposte continuano a non essere date.
La prima richiesta della CGIL al Governo, a Confindustria e a tutte le imprese è fermare i licenziamenti.
E' necessario affrontare le vertenze, impedire la chiusura delle aziende, definire strumenti di politica industriale, avviare subito un piano per la ricerca e un piano per il Mezzogiorno. Una risposta immediata della CGIL è una prima restituzione di 500 euro per il 2010 di quanto già lavoratori e pensionati hanno pagato in più.
E' necessario ridurre le tasse per lavoratori e pensionati, attraverso la lotta all'evasione e all'elusione fiscale, la tassazione come in Europa delle rendite finanziare, dei grandi patrimoni e delle stock option, attraverso l'abbassamento della prima aliquota al 20 %.
E' necessario costruire un futuro per il Paese attraverso politiche di accoglienza e lotta alle nuove schiavitù.

PER QUESTE RAGIONI LE LAVORATRICI E LAVORATORI DELLE AZIENDE TLC ED I CALL CENTER SCIOPERERANNO PER 8 ORE.

Per un futuro migliore e più giusto, contro le delocalizzioni, contro la precarietà, per introdurre clausole sociali generalizzate, per un rilancio industriale del settore.

giovedì 4 marzo 2010

ARTICOLO SOLE 24 ORE - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC CGIL

Buongiorno a tutte le colleghe e a tutti i colleghi,

la scorsa settimana siamo venuti a conoscenza di un fatto segnalatoci dai colleghi di Comdata Care di Pozzuoli (NA) e che vogliamo condividere con tutti Voi.
Nell’inserto SUD del Sole 24 Ore del 27 gennaio 2010 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Un centralino a misura d’uomo”, che Vi alleghiamo. Per la scarsa qualità della copia che abbiamo ricevuto, l’abbiamo trascritto, oscurando per ovvi motivi i nomi delle persone citate.
Nell’articolo, prendendo spunto dal film di Paolo Virzì, “Tutta la vita davanti”, si immagina una…”favola”, con la protagonista che, appena laureata, approda nel call center di un’azienda in cui si premia chi si
impegna e ha idee innovative, in cui si trova l’uomo/la donna della propria vita, in cui c’è anche un asilo aziendale, in cui si assume a tempo indeterminato, in cui si agevolano i lavoratori studenti con permessi studio, in cui si può fare carriera nel giro di soli 10 anni………… Indovinate di quale azienda si tratta? Sì, proprio quella: VODAFONE!!!!!!
Siamo sicuri che la cosa genera in Voi, come è accaduto a noi e ai colleghi di Comdata Care di Pozzuoli, profonda indignazione! Indignazione per la scarsa, se non assente, sensibilità dell’azienda Vodafone, che ha
opportunamente omesso una “piccolissima” nota dolente: le attività e centinaia di colleghe e colleghi della giovane neolaureata, per ricalcare la favola dell’articolo, sono stati esternalizzati! L’articolo, quindi, palesa
almeno una mancanza di rispetto per gli ex dipendenti, che sono stati accompagnati, nemmeno troppo gentilmente, all’uscita dei cancelli di Vodafone!
Non solo! Tutte le cose elencate nell’articolo non sono frutto della bontà e della generosità di quell’azienda, ma il risultato delle conquiste delle OO.SS. e delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, di tutte/i, anche
quelli esternalizzati! I permessi universitari, agevolazioni per le lavoratrici madri, l’asilo nido (convenzioni con esterni o in strutture interne, come nel comprensorio di Pozzuoli), ecc. sono tutte conquiste di accordi sindacali sudati da tutti noi!
Ci uniamo a quanto scritto dalle Rsu SLC CGIL di Comdata Care della sede di Pozzuoli nella lettera inviata alla redazione del Sole 24 Ore. Vogliamo credere che le lavoratrici ed i lavoratori di Vodafone, che hanno contribuito alla stesura dell’articolo con i loro racconti, siano grati e riconoscenti del contributo delle lavoratrici e dei lavoratori di Comdata Care S.p.A. e di tutti gli altri call center in outsourcing che lavorano su
commesse Vodafone e sarebbero orgogliosi di condividere i frutti positivi del lavoro che tutti, compresi noi, facciamo per Vodafone, a partire dal Premio di Risultato!
Vogliamo aggiungere, inoltre, che ci sembra del tutto fuori luogo il riferimento fatto nell’articolo alla figura dell’ingegnere Adriano Olivetti, quasi a voler far passare il messaggio che la realtà del call center di
 Pozzuoli è paragonabile al “sogno industriale” di questo grande personaggio.
Egli sperimentò un’organizzazione del lavoro, improntata su principi di solidarietà sociale, che rese l’esperienza dell’Olivetti un caso unico nel panorama imprenditoriale della sua epoca e, crediamo, anche di oggi.
Concludiamo dicendo che a noi l’articolo non ha fatto venire in mente una favola, ma due canzoni di Simone Cristicchi (...)
La prima è “Studentessa universitaria”, che ci ha ricordato effettivamente la protagonista del film di Virzì.
La seconda è la sua evoluzione, “Laureata precaria”, che ci ha convinti di più sulla più probabile prosecuzione, al giorno d’oggi, della storia della giovane neolaureata! Per una pura combinazione in questa seconda canzone c’è un significativo riferimento al mondo dei call center.

Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

L'articolo sul Sole 24 Ore Sud


27 gennaio 2010

La Storia. La Vodafone a Pozzuoli con 500 addetti premia produttività e dà chance di carriera.

Un centralino a “misura d’uomo”.

Prendete il film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti” sull’esistenza alienata di chi lavora nel call center e immaginate alcune piccole variazioni alla sceneggiatura. Uno: la giovane neolaureata protagonista prende servizio al suo nuovo posto di lavoro e comprende presto di avere a che fare con un’azienda che premia chi si impegna e ha idee innovative. Due: nel giro di un annetto, da interinale che era, viene assunta a tempo indeterminato. Tre: nella sala multimediale in cui lavora, conosce l’uomo della sua vita, lo sposa, ha un figlio che frequenta l’asilo nido aziendale. Quattro: finale con la protagonista che, trascorsi dieci anni, si ritrova poco più che trentenne a ricoprire l’incarico di responsabile della stessa azienda.

Una favola? Forse. Di sicuro una vicenda che non trova analogie con le esperienze in numerosi call center disseminati per il Paese. Eppure stiamo parlando di ciò che può accadere ai lavoratori di Vodafone, multinazionale delle telecomunicazioni, che considera i propri dipendenti qualcosa di più che semplici “risorse umane”. Come si lavora in un call center e in che modo sia possibile ottimizzare il servizio rivolto alla clientela saranno temi affrontati nell’incontro “Porte aperte”, che si terrà domani al centro Vodafone di Pozzuoli, ospiti gli stessi utenti dei servizi di telefonia cui sarà consentito di osservare “dal vivo” i loro interlocutori con cuffia. “L’attenzione degli utenti - spiega G. B., 34 anni, responsabile della sede campana – ci ha sempre ossessionato. Ma sappiamo bene che, per far sì che i nostri dipendenti diano il meglio nel rapporto con la clientela, c’è bisogno di investire su di loro”. Non è un caso che a Pozzuoli, su 500 addetti al call center, gli interinali siano meno di una decina. L’orario di lavoro è di 35 ore settimanali (ricordate il dibattito sull’esperienza francese?), i turni si estendono dalle 8 alle 21, compresi un’ora di pausa, le aperture domenicali riguardano due domeniche su quattro.

La retribuzione di un call centralinist può oscillare dai 1.100 ai 1.200 euro mensili, più bonus che in media si attestano sui 150 euro. “Premi – commenta la B. – attribuiti misurando la soddisfazione del cliente attraverso specifici indici, o la semplice produttività del dipendente”. Il bello è che si fa anche carriera. “Lavoro nel settore da 10 anni e ho cominciato dalle cuffie – racconta A. P., 32 anni – oggi sono responsabile locale di customer care sales”. Se qualcuno ha un’idea valida, può anche sperare che si trasformi in un progetto concreto. “Qualche mese fa – dice G. M., responsabile del servizio informativo 89-2000 per il centro – ci venne in mente che approdare su Facebook potesse essere una scelta vincente . Al top management l’idea è piaciuta e oggi serviamo i 600 utenti con questa formula”.

Ci sono poi “vantaggi” molto più pratici. A. D., 39 anni, lavora al call center e ha due gemellini. “Sapere che sono a pochi passi – racconta - nel nido aziendale mi fa stare tranquillo”. B. P., 30, frequenta l’università. “L’Azienda – dichiara – ci riconosce quattro giorni di permessi studio per esame, a fronte dei tre previsti dal contratto nazionale”. Cose che sarebbero piaciute all’ingegnere Adriano Olivetti, che a Pozzuoli volle lo stabilimento produttivo in riva al mare, proprio in quell’edificio che dal ’98 ospita Vodafone. Evidentemente alcuni call center ti lasciano davvero “Tutta la vita davanti”.