Il giorno 20/11 si è conclusa una prima fase delle azioni di sciopero decise a seguito dell’assurdo silenzio dell’azienda, del suo ostinarsi a non voler rispondere all’invito ad una trattativa concreta che tenesse veramente conto delle esigenze di entrambe le parti, della sua continua ricerca del muro contro muro, del disagio creato ad arte per punire chi ha avuto solo il torto di dire no ad un’ipotesi di accordo assolutamente irricevibile.
Tanti Lavoratori hanno compreso il momento, in tanti hanno chiara la situazione, sentono l’esigenza di concordare un documento che garantisca la nostra occupazione, che contemporaneamente non sia onerosa e quindi sia sostenibile da questa Azienda.
Perchè è questo signori, quello di cui stiamo parlando, scrivere delle garanzie che tutelino il nostro futuro non costa nulla più dell’inchiostro e della carta che ne verrebbe vergata; sfruttare le ore di lavoro lasciate libere da chi a vario titolo è andato via da questa azienda per creare stabilita’ occupazionale, fissare criteri chiari e non discriminanti per il premio di risultato, non stravolgere tutta quella serie di diritti che in tanti anni avevamo acquisito (cioe’, semplicemente come tutte le parti ci avevano detto: non cambierà nulla).
Tante persone hanno deciso di rimboccarsi le maniche per unirsi a questa unica voce che chiede soltanto un confronto responsabile.
Sono le stesse persone che un anno fa hanno affollato le piazze, che hanno mostrato la loro fermezza, il loro splendido orgoglio contro chi li stava calpestando; ma pure gli stessi che poi hanno saputo responsabilmente mettersi a lavorare in questa nuova realtà, che hanno compreso le esigenze e bocciato un’ipotesi di accordo che non li tutelava anzi al contrario li penalizzava.
Alla fine di questa fase tutti quegli occhi guardano all’Azienda, ancora una volta le chiedono quel confronto, quella correttezza che può essere la sola base per un rapporto sereno, ancora una volta aspettano di comprendere se chi parla di buon clima aziendale ha veramente voglia di curarsi dei suoi dipendenti, o e’ solo un falso slogan in cui i primi a non crederci sono gli stessi che lo declamano, e non fanno nulla per realizzarlo, dicendoci quindi che sarà necessario continuare a farci sentire, provare a prenderci con l’azione quello di cui non vogliono neanche discutere.
Per rafforzare la nostra iniziativa abbiamo preso contatto con i nostri colleghi di COMDATA SPA perchè i nostri divengano percorsi comuni, perchè siamo tutti sottoposti alla stessa logica di mercato dettata dalle grandi multinazionali come Vodafone, in nome della quale i nostri diritti vengono sempre più schiacciati e stratificati in, lavoratori di serie A, B oppure C.
Siamo già pronti ad unire i nostri percorsi in uno sciopero nazionale con un’azione congiunta COMDATA-COMDATA CARE per giorno 12 dicembre, contemporaneamente allo sciopero generale indetto dai sindacati di base COBAS, CUB e SDL, oltre che dalla CGIL (le norme che regolamentano il diritto allo sciopero ci impediscono di scegliere una data diversa da questa prima di gennaio 2009).
L’esigenza di tutti noi è quella di chiarire prima possibile e in tutti i modi possibili ciò di cui abbiamo bisogno. per creare quel clima di serenità a cui tutte le parti aspirano.
Allora guardiamo l’azienda, le chiediamo di porre termine a questo scontro e di aprire la trattativa, perchè nessuno di noi ha intenzione di distruggere e basta, perchè la nostra volontà è quella di costruire, di porre le basi su cui costruire il futuro delle nostre famiglie, ed è per tutto questo che siamo pronti a fare tutto quello che sarà necessario fare.
Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care
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1 commento:
Torino, 2 dicembre 2008
Il Collettivo Lavoratori Comdata Torino esprime pieno sostegno ai lavoratori del Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care . Per questo ci uniremo e appoggieremo il percorso unitario che vedrà lo sciopero generale del 12 dicembre un passaggio importante per ribadire all'azienda che i vari accordi integrativi stipulati in Comdata Care e Comdata spa, per quest'ultima nelle sedi di Ivrea e Torino, sono stati sonoramente bocciati dalla maggioranza dei lavoratori
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA Torino
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