mercoledì 10 giugno 2009

Comdata S.p.A. si espande e a Torino manda a casa centinaia di precari

Lettera ai mezzi di informazione e alle istituzioni



Siamo un gruppo di lavoratori e di lavoratrici della sede torinese della Comdata SpA, tutti con contratti a tempo determinato e con scadenze che vanno dalla metà di maggio alla metà di luglio. Ci troviamo costretti a scrivere ai mezzi di informazione e alle istituzioni per far conoscere la nostra situazione e aprire uno squarcio di luce sull’utilizzo della precarietà nelle aziende della cosiddetta “new economy”, anche nei periodi di crisi.

Comdata SpA è una grande azienda specializzata in attività di Customer Care, Contact Center Inbound e Outbound, Help Desk multilingue, Servizi di supporto alla gestione del cliente, Analisi e sviluppo di progetti e soluzioni di gestione documentale e CRM, archiviazione ottica e cartacea. Impiega ufficialmente 5800 dipendenti, il 90% dei quali in 16 call centers, fra i quali più di 500 persone nella sede di Torino.

Comdata SpA si presenta, attraverso il suo sito web, come “un partner affidabile e vicino alle vostre esigenze… Scoprite la nostra filosofia per dare valore al vostro business… Una realtà di successi, grandi progetti, opportunità concrete”… Opportunità concrete sicuramente non ce ne sono per i suoi dipendenti. Infatti, nonostante i 300 milioni di fatturato dell’anno scorso, le acquisizioni di un ramo d’azienda di Vodafone (914 operatori nel 2007), il controllo e l’acquisizione di altre 10 aziende del gruppo, una ricapitalizzazione da 12 milioni e mezzo di euro fatta ad inizio anno, le prospettive di stabilizzazione occupazionale sono un miraggio. Invitandovi ad osservare quanto sta avvenendo nelle sedi di La Spezia, Asti, Scarmagno, Ivrea, Milano, Olbia (con ricorso massiccio alla cassa integrazione, ferie forzate e sedi a rischio chiusura), vi possiamo solo dire che, al dicembre 2008, su un totale di circa 600 dipendenti nella sede di Torino, poco meno della metà era a tempo determinato, in spregio a quanto stabiliscono la Costituzione, la legge 368/01, il CCNL e un accordo interno del 2007 che stabiliva un rapporto in percentuale fra indeterminati e determinati prima 60/40 e poi negli anni successivi, 80/20.

Ora siamo giunti alla scadenza dei nostri contratti a termine e abbiamo pensato di prendere la parola. Finora non lo abbiamo quasi mai fatto per quella maledetta, comprensibile, paura di essere additati come “rompiscatole” e quindi nella speranza che il nostro “silenzio” ci permettesse di continuare a lavorare in questa azienda. Purtroppo, visto che nessuno parla di noi, e nessuno parla con noi (neanche le organizzazioni sindacali e le RSU), non ci resta altro da fare che comunicare quello che pensiamo.

Abbiamo la certezza non solo dei nostri futuri licenziamenti, ma anche di essere stati raggirati. Abbiamo il sospetto che, stante quello che abbiamo scritto sopra (e che è tranquillamente verificabile nel sito dell’azienda e alla Camera di Commercio), l’intenzione dell’azienda sia mandare a casa i precari, mettere in cassa integrazione i colleghi a tempo indeterminato, sfruttare i finanziamenti dello Stato (che paga la cassa) e diversificare gli investimenti in qualche settore più redditizio e con costi del lavoro più bassi. Con un impatto drammatico nella regione Piemonte, dove la crisi economica già morde da mesi e dove ritrovare un lavoro in questo momento è quasi impossibile.

Ma c’è dell’altro: lavoriamo per la Comdata Spa da molto tempo (da un minimo di 1 anno e mezzo a un massimo di 2 anni e mezzo). Lo abbiamo sempre fatto con scrupolo e professionalità, in diverse commesse, spesso ottenendo livelli di qualità superiori ai nostri colleghi dipendenti delle aziende committenti. Lo abbiamo fatto pensando di far parte di un’azienda seria, (qualche quotidiano l’aveva definita “virtuosa”), che si distinguesse dalle tante che operano sul mercato attraverso contratti a progetto e operazioni spregiudicate e cialtronesche. Sappiamo che in questi anni l’azienda è cresciuta, sia dal punto di vista dell’espansione delle sedi sul territorio nazionale e all’estero, sia sul piano delle partnerships con altre aziende, sia su quello del fatturato e dei ricavi. Per questo reagiamo con sconcerto, preoccupazione e rabbia, alla prospettiva, per moltissimi di noi, di dover andare a casa dopo anni. Le scuse che ci vengono propinate sono che l’azienda va male perché si farebbe troppa mutua, o che la produttività sarebbe scarsa, o che le commesse “telefoniche” vanno male, o che nella commessa ENI (sulla quale lavorano la maggior parte di noi a Torino) con l'arrivo dell'estate arrivano meno chiamate perchè, come ci hanno detto i nostri team leader, ENI E' UNA COMMESSA STAGIONALE.... Ma soprattutto siamo incazzati neri per il fatto che nessuno si degna di spiegarlo ai diretti interessati (cioè noi, quelli coi contratti in scadenza), mentre a chi viene convocato vengono fatte passare le giustificazioni più grottesche (come aver fatto troppe assenze, quando queste assenze erano sostanzialmente permessi studio universitari), oppure gli viene comunicato uno “stop and go” di più di 20 gg, o addirittura a tempo indeterminato, “fino a quando riprenderanno le commesse”. Per Stop and Go si intende che alla scadenza del secondo rinnovo del contratto a termine ti lasciano a casa e ti richiamano dopo una ventina di giorni per farti un nuovo contratto (nel frattempo hai perso tutta l'anzianità accumulata nei periodi precedenti). Il tutto senza un minimo feed-back operativo (molti di noi, già lasciati a casa, erano totalmente sconosciuti al responsabile del personale nonostante avessero lavorato per circa 2 anni in azienda). Infine, la notizia, all’indomani dell’incontro fra alcuni operatori “prescelti” e l’amministratore delegato, che ci sarà la “strage degli innocenti” fra i tempi determinati in scadenza.

Abbiamo contribuito in questi anni alla crescita economica e produttiva di questa azienda e non accetteremo passivamente di essere accompagnati alla porta senza tanti complimenti. Non accetteremo passivamente di fare le vittime sacrificali di interessi e strategie aziendali che se ne infischiano degli esseri umani e guardano solo alle quadrature dei bilanci (leggi: i profitti). Riteniamo una provocazione che, contemporaneamente alla decisione di licenziarci, si attaccano volantini dove si decantano le più disparate partnership con aziende prestigiose. Con che faccia si presenta l’immagine virtuosa di chi ha speculato sul nostro lavoro?

Abbiamo già avvertito l’azienda che non staremo con le mani in mano e, alla luce delle evidenti illegittimità commesse in relazione ai nostri inquadramenti contrattuali e alle motivazioni che essa adduce per i nostri licenziamenti, porteremo avanti tutte le iniziative in sede legale e di lotta per difendere il nostro posto di lavoro. Perché per riuscire a trattare con l’azienda, non ci rimane che trattarla male…

Operatori/trici “determinati” della sede di Torino

info determinati@gmail.com


PS: In che condizioni ambientali e di sicurezza si lavora nella sede di Torino

La Sede di Torino in via Carlo Alberto si divide in tre piani: nei primi due ci siamo noi operatori al terzo gli uffici amministrativi.

I condizionatori (utilizzati sia il riscaldamento che per il raffreddamento, quindi tutto l’anno), nei primi due piani dove lavoriamo, sono nella parte superiore tutti rotti e pieni di polvere. L’unica manutenzione che viene effettuata è la sostituzione dei filtri nella parte inferiore degli apparecchi, una volta l’anno. I suddetti condizionatori restano accesi lo stesso. I CASI DI MALORI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA continuano a moltiplicarsi.

Durante l'esercitazione antincendio svolta a maggio per i primi due piani mancava un responsabile e ogni Team leader diceva la sua. E nel caos più assoluto sia al primo che al secondo piano noi operatori ci siamo ritrovati per qualche minuto fermi al centro della sala in attesa di comunicazioni. In questo quadro grottesco alcuni dipendenti si sono fatti anche male e per una di queste è venuta anche l'ambulanza (per inciso, questa collega è una delle decine già mandate a casa per mancato rinnovo del contratto a tempo). Non vogliamo immaginare cosa sarebbe successo se l'incendio fosse stato reale.

In cortile, luogo dove noi operatori effettuiamo le nostre pause, ci sono da diversi mesi mattonelle traballanti o rotte che ci mettono a rischio di possibili infortuni, quanto in caso di spostamento o rottura si va sotto di 40cm circa. Le suddette mattonelle continuano a rimanere lì, anzi se ne rompono altre, ma l'azienda non prende alcun provvedimento.

Al primo piano le più elementari condizioni di sicurezza non vengono rispettate in quanto da ogni postazione di lavoro e sono più cento fuoriescono da un pozzetto decine di cavi che ci ritroviamo tra i piedi con i possibili rischi che tutti noi possiamo immaginare.

31 commenti:

Anonimo ha detto...

Che grande azienda questa Comdata!!!

Anonimo ha detto...

1) I filtri dei fancoil vengono cambiati ogni mese e non una volta all’anno (reports fornitore)
2) Le prove di evacuazione le organizziamo proprio per far emergere eventuali inconvenienti e per migliorare il coordinamento della Squadra Emergenze
3) Solo al termine della prova di evacuazione, rientrando al lavoro, n.1 ragazza è inciampata in un gradino provocandosi una distorsione, e subito è stato chiamato il 118.
4) Nella denuncia di infortunio la ragazza ha dichiarato che nessuno l’aveva spinta, ma si era distratta.
5) Da sempre le mattonelle pre-esistenti del cortile, quando si rompono, vengono sostituite.
6) I pozzetti elettrici pre-esistenti, man mano che si ristruttura una zona dell’edificio, vengono eliminati e sostituiti con le torrette elettriche.

Anonimo ha detto...

Ma allora la Comdata legge i comunicati che facciamo e risponde solo quando fa comodo eh?
Con che faccia prendete in giro tutti noi dipendenti e perchè non avete il coraggio di dirci la verità su come stanno le cose?

Anonimo ha detto...

"la Comdata legge" ? Ma cosa scrivi?
Io non sono un azienda, sono una persona, a dirla tutta sono un tuo collega, e quale "verità" dovrei nasconderti? Ho corretto delle inesattezze, tutto qui.

Sono prossimo alla pensione e questa situazione non mi rassicura, cos'altro devo dirti.
Buona fortuna, si forte.

Anonimo ha detto...

Se non sei l'azienda strano che ti prendi tutto così a cuore la situazione e sembra quasi che ti dia fastidio sentire sbatterti in faccia la verità altro che "collega" magari sei uno dei dirigenti che ha sempre avuto le spalle coperte e quindi non sai cosa vuol dire avere una famiglia e doverla mantenere senza un lavoro...troppo facile per te parlare o come si dice a Roma "è troppo facile far i froci cor culo degli altri" mettiti nei panni di noi "colleghi" normali...
Inoltre è strano che hai risposto solo al PS che sono le mancanze minime dell'azienda e non hai risposto al resto della lettera eh?
Mi sembra un'uscita infelice la tua risposta e anche quel tuo augurio finale a tutti noi sa di presa in giro...meditate gente se queste sono le persone che sono l'azienda altro che collega e collega...
Che dirti buona pensione a te che ci sei arrivato beato te...

Anonimo ha detto...

Ma va che sono un impiegato, mica un dirigente.
Ho risposto al PS perché mi occupo di della 626.

Il resto del post non lo commento perché non sono preparato sull'argomento, non ho ancora le idee chiare. Mentre tu, a quanto pare, hai le idee chiarissime, addirittura "la veggenza". Un dirigente con le spalle coperte...
Che poi riflettendoci se tu fossi un dirigente, trascorreresti il tuo tempo sui blog? Che impiego è? Secondo me sei un pò frettoloso nei giudizi tutto qui.

Poi mi scuserai se cito il tuo messaggio "quel tuo augurio finale a tutti noi sa di presa in giro.."
Perché parli al plurale? Io sto scrivendo a te soltanto e soprattutto il mio augurio è sincero, perché di incattivisci?

Un ultimo appunto: non sono sicuro di arrivare alla pensione senza inciampare in qualche manovra coatta dell'azienda, ci spero.

Va bhè ci tenevo solo a puntualizzare sulle prove di evaquazione. T I saluto, cordialmente

Anonimo ha detto...

In molte sedi Comdata e controllate ci sono problemi alle strutture degli edifici,agli impianti (a volte inesistenti)ai servizi igienici etc. vi consiglio solo di fare fotografie e conservarle o meglio ancora pubblicarle.

operatore187 ha detto...

Complimenti al responsabile 626 di Comdata per l'inutile post, visto che la realtà è ben diversa. I pozzetti con i cavi del settore 187 sono aperti da Ottobre 2006...Ma in Comdata si sa, si parla sempre di altro... Mai di come stanno realmente le cose.

Anonimo ha detto...

Sai qual è la cosa buffa Operatore187 che a quello che si fa chiamare "collega" da fastidio se qualcuno dice la verità sulla Comdata e quindi si mette a difendere l'azienda con argomenti poco credibili, quando sappiamo tutti la realtà ma lui deve dire qualcosa a sua difesa sennò poi tutti pensano male dell'azienda, che poi lui non risponde sulle cose importanti...lui risponde sul PS riguardante la 626 che è la cosa meno importante della situazione drammatica di Comdata e anche quel suo ironico invito a tutti i dipendenti di "essere forti" è un'uscita infelice che poteva risparmiarsi, lui che ha il posto sicuro e la pensione sicura altro che collega...

La Regina ha detto...

Per ciò che concerne le problematiche di sicurezza, igiene, aria condizionata e chi più ne ha più ne metta...avete fatto un esposto alla ASL di competenza richiedendo un sopralluogo?
Per tutto il resto, ovvero il post, è la solita, purtroppo, pappardella aziendale...ci siamo resi conto che l'azienda si è messa le mani davanti alla bocca ed ha iniziato ad urlare "Ve metto nelle condizioni che ve ne dovete solo che d'andà?!!!" (passatemi il romano).
Ma secondo voi...i mass media non hanno fatto mezza parola, o quasi, quando Vodafone ci ha fatto quella porcata dell'esternalizzazione e si dovrebbero occupare di Comdata?! Ma chi è Comdata? Chi la conosce?
Altra cosa...noi, con i contributi che l'azienda versa in ritardo, sempre SE li versa, stiamo pagando le pensioni di chi è ora in pensione, pertanto caro Anonimo prossimo alla pensione: se tu, e te lo auguro di cuore, dovessi arrivare alla pensione...chi te la pagherà, visto che noi verremo fatti fuori?! :) Un pò di ironia, sarcasmo, chiamalo come vuoi, ci sta bene, ma tutto ha sempre un fondo di verità!
In bocca al lupo non lo dico, tanto già ci siamo finiti dentro.

Anonimo ha detto...

commento a margine per Regina:
qui a Napoli abbiamo chiamato l'INPS e chiesto se fosse normale questo mancato versamento dei contributi, se fosse (come dice il management) un mancato aggiornamento dei sistemi.
Bhè la risposta è stata: NO, i sistemi si aggiornano ogni 2 mesi al massimo. Un ritardo di più di un anno non è giustificato.
Hanno anche precisato che loro non possono procedere a controlli a tappeto, servono le denunce dei Lavoratori.
Ma forse è proprio quest'ultima cosa che vuole Comdata Care...così dichiara fallimento e buonanotte ai suonatori!

Anonimo ha detto...

cos'è sta storia dei contributi spiegatemi meglio

La Regina ha detto...

Quando ci comunicarono l'esternalizzazione partirono diversi controlli sulla società che ci acquistò, ovvero Comdata, e se non ricordo male risultò che tale azienda fu denunciata dai suoi dipendenti per il mancato versamento dei contributi Inps.
Se fate un controllo c'o l'ente competenze vedrete che il pagamento dei contibuti si ferma a circa 6 mesi fa, l'ultima volta. Monitorate questa info. Pensate che Vodafone versava i contributi in anticipo di 1 anno, ovvero oggi I gennaio 2009 verso i contributi fino al 31/12/2009.
Adesso...mi auguro che qualcuno competente rispetto a me fornisca smentita e ci chiarisca le idee, ma intanto una capatina all'Inps fatecela o iscrivetevi all'apposito sito.

Anonimo ha detto...

Per cortesia...
cerchiamo di fare il punto della situazione...
cerchiamo di essere persone con cervello...

cerchiamo di capire che COMDATA è ancora, non si sà per quanto, una azienda SANA.

Un pò meno sani sono stati (e purtroppo sono ancora ai loro posti) i DIRIGENTI che la guidano ma che al di più potrebbero GIOCARE a DIRIGERE una macchinetta telecomandata FUORI STRADA. Una macchinetta che per ora ha il logo di COMDATA sul cofano.

Sergio ha detto...

Grandissimo il "nostro" responsabile 626, che si atteggia da avvocato difensore della Dirigenza Comdata.
Gli urge purtroppo un corso di ripasso di Prima Classe Elementare.Nella sua risposta dell'11 giugno 2009 13.06, in cui difende a spada tratta l'azienda scrive:"Io non sono un azienda, sono una persona..." Amico mio, azienda è un sostantivo femminile singolare, occorre aggiungere l'apostrofo all'articolo un...si scrive "un'azienda". E' questo il problema: purtroppo la Dirigenza, i TL, gli RO (tranne rarissime eccezioni), sono formate non da persone meritevoli e capaci, ma da gente che ha avuto il posto poichè amica della persona giusta.Poi se questa persona sappia scrivere in italiano corretto o conosca il pacchetto office poco importa.La cosa agghiacciante è che sono i nostri "superiori", coloro i quali "dovrebbero" essere la nostra guida,coloro i quali ci tranquillizzano e sanno darci una risposta...Gli altri suoi strafalcioni grammaticali li lascio perdere, anche perchè saranno sicuramente "errori di battitura..."

Anonimo ha detto...

Purtroppo la realtà è che l'Azienda potrebbe essere davvero sana e prolifica se non fosse lasciata in mano a gente che non sa gestirne la vastità, gente che apre sedi e si fa sfuggire di mano la situazione, assume a raffica e poi licenzia a raffica...comportamenti isterici che non hanno né capo né coda, forse il solo profitto a breve termine, nulla di solido. Proprio perchè non riescono a gestire tutto quanto si vedono elette ALCUNE persone amici di qualcuno in ruoli di responsabilità e insegnamento senza nessuna competenza e carattere, persone che utilizzano malamente quel pseudopotere che gli è stato dato, senza selezionare invece le tante persone preparate che ancora ci sono, ma che ormai ne hanno le scatole piene di vedersi calpestare da certa gente. Qualcuno ancora si salva, ma da tempo la tendenza è questa, forse segno di troppo disinteresse. Credo che la 626 sia il male minore in questo momento...altri tempi..

Anonimo ha detto...

articolo carico di rabbia giustificata e condivisibile..molte cose gia' note ma fa sempre impressione rileggerle.l unica nota riguarda il numero di precari in % sul totale.certo citate la legge corretta,ma il conto va fatto su comdata spa su quindi 5800 dipendenti e non sulla singola commessa della singola sede..a quanto ne so io sono dentro le percentuali e assumevano alcuni precari facendo i conti a ogni dicembre x adeguarsi..adesso pare assumino per avere diritto agli ammortizzatori sociali e non certo x bonta'..

the doctor ha detto...

tutto corretto ma la % dei precari va considerata sul totale quindi quasi 6mila dipendenti e non sulla singola commessa della singola sede! a parte questo condivido tutto...sappiamo bene che la comdata è una ditta...lasciamo perdere...da gennaio di sicuro è peggiorato tutto!

Anonimo ha detto...

Ebbene sì: Comdata, il gigante italiano dei servizi di call center, ha deciso di gettare la maschera e di mostrare il suo vero volto, ossia quello di un'azienda animata dalla logica spietata del profitto; alla faccia delle iniziative etiche, come il progetto Nazareth o le campagne in difesa dell'ambiente, che ogni tanto promuove per nascondere i misfatti di una gestione vampiresca del personale: centinaia di precari lasciati a casa da gennaio ad oggi, pochi contratti e rinnovati di mese in mese, i licenziamenti e le riassunzioni attraverso le agenzie interinali, le ferie "forzate" e cassa-integrazione, finanziamenti pubblici usati per fini oscuri, accordi sindacali non rispettati, ritmi di risposta ossessivi, mancanza di ricambio d´aria (finestre senza maniglie e condizionamento inefficiente), pavimenti che cadono a pezzi. E ancora, disprezzo per la salute dei lavoratori che sono costretti a lavorare in ambienti sporchi e insalubri. Chissà che ne pensano i prestigiosi committenti che a Comdata delegano i servizi di call center: dall'Ibm al Politecnico di Milano. Da ieri, altri 150 lavoratori torinesi di Comdata (che in Piemonte impiega circa 3500 persone) non varcheranno più la soglia del proprio luogo di lavoro: licenziati. Motivo? Non si capisce "considerato che - spiegano i lavoratori- i ricavi di Comdata sono cresciuti del 12% l'anno scorso e cresceranno di un ulteriore 7% quest'anno". Forse, come in tanti altri casi, il motivo si chiama Romania dove già adesso vengono smistate chiamate dall'Italia. E stavolta il sospetto è che non sia l'ennesima iniziativa benefica Comdata rivolta ad Est ma la classica delocalizzazione che, svincolando l'azienda dall'onere di dover rispettare i contratti e le persone, la proietta a pieno titolo nel gran bazar dello sfruttamento europeo.

Anonimo ha detto...

ciao ragazzi, sono un' interinale della sede di La Spezia, ormai ex....visto che l'azienda mi ha usata per 8 mesi e buttata via, infatti sono in ferie forzate e tra poco non mi verrà rinnovato il contratto.
vi ringrazio per aver creato un sito come esternalizza, che ci permette di dire liberamente come vanno le cose.
8 mesi usata da comdata, vissuti con l'ansia del rinnovo ogni fine mese, disponibilità per gli straordinari sempre data e il premio qual'è stato? a casa, senza alcuna riconoscenza.
ero così stressata della situazione in azienda che forse sono contenta così, non fosse che sono rimasta senza lavoro, in una città dove è impossibile trovarne un'altro, soprattutto d'estate.
i sindacati e le istituzioni per noi hanno fatto ben poco, e non poche volte mi sono parsi daccordo con l'azienda, per chi rimane a lavorare lì non verranno tempi belli.
una collega mi ha detto che ha sentito dire che le stabilizzazioni promesse dall'azienda non verranno fatte a spezia, che l'azienda si è messa daccordo con la cgil per farle nelle altre sedi invece che da noi
è una vergogna.
MA VI RENDETE CONTO !!!!!
e a questi noi paghiamo la tessera!!"
vi prego Cets dateci una mano voi, fate qualcosa!
grazie ciao

Anonimo ha detto...

Ormai è sicuro che la Comdata chiuderà le sedi di La Spezia, Olbia e Asti anche perchè come dice il Sig. Codognotto sarà un sacrificio necessario per salvare le altre sedi a cui andranno le commesse delle sedi chiuse.

Anonimo ha detto...

cara anonima interinale, massimo rispetto e condivisione... ma sarà colpa dei sindacati se sei a casa o dell'azienda per cui avresti fatto penso qualunque cosa? Lo dici tu stessa: straordinari sempre con l'idea che ti avrebbero ripagato della disponibilità - il che non è e non sarà mai, qualunque cosa vi dicano. Sarà colpa dei sindacati? Boh, a me pare più del padronato. Sparare contro il sindacato mi pare uguale a quello che fa la lega con gli immigrati: è colpa loro che perdiamo il lavoro... A me non pare, è sempre la stessa lotta fra poveri.
E a chi serve? Al sindacato? O a chi avrà forza lavoro a costo inferiore? Mah... SC

Anonimo ha detto...

Senti, ultimo anonimo, io sono la collega che ha detto all'interinale che le nostre stabilizzazioni saranno fatte in altre sedi....e io devo essere stabilizzata.
E se è vero che c'è di mezzo la CGIL, sindacato in cui sono iscritta, sai che fine fa la tessera?
E sai che vertenza ci faccio all'azienda!
Comunque se voi delle altre sedi permettete cose di questo tipo VERGOGNA !!

Anonimo ha detto...

Sperate che l'azienda non legga tutte le cazzate riportate in questi ultimi post, poichè avrebbe finalmente un motivo vero per chiudere: per incapacità mentale dei lavoratori.

Sergio ha detto...

Da quando l'azienda ha cambiato, per così dire, la gestione, passando da Comdata alla "Nuova Iniziativa", l'unica cosa che interessa alla nuova classe dirigente è massimizzare i profitti, riducendo i costi , quindi: apertura sedi in zone disagiate per sfruttare contributi di regioni, stato, comunità europea e chiusura sedi in cui il lavoro cosa di più.
Purtroppo sta avvenendo questa cosa. Lavoro nella commessa wind di Ivrea e da 4 anni abbiamo sempre lavorato di domenica( con maggiorazione festiva per chi aveva il contratto vecchio). Da ora non faremo più le domeniche , e questo sarà un notevole risparmio per la società, che farà fare lo stesso lavoro alla sede di Lamezia, dove probabilmente sono pagati molto di meno, non avranno sicuramente il 4° livello e neppure il 3°, e sulla cui esistenza per mesi è stato mantenuto il segreto di stato dai nostri tl, anche quando era palese la sua esistenza , manco fosse l'area 51.Palese è stata anche la brutta figura che i nostri tl hanno fatto, ma ovviamente avranno obbedito supinamente a ordini provenienti dall'alto. LA cosa buffa è che comdata vive sulla comunicazione, ed il paradosso è che manca la comunicazone interna.Che schifo

preoccupata per il mutuo ha detto...

Ciao Sergio,
questo blog nato per altri scopi, è tuttora mantenuto attivo proprio per ovviare a questo troppo grande difetto di comunicazione all'interno della società.
E' un blog fazioso, le titolari non lo hanno mai negato, ma prezioso per tutti noi.
Grazie CETS.

Anonimo ha detto...

Sergio hai centrato il problema dell'omertà che c'è in Comdata dove chi sa è obbligato a stare zitto per interesse personale o per evitare che si scateni il malcontento popolare con scioperi e persone che protestano...come dici tu la Comdata punta su Lamezia Lecce e altre sedi che le costano meno e chiuderà le sedi di La Spezia, Olbia e Asti come ha detto il Sig. Codognotto a noi di Ivrea comunque vediamo cosa succederà e se tutti accetteranno a buon viso di essere licenziati...

Anonimo ha detto...

Ormai è ufficiale le sedi di La Spezia, Olbia e Asti vengono chiuse in autunno e le loro commesse vengono spostate alle sedi di Scarmagno, Lecce e Milano resta da capire il destino di tanti operatori inquanto solo a pochi di loro verrà proposto di andare a lavorare in altre sedi, la maggior parte di loro verrà messa in cassa integrazione o lasciata a casa con licenziamenti incentivati praticamente chi è a tempo indeterminato sarà fatto fuori in cambio di 6 mensilità di stipendio come buonuscita come ha detto Cavalli della Comdata ecco il quadro della situazione.

Schifata ha detto...

Ma è mai possibile leggere di chiusure di sedi, di trasferimenti di personale in altre sedi su un blog?Ma non hanno il coraggio i dirigenti di mandarci una mail con qualche informazione, o magari con qualche rassicurazione invece di scriverci sempre e solo mail del cazzo tipo : bisogna tirare l'acqua nel gabinetto ( giuro, è stata scritta), bisogna rispettare le pause, guai al cielo a mangiare in position, non si deve correre nei corridoi e altre simili. Come mi piacerebbe poter mandare loro una mail con queste parole : se non siete capaci a fare i dirigenti, invece di guardare dei fogli di excel colorati per tutta la giornata cercate tra di voi il responsabile di questa catastrofe, perchè sicuramente c'è. Nel calcio se una squadra perde si fa fuori l'allenatore, non si mandano via i giocatori.

Anonimo ha detto...

io non capisco più niente.....si parla della chiusura di Olbia in autunno ma allora come mai operatori 187 ora lavorano per il 191 e vengono fatte delle assunzioni??che senso avrebbe assumere personale se dopo 3/2verrà licenziato????

Anonimo ha detto...

Thank you for sharing the info. I found the details very helpful.

paxil