mercoledì 12 dicembre 2007

Tratto dal nr. 55 del mensile "Valori"

Mamme Vodafone in vendita. Solo una coincidenza?

Ceduta a Comdata una fetta della compagnia telefonica e il 10% del personale. I lavoratori temono di restare a casa. I sindacati ottengono qualche garanzia. Le dipendenti donne accusano: «Hanno voluto farci fuori». L’azienda smentisce sdegnata. Ma, intanto, il 50% delle lavoratrici colpite a Milano sono mamme da meno di tre anni.

ERA UN VENERDÌ COME UN ALTRO, il 14 settembre a Milano. Un salto in edicola prima di entrare in ufficio. Sole24Ore, pagina 25. “A Comdata i servizi Vodafone”,“Vodafone pronta a cedere parte dei servizi di gestione a supporto del cliente... cinque centri in Italia... diverse centinaia di lavoratori”. Come? Chi? Significa che ci licenzieranno? Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per Milena, 37 anni, dipendente della filiale milanese della compagnia telefonica. Insieme agli altri 9.149 dipendenti Vodafone, ha saputo in questo modo, dalle pagine di un quotidiano, di rischiare di essere “esternalizzata”. L’azienda stava cioè cedendo alla torinese Comdata (vedi ) le proprie attività di back office (i servizi di assistenza al cliente come l’attivazione e la cessazione dei contratti) e di gestione del rischio crediti. Ma stava per essere “ceduta” anche una parte consistente dei dipendenti dell’azienda, 914 in tutto, il 10 per cento del totale, in cinque sedi: Milano, Ivrea, Roma, Padova e Napoli. Questi lavoratori in pratica
avrebbero continuato a fare quello che facevano prima, ma non più alle dipendenze di Vodafone, bensì di Comdata, che sarebbe diventata (in realtà lo era già da anni) fornitore di un servizio per la compagnia telefonica.
Detto, fatto.
Dopo un mese e mezzo da quel venerdì, la cessione è diventata realtà. «All’inizio di novembre abbiamo ricevuto una raccomandata, in cui ci annunciavano dove e quando avremmo dovuto presentarci per iniziare il nuovo lavoro. O meglio il vecchio lavoro con il nuovo capo», racconta
Milena. Gli scioperi, i presidi sotto i call center, gli incontri tra i sindacati e l’azienda sono serviti a ottenere qualche garanzia per i lavoratori, ma non abbastanza, dicono le organizzazioni di categoria. Ad esempio non è affatto chiaro che cosa succederebbe ai lavoratori nel caso in cui
Comdata decidesse di recedere dal contratto con Vodafone. Che fine farebbero i lavoratori? Resterebbero alle dipendenze dell’azienda torinese? Verrebbero reintegrati nella compagnia telefonica? O si ritroverebbero senza un lavoro?
Qualcosa di strano
Che cosa c’è di strano nel fatto che un’azienda decida di vendere una parte della propria attività? Ha tutto il diritto di farlo, sostengono i vertici Vodafone. «Questo è vero, se vengono garantiti i diritti dei lavoratori – replica un rappresentante della Rsu (la rappresentanza sindacale unitaria) della sede di Milano – Peccato che in questo caso qualcosa di strano ci sia. Primo, nell’uso distorto dello strumento della cessione del ramo d’azienda, lacosiddetta “esternalizzazione”. Era nata con la legge Biagi come strumento a tutela dei lavoratori di aziende in crisi, invece, è diventata un’arma ad uso esclusivo delle aziende per tagliare i costi del personale. Spesso l’esternalizzazione diventa l’anticamenra del licenziamento». «Non c’è nessuna motivazione industriale per la decisione di Vodafone – continua il rappresentante della Rsu – Perché un’azienda con 8,1 miliardi di euro di fatturato in Italia decide all’improvviso di cedere il 10 per cento del proprio personale, tra l’altro di un settore che fino al giorno prima aveva indicato come uno dei più efficienti e redditizi? Solo motivazioni di natura finanziaria, per tagliare i costi del
personale». «Ma l’elemento più grave è il modo in cui hanno scelto chi esternalizzare – aggiunge
Milena –. Guarda caso è stato preso di mira proprio un reparto con un elevato numero di donne e di mamme. Come non pensare a una volontà precisa di liberarsi di questa scomoda categoria di lavoratori?». È questa l’accusa, non da poco, lanciata alla Vodafone, che naturalmente smentisce. Ma Milena porta numeri e statistiche per provare le sue parole. Il 70% dei lavoratori colpiti a Milano sono donne, di cui un 50% mamme con bambini fino a 3 anni. E la percentuale si ripete simile nelle altre città. Qualche dubbio è legittimo. .

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Per onor di cronaca ricordiamo che il ramo d'azienda della Vodafone è stato acquistato da Comdata, ma gli ex dipendenti Vodafone sono stati acquistati da una certa Comdata Care, controllata al 100% da Comdata.
Un'azienda creata appositamente per accogliere questi 914 dipendenti e per non far pesare sugli altri lavoratori di Comdata i trattamenti economici migliori dei primi?
Vodafone merita ancora di concorrere per ottenere il bollino rosa da parte del governo????!!
Mumble...mumble....

Anonimo ha detto...

Bollino rosa?!Vodafone dovrebbe avere il bollino NERO!!14,15,16 dicembre ci sarà Telethon, la Rai dovrebbe essere informata delle porcherie che fa quest'azienda, a proposito, fonti quasi certe dal blog Autunno Vodafone parlano di nuove centralizzazioni(a Napoli saranno centralizzati 89200 e Mnp,a Roma i reclami e retention mnp corporate,Milano avrà Gestione Business gli altri centri ancora non si sa)e dopo le centralizzazioni...chissà!!

Punzy ha detto...

Purtroppo temo che la Rai sappia benissimo cosa e' VERAMENTE la Vodafone e se ne freghi altamente.

Anonimo ha detto...

Purtroppo le Televisioni come anche i giornali "campano" con le pubblicità!

Anonimo ha detto...

X La Fenice:

peccato che la Rai non è una tv commerciale che deve campare con la pubblicità, ma è la tv di stato, sovvenzionata dal canone pagato dai cittadini e che dovrebbe fornire un servizio pubblico....pertanto dovrebbe essere al servizio del cittadino e non al servizio delle aziende!