Buongiorno a tutti,
in data 5 novembre la RSU romana di Comdata Care si è incontrata con l'azienda per avere chiarimenti in merito alla situazione creatasi il 3 novembre circa la comunicazione della dismissione delle postazional secondo piano.
L'azienda ha informato la RSU che si tratta di 40 postazioni che saranno spostate nella sede Comdata Spa di Lecce.
Tale trasferimento, a detta dell'azienda, è da addebitarsi esclusivamente all'elevato costo di gestione (ed è già il secondo caso, vedi la chiusura della sede di Milano) che le postazioni inutilizzate producono.
La RSU ha chiesto di sapere se tale spostamento genera delle entrate riscontrabili a bilancio: Comdata Spa pagherà tali postazioni a Comdata Care, oppure non è previsto alcun esborso ed è forse plausibile immaginare uno sgravio sull'affitto del nostro stabile, che non viene pagato da tempo? A tale quesito l'azienda si è impegnata a fornirci un riscontro.
Ci teniamo fermamente a precisare che il fatto di avere un introito monetario da tale operazione non rende comunque giustificabile lo spostamento, ma se non altro si potrà vantare una voce in attivo nel nostro bilancio poco edificante.
Le postazioni spostate a Lecce veranno utilizzate per la gestione inbound e backoffice 190 e ci è stato comunicato che le attività di credito tolte da Milano non verranno passate a Lecce ed è ancora da definire l'eventuale redistribuzione delle stesse in altri siti.
Altro tema correlato affrontato, e di primaria importanza, è qello legato al numero di position disponibili in relazione al numero di lavoratori in operativo. Secondo l'azienda le postazioni sono commisurate alla media del personale in operativo considerando anche la percentuale di assenza giornaliera (sono state aggiunte 5
postazioni in sala formazione che ci è stato comunicato essere già cablate ed utilizzabili mentre questa mattina abbiamo potuto verificare essere mancanti di telefoni e strong).
Come RSU troviamo quantomeno singolare che l'azienda focalizzi negativamente il dato delle assenze quando si parla di produttività e qualità, mentre lo prende in considerazione a suo "vantaggio" quando si tratta di smantellare 40 position.
La nostra domanda è: e se il dato delle assenze dovesse tendere a ridimensionarsi, le persone dove troverebbero posto? Ci troveremmo a guardare fuori dalla finestra....
Tale supposizione ha avuto conferma nella giornata di oggi 8 novembre dove addirittura l'azienda è ricorsa in extremis ad una riunione di team per poter liberare delle postazioni e consentire, quindi, ai lavoratori che sono rimasti in piedi, di svolgere la propria regolare attività.
Ci sentiamo di dire che siamo alle comiche finali!
Addirittura, adesso, è l'azienda ad inficiare la nostra produttività non consentendoci di svolgere regolarmente il nostro lavoro!!!!
Non soltanto a noi rep ma anche ai tl in quanto per liberare delle position si sono trovati costretti a non poter lavorare loro o ad essere in più persone su un unico pc!
Ricordiamo, inoltre, all'azienda che esistono delle distanze di sicurezza previste tra una postazione di lavoro e l'altra e per il passaggio nei corridoi!
Conseguentemente a questa situazione è da prendere in seria considerazione la turnistica.
Siamo state informate che i turni verranno emessi tenendo conto delle postazioni/presenze, visto che la fascia oraria più critica è 12-13 e coincide con tutti i turni part-time e full-time di chi ha un orario mattutino o centrale. A seguito di ciò, potranno essere rimodulati i turni full time (i part time hanno delle fasce orarie
contrattualizzate che non possono prevedere variazioni) per evitare troppa concentrazione in quella fascia oraria.
E' ovvio che l'azienda ha facoltà di gestire la turnistica in modo tale da garantire la copertura di tutta la giornata ma abbiamo richiesto che, oltre ad assegnare più turni pomeridiani, per venire anche incontro ai lavoratori venga presa nuovamente in considerazione la possibilità di avere turni per i full time a partire dalle 8 di mattina (visto anche che i contatti outbound possono essere fatti a partire da quell'orario). Sicuramente la fascia oraria critica non subirebbe sostanziali modifiche, ma diminuirebbe l'arco temporale di "parcheggio" in position temporanee.
In merito a quest'ultimo tema vi invitiamo a metterci al corrente di eventuali anomalie che doveste riscontrare sulla prossima turnistica in emissione lunedì 8 novembre e chiediamo all'azienda di rispettare le direttive comunicate circa gli orari del reparto credito (8 - 20 e 8 - 16 il sabato) e quindi a non richiedere in futuro ai lavoratori di fare un turno che preveda l'uscita dopo le ore 20 (anche se solo su base volontaria).
A margine di questi temi abbiamo affrontato altri argomenti che vi illustriamo brevemente:
- la frequente loggatura: è legata esclusivamente ad un alto volume di service order sul mondo consumer e small business e non è correlata con la chiusura della commessa Vodafone a Milano.
- sicurezza sul lavoro: abbiamo richiesto nuovamente che venga fatta la prova di evacuazione in caso di emergenza e che vengano nominati gli addetti all'emergenza (ed aggiornati i pannelli informativi presenti nei locali aziendali).
- manutenzione interna: è stata richiesta la sistemazione dei pannelli mancanti nel soffitto del terzo piano e la riparazione della porta di ingresso al bagno degli uomini sempre al terzo piano.
Come RSU di Roma aspettiamo risposte concrete dall'azienda in merito a questi temi, ma principalmente sulle nostre garanzie occupazionali future. Mai come oggi ci sentiamo privati della nostra sedia e ci auguriamo che, oltre alla rigidità annunciata per chi viola le norme aziendali (vedi fotocopie e stampe personali, internet, pause), l'azienda si adoperi concretamente per non sfiduciare ulteriormente i lavoratori.
Ci teniamo anche a ribadire la nostra più ferma solidarietà ai colleghi di Milano che oltre a non avere più la sedia, non hanno più nè la commessa per la quale sono stati coattamente ceduti (unica garanzia occupazionale reale), nè una prospettiva di lavoro futuro.
RSU Comdata Care Roma
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2 commenti:
Le voci che parlavano di chiusura della maggioranza dei siti Comdata in Italia si sono confermate vere e dopo Milano le prossime sedi a chiudere saranno La Spezia, Olbia e Asti con licenziamenti incentivati e con ampio uso della cassa integrazione, la scelta ufficiale dell'azienda è di mantenere attive solo pochi siti tra cui Torino, Roma e Scarmagno e quindi ai dipendenti a tempo indeterminato verrà fatta la proposta di trasferimento in una di queste sedi e in caso di rifiuto ci sarà la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. La commessa Vodafone era una delle commesse più importanti per l'azienda e la perdita della commessa ha fatto capire subito a tutti che Comdata si avviava a fare una brutta fine come Omnia e altre aziende, ragazzi è meglio che ci troviamo un altro lavoro perchè la Comdata ci ha solo preso in giro e usati a piacimento e ora per ringraziamento da un calcio in culo a tutti!!!
Ragazzi siamo ai titoli di coda dobbiamo renderci conto che Comdata ha deciso di chiudere quasi tutte le sedi in Italia e nessuno ha avuto il coraggio di gridare lo scandalo anzi tutti a dire siete terroristi voi che dite queste cose a quelli che avevano il coraggio di parlare, siamo tutti delusi perchè ancora una volta noi lavoratori l'abbiamo presa nel culo e nessuno ha mosso un dito per impedire alle aziende di fare le cose a loro piacimento!!!
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