giovedì 5 giugno 2008

Torino: NON PASSA L’ACCORDO IN COMDATA (tratto da Esternalizzati.ilbello)

Non è passato l’ipotesi di accordo sulla trattazione di secondo livello che cgil-cisl (la uil non ha firmato) hanno in data odierna sottoposto ai lavoratori comdata della sede di Torino. Eppure la giornata per i funzionari confederali calati in azienda era cominciata sotto i migliori auspici: infatti la prima delle tre assemblee approvava la piattaforma ma con un risultato tutt’altro che unanime il 40% diceva no (si 66 no 46). Nelle altre due restanti assemblee il ribaltone si avverava.
Una schiacciante maggioranza si esprimeva per la bocciatura senza appello dell’ipotesi di accordo: nell’ultima assemblea i sì si fermavano a 17 mentre i no raggiungevano quota 52.
Adesso l’accordo verrà proposto alle altre sedi sparse nel resto del paese, ma il segnale che viene da Torino è importante in quanto in questa città l’azienda ha deciso di fare il suo polo principale.
L’accordo firmato la scorsa settimana da cgil-cisl e azienda mirava a definire una serie materie di contrattazione di secondo livello tra le quali il premio di risultato, l’inquadramento, l’orario di lavoro multi-periodale, refezione e sistema integrativo.
Durante le assemblee nonostante i tentativi di indorare la pillola da parte di cgil-cisl i lavoratori non abboccavano al concetto “questo era il miglior accordo che si potesse strappare” e piano piano hanno cominciato ad incalzare i funzionari burocrati mettendo in evidenza i punti critici dell’ipotesi di accordo.
In particolare numerosi interventi hanno messo in rilievo:
il discrimine che l’accordo attua nei confronti di chi si ammala per più di sette giorni all’anno ai quali in proporzione verrà scalato l’eventuale premio di risultato,
l’incitamento ad una produzione sempre maggiore per raggiungere il livello minimo al di sotto del quale non scatta il premio di risultato,
i permessi che non contemplano quelli per studio.
Particolarmente stizzoso il comportamento di cgil-cisl nei confronti dei lavoratori che facevano notare come i sindacati avessero indetto lo sciopero dello scorso 27 dicembre con una precisa piattaforma (istituzione, buoni pasto, premio di risultato, passaggio automatico al quarto livello dopo il 36esimo mese di contratto).
Nonostante ciò, dimostrando scarso senso del ridicolo, si lanciavano in una sperticata quanto stucchevole difesa dell’azienda rivendicando il fatto che l’ipotesi di accordo prevede un esborso per comdata di 12 milioni di euro (comdata nel 2007 ne ha fatturati 250!).
Alla fine, a forza di insistere con concetti ultimativi del tipo se non passa cade il mondo (il lapsus aveva qualcosa di freudiano probabilmente si riferiva al loro mondo lontano anni luce dalle problematiche e dai reali bisogni dei lavoratori!), l’ipotesi d’accordo non passava con buona pace dei sindacati.
Questi pensavano di venire a fare una passeggiata magari cavandosela con qualche pacca e rassicurazione di stampo paternalistico, ma non hanno fatto i conti con la determinazione dei lavoratori che autonomamente hanno dimostrato che nessuno meglio dei lavoratori stessi è in grado di difendere i propri interessi.
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA
FLMU CUB - settore TLC Torino

3 commenti:

La Regina ha detto...

Grandissima la sede di Torino e speriamo che le altre sedi si comportino nella stessa maniera!
Schiaffoni a destra a manca sia ai sindacati confederali venduti che alle aziende macina-soldi e schiaccia-persone!

Anonimo ha detto...

pero' purtroppo poi han vinto i si nel totale...che massa di celebrolesi senza palle...e intanto ai piani alti se la ridono...ci han proposto un accordo ridicolo...manipolabile e controllabile dalla ditta ...complimenti..i 250 euro netti che prenderemo a settembre...forse l'unica cosa quasi sicura,ci cambieranno la vita...accidenti...dopo anni tutto li'?e loro ogni anno aumentano il fatturato di 60 milioni di euro...bravi bravi...che massa di caproni...i diritti si ottengono lottando e a colpi di sciopero...non abbassando sempre la testa...

Punzy ha detto...

Ormai sulla pecoraggine delle masse lavoratrici, inconsapevoli dei propri diritti, non mi stupisco piu'