domenica 19 dicembre 2010

IL SUPPORTO TECNICO ESTERNALIZZATO IN COMDATA CARE RIENTRA IN VODAFONE

Prosegue veloce lo smantellamento delle attività Vodafone cedute in CCare insieme ai lavoratori: dopo Milano e Roma ora è il turno di Ivrea.

Come denunciato il 7 dicembre da un comunicato della stessa Rsu di Ivrea, dopo sempre più numerosi TT tecnici gestiti dal call center Vodafone di Pisa è arrivata la notizia ufficiale che proprio a Vodafone Pisa si stanno tenendo dei corsi di formazione STU.
Appare quindi chiara l'intenzione di Vodafone di reinternalizzare (al momento non si sa se tutta o in parte) l'attività di Supporto Tecnico ceduta nel 2007.
Facciamo un passo indietro di qualche mese fino al 1 Aprile 2010 data a partire dalla quale, come previsto dal Contratto di Servizio sottoscritto tra Vodafone e Comdata Care, Vodafone ha facoltà di ridurre i volumi di servizio. Solo negli ultimi 8 mesi è successo, in rigoroso ordine cronologico:

- a Roma spariscono le attività di Reclami standard e Adsl, in pratica sparisce il reparto Consumer e circa 1/3 del personale di Roma viene distaccato sulla commessa Fastweb, commessa non Comdata Care ma Comdata.

- a Milano viene chiusa l'intera sede Comdata Care e il suo personale viene spostato sulla sede Comdata,
 privato di tutte le attività Vodafone e distaccato sulle commesse, sempre Comdata, E.ON energia ed Edison.

- di nuovo a Roma vengono dismesse 40 postazioni e viene ridotto di un intero piano lo spazio fino a quel momento dedicato (e necessario) allo svolgimento dei volumi di lavoro del reparto Credito che quindi, di fatto, risultano necessariamente ridotti.

- a Ivrea è iniziata la riduzione dei volumi di lavoro del reparto STU ed è legittimo temere che si arrivi all'eliminazione totale di tale reparto in Comdata Care.

Il punto è: Vodafone è l'UNICA commessa dell'azienda Comdata Care e quindi il suo andamento e la sua “dimensione” in termini di volumi di lavoro sono chiaramente indici dello stato di salute dell'azienda della quale ci siamo ritrovati dipendenti. Tutte le attività Vodafone sottratte da Roma, Milano e Ivrea non sono state redistribuite (a parte pochi casi e in minima quantità) presso le altre sedi Comdata Care e quindi è lampante che da 8 mesi a questa parte stiamo assistendo al veloce smantellamento della commessa Vodafone in Comdata Care e quindi della stessa Comdata Care e quindi della nostra stessa stabilità occupazionale.

Se a tutto questo aggiungiamo che fonti interne a Vodafone hanno ufficiosamente confermato di non avere alcuna intenzione di rinnovare con Comdata la commessa alla data della scadenza dei sette anni previsti
dall'accordo di cessione, per noi oggi ancora dipendenti Comdata Care è davvero arrivato il momento di abbandonare un incomprensibile disinteresse, l'apatia, la rassegnazione e iniziare a difendere il nostro posto di lavoro e il nostro futuro.


Coordinamento Cobas Comdata Care (C4)

domenica 12 dicembre 2010

Una Wikileaks italiana: "Ecco come Confindustria foraggia CGIL, CISL E UIL" di Pierluigi Bonora

Il segretario generale della Fismic: "C’è una rete di interessi che lega l’associazione degli imprenditori a Cgil, Cisl e Uil, sovvenzionate mediante i fondi gestiti in comune ed elargizioni pubblicitarie a fogli clandestini". L'editoriale di Alessandro Sallusti


Ci sarebbe anche una Wikileaks tutta italiana, basata su presunti oscuri intrecci tra la Confindustria e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Ma questa volta il tam tam di indiscrezioni e rivelazioni non parte da un sito, bensì da un sindacalista, Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, organizzazione autonoma che rappresenta i dipendenti dell’industria e dei servizi, slegata dalla politica, "e con 20mila iscritti veri", precisa il suo leader. Questa Wikileaks, come la definisce Di Maulo, che alla fine tira in ballo anche altre associazioni (Confcommercio, Confartigianato e Assolavoro) prende lo spunto dal "disastroso atteggiamento ondivago, indeciso e timoroso che Fim e Uilm hanno tenuto nell’ultimo incontro su Mirafiori con la Fiat", denuncia il sindacalista.

"Il sistema degli enti bilaterali dei fondi (ovvero gli enti gestiti contrattualmente da sindacati e datori di lavoro che si occupano, a esempio, di sanità integrativa), di per sé ottimo -spiega il capo della Fismic al Giornale - ha messo in piedi una sorta di casta tra sindacalisti e funzionari di Confindustria, il cui interesse è che il sistema venga salvaguardato, perpetuato e mai messo in discussione. Ne rimane fuori il fondo Cometa, che poi è il fondo sanitario integrativo della Fiat, organizzato con oculatezza e con costi di gestione contenuti. Non altrettanto vale per gli altri fondi di enti bilaterali (quelli che gestiscono lo 0,30% del monte salari destinato alla formazione professionale, tipo Fondimpresa di Confindustria) ».

Lei fa capire che esisterebbero gestioni «interessate »?

«Un tipo di gestione che favorisce i componenti, che si estrinseca, per esempio, attraverso importanti elargizioni pubblicitarie a pubblicazioni del sindacato sconosciute ai più».

Un modo di operare che coinvolge tutti i sindacati?

«Cgil, Cisl e Uil. È un “sistema” organizzato scientificamente, con la promozione di convegni e iniziative pubbliche realizzate con sfarzi e un’assoluta grandezza di mezzi. Molti dei funzionari di Cgil, Cisl e Uil sono all’interno del sistema dei fondi e retribuiti abbastanza bene».

E Confindustria?

«È un “sistema”retto da Confindustria, ma anche da Confcommercio. Il caso del fondo ForTe è esemplare. Mi riservo di tirare fuori tutte le carte».

Altro da dichiarare?

«Eccome. C’è un intreccio anche con le assicurazioni: il sistema Unipol, è questo proposito, è molto interessante. Esiste tutto un mondo che si autoalimenta. Ecco dunque spiegata la resistenza di Fim e Uilm a permettere l’avvio di un contratto autonomo allo stabilimento Fiat di Mirafiori. La ragione? Passando il contratto autonomo si rimetterebbe in discussione un “sistema” che funziona. La Fiat non è una botteguccia: se decide di uscire dal “sistema” lo depotenzia».

Sostiene che è tutto nero su bianco...

«Esiste una congrega di interessi. Per capire come funziona il “sistema” basta leggere con attenzione i bilanci».

A questo punto?

«Un’altra partita sulla quale vale la pena di soffermarsi riguarda i fondi interprofessionali gestiti da Assolavoro con Cgil, Cisl e Uil. Si mettono insieme un po’ di documenti, cosa che farò, ed emerge che è sì tutto lecito, ma si vede anche che ci sono interessi che tra loro si consolidano e si spalleggiano ».

In mezzo a tutto questo c’è il piano «Fabbrica Italia», l’investimento Fiat di 20 miliardi e migliaia di posti di lavoro... «Mi ascolti bene. Che bisogno aveva la signora Marcegaglia di andare fino a New York per parlare con Marchionne e cercare di convincerlo a non uscire da Confindustria? Più che la presidente di Confindustria mi sembra la delegata della Confederazione sindacale. Perché Cgil, Cisl e Uil litigano e poi si ricompattano sempre? C’è forse un motivo extrasindacale ».

La trattativa su Mirafiori è in bilico, e Marchionne potrebbe decidere di portare le nuove produzioni di auto in America. Lo ha già fatto, mesi fa, scegliendo la Serbia al posto sempre di Mirafiori.

«Fino a che ci sono comportamenti normali me ne sto buono. Il mio sindacato vive anche senza tutte queste commistioni. Se la trattativa torinese fallisse per ragioni che prescindono il merito, proverò a sentire se qualche orecchio vuole ascoltare tante altre cose che ho da dire».

Vuotato il primo sacco?

«Se proprio vuole, aggiungo anche il filone molto interessante riguardante gli artigiani, primo ente bilaterale. Centinaia di funzionari di Cgil, Cisl, Uil e Confartigianato sono pagati dal risparmio contrattuale (da quello, cioè, che le parti, sindacati e datori, destinano a un certo indirizzo: quello più classico è la sanità integrativa)».

Una casta, dunque?

«Sì, proprio. E funziona perfettamente. E quando si tenta di metterla in discussione, questo “sistema” si chiude sempre ».

Fonte: Il Giornale (articolo di giovedì 09 dicembre 2010)

venerdì 3 dicembre 2010

Comunicato Nazionale Comdata Care

Roma, 2 Dicembre 2010


Il 29 novembre 2010, presso la sede di Assolombarda a Milano, si è svolto l'incontro con l'azienda Comdata Care e il Coordinamento nazionale RSU unitariamente alle Organizzazioni Sindacali SLC-CGIL. FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, in merito alla nostra richiesta di definizione del perimetro aziendale.

La delegazione Sindacale unitaria si è dichiarata favorevole all'acquisizione di nuove commesse per evitare i rischi occupazionali legati alle società outsourcing monocommesse, ma ha espresso forte perplessità di fronte alla completa mancanza di attività Vodafone sul sito di Milano, richiedendo inoltre che continuino ad essere acquisite nuove commesse come avvenuto anche a Roma sulla Commessa Fastweb.

Inoltre si è illustrato il disagio comportato ai lavoratori con tale scelta, disagio al quale si è chiesto di porre rimedio almeno con il raggruppamento in una unica parte dello stabile di tutti i lavoratori Comdata Care.

Si è richiesta una rassicurazione in merito alla durata delle commesse in essere, e la ripresa di una trattativa di secondo livello nazionale.

L'azienda ha illustrato le scelte di razionalizzazione e abbattimento dei costi svolte in questo periodo. Confermando l'attuale perimetro aziendale e specializzazione dei vari siti, si è detta disponibile all'apertura di un tavolo territoriale atto a risolvere la questione logistica dei lavoratori di Milano.

Si è fissata la data per la ripresa della trattativa nazionale al 12/01/2011



Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

Acquisizione cessione ramo d'azienda Cronos

Buongiorno,
in data 1 dicembre l'azienda ha consegnato alla Rsu di Roma, con richiesta di firma per ricevuta, un'informativa riguardante l'acquisizione, da parte di Comdata Spa, della cessione di ramo d'azienda di Cronos Spa.
L'acquisizione riguarda 136 dipendenti su commessa 187 di Telecom Italia (back office e front end) di cui 120 gia' in cassa integrazione (con termine al 31/12/2010) e avra' effetto dal 1 gennaio 2011.
Tali dipendenti rimaranno nell'attuale sede di Pomezia fino al 28/02/2011, per poi essere trasferiti nella nostra sede Comdata Care di Roma dal 1 marzo 2011.
Fin qui i fatti ad oggi noti, di seguito le nostre considerazioni.

1) ad una prima analisi non sfugge che per i lavoratori di Cronos impattati si tratta della possibilita' di mantenere il proprio posto di lavoro che altrimenti avrebbero perso il 31/12/2010, anche se non sappiamo se agli stessi livelli retributivi e contrattuali precedenti.

2) nel caso in cui l'azienda decidesse di utilizzare gli spazi liberati dalla dismissione delle nostre postazioni al secondo piano, avremmo ennesima conferma dei timori gia' manifestati nei precedenti comunicati e durante gli incontri con il site manager. Ricordiamo infatti che l'azienda ha piu' volte ribadito che la riduzione a Roma
delle positions era da attribuirsi esclusivamente a esigenze di contenimento dei costi senza che cio' andasse di fatto a limitare il nostro perimetro lavorativo. Tale spazio liberato, al contrario, sarebbe servito nel caso in cui fossero aumentati i volumi di lavoro della commessa Vodafone o fossero state acquisite nuove commesse
Comdata Care.

3) al fine di avere spiegazioni sul punto precedente e su altri concetti poco chiari contenuti nel documento a noi consegnato, cosi' come previsto dalla procedura di legge nei casi di cessione di ramo d'azienda, la scrivente Rsu ha richiesto un incontro per un esame congiunto. Ne daremo ovviamente riscontro non appena possibile.

Rsu Comdata Care Roma