domenica 19 dicembre 2010

IL SUPPORTO TECNICO ESTERNALIZZATO IN COMDATA CARE RIENTRA IN VODAFONE

Prosegue veloce lo smantellamento delle attività Vodafone cedute in CCare insieme ai lavoratori: dopo Milano e Roma ora è il turno di Ivrea.

Come denunciato il 7 dicembre da un comunicato della stessa Rsu di Ivrea, dopo sempre più numerosi TT tecnici gestiti dal call center Vodafone di Pisa è arrivata la notizia ufficiale che proprio a Vodafone Pisa si stanno tenendo dei corsi di formazione STU.
Appare quindi chiara l'intenzione di Vodafone di reinternalizzare (al momento non si sa se tutta o in parte) l'attività di Supporto Tecnico ceduta nel 2007.
Facciamo un passo indietro di qualche mese fino al 1 Aprile 2010 data a partire dalla quale, come previsto dal Contratto di Servizio sottoscritto tra Vodafone e Comdata Care, Vodafone ha facoltà di ridurre i volumi di servizio. Solo negli ultimi 8 mesi è successo, in rigoroso ordine cronologico:

- a Roma spariscono le attività di Reclami standard e Adsl, in pratica sparisce il reparto Consumer e circa 1/3 del personale di Roma viene distaccato sulla commessa Fastweb, commessa non Comdata Care ma Comdata.

- a Milano viene chiusa l'intera sede Comdata Care e il suo personale viene spostato sulla sede Comdata,
 privato di tutte le attività Vodafone e distaccato sulle commesse, sempre Comdata, E.ON energia ed Edison.

- di nuovo a Roma vengono dismesse 40 postazioni e viene ridotto di un intero piano lo spazio fino a quel momento dedicato (e necessario) allo svolgimento dei volumi di lavoro del reparto Credito che quindi, di fatto, risultano necessariamente ridotti.

- a Ivrea è iniziata la riduzione dei volumi di lavoro del reparto STU ed è legittimo temere che si arrivi all'eliminazione totale di tale reparto in Comdata Care.

Il punto è: Vodafone è l'UNICA commessa dell'azienda Comdata Care e quindi il suo andamento e la sua “dimensione” in termini di volumi di lavoro sono chiaramente indici dello stato di salute dell'azienda della quale ci siamo ritrovati dipendenti. Tutte le attività Vodafone sottratte da Roma, Milano e Ivrea non sono state redistribuite (a parte pochi casi e in minima quantità) presso le altre sedi Comdata Care e quindi è lampante che da 8 mesi a questa parte stiamo assistendo al veloce smantellamento della commessa Vodafone in Comdata Care e quindi della stessa Comdata Care e quindi della nostra stessa stabilità occupazionale.

Se a tutto questo aggiungiamo che fonti interne a Vodafone hanno ufficiosamente confermato di non avere alcuna intenzione di rinnovare con Comdata la commessa alla data della scadenza dei sette anni previsti
dall'accordo di cessione, per noi oggi ancora dipendenti Comdata Care è davvero arrivato il momento di abbandonare un incomprensibile disinteresse, l'apatia, la rassegnazione e iniziare a difendere il nostro posto di lavoro e il nostro futuro.


Coordinamento Cobas Comdata Care (C4)

domenica 12 dicembre 2010

Una Wikileaks italiana: "Ecco come Confindustria foraggia CGIL, CISL E UIL" di Pierluigi Bonora

Il segretario generale della Fismic: "C’è una rete di interessi che lega l’associazione degli imprenditori a Cgil, Cisl e Uil, sovvenzionate mediante i fondi gestiti in comune ed elargizioni pubblicitarie a fogli clandestini". L'editoriale di Alessandro Sallusti


Ci sarebbe anche una Wikileaks tutta italiana, basata su presunti oscuri intrecci tra la Confindustria e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Ma questa volta il tam tam di indiscrezioni e rivelazioni non parte da un sito, bensì da un sindacalista, Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, organizzazione autonoma che rappresenta i dipendenti dell’industria e dei servizi, slegata dalla politica, "e con 20mila iscritti veri", precisa il suo leader. Questa Wikileaks, come la definisce Di Maulo, che alla fine tira in ballo anche altre associazioni (Confcommercio, Confartigianato e Assolavoro) prende lo spunto dal "disastroso atteggiamento ondivago, indeciso e timoroso che Fim e Uilm hanno tenuto nell’ultimo incontro su Mirafiori con la Fiat", denuncia il sindacalista.

"Il sistema degli enti bilaterali dei fondi (ovvero gli enti gestiti contrattualmente da sindacati e datori di lavoro che si occupano, a esempio, di sanità integrativa), di per sé ottimo -spiega il capo della Fismic al Giornale - ha messo in piedi una sorta di casta tra sindacalisti e funzionari di Confindustria, il cui interesse è che il sistema venga salvaguardato, perpetuato e mai messo in discussione. Ne rimane fuori il fondo Cometa, che poi è il fondo sanitario integrativo della Fiat, organizzato con oculatezza e con costi di gestione contenuti. Non altrettanto vale per gli altri fondi di enti bilaterali (quelli che gestiscono lo 0,30% del monte salari destinato alla formazione professionale, tipo Fondimpresa di Confindustria) ».

Lei fa capire che esisterebbero gestioni «interessate »?

«Un tipo di gestione che favorisce i componenti, che si estrinseca, per esempio, attraverso importanti elargizioni pubblicitarie a pubblicazioni del sindacato sconosciute ai più».

Un modo di operare che coinvolge tutti i sindacati?

«Cgil, Cisl e Uil. È un “sistema” organizzato scientificamente, con la promozione di convegni e iniziative pubbliche realizzate con sfarzi e un’assoluta grandezza di mezzi. Molti dei funzionari di Cgil, Cisl e Uil sono all’interno del sistema dei fondi e retribuiti abbastanza bene».

E Confindustria?

«È un “sistema”retto da Confindustria, ma anche da Confcommercio. Il caso del fondo ForTe è esemplare. Mi riservo di tirare fuori tutte le carte».

Altro da dichiarare?

«Eccome. C’è un intreccio anche con le assicurazioni: il sistema Unipol, è questo proposito, è molto interessante. Esiste tutto un mondo che si autoalimenta. Ecco dunque spiegata la resistenza di Fim e Uilm a permettere l’avvio di un contratto autonomo allo stabilimento Fiat di Mirafiori. La ragione? Passando il contratto autonomo si rimetterebbe in discussione un “sistema” che funziona. La Fiat non è una botteguccia: se decide di uscire dal “sistema” lo depotenzia».

Sostiene che è tutto nero su bianco...

«Esiste una congrega di interessi. Per capire come funziona il “sistema” basta leggere con attenzione i bilanci».

A questo punto?

«Un’altra partita sulla quale vale la pena di soffermarsi riguarda i fondi interprofessionali gestiti da Assolavoro con Cgil, Cisl e Uil. Si mettono insieme un po’ di documenti, cosa che farò, ed emerge che è sì tutto lecito, ma si vede anche che ci sono interessi che tra loro si consolidano e si spalleggiano ».

In mezzo a tutto questo c’è il piano «Fabbrica Italia», l’investimento Fiat di 20 miliardi e migliaia di posti di lavoro... «Mi ascolti bene. Che bisogno aveva la signora Marcegaglia di andare fino a New York per parlare con Marchionne e cercare di convincerlo a non uscire da Confindustria? Più che la presidente di Confindustria mi sembra la delegata della Confederazione sindacale. Perché Cgil, Cisl e Uil litigano e poi si ricompattano sempre? C’è forse un motivo extrasindacale ».

La trattativa su Mirafiori è in bilico, e Marchionne potrebbe decidere di portare le nuove produzioni di auto in America. Lo ha già fatto, mesi fa, scegliendo la Serbia al posto sempre di Mirafiori.

«Fino a che ci sono comportamenti normali me ne sto buono. Il mio sindacato vive anche senza tutte queste commistioni. Se la trattativa torinese fallisse per ragioni che prescindono il merito, proverò a sentire se qualche orecchio vuole ascoltare tante altre cose che ho da dire».

Vuotato il primo sacco?

«Se proprio vuole, aggiungo anche il filone molto interessante riguardante gli artigiani, primo ente bilaterale. Centinaia di funzionari di Cgil, Cisl, Uil e Confartigianato sono pagati dal risparmio contrattuale (da quello, cioè, che le parti, sindacati e datori, destinano a un certo indirizzo: quello più classico è la sanità integrativa)».

Una casta, dunque?

«Sì, proprio. E funziona perfettamente. E quando si tenta di metterla in discussione, questo “sistema” si chiude sempre ».

Fonte: Il Giornale (articolo di giovedì 09 dicembre 2010)

venerdì 3 dicembre 2010

Comunicato Nazionale Comdata Care

Roma, 2 Dicembre 2010


Il 29 novembre 2010, presso la sede di Assolombarda a Milano, si è svolto l'incontro con l'azienda Comdata Care e il Coordinamento nazionale RSU unitariamente alle Organizzazioni Sindacali SLC-CGIL. FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, in merito alla nostra richiesta di definizione del perimetro aziendale.

La delegazione Sindacale unitaria si è dichiarata favorevole all'acquisizione di nuove commesse per evitare i rischi occupazionali legati alle società outsourcing monocommesse, ma ha espresso forte perplessità di fronte alla completa mancanza di attività Vodafone sul sito di Milano, richiedendo inoltre che continuino ad essere acquisite nuove commesse come avvenuto anche a Roma sulla Commessa Fastweb.

Inoltre si è illustrato il disagio comportato ai lavoratori con tale scelta, disagio al quale si è chiesto di porre rimedio almeno con il raggruppamento in una unica parte dello stabile di tutti i lavoratori Comdata Care.

Si è richiesta una rassicurazione in merito alla durata delle commesse in essere, e la ripresa di una trattativa di secondo livello nazionale.

L'azienda ha illustrato le scelte di razionalizzazione e abbattimento dei costi svolte in questo periodo. Confermando l'attuale perimetro aziendale e specializzazione dei vari siti, si è detta disponibile all'apertura di un tavolo territoriale atto a risolvere la questione logistica dei lavoratori di Milano.

Si è fissata la data per la ripresa della trattativa nazionale al 12/01/2011



Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

Acquisizione cessione ramo d'azienda Cronos

Buongiorno,
in data 1 dicembre l'azienda ha consegnato alla Rsu di Roma, con richiesta di firma per ricevuta, un'informativa riguardante l'acquisizione, da parte di Comdata Spa, della cessione di ramo d'azienda di Cronos Spa.
L'acquisizione riguarda 136 dipendenti su commessa 187 di Telecom Italia (back office e front end) di cui 120 gia' in cassa integrazione (con termine al 31/12/2010) e avra' effetto dal 1 gennaio 2011.
Tali dipendenti rimaranno nell'attuale sede di Pomezia fino al 28/02/2011, per poi essere trasferiti nella nostra sede Comdata Care di Roma dal 1 marzo 2011.
Fin qui i fatti ad oggi noti, di seguito le nostre considerazioni.

1) ad una prima analisi non sfugge che per i lavoratori di Cronos impattati si tratta della possibilita' di mantenere il proprio posto di lavoro che altrimenti avrebbero perso il 31/12/2010, anche se non sappiamo se agli stessi livelli retributivi e contrattuali precedenti.

2) nel caso in cui l'azienda decidesse di utilizzare gli spazi liberati dalla dismissione delle nostre postazioni al secondo piano, avremmo ennesima conferma dei timori gia' manifestati nei precedenti comunicati e durante gli incontri con il site manager. Ricordiamo infatti che l'azienda ha piu' volte ribadito che la riduzione a Roma
delle positions era da attribuirsi esclusivamente a esigenze di contenimento dei costi senza che cio' andasse di fatto a limitare il nostro perimetro lavorativo. Tale spazio liberato, al contrario, sarebbe servito nel caso in cui fossero aumentati i volumi di lavoro della commessa Vodafone o fossero state acquisite nuove commesse
Comdata Care.

3) al fine di avere spiegazioni sul punto precedente e su altri concetti poco chiari contenuti nel documento a noi consegnato, cosi' come previsto dalla procedura di legge nei casi di cessione di ramo d'azienda, la scrivente Rsu ha richiesto un incontro per un esame congiunto. Ne daremo ovviamente riscontro non appena possibile.

Rsu Comdata Care Roma

martedì 30 novembre 2010

VODAFONE, AZIENDA MACINA PROFITTI E MACINA DIPENDENTI

di Helene Benedetti




Pubblicato dalla testata giornalistica Reportonline



Vodafone ha creato l’idea della famiglia felice con Totti ed Ilary, ma doveva licenziare 914 dipendenti così, per non macchiarsi la faccia causando una grave perdita d’ immagine, ha pensato bene di usare il metodo delle esternalizzazioni.
Vodafone ha ceduto i dipendenti ad una società creata ad hoc per le esternalizzazioni, la Comdata Care, una società creata dal nulla, oggi, a tre anni dalla cessione, il sito di Milano viene chiuso.
Il contratto di commessa con il quale vengono pagati i dipendenti prevede il subappalto a Comdata Spa, la holding di tutte le attività impattate dalla cessione. Quindi, la Comdata Care ha assunto i dipendenti, non è chiaro da quale società provengano gli stipendi visto che Comdata Care è sempre in perdita, e gli straordinari sono autorizzati e pagati da Vodafone, stando a quanto ha detto la dirigenza Comdata.
Un sistema di scatole cinesi che rende più facile il non trovare un responsabile della situazione.

I lavoratori continuano a svologere lo stesso lavoro che facevano prima di essere esternalizzati, vedono Vodafone come l’unica società che continua a tenere le fila della gestione. Comdata Care, come datore di lavoro, non ha nessun potere direttivo. E’ Vodafone che stabilisce le procedure da applicare, addirittura autorizza lo straordinario che Comdata Care deve concedere ai dipendenti.
E’ evidente che l’operazione di esternalizzazione creata da Vodafone ha la finalità di traghettare i lavoratori verso un licenziamento collettivo senza sporcarsi le mani.
Nel 2007 l’amministratore delegato Vodafone diceva che la cessione dei dipendenti all’azienda Comdata Care serviva per accrescere la professionalità degli stessi dipendenti e per creare nuovi posti lavoro.
Parole smentite dai fatti: della professionalità tanto pubblicizzata nessuno ha saputo cosa farsene visto che le attività sono state alienate quasi subito ai dipendenti ceduti e Comdata Care non è cresciuta di un solo posto di lavoro, anzi conta almeno 100 dipendenti in meno.
Oggi è evidente che il tutto serviva per licenziare il personale. Infatti, un documento agli atti dichiara proprio che c’è una specifica richiesta di diminuzione del personale ogni anno.

914 dipendenti assunti a tempo indeterminato dalla Vodafone ceduti all’azienda Comdata Care che non ha rispettato Il contratto che gli stessi avevano con Vodafone.

Dipendenti rispetto ai quali gran parte degli accordi di secondo livello non trova applicazione.

Questo è l’effetto più visibile delle operazioni di cessione di ramo in Italia: l’impoverimento immediato del lavoratore e la successiva perdita del posto di lavoro.



Vediamo cos’altro hanno perso questi 914 dipendenti:
Il contratto con Vodafone era a tempo indeterminato, come anche il contratto con Comdata Care, ma quest’ultima è un’azienda in continua perdita, un’azienda ben lontana dalla multinazionale Vodafone inglese che dichiarò 4 miliardi di utili l’anno della cessione nell’Aprile 2007, che dopo due mesi dalla cessione, nel Gennaio 2008 (Milano Finanza) staccò un assegno di 2,5 miliardi di euro alla capogruppo britannica, soldi italiani che vengono investiti all’estero mentre in Italia si esternalizza. Anche in questa situazione di crisi globale, la Vodafone, continua ad incrementare i suoi profitti.

Comdata Spa, così come Comdata Care, sono società che stanno in piedi per contratti di commesse mensili, semestrali o annuali. Sono società che non riconoscono i minimi diritti ai propri dipendenti, e per le quali il controllo a distanza è pane quotidiano. Sono aziende che fanno massiccio ricorso al lavoro interinale spremendo i ragazzi fino all’osso, rinnovandone il contratto a tempo determinato fino ed oltre il consentito, senza poi procedere a nessuna assunzione. Sono società che fanno continuo ricorso alla cassa integrazione, linea di demarcazione tra le aziende che usano la crisi come alibi per non pagare di tasca proprio gli stipendi per qualche mese e quelle che invece vi ricorrono per reale necessità , non sempre è cosi evidente.



La commessa Vodafone è di 7 anni, scadrà nel 2014. Se per quella data viene dichiarata la fine dei lavori senza alcun rinnovo di commessa, i 914 dipendenti ceduti si ritroveranno senza lavoro.
Ma anche se dovessero rinnovare la commessa dopo i 7 anni, non è assicurato il lavoro per i 914 dipendenti ceduti; Non c’è nessuno scritto che assicuri che il rinnovo della commessa nel 2014 sia accompagnato dal mantenimento dei lavoratori ceduti. La commessa è una cosa, i lavoratori un’altra.
La storia italiana ci dimostra che le cessioni di ramo d’azienda vengono usate fraudolentemente per fare licenziamenti, portando all’esasperazione i dipendenti che perdono tutti i diritti raggiunti con i contratti di secondo livello.

Le operazioni di cessione determinano all’inizio un impoverimento del lavoratore, successivamente la perdita dello stesso posto di lavoro.

Faccio l’esempio dei dipendenti Omnia ceduti da Wind, avevano un contratto a tempo indeterminato anche con l’azienda che li ha acquisiti (Omnia), invece dopo 2 anni l’azienda cessionaria, subito dopo le sentenze negative del giudice del tribunale di Monza che ha dato torto ai lavoratori, non ha pagato più gli stipendi. I lavoratori, dopo mesi di lotta, hanno accettato di essere ricollocati presso un’azienda terza con la metà di quello che avevano in Wind.

I dipendenti di Eutelia hanno fatto anche una fine peggiore.

Sono tutte storie italiane di cessioni di ramo d’azienda, potremmo andare avanti all’infinito con gli esempi, un fatto è certo, è lo stesso meccanismo attuato ora da Vodafone con Comdata Care.
Con Comdata Care, i dipendenti ceduti hanno perso anche il premio di produzione, che era frutto di accordo sindacale, scaduto l’anno dopo la cessione e prontamente riformulato in Vodafone con le parti sociali, aumentando addirittura l’importo; in Comdata Care solo quest’anno si è arrivati all’accordo per un premio di produzione che è però solo formale, perchè di fatto sono state inserite così tante variabili a controllo univoco dell’azienda che non vi sarà mai una corresponsione sostanziale dell’importo.

•Hanno perso il diritto di parcheggiare l’auto nel parcheggio dell’azienda, diritto che avevano per contratto con Vodafone. Nonostante ci siano ampi parcheggi all’interno della Comdata Care, essi sono riservati agli impiegati e dirigenti. Pensate che si erano addirittura rifiutati di dare a due dipendenti disabili il parcheggio interno. Ne pagano le conseguenze soprattutto i dipendenti che lavorano nella sede di Milano dove la situazione è ancora più disastrosa, l’azienda è situata su una strada trafficatissima e pericolosa e il problema multe e rimozione auto è all’ordine del giorno.

•Hanno perso le azioni a cui tutti i dipendenti Vodafone avevano diritto.

•Hanno perso l’assicurazione sulla vita che era stata firmata invece nel contratto Vodafone.

•Hanno perso il diritto alla retribuzione maggiorata durante i giorni di lavoro festivi che ora vengono riconosciuti come giornate di lavoro feriale al contrario del contratto con Vodafone.

•Hanno perso la possibilità di recupero dei giorni di lavoro festivi che avevano per contratto con Vodafone

•Hanno perso il diritto di usufruire degli asili nido aziendali che avevano per contratto con Vodafone.

•Hanno perso il diritto alla navetta che Vodafone offriva e che Comdata Care offre nelle sedi delle altre città

•Hanno perso il diritto di agevolazioni sim fra dipendenti

•Hanno perso il diritto della tariffa sim dipendenti che veniva attivata ogni 6 mesi con Vodafone

•Hanno perso tutte le convenzioni aziendali previste dall’assunzione in Vodafone

•Hanno perso il diritto ai periodi di formazioni firmati nel contratto con Vodafone, quindi fine di una crescita professionale iniziata con Vodafone.

•Hanno perso la tranquillità del loro posto di lavoro, i dipendenti vengono sballottati e sfiancati con spostamenti improvvisi e continui
Insomma, un netto peggioramento delle condizioni lavorative che li sta portando allo sfiancamento e al licenziamento; analizzando tutti i punti, basta poco per capire che è tutta una tattica per sbarazzarsi dei dipendenti a tempo indeterminato.

L’azienda Comdata Care di Milano ha chiuso, la comunicazione della chiusura del sito è avvenuta il giorno successivo alla sentenza del Tribunale, i circa 100 dipendenti ex Vodafone in essa impiegati sono stati smistati in altre sedi del gruppo Comdata a gestire lavori di data entry per qualche mese. Hanno fatto firmare ai dipendenti una lettera di distacco con la quale si accetta il demansionamento e nella quale si evidenzia che al termine del distacco si farà ritorno nella propria sede….che nel frattempo verrà chiusa.

La commessa e le attività Vodafone residuali del territorio di Milano sono state destinate non si sa bene a chi, presumibilmente in Romania,dove sono state girate in subappalto (illecito) tante attività oggetto della cessione.
Gran parte delle attività cedute sono state subappaltate all’estero nonostante esista il divieto del subappalto sancito nell’accordo ministeriale di cessione.
Questa è la situazione che vige dal 2007 per i 914 dipendenti che Vodafone ha ceduto alla Comdata Care. Ma ci sono degli importanti aggiornamenti:

i dipendenti oggi non sono più 914, un centinaio circa sono stati invogliati a dimettersi. Gli altri, in parte gestiscono la commessa Vodafone per la quale sono stati ceduti, ma con sempre meno mansioni. Gli altri sono stati collocati su altre attività non acquisite dalla Comdata Care, ma di proprietà della Holding, e questo elemento non è da poco, vuol dire che questa società, creata ad hoc per la cessione e per la quale si erano spese grosse parole e promesse di crescita, da sola non regge un bel niente, non è in grado di stare sul mercato e rimarrà in piedi fino quando non sarà stato dismesso l’ultimo lavoratore.

Ancora oggi, a distanza di 3 anni, non è stato riconosciuto il secondo livello ai dipendenti. Dipendenti che non hanno più nessun diritto. Dipendenti parcheggiati in attesa della chiusura.

La Cgil non riesce o non vuole intervenire perchè non può ammettere che l’accordo di cessione sottoscritto e sbandierato ai 4 venti come avamposto della civiltà in tema di cessioni di ramo, in realtà non fornisce tutele al lavoratore.

Hanno prontamente firmato un accordo perché si indicava una garanzia occupazionale di 7 anni, e di questo elemento di garanzia il sindacato ne ha avuto un notevole ritorno d’immagine.

Si sono vantati di aver fornito ai lavoratori ceduti una tutela del posto di lavoro più lunga rispetto a quanto previsto dall’ articolo 2112 del Codice civile che in materia di cessioni di ramo prevede il mantenimento degli stessi diritti solo per 2 anni. In realtà, da documenti recuperati nel corso delle udienze, si è scoperto che Vodafone già in tempi lontani dalla cessione, parlava dell’operazione pensando ad un accordo per la durata della commessa pari a 7 anni.

Quindi, il sindacato non ha fatto altro che firmare ciò che l’azienda aveva già deciso da tempo di dare ai lavoratori, senza alcuna negoziazione e senza alcuna clausola effettiva di salvaguardia… viene quasi da pensare che si erano accordati segretamente, a beneficio di un ritorno d’immagine da entrambi le parti?
Nel corso delle manifestazioni organizzate dalla stessa Slc – Cgil, quest’ultima ha anche sponsorizzato, durante scioperi , magliette e cartelli con scritto “mamma in vendita”, questo vuol dire che il sindacato aveva verificato l’enorme percentuale di lavoratrici madri impattate da questa operazione senza tuttavia attuare alcun intervento per limitarne la portata. C’è da precisare che sono lavoratrici madri e non semplicemente donne, perché nei call center purtroppo la percentuale di presenza femminile è molto alta, diverso è il discorso delle lavoratrici madri.
In particolare per il territorio di Milano, nella causa in corso, le lavoratrici madri hanno chiesto l’intervento della consigliera regionale di parità che è intervenuta in giudizio con 2 suoi avvocati poiché nelle sue analisi preliminari ravvisò forti elementi di discriminazione nei confronti delle lavoratrici madri, molte delle quali erano appena rientrate in Vodafone dalla maternità e esternalizzate subito dopo. Nel suo ricorso dichiarò che in base ai dati in suo possesso, il numero delle lavoratrici madri in Vodafone, sul territorio di Milano, era fortemente diminuito dopo l’operazione di cessione.

La consigliera regionale, Sig.ra Maria Teresa Coppo Gavazzi é stata estromessa dal processo per un vizio di forma.

Nei giorni dell’intervento in giudizio della Consigliera, parliamo di Settembre-Ottobre 2009, Vodafone lancia e pubblicizza un progetto chiamato Monica che avrebbe la finalità di tutelare le neomamme e le mamme in attesa che si trovino in condizioni di difficoltà. La coincidenza temporale é scandalosa.

L’attività per la quali sono stati ceduti è stata tolta da subito, quindi della professionalità, tanto decantata all’atto dell’esternalizzazione, la nuova azienda non sa cosa farsene, era solo uno specchietto per le allodole usato dai dirigenti per mantenere la calma fra i dipendenti.

I dipendenti hanno più volte richiesto l’intervento del Sindacato pregandolo di fare qualcosa prima che fosse troppo tardi, prima di fare la fine di Wind, Eutelia, Telepost, ecc ecc ecc… ma nulla è stato fatto.
Voglio riportare una mail che mi è giunta da una dipendente ceduta, la dipendente che mi ha indirizzato sulle informazioni che ho riportato, voglio farvela leggere per farvi capire il loro stato d’animo e per chiedervi di dare loro voce, non lasciateli soli:
“Ciao Helene grazie per l’abbraccio resistente…lo apprezzo molto, anche tutto il lavoro che stai facendo per aiutarci a dare voce alla nostra situazione.

Troverai dei punti in più su ciò che hai scritto. Il fatto che vi siate presi carico di questa situazione e finalmente qualcuno ha avuto tanta pazienza da scrivere un articolo VERO senza bugie, ci riempie di gioia e finalmente non ci sentiamo più tanto soli.
Grazie ancora e se ho azzardato un po’ troppo scusa la mia veemenza ma le ferite che mi porto dietro da 3 anni sono difficili da far sparire. Io sono stata assunta in Vodafone nel 1996 praticamente allo start up della nuova società di telefonia che si chiamava Omnitel e faceva concorrenza alla Tim. Ho lavorato sodo, ho dato il cuore e l’anima perché ti facevano sentire parte di una grande famiglia, parte di un progetto bellissimo che aveva un motto :”quello che facciamo oggi gli altri lo faranno domani”.
Tutti i diritti acquisti con gli anni sono stato il frutto di un lavoro duro, di un lavoro di persone giovanissime che volevano fare grande un’azienda nuova, che contrastava un monopolio. E poi quando l’azienda è diventata grande, quando sono arrivati gli azionisti Esteri, quando il pensiero era solo guadagnare di più… ci hanno cacciato..il contratto a tempo indeterminato non valeva più. Forse è difficile capire la delusione, ma avevo 25 anni, un lavoro ottimo e ci credevo. Oggi voglio solo la giustizia, la verità
grazie per quello che fate, a te un grazie speciale.
Ceduta"

Helene Benedetti

domenica 21 novembre 2010

Comunicato nazionale - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC-CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

Roma, 17 novembre 2010

Il Coordinamento nazionale delle RSU SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL di Comdata Care, riunitosi a Roma il giorno 17 novembre, unitamente alle Segreterie nazionali e territoriali, esprime forte preoccupazione per le scelte operate in queste settimane dall’azienda. Pur ribadendo di non essere pregiudizialmente contrari all’ingresso in Comdata Care di altri committenti, le Segreterie Nazionali ed il Coordinamento ritengono che ciò debba avvenire nella piena trasparenza e nel rispetto degli accordi in atto. Quanto avvenuto nelle ultime settimane nelle sedi di Roma e Milano non risponde né a criteri di chiarezza e trasparenza né, cosa importante, può essere visto come un effettivo rafforzamento dell’azienda Comdata Care attraverso l’acquisizione di nuove commesse. Le commesse che dovrebbero lavorare i colleghi di Milano sono a tutti gli effetti commesse di Comdata SPA che verrebbero lavorate dai colleghi in regime di distacco; altrettanto poco chiaro è il motivo per il quale si continua a togliere postazioni di lavoro dalla sede di Roma.
Queste azioni non fanno altro che aumentare la confusione e l’incertezza fra i lavoratori.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL chiedono che il management aziendale dia garanzie sul mantenimento del perimetro occupazionale e, cosa non secondaria, del perimetro fisico attuale dell’azienda. Da questi impegni imprescindibili Comdata Care deve partire per costruire un Piano industriale credibile e coerente.
Operazioni di ottimizzazione dei costi operativi devono avvenire nel pieno rispetto della dislocazione geografica attuale delle sedi Comdata Care e, soprattutto, della professionalità dei lavoratori.
Le scriventi Segreterie Nazionali ed il Coordinamento delle RSU chiedono un incontro urgente con l’azienda per verificarne le reali volontà e ritengono indispensabile calendarizzare, in tempi brevi, un aggiornamento del Tavolo Triangolare con Vodafone al fine di verificare lo stato dei rapporti con il committente anche alla luce delle ultime novità.

Le Segreterie Nazionali SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL

TELECOM : UTILI NETTI DOPO GLI ACCORDI SU AMMORTIZZATORI SOCIALI

Ciao a tutti,

di seguito un comunicato Cobas che vi invitiamo a leggere riguardante cio' che è da poco accaduto all'interno dell'azienda Telecom, giusto per meglio inquadrare la nostra situazione di dipendenti Comdata Care all'interno del mondo delle Telecomunicazioni a cui apparteniamo.

COORDINAMENTO COBAS COMDATA CARE


VERGOGNA!!

Telecom Italia continua a macinare utili sulle spalle di lavoratori e cittadini.
Appena incassato il REGALO di 3900 mobilità cosiddette volontarie (sottoscritte dalle OO.SS. CGIL-CISL-UIL-UGL-SNATER) e 29000 contratti di solidarietà +il rinnovo dei 1000 CdS del D.A. + 2343 CdS in SSC (sottoscritti da CGIL-CISL-UIL), Telecom Italia ha annunciato alla comunità finanziaria la decisa crescita degli utili aziendali.
E’ semplicemente scandaloso che un’azienda come Telecom Italia possa sfacciatamente aumentare i propri utili saccheggiando le CASSE PUBBLICHE e taglieggiando le retribuzioni dei propri dipendenti.
Ancora più scandaloso che ciò avvenga con il patrocinio del Governo, che dovrebbe vigilare affinché a beneficiare degli stanziamenti pubblici per gli ammortizzatori sociali siano le tante aziende e i tanti lavoratori che a seguito della crisi economica rischiano seriamente di collassare, oppure affinché tali fondi siano spesi in favore dei tanti lavoratori precari e/o disoccupati privi di un reddito sufficiente utile a sostenere se stessi e le
loro famiglie.
Ma è ancora più rivoltante che ciò sia possibile grazie alla complice acquiescenza delle OO.SS. firmatarie degli accordi per la mobilità cosiddetta volontaria e i contratti di solidarietà.
Grazie a tale operazione Telecom Italia risparmierà ogni anno oltre 200 milioni di euro.
Una cifra enorme che graverà sulle casse dell’INPS e sulle tasche dei lavoratori e delle lavoratrici in solidarietà, che servirà ad INGRASSARE ulteriormente, nel 2011 e 2012, i DIVIDENDI AGLI AZIONISITI E RETRIBUZIONI, PREMI, BUONUSCITE ELARGITE ALLA CASTA, I MANAGER E DIRIGENTI DELLA NOSTRA AZIENDA.
Sono oltre 10 anni che la categoria assiste impotente a tale saccheggio.
Bisogna impedire danni ulteriori. Invitiamo, per questo tutti e tutte a dare tempestivamente DISDETTA da tutte quelle organizzazioni sindacali che hanno deciso di fare tale regalo alla CASTA, in cambio di privilegi e
clientele in favore delle proprie strutture, per revocargli definitivamente il mandato a trattare.

COBAS TELECOM

lunedì 15 novembre 2010

L’autunno caldo di Comdata Care

Un saluto a tutti.


Come noto, le assemblee sindacali che si sono svolte nella sede di Comdata Care il 2 novembre 2010 hanno visto emergere la decisione della stragrande maggioranza dei lavoratori di non dare mandato alla propria delegazione (rsu e Slc-Cgil di Milano) a negoziare con la direzione aziendale un accordo riguardante la chiusura del sito Comdata Care, lo spostamento di tutti i lavoratori nella sede di Comdata S.p.A e l’impiego degli stessi su altre commesse gestite da Comdata S.p.A, con l’utilizzo della formula del distacco.

I Lavoratori di quella sede hanno espresso un NO deciso e importante ad uno scenario occupazionale ancora più precario di quello attuale.
L’Azienda Comdata Care infatti non avrebbe più sul sito di Milano alcuna commessa; cesserebbe di fatto di esistere una sede aziendale di Comdata Care Spa nata contestualmente alla cessione e formata da lavoratori all’epoca definiti specialisti nel gestire ben definite attivita’ di Vodafone, attivita’ e lavoratori a suo tempo individuati come ramo autonomo, proprio per poterli esternalizzare.

E quel lavoro specializzato? Che fine dovrebbe fare?
I lavoratori di Milano hanno scelto di considerare, come recita il comunicato della loro RSU il mantenimento dell’attività attuale prioritaria, rispetto a tutte le altre considerazioni.
I lavoratori di Milano hanno scelto di tornare a lottare, mettendo in atto tutte le iniziative sindacali e legali atte ad impedire che quest’ulteriore scempio delle loro vite lavorative venga compiuto, e sulla sede i rappresentanti sindacali hanno avviato lo stato di agitazione.

E nelle altre sedi?
Si potrebbe commettere l’errore di sentirsi dispiaciuti per i colleghi e pero’ starsene buoni perche’, almeno per ora, non e’ toccata a noi; si potrebbe commettere l’errore di pensarsi e mostrarsi solidali con la lotta
di questi colleghi, ritenendo pero’ appunto che si tratti della loro lotta:
sarebbero atteggiamenti e pensieri errati e poco lungimiranti.

In questo momento deve essere chiaro a tutti che e’ in discussione il NOSTRO posto di lavoro, che e’ necessario agire per difendere il NOSTRO posto di lavoro, per far sentire moltiplicato in tutte le sedi quel
fondamentale NO!

La chiusura della commessa Vodafone su Milano e’ l’ennesimo passo compiuto nella direzione del definitivo smantellamento del nostro posto di lavoro, e’ l’ennesimo pesante colpo inflitto alle residue speranze di mantenerlo: lo frazionano e lo portano via pezzo dopo pezzo, prendendoci a piccoli gruppi per renderci meno forti sperando e/o confidando nella mancanza di coesione.

E’ facile per l’Azienda immaginare e pensare che i lavoratori non direttamente toccati da questa decisione abbiano paura e scelgano l’immobilismo, e’ verosimile per l’Azienda confidare nel fatto che staremo bravi e tranquilli perche’ molti lavoratori ormai mettono in conto la fine di questo lavoro e hanno fatto propria la convinzione che siamo a termine, se va bene con data scadenza 2014, e che quindi ogni giorno che passa e’ un giorno guadagnato e che percio’ e’ meglio rimanere passivi anziche’ agitarsi perche’ il destino e’ segnato…

Ebbene noi pensiamo che aver perso il posto in Vodafone, aver perso la tranquillita’ lavorativa e di vita e aver perso salario sia gia’ abbastanza.
Non e’ piu’ tempo di continuare a pensare che si debba accettare qualunque cosa purche’ duri per un giorno, un mese o un anno in piu’ questo nuovo lavoro con condizioni tanto diverse e peggiori, non e’ piu’ tempo di continuare a pensare che non si possa provare ad arrestare questo processo di degrado e impoverimento. Non dobbiamo fare a nessuno il favore di morire lentamente e in silenzio, senza dare disturbo.

Questo Coordinamento COBAS Comdata Care non intende lasciar fare, ed e` per questo motivo che in concomitanza con gli eventi di Milano e Roma decidiamo di aprire nei confronti dell’Azienda le procedure di raffreddamento per una mobilitazione nazionale su tutte le sedi di Comdata Care.

Contestualmente avvieremo la richiesta di un tavolo di confronto presso il ministero del lavoro al fine di ridiscutere tutta la cessione Vodafone alla luce di questi nuovi sviluppi e di un tanto palese depauperamento del lavoro a soli tre anni dall’esternalizzazione.

In tutte le sedi in cui e` presente un COBAS avrete attraverso quei vostri riferimenti consueti aggiornamenti circa le evoluzioni della vicenda e le mobilitazioni messe in atto, per le altre sedi restiamo a disposizione di chi volesse contattarci anche attraverso quest’indirizzo di posta elettronica.

 Coordinamento Cobas Comdata Care

venerdì 12 novembre 2010

Incontro RSU-HR su postazioni dismesse

Buongiorno a tutti,

in data 5 novembre la RSU romana di Comdata Care si è incontrata con l'azienda per avere chiarimenti in merito alla situazione creatasi il 3 novembre circa la comunicazione della dismissione delle postazional secondo piano.
L'azienda ha informato la RSU che si tratta di 40 postazioni che saranno spostate nella sede Comdata Spa di Lecce.
Tale trasferimento, a detta dell'azienda, è da addebitarsi esclusivamente all'elevato costo di gestione (ed è già il secondo caso, vedi la chiusura della sede di Milano) che le postazioni inutilizzate producono.
La RSU ha chiesto di sapere se tale spostamento genera delle entrate riscontrabili a bilancio: Comdata Spa pagherà tali postazioni a Comdata Care, oppure non è previsto alcun esborso ed è forse plausibile immaginare uno sgravio sull'affitto del nostro stabile, che non viene pagato da tempo? A tale quesito l'azienda si è impegnata a fornirci un riscontro.
Ci teniamo fermamente a precisare che il fatto di avere un introito monetario da tale operazione non rende comunque giustificabile lo spostamento, ma se non altro si potrà vantare una voce in attivo nel nostro bilancio poco edificante.
Le postazioni spostate a Lecce veranno utilizzate per la gestione inbound e backoffice 190 e ci è stato comunicato che le attività di credito tolte da Milano non verranno passate a Lecce ed è ancora da definire l'eventuale redistribuzione delle stesse in altri siti.
Altro tema correlato affrontato, e di primaria importanza, è qello legato al numero di position disponibili in relazione al numero di lavoratori in operativo. Secondo l'azienda le postazioni sono commisurate alla media del personale in operativo considerando anche la percentuale di assenza giornaliera (sono state aggiunte 5
postazioni in sala formazione che ci è stato comunicato essere già cablate ed utilizzabili mentre questa mattina abbiamo potuto verificare essere mancanti di telefoni e strong).
Come RSU troviamo quantomeno singolare che l'azienda focalizzi negativamente il dato delle assenze quando si parla di produttività e qualità, mentre lo prende in considerazione a suo "vantaggio" quando si tratta di smantellare 40 position.
La nostra domanda è: e se il dato delle assenze dovesse tendere a ridimensionarsi, le persone dove troverebbero posto? Ci troveremmo a guardare fuori dalla finestra....
Tale supposizione ha avuto conferma nella giornata di oggi 8 novembre dove addirittura l'azienda è ricorsa in extremis ad una riunione di team per poter liberare delle postazioni e consentire, quindi, ai lavoratori che sono rimasti in piedi, di svolgere la propria regolare attività.
Ci sentiamo di dire che siamo alle comiche finali!
Addirittura, adesso, è l'azienda ad inficiare la nostra produttività non consentendoci di svolgere regolarmente il nostro lavoro!!!!
Non soltanto a noi rep ma anche ai tl in quanto per liberare delle position si sono trovati costretti a non poter lavorare loro o ad essere in più persone su un unico pc!
Ricordiamo, inoltre, all'azienda che esistono delle distanze di sicurezza previste tra una postazione di lavoro e l'altra e per il passaggio nei corridoi!
Conseguentemente a questa situazione è da prendere in seria considerazione la turnistica.
Siamo state informate che i turni verranno emessi tenendo conto delle postazioni/presenze, visto che la fascia oraria più critica è 12-13 e coincide con tutti i turni part-time e full-time di chi ha un orario mattutino o centrale. A seguito di ciò, potranno essere rimodulati i turni full time (i part time hanno delle fasce orarie
contrattualizzate che non possono prevedere variazioni) per evitare troppa concentrazione in quella fascia oraria.
E' ovvio che l'azienda ha facoltà di gestire la turnistica in modo tale da garantire la copertura di tutta la giornata ma abbiamo richiesto che, oltre ad assegnare più turni pomeridiani, per venire anche incontro ai lavoratori venga presa nuovamente in considerazione la possibilità di avere turni per i full time a partire dalle 8 di mattina (visto anche che i contatti outbound possono essere fatti a partire da quell'orario). Sicuramente la fascia oraria critica non subirebbe sostanziali modifiche, ma diminuirebbe l'arco temporale di "parcheggio" in position temporanee.
In merito a quest'ultimo tema vi invitiamo a metterci al corrente di eventuali anomalie che doveste riscontrare sulla prossima turnistica in emissione lunedì 8 novembre e chiediamo all'azienda di rispettare le direttive comunicate circa gli orari del reparto credito (8 - 20 e 8 - 16 il sabato) e quindi a non richiedere in futuro ai lavoratori di fare un turno che preveda l'uscita dopo le ore 20 (anche se solo su base volontaria).
A margine di questi temi abbiamo affrontato altri argomenti che vi illustriamo brevemente:

- la frequente loggatura: è legata esclusivamente ad un alto volume di service order sul mondo consumer e small business e non è correlata con la chiusura della commessa Vodafone a Milano.

- sicurezza sul lavoro: abbiamo richiesto nuovamente che venga fatta la prova di evacuazione in caso di emergenza e che vengano nominati gli addetti all'emergenza (ed aggiornati i pannelli informativi presenti nei locali aziendali).

- manutenzione interna: è stata richiesta la sistemazione dei pannelli mancanti nel soffitto del terzo piano e la riparazione della porta di ingresso al bagno degli uomini sempre al terzo piano.

Come RSU di Roma aspettiamo risposte concrete dall'azienda in merito a questi temi, ma principalmente sulle nostre garanzie occupazionali future. Mai come oggi ci sentiamo privati della nostra sedia e ci auguriamo che, oltre alla rigidità annunciata per chi viola le norme aziendali (vedi fotocopie e stampe personali, internet, pause), l'azienda si adoperi concretamente per non sfiduciare ulteriormente i lavoratori.
Ci teniamo anche a ribadire la nostra più ferma solidarietà ai colleghi di Milano che oltre a non avere più la sedia, non hanno più nè la commessa per la quale sono stati coattamente ceduti (unica garanzia occupazionale reale), nè una prospettiva di lavoro futuro.

RSU Comdata Care Roma

COMUNICATO SINDACALE Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

Roma, 9 Novembre 2010


Il giorno 5 Novembre si è svolta la prima riunione della Commissione Paritetica per il Premio di Risultato prevista nell’accordo del 9/9/2010, presso la sede di Comdata SpA a Milano.
Dopo lungo esame dei dati relativi a produttività, qualità ed assenteismo, si è pervenuti alle seguenti conclusioni.
E’ evidente il trend positivo su tutti e 3 i parametri suddetti.
I dati relativi al trimestre Luglio/Settembre saranno pubblicati nei prossimi giorni.
Da essi risulta tuttavia che per conseguire il target di produttività fissato per il primo semestre (5,2 Ue/h) è necessario uno sforzo maggiore da parte di ciascun lavoratore nel velocizzare la gestione delle attività: attorno al 0,8/0,9 Ue/h. Questo sforzo, di consistenza minima ma imprescindibile, va attuato da subito in quanto il target di 5,2 Ue/h non va solo raggiunto ma consolidato per un periodo di tempo apprezzabile, per compensare il mancato raggiungimento nel periodo in cui non era stato ancora siglato l’accordo.
Per dare puntuale riscontro dei maggiori sforzi, i dati relativi ad ogni mese per il parametro di produttività e assenteismo saranno pubblicati entro il 20 del mese successivo.
Inoltre per accrescere la percezione dell’incidenza del proprio lavoro sul fatturato, si implementeranno modalità che permettano di dare visione del prodotto finito compiuto (Ue/h), per ogni singola attività/sede. Tale indicazione si affianca a quella attuale che, ricordiamo, fornisce evidenza dell’intero gestito, ma non dà visione della quantità di prodotto finito: l’unico che determina il fatturato.
La qualità è anch’essa buona (ottima per il mercato Business). Di essa, ricavata come proporzione tra la somma algebrica di bonus/malus ed il fatturato per singolo mercato, verrà data evidenza trimestralmente per la difficoltà di estrapolare il dato preciso mensilmente.
Per l’assenteismo per malattia, i dati evidenziano un netto calo su quasi tutte le sedi, che tuttavia necessita di trovare conferma nei mesi successivi. Restano migliorabili i livelli di presenza complessiva.
Su sollecitazione delle OO.SS. l’azienda ha ribadito di voler rendere partecipe del PDR, il personale distaccato su altre commesse (Fastweb, E.On, Edison). Saranno oggetto di successivi approfondimenti i target per tali commesse, a maggior ragione per quelle in fase di start up.

Per l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 10% sul lavoro straordinario con efficacia retroattiva, di cui alla Risoluzione 83 dell’Agenzia delle Entrate e delle circolari congiunte 47/E e 48/E, l’azienda, su specifica richiesta delle OO.SS., ha confermato di aver già svolto riunioni per lo studio, tuttora in corso, della questione.
Le OO.SS. giudicano positivamente la condivisa necessità che il lavoratore sia reso partecipe dell’incremento della produttività, mediante modalità chiare e trasparenti di comunicazione dei dati. Ritengono che il trend positivo costituisca chiaro segnale della risposta responsabile della maggioranza dei lavoratori alla situazione difficile dell’azienda. Consapevoli che il trend positivo debba ricevere conferma nei mesi successivi e debba essere punto di partenza per un imprescindibile e costante miglioramento, credono fermamente che i lavoratori sapranno dimostrare di poter raggiungere i target prefissati. Al pari ritengono che l’azienda dimostrerà, se i target saranno raggiunti, la propria disponibilità a riaprire un tavolo di trattativa sull’accordo normativo di secondo livello.

Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Componenti SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
Commissione Paritetica PdR Comdata Care

Comdata Care: garantire la commessa Vodafone!

segreteria@ugltelecomunicazioni.it http://www.ugltelecomunicazioni.it/

La notizia dello spostamento della sede di Milano non ha di certo contribuito a rasserenare il clima lavorativo in Comdata Care.
La gestione logistica delle sedi è sicuramente di competenza aziendale, ma  nel momento in cui viene tolta la commessa Vodafone ai Lavoratori di Milano  a seguito di questo spostamento, il problema torna ad essere al centro dell’attenzione sindacale. Se poi nella nuova sede non fossero del tutto rispettati i parametri igienico ambientali, il problema sarebbe ancora maggiore.
UGL Telecomunicazioni ritiene doveroso che la direzione aziendale convochi le Segreterie Nazionali delle OO.SS. per esporre il Piano Industriale (qualora ve ne sia uno…) di Comdata Care, quanto meno per fornire delucidazioni sugli effettivi volumi della commessa Vodafone e per spiegare su quali centri verrà ripartito il lavoro svolto sino a pochi giorni fa dagli operatori di Milano.
Durante la trattativa sul PdR, Comdata Care aveva espresso alle OO.SS. la volontà di aprire un nuovo ciclo di Relazioni Industriali: sicuramente il mancato coinvolgimento dei Rappresentanti dei Lavoratori, anche su questo ennesimo atto unilaterale, non è il segnale che ci saremmo aspettati dall’Azienda.
La scrivente O.S. continua a ritenere che le problematiche attuali sono il conseguente seguito all’Accordo del 25 ottobre 2007 (non siglato da UGL Telecomunicazioni), che non offre garanzie ai lavoratori sui futuri livelli
occupazionali.
Riteniamo che l’acquisizione di nuove commesse sia un fatto positivo per un’Azienda di outsourcing, a patto che ciò non avvenga a discapito dei volumi di traffico della commessa Vodafone, che sono l’unica reale garanzia della tenuta occupazionale di Comdata Care.
UGL Telecomunicazioni è disponibile a qualsiasi incontro con l’Azienda per aprire un confronto su questa vicenda, auspicando un pieno coinvolgimento delle RSU e dei Lavoratori, che da tempo vedono quotidianamente depauperate le proprie professionalità.

Roma 09/11/2010 La Segreteria Nazionale

Comunicato sindacale - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC CGIL

Buonasera a tutte le colleghe e a tutti i colleghi,

è ormai noto che l’Azienda ha deciso di chiudere la sede di Comdata Care sita in via Bisceglie a Milano e di spostare tutti i dipendenti nella sede di Comdata Spa in via Kuliscioff. Inoltre, la direzione aziendale ha comunicato ai colleghi milanesi che non svolgeranno più attività Vodafone, ma verranno assegnati su altre commesse, già di Comdata Spa, ossia E.On Energia ed Edison, impiegando la formula del distacco.
Lo scorso martedì 2 novembre a Milano si sono svolte le assemblee sindacali, al termine delle quali la Slc Cgil e le Rsu di Milano hanno aperto lo stato di agitazione e preannunciato azioni di lotta.
Come Comitato degli Iscritti Slc Cgil di Roma, esprimiamo la nostra totale solidarietà alle colleghe e ai colleghi di Milano, dichiarandoci pronti a sostenerli in tutte le azioni di lotta che si riterrà opportuno intraprendere.
Siamo fortemente preoccupati per quanto sta accadendo a Milano, oltre che per quanto l’Azienda ha comunicato a Roma il pomeriggio di mercoledì 3 novembre u.s., in merito alle 40 postazioni del credito, al secondo piano, che verranno fisicamente trasferite a Lecce, perché inutilizzate da noi. 
L’Azienda ha giustificato anche a Roma questa operazione con motivazioni economiche, ma restano forti le nostre perplessità. E’ per noi inevitabile, infatti, collegare la notizia con quanto accade a Milano e chiederci, ad esempio, se le attività del credito, ora gestite a Milano, saranno spostate proprio a Lecce…
Per questo motivo, per quanto di nostra competenza, abbiamo già messo al corrente la Segreteria Territoriale e Nazionale della Slc Cgil. Nei prossimi giorni Vi informeremo sulle decisioni che verranno intraprese in queste vicende.
In questo contesto, non possiamo esimerci dal fare alcune precisazioni in merito a certe dichiarazioni che continuano a circolare.
Qualcuno sostiene che la firma di un accordo sul PdR con Comdata Care può incidere negativamente sulle azioni legali che sono state intraprese a Roma contro la Vodafone. Si dichiara che addirittura alcuni “legali” avrebbero sostenuto questa teoria.
Ci teniamo a precisare che alcuni lavoratori, nel leggere nuovamente questa notizia, hanno personalmente contattato l’avvocato che segue le cause di buona parte dei dipendenti di Roma il quale ha, invece, dichiarato che l'eventuale accordo sul PdR “non può in nessun caso modificare o influenzare il risultato delle cause”.
Invitiamo, pertanto, tutte le colleghe ed i colleghi che hanno intrapreso l’azione legale contro Vodafone *a contattare personalmente l’avvocato che li segue, per avere le dovute e corrette informazioni *e a non dare credito alle affermazioni di persone non preparate giuridicamente.

Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

giovedì 4 novembre 2010

Commessa Vodafone a Milano

Ciao a tutti,

in data 28 ottobre si è svolto un incontro tra la RSU di Roma e HR relativamente alla situazione creatasi nella sede di Milano.
L'azienda ha ufficiamente comunicato che la commessa Vodafone è stata tolta dalla sede Comdata Care di Milano, ed i lavoratori saranno occupati su due commesse diverse di Comdata Spa (Eon energetico ed Edison, più specificatamente in attività di credito e di back office).
Tale decisione è stata motivata dall'azienda principalmente a causa dei costi di gestione dell'edificio che ospitava la sede Comdata Care, in quanto troppo onerosi ed anche dalla difficoltà economica di cablare tutta la rete Vodafone in un altro sito; i lavoratori verranno ospitati in uno stabile vicino (i colleghi milanesi ci riferiscono decisamente non in buone condizioni), già sede di Comdata Spa.
Lo spostamento sarà graduale, ed inizierà intorno a metà novembre con il passaggio dei colleghi che gestivano il Credito, per passare poi alle altre attività.
Tutte le attività verranno redistribuite in altri sedi, ma al momento l'azienda non sa dirci specificatamente quali e se su sedi Comdata o Comdata Care, ma esclude che vengano ridistribuite attività di Milano sulla sede Comdata Care di Roma.

A noi sembra quantomeno insolito che tale decisione sia stata presa all'indomani della sentenza negativa del giudice sulla causa milanese contro la cessione (causa peraltro avanzata dalla CGIL, che prima firma la nostra cessione, poi fa azione legale contro Vodafone ed infine perde pure la causa...)!
Vorremmo rassicurarvi comunque su questo punto in quanto I NOSTRI LEGALI SONO FIDUCIOSI SULL'ESITO DELLE NOSTRE VERTENZE, ANCHE IN CONSIDERAZIONE DEL FATTO CHE IL NOSTRO RICORSO VERTE SU TEMI DIVERSI DA QUELLI DEPOSITATI A MILANO. Questa vicenda di Milano poi, in cui lavoratori ceduti in quanto specialisti nelle proprie attività lavorative si ritrovano dopo pochi anni a occuparsi di tutt'altro, dà ennesima riprova del fatto che la presunta Cessione di Ramo d'Azienda effettuata da Vodafone nei fatti si è dimostrata un mero e maldestro tentativo di mascherare passaggio di lavoro verso Comdata in cambio della possibilità per Vodafone di sbarazzarsi di personale scomodo e/o costoso. Se poi si dovesse giungere con Vodafone al rinnovo della commessa oltre la scadenza del 2014, ci chiediamo, che garanzie occupazionali possono avere questi colleghi?
Inoltre riteniamo doveroso considerare anche che i lavoratori oggetto di questo spostamento molto probabilmente perderanno gran parte del già esiguo PdR, firmato e ratificato da tutte le sedi, ad eccezione di Comdata Care Roma. HR su nostra domanda specifica a riguardo ha testualmente commentato "prenderanno la quota minima sindacale del Premio".
A tal proposito, visto che nell'ultima assemblea rappresentanti Cisl e Cgil hanno ribadito che l'eventuale firma sul PdR non avrebbe in alcun modo inciso negativamente sulle azioni legali che stiamo intraprendendo, contattando i nostri legali abbiamo nuovamente ricevuto parere esattamente opposto.
Aver firmato e ratificato un Premio di Risultato può essere utilizzato da Vodafone a nostro sfavore.

Concludiamo con un'ultima, fondamentale, considerazione: la sede di Milano, al contrario di quella di Roma, vista a detta dell'azienda come la pecora nera di tutta Comdata Care, si è sempre caratterizzata per lavoratori produttivi e per delegati sindacali che hanno firmato e sostenuto ogni tipo di accordo, ultimo dei quali proprio quello sul PdR che i colleghi di Milano hanno in stragrande maggioranza approvato.
Nonostante ciò la prima sede ad essere stata colpita da un fatto grave è stata proprio quella di Milano a riprova del fatto che, indipendentemente dal nostro operato, siamo tutti soggetti alle decisioni aziendali e che pertanto dobbiamo cercare di essere compatti, come finora, nel portare avanti le nostre convinzioni e rivendicazioni e non lasciare nulla di intentato.

RSU COMDATA CARE ROMA

martedì 5 ottobre 2010

Detassazione STRAORDINARI

Buongiorno a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori,

l'Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 83/E del 17 agosto 2010 ha specificato i requisiti e i limiti previsti per la tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 10%, sulle somme erogate ai lavoratori dipendenti.
Nella risoluzione l'argomento principale era il regime agevolato per il lavoro notturno, tuttavia la risoluzione ha avviato un generale ripensamento dell'Agenzia sulla tassazione agevolata.
Sebbene la norma che lo prevedeva (art. 2, comma 1 lett. c del d.l. 93/2008) sia stata abrogata dall'art. 5 del d.l. 185/2008, a seguito di una nota congiunta, l'Agenzia delle Entrate ed il Ministero del Lavoro (prot.2010/134950), hanno chiarito che può beneficiare dell'imposta sostitutiva anche tutto il LAVORO STRAORDINARIO E SUPPLEMENTARE, PURCHE' SUSSISTA UN VINCOLO DI CORRELAZIONE CON I PARAMETRI DI PRODUTTIVITA'.
L'interpretazione è retroattiva, pertanto applicabile anche per le retribuzioni riferite ad anni passati (2008 e 2009) in cui è stata effettuata la tassazione ordinaria anzichè l'imposta sostitutiva del 10%.
Stiamo verificando la possibilità di beneficiare di tale detassazione, ossia se le somme sinora erogate possano ritenersi connesse ad un incremento della produttività.
L'Agenzia, recependo una proposta avanzata da CISL, ha emanato il 27/9 la circolare 48/E, in cui specifica che il datore di lavoro dovrà indicare nel CUD/2011 le somme che andavano assoggettate ad imposta sostitutiva ed il dipendente potrà recuperare il proprio credito mediante la dichiarazione dei redditi da presentare nel 2011.
Sarà nostra cura informarvi degli ulteriori sviluppi.

La Segreteria Territoriale Fistel-Cisl

giovedì 30 settembre 2010

PdR: alcune considerazioni

UGL Telecomunicazioni e le RSU ad essa aderente hanno partecipato alla trattativa per l’istituzione del premio di risultato con la direzione aziendale di Comdata Care, con la consapevolezza che i Lavoratori dell’unità produttiva di Roma, interpellati in assemblea congiuntamente alla RSU, avevano dato chiaro mandato alla non firma dell’accordo.
La scrivente O.S, in occasione delle elezioni RSU svolte la scorsa primavera, si è presentata come un sindacato il cui scopo è quello di recuperare il rapporto con i Lavoratori, delusi dalle precedenti politiche sindacali e seguendo, a seconda delle circostanze, una politica di protesta o di proposta, ma che in entrambi i casi sarebbe stata portata avanti seguendo il volere della maggioranza dei Lavoratori.
Dal momento che l’Accordo Interconfederale del 15 aprile 2009, così come quello del 23 luglio 1993, prevede che la contrattazione di 2° livello può svolgersi sia a livello aziendale (in questo caso la maggioranza dei Lavoratori va calcolata a livello nazionale) che a livello territoriale (in questo caso la maggioranza dei Lavoratori va calcolata a livello di unità produttiva), UGL Telecomunicazioni ha chiesto all’azienda di scegliere questa seconda possibilità, in modo che poteva essere rispettata anche la volontà di una minoranza non trascurabile (ricordiamo che a Roma, in occasione del referendum, oltre il 75% dei Lavoratori ha bocciato l’accordo).
Si è quindi arrivati al risultato che sia l’Azienda che le altre OO.SS firmatarie dell’accordo si sono “rimpallate” a vicenda la responsabilità di aver posto un veto su questa ipotesi di percorso….
Per quanto riguarda l’ orientamento sull’utilizzo della rilevazione biometrica, a fronte del reclamo formulato dalla ns Organizzazione, rimaniamo in attesa del prossimo pronunciamento del Garante.

Roma 20 settembre 2010
 
La Segreteria Nazionale

mercoledì 22 settembre 2010

Cessioni in Wind: ecco come si sono comportati cgil, cisl e uil

Ciao,

durante le assemblee convocate da cgil, cisl e uil il 15 settembre per la presentazione del PdR che si è votato il 16, i rappresentanti nazionali di slc-cgil (Renato Saccone) e di fistel-cisl (Alessandro Faraoni) si sono vantati di non aver firmato alcun accordo sulla cessione di ramo d'azienda per i lavoratori Wind di Sesto San
Giovanni, ceduti a Omnia Service Center prima e Almaviva poi. Durante l'assemblea del pomeriggio, come i colleghi che vi hanno partecipato sanno, ricordandomi un paio di accordi firmati in Wind e inerenti questi fatti, mi sono presa l'impegno con tutti i colleghi di diffondere tali accordi firmati da slc e fistel, allo scopo di rendere nota la vicenda, per molti versi simile alla nostra, dei lavoratori Wind ceduti e impedire che, ancora una volta approfittando dell'ignoranza delle persone, questi individui possano stravolgere la realtà adattandola ai propri scopi.
Di seguito, a grandi linee, la cronostoria di quanto accaduto ai colleghi di Wind:

- Marzo 2007: circa 275 dipendenti Wind del call center di Sesto San Giovanni vengono ceduti a Omnia Service Center. _Slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil intenzionati a fare un accordo sindacale sulla cessione non arriveranno mai a sottoscriverlo in quanto vengono letteralmente cacciati a malo mado dai lavoratori nelle assemblee di Sesto San Giovanni.

- Aprile 2007/Dicembre 2007: partono le cause legali dei dipendenti Wind ceduti e si aprono procedure di raffreddamento sia a livello locale (Milano) che nazionale. A Ottobre, in piena procedura di raffreddamento prima e scioperi poi, Wind e slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil firmano un accordo sulle relazioni industriali (ci sono le firme anche dei personaggi comparsi nelle nostre assemblee) che prevede 40.000 ore l'anno di permessi sindacali retribuiti da Wind!!!In pratica cgil, cisl e uil possono distaccare circa 20 persone l'anno
a spese di Wind!!!

- Dicembre 2007 c'è l'accordo tra Wind e slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil per il trasferimento da Milano a Roma di qualche centinaio di dipendenti. Grazie a questa operazione Wind, in due anni, si è sbarazzata di un buon numero di persone che, impossibilitate a trasferirsi, si sono viste costrette man, mano a dimettersi.

- 2008/2009 Omnia Service Center, a solo due anni dalla cessione Wind, va in fallimento: i tfr dei dipendenti ceduti restano in azienda che, essendo fallita, non li risarcisce. I dipendenti ex Wind restano parecchi mesi senza stipendio, pur continuando a lavorare. Arriva l'accordo per la cassa integrazione. I dipendenti si chiudono dentro il call center iniziando ad occuparlo ad oltranza.

- Gennaio 2010. Santoro ad "Anno zero" si occupa di questa vicenda di Sesto San Giovanni. Il 29 gennaio 2010 arriva l'accordo, che qui riporto in allegato, tra Wind e slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil.
Tale accordo ricolloca il personale ex Wind con un altro fornitore (Almaviva). Messa così l'accordo sembra un'ottima cosa, ma basta leggerne il breve testo per capire che non è proprio così. Infatti le organizzazioni sindacali si trovavano ad avere l'occasione di riportare la vicenda dei dipendenti Wind ceduti all'attenzione del Ministero del Lavoro, visto che a soli due anni dalla cessione la nuova società era fallita e quindi c'erano tutti gli estremi per richiamare Wind alle proprie responsabilità e accellerare il reintegro di tale personale. E invece hanno sottoscritto questo accordo che è peggio di una cessione in quanto, non solo evitano di mettere Wind di fronte alle proprie responsabilità, ma anzi le fanno anche un enorme regalo: i dipendenti ceduti saranno ricollocati presso Almaviva a condizione che gli stessi "procedano, in via preliminare, a sottoscrivere con Wind una conciliazione ex art. 410 c.p.c. che definisca le situzioni di contenzioso nei suoi confronti, in essere o potenziali". In pratica i lavoratori sono messi sotto ricatto: se vuoi continuare a lavorare devi rinunciare alla causa che hai fatto a Wind per la cessione subita che ti ha messo nella situazione di poter
perdere il lavoro.

Questi i fatti di quella triste vicenda. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali venuti alle nostre assemblee volevano convincerci della bontà dell'accordo sindacale che ha accompagnato la nostra cessione, ma sappiamo che quell'accordo è pieno di buchi e assolutamente non garantista del nostro posto di lavoro. Questi i personaggi con cui ci troviamo ad avere a che fare. A voi trarre le conclusioni.

SERENA
RSU COBAS COMDATA CARE ROMA

Dopo il PdR da dove vogliamo ripartire?

Lavoratori ex Vodafone in Comdata Care: dopo il PdR a che punto siamo?


Quella appena trascorsa è stata una settimana molto intensa per noi dipendenti Comdata Care: ci siamo riuniti in assemblee per valutare la proposta di un Premio di Risultato che subito dopo siamo stati chiamati a votare. Ormai tutti conosciamo l'esito di tale votazione.
L'Ipotesi di Accordo è stata accettata dalla maggior parte del personale Comdata Care e quindi l'accordo è stato convalidato. A Roma abbiamo espresso le nostre perplessità su tale testo e come Rsu abbiamo lasciato ai colleghi la scelta di quale voto esprimere e Roma, unica sede in tutta Italia, ha bocciato a stragrande maggioranza (hanno votato praticamente tutti i colleghi presenti in turno il 16/9) quell'accordo, che però, lo ribadisco, è stato comunque accettato dalla maggioranza delle altre sedi italiane. La democrazia è davvero
un valore da difendere e quindi, pur rimanendo le perplessità, rispetto la scelta della maggioranza dei colleghi che evidentemente non hanno condiviso i dubbi di noi romani. Sarà poi il Tempo a dirci, nei fatti, se le nostre perplessità erano giustificate oppure no.
Voglio però prendere spunto da quanto accaduto a Roma sia durante le assemblee sia col voto espresso, per fare e condividere con tutti alcune riflessioni circa la nostra situazione in azienda.

Partiamo dall'inizio. Oggi ci troviamo ad essere dipendenti Comdata Care in quanto abbiamo subito un torto: siamo stati oggetto di una falsa Cessione di Ramo d'Azienda! Su questo, credo, non ci sono dubbi, tanto che la maggior parte di noi in tutta Italia ha deciso di fare causa a Vodafone. Tale Cessione è stata poi accompagnata da un accordo sindacale sottoscritto da cgil, cisl e uil che da subito abbiamo valutato non soddisfacente in quanto non solo, nella migliore delle ipotesi, ha trasformato un contratto di lavoro a tempo indeterminato in contratto di fatto a termine (7 anni), ma lascia la possibilità a Comdata Care anche all'interno dei 7 anni di licenziarci se, ad esempio, dovesse dichiarare esuberi o se dovesse fallire.
Sappiamo tutti che la presunta cessione è stata per Vodafone uno strumento per liberarsi di circa 1000 lavoratori o troppo fastidiosi o troppo costosi, e per Comdata l'occasione di collocarsi tra Vodafone e il nostro lavoro, e di guadagnare su di esso, visto che utilizziamo gli stessi sistemi e rispondiamo alle stesse indicazioni (vedi Strong Authentication) degli ex colleghi ancora in Vodafone.
Eppure in questi 3 anni che siamo in Comdata cgil, cisl e uil non hanno mai neanche tentato di aprire un confronto serio con l'azienda per darci più garanzie di stabilità occupazionale o per tentare di sanare il torto subito ma si sono limitati a sottoscrivere due Premi di Risultato: uno nel 2008 che per fortuna è stato bocciato, altrimenti oggi ci troveremmo a non aver preso un centesimo di premio e ad aver dato in cambio la flessibilità d'orario per i Part Time; l'altro è quello di questi giorni che, al di là delle valutazioni di merito, non sfugge a nessuno riguarda pochi spiccioli, specie se confrontato col Premio che avevamo in Vodafone.
Durante le assemblee romane i lavoratori tutti, tranne una decina che ancora si sentono vicini a slc-cgil e a fistel-cisl, hanno duramente attaccato i rappresentanti nazionali di tali sigle fondamentalmente
per queste ragioni e per queste stesse ragioni hanno deciso di votare no a un Premio di Risultato che hanno valutato incerto e soprattutto umiliante.
La reazione dei rappresentati nazionali di slc-cgil e fistel-cisl è stata incomprensibile:

- attacchi personali fatti vigliaccamente alle singole rsu al di fuori delle assemblee evidentemente per timore di dover sostenere l'inevitabile risposta a difesa che sarebbe scaturita dai lavoratori in massa, ma che ritengo essere solo il sintomo di quanto l'accoglienza romana sia stata per loro bruciante;

- accuse ai colleghi romani di farsi ?imbabolare? dalle proprie rsu, come se fossero persone senza una testa propria e non fossero in grado di intendere e volere;

- anatemi sui romani che, invece di mettersi l'anima in pace per quanto accaduto e accontentarsi del poco che generosamente l'azienda (che guadagna sul nostro lavoro) può darci, si ostinano a volersi opporre a questa condizione di ceduti, fino al punto che se un giorno l'azienda dovesse decidere di licenziarli gli sta bene perchè se la sono proprio cercata! Ma non dovrebbero essere proprio loro a difenderci e a far si che questo non possa mai accadere? Proprio non si capisce per quale motivo chi subisce un torto debba mettersi l'anima in pace! E poi sappiamo bene che per tutti, romani e non, "buoni" e "cattivi" arriverà il giorno che saremo messi alla porta.
Ma ciò che appare, più di ogni altra cosa, inconcepibile e decisamente allarmante è assistere come per queste organizzazioni l'unico nemico appare essere costituito da quei lavoratori e quelle organizzazioni sindacali che non fanno le loro stesse valutazioni, mentre nulla dicono o fanno circa cosa debba essere fatto per obbligare Vodafone a ripagarci del torto subito!
Ho deciso eccezionalmente di scrivere a tutti i colleghi d'Italia (avrei preferito farlo a nome dell'intera Rsu di Roma, ma le mie colleghe non si sono trovate d'accordo) non per amore di polemica che poco ci può aiutare, ma nella speranza di fornire, specie nelle sedi dove non c'è contraddittorio, un diverso spunto di riflessione su quanto ci sta accadendo, visto che ciò che ci accadrà dipende molto da quello che ogni giorno viviamo. Invito ogni collega che abbia voglia di confrontarsi con questo punto di vista a scrivere a questo indirizzo. Concludo con le parole di Seneca, un grande uomo del passato, che mi appaiono illuminanti:

Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla.

Serena
Rsu Cobas Comdata Care Roma

lunedì 20 settembre 2010

Comunicato nazionale unitario - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC-CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

Dopo assemblee molto sentite e a seguito di un referendum che ha visto una forte partecipazione nella stragrande maggioranza delle sedi di Comdata Care, le OO.SS sciolgono positivamente la riserva sull’ipotesi di accordo sul PDR sottoscritto lo scorso 9 settembre a Milano in AssoLombarda.


Le votazioni per sede hanno avuto il seguente esito:

Ivrea 163 votanti 127 SI 36 NO
Milano 67 votanti 62 SI 5 NO
Napoli 70 votanti 37 SI 33 NO
Padova 92 votanti 87 SI 5 NO
Roma 118 votanti 26 SI 90 NO 2 NULLE

Con 339 SI, 169 NO e 2 NULLE pari a 510 votanti e con una partecipazione media di circa il 63% dei lavoratori aventi diritto, gli stessi hanno dato un chiaro segnale di voler riprendere la strada della contrattazione con l’azienda Comdata Care.

Ora è importante dare seguito a tale richiesta, continuando il confronto con l’azienda sull’organizzazione del lavoro e le prospettive industriali di Comdata Care, ovvero ripristinare un percorso di relazioni sindacali stabili per dare risposte concrete ai problemi dei lavoratori e a quelli delle singole sedi operative.

A questo punto uno sforzo di responsabilità da tutte le parti, sindacali e aziendali, è necessario per permettere a quest’azienda di avere un futuro nel mercato in cui opera, superando quelle forti divisioni che ancora persistono in alcune realtà, causate da toni spesso eccessivi, che hanno come conseguenza un allontanamento dei lavoratori da tutte le realtà sindacali.

Come Organizzazioni Sindacali Confederali abbiamo il dovere di recuperare il rapporto con tutti quei lavoratori che, soprattutto in alcune realtà aziendali, non hanno partecipato al voto per scetticismo o perché non si sentono rappresentate pienamente.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL

giovedì 19 agosto 2010

COMUNICATO SU SCIOPERO COMDATA 9 - 10 AGOSTO

Il Collettivo Lavoratori Comdata esprime la piena soddisfazione per la riuscita delle due giornate di sciopero del 9 e del 10 Agosto. In un contesto non certo semplice il 30 % di adesioni alla mobilitazione rappresentano un buon punto di partenza nella prospettiva di una costruzione di un fronte unitario e condiviso per la difesa degli interessi e dei diritti dei lavoratori all’interno dell’azienda.


Lo sciopero è stato proclamato dopo che l’azienda ha deciso di “licenziare” (anche se tecnicamente si è trattato di mancati rinnovi) 8 colleghi, la maggior parte dei quali avevano raggiunto la soglia media dei 30 mesi (una di esse quasi 36 mesi, che ricordiamo è il limite massimo per la proroga di contratti a termine). Questa decisione aziendale rappresenta un salto in avanti unilaterale: mai prima di adesso dei colleghi che avevano raggiunto tale anzianità erano stati lasciati a casa. Inoltre le motivazioni addotte per i “licenziamenti”, cinque giorni di mutua che non si possono sforare in un anno, scarsa produttività, ritardi, unito al contestuale aumento dei carichi di lavoro ed all’inasprimento del clima repressivo con una sequela di provvedimenti disciplinari “a pioggia”, hanno reso inevitabile una risposta che andava data immediatamente.

Nelle ultime settimane abbiamo saputo che sono in corso dei tavoli informali tra azienda e CGIL-CISL-UIL per il reintegro dei colleghi “licenziati”. Non crediamo che questa iniziativa sia in contrapposizione allo sciopero del 9 e del 10 Agosto, ed anzi siamo convinti che tutte le iniziative tese a far rientrare i “licenziati” in azienda vadano salutate positivamente. Esprimiamo però un certo rammarico per l’occasione perduta di un’azione unitaria tra tutte le sigle sindacali maggiormente visibile su questo tema, che avrebbe avuto sicuramente un effetto ed un impatto di ben altro tipo sulla controparte.

Ricordiamo infine e ringraziamo, i lavoratori e delegati di Agile-Eutelia, Fiat Mirafiori, scuola, Auchan, Omnia-Voicity, Sovracup, ASL 1 To, Lear, Generali Assicurazioni, E-Care, Bibliocoop, molti dei quali appartenenti ad altre sigle sindacali, per averci sostenuto con la loro presenza durante le iniziative dei due giorni di sciopero


Collettivo Lavoratori Comdata / FLMUniti-CUB

sabato 7 agosto 2010

LA MALATTIA E' UNA COLPA CHE DEVI PAGARE...

Il Collettivo Lavoratori Comdata esprime la massima solidarietà agli 8 colleghi lasciati a casa dopo quasi tre anni di lavoro. Assolutamente consci del fatto che un’azienda potrà anche fare le proprie valutazioni del caso e decidere, in base a propri parametri, di lasciare a casa chi ritiene non rientri in certi standard comportamental-produttivi, quello che lascia più basiti, però, e che è indice di improvvisazione e di una scarsa cultura delle relazioni sindacali, sono state le modalità e le motivazioni fornite dal direttore del personale - in viva voce direttamente da uno stabilimento balneare! - ai diretti interessati: “abuso” della mutua (non si possono sforare 5 giorni di mutua all’anno!), ritardi, scarsa produttività, capacità relazionali con gli altri colleghi.


In un contesto di crisi economica generale potrebbe sembrare del tutto normale: 8 dipendenti su 55 in scadenza di contratto potrebbero sembrare il giusto taglio di un manipolo di “fancazzisti” che, come le mele marce, rischiano di intaccare il virtuoso sistema produttivo dell’azienda. Peccato però che i colleghi ai quali non è stato rinnovato il contratto fossero invece degli ottimi operatori, a detta di tutti i nostri Team Leader, che hanno sempre lavorato con scrupolo e coscienza.

Ad alcuni dei colleghi non rinnovati è stato anche detto che l’azienda deve procedere con dei tagli. Bene – allora perché Comdata non ha convocato le organizzazioni sindacali per discutere di questo?

Questo ragionamento, però, non ci convince in quanto ha un respiro molto corto. Un’azienda che vanta decine di sedi sparse sul territorio nazionale e nel resto del continente, con 6000 dipendenti, conta di risparmiare tagliando una cinquantina di posti di lavoro ? (accettando la logica che sulle altre sedi sia giunto lo stesso ordine, sicuramente ad Asti ed Ivrea è così). Un ragionamento simile, a nostro avviso, pecca di un eccessivo “economismo” e non considera la tendenza che invece si sta affermando in questo Paese: i licenziamenti in Fiat per la diffusione di un volantino di solidarietà dei colleghi polacchi, la sospensione per dieci giorni di una delegata dell’Auchan di Torino, rea di conservare sul proprio profilo facebook un volantino ironico sull’azienda, solo per restare sul nostro territorio, sono il segno che le associazioni imprenditoriali hanno deciso di mandare un messaggio di intimidazione nei confronti dei lavoratori “con più grilli nella testa”.

A nostro avviso il mancato rinnovo degli otto colleghi è sintomo di questa tendenza, il messaggio è chiaro : chi da ora in poi avrà il contratto in scadenza sa benissimo che ammalarsi diventerà un lusso che non potrà permettersi, pena la perdita del posto di lavoro. Inoltre, se si considera che sulla commessa Eni proprio in queste settimane la barra telefonica è stata modificata azzerando il tempo di “wrap-up”, aumentando così il carico di lavoro su ogni singolo operatore, il disegno diventa evidente: non solo si riducono le risorse, ma coloro che vi rimangono dovranno lavorare su ritmi ancora più asfissianti… come dire lavorare con meno persone e lavorare di più…



Riteniamo tutto questo inaccettabile, invitiamo quindi i colleghi a mobilitarsi da subito:

per il reintegro immediato di Alberto, Antonella, Antonio, Daniela, Patrizia, Stefania, Valentina, Dario

contro l’introduzione di ritmi di lavoro disumanizzanti che ledono la salute e la dignità del lavoro svolto dagli operatori.



Collettivo Lavoratori Comdata / FLMUniti-CUB

SCIOPERO COMDATA TORINO

LUNEDI’ 9 E MARTEDI’ 10 AGOSTO 2010


SCIOPERO

DI DUE ORE DI TUTTI I DIPENDENTI COMDATA DELLA SEDE DI

TORINO



PER IL REINTEGRO IMMEDIATO DI ALBERTO, ANTONELLA, ANTONIO, DANIELA,
DARIO, PATRIZIA, STEFANIA, VALENTINA


CONTRO L’AUMENTO DEI CARICHI DI LAVORO



CONTRO IL REGIME MILITARESCO INSTAURATO DAL NUOVO MANAGEMENT
DELL’AZIENDA


Lo sciopero sarà così articolato:
Un’ora al giorno:
dalle ore 11 alle ore 12 (turni del mattino) e dalle 16.30 alle 17.30 (turni del pomeriggio) nelle giornate di
lunedì 9 e martedì 10 agosto. Durante l’astensione dal lavoro si svolgerà un
PRESIDIO sotto l’ingresso dell’azienda

martedì 3 agosto 2010

Strong Authentication in Comdata Care: Istruzioni per l'Uso

Un saluto a tutti,

come probabilmente molti di voi sanno, Comdata Care ha inviato alla Direzione Provinciale del Lavoro di ogni sua sede una richiesta di parere attorno alla natura di “controllo a distanza” della rilevazione di dati biometrici per l’accesso alle banche dati, in quanto ciò è previsto dall’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori ma solo “in mancanza” di accordo sindacale in materia. In quelle sedi in cui le organizzazioni sindacali non
sono state formalmente chiamate a concordare l’introduzione di tali strumenti di autenticazione o in cui la trattativa in materia si è solo avviata e non conclusa, Cobas prima del 30 Luglio ha inviato alla relativa DPL una diffida a esprimere parere in quanto esso è previsto dalla legge appunto solo in caso di mancato accordo.
Questa diffida di fatto avrebbe bloccato per un po' la possibilità per l'Azienda di introdurre tale pratica a Padova, Napoli e Roma, sedi per le quali la competente DPL non si è ancora espressa, ma questa azione e' stata invalidata dall'accordo siglato il 30 Luglio da Cgil, Cisl e Uil, in virtu' del quale ora l'Azienda può procedere a chiederci di prendere le nostre impronte digitali.
Sempre prima del 30 Luglio, la confederazione Cobas ha inviato anche una richiesta di parere al Garante per la Privacy circa la possibilità per i dipendenti Comdata Care di rifiutarsi di fornire all'Azienda la propria
impronta digitale. I nostri legali ritengono infatti che ci siano buone possibilità di una risposta favorevole per chi appunto decidesse di non fornire l'impronta.
Tale pratica di rilevazione biometrica, prevista dal Garante solo per gli operatori che hanno accesso ai dati di traffico telefonico conservato “per esclusive finalità di accertamento e repressione dei reati”, è stata da Vodafone ampliata a tutto il suo personale con una forzatura, tanto che il Garante stesso ha invitato l'Azienda Vodafone a procedere con la massima cautela, specie nel caso in cui qualche suo dipendente dovesse rifiutarsi di dare le impronte. Nel nostro caso questa forzatura è anche maggiore dal momento che in Comdata Care, a differenza di quanto accade in Vodafone, nessun dipendente ha accesso al traffico conservato “per esclusive finalità di accertamento e repressione dei reati” e quindi proprio non dovremmo essere interessati dalla pratica di rilevamento delle impronte.
Inoltre la trasformazione in codice matematico, la conservazione e la gestione delle nostre impronte rimangono integralmente nella piena ed esclusiva responsabilità di Vodafone, soggetto contrattuale estraneo al nostro rapporto di lavoro, nei confronti del quale molti di noi sono anche in causa, da cui l’assenza di qualsivoglia garanzia tipica dei rapporti contrattuali di lavoro.

Siamo in attesa che il Garante ci risponda.
Quindi? Serve tempo!

Allo stato attuale non abbiamo alcuna garanzia del fatto che, una volta fornita, Vodafone proceda realmente alla cancellazione dell'impronta per conservare unicamente il codice che da essa ne ricava e decisamente insufficienti sono le garanzie di una corretta conservazione di dati tanto sensibili.
Allora, di fronte alla richiesta aziendale di fornire l'impronta digitale, invitiamo i colleghi a non dare subito una risposta, esplicitando qualsiasi tipo di richiesta di chiarimento che si desidera avere dall'Azienda ed esigendo il tempo necessario per consultare un proprio legale di fiducia, facolta' di fatto sancita dalla Delibera del Garante laddove prevede che il lavoratore possa “esprimere un eventuale consenso in modo libero, informato e consapevole” a comunicare all'Azienda che si vuole attendere la risposta del Garante per essere pienamente consapevoli della scelta che si sta esprimendo.
Le poche specifiche tecniche presenti nell'accordo del 30 Luglio e/o i breefing tenuti in alcune sedi non sono neanche lontanamente sufficienti a darci un'informativa esaustiva, tanto più che è Vodafone, e non il nostro
datore di lavoro, ad avere la gestione di tali impronte.
Riteniamo infine che, per tutelare al meglio i lavoratori rispetto a qualunque scenario futuro derivante dal fatto che si sta dando a un'azienda un dato unico e sensibile come una rilevazione biometrica, che l'Azienda
debba consegnare a ogni singolo lavoratore una disposizione scritta e individuale, ovvero non generica, ma con l'esplicitazione del fatto che viene richiesto proprio a 'Mario Rossi' di fornire la sua impronta.

Questi i primi suggerimenti. Ovviamente continueremo a tenere costantemente monitorare la situazione e a comunicare ogni eventuale suo sviluppo.

Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care (C4)

COMUNICAZIONE COBAS DEL LAVORO PRIVATO - Esito trattativa

Ciao,
come gia' scritto nel comunicato precedente, nella mattinata del 29 luglio si doveva tenere una trattativa tra Rsu e HR sul tema in oggetto, dopo che la Rsu ha ricordato all'azienda che non esiste appliglio normativo che possa consentirle di attuare alcun tipo di ripercussione sul personale che eventualmente non fosse stato
disponibile ad accettare le modifiche contrattuali..
La trattativa pero' si e' subito interrotta in quanto il Site Manager presente ha tenuto nei confronti della Rsu Cobas un atteggiamento rabbioso che le impediva di terminare ogni concetto questa provasse ad esprimere e riduceva il "colloquio" a un mero sfogo del site manager nei confronti della Rsu stessa, impedendo di fatto alcun dialogo tra le parti e annullando completamente ogni possibilita' di instaurare un sereno clima necessario per ogni trattativa degna di questo nome.
Dopo un paio di ore però l'azienda è completamente tornata sui suoi passi. Hr ha richiamato la Rsu Cobas per comunicarle la nuova decisione aziendale: il sito di Roma per il mese di agosto mantiene il nuovo orario variato, ma al personale con turni lavorativi in sabato e/o dopo le 20 verranno assegnati permessi di servizio retribuiti nel caso in cui tali dipendenti fossero impossibilitati a fare cambi turno e/o a modificare la giornata di riposo. L'azienda quindi ha riconfermato quanto già concordato a voce in un primo momento.
Invitiamo l'azienda a modificare il proprio atteggiamento nei confronti delle legittime rappresentanze sindacali elette dai dipendenti di questa sede. Inoltre cogliamo l'occasione per ribadire ancora una volta ad Hr e al Site Manager che se fino ad oggi hanno sempre potuto contare sulla disponibilita' del proprio personale per effettuare operazioni altrimenti impossibili in base alla normativa vigente (disponibilita', tra l'altro, sempre a senso unico, visto che l'azienda ha sempre fatto molto attenzione a usare ogni minimo appiglio che la normativa le mette a disposizione nei confronti dei propri dipendenti), e' decisamente fuori luogo e inaccettabile, nel momento in cui tale disponibilita' del personale viene a mancare per oggettive motivazioni personali, che l'azienda attraverso i suoi responsabili abbia l'atteggiamento di arroganza mostrato giovedì scorso.

Rsu Comdata Care Roma

Strong Authentication in Comdata Care: Tutti i Retroscena

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA STRONG AUTHENTICATION


Come l'Azienda vince il sindacato confederale e gli fa' firmare cio' che vuole.


Quando, circa un anno fa, Cgil, Cisl e Uil firmarono l'accordo per l'introduzione in Vodafone della Strong Authentication con rilevazione dell'impronta biometrica (l'impronta digitale) ebbero la brillante idea di utilizzare per Comdata Care un'altra tecnica. Infatti, ancora dolenti per lo smacco subito con la bocciatura dell'accordo sul Premio di Risultato (PdR) del 2008 da loro sottoscritto e respinto dai lavoratori e preoccupati soprattutto di non essere nuovamente delegittimati da un'eventuale ulteriore bocciatura dell'accordo sul PdR da parte dei dipendenti, decisero di avere con Comdata Care il seguente atteggiamento: firmare l'accordo sulla Strong Authentication (SA) in cambio di un Premio di Risultato vendibile ai lavoratori almeno nella forma, perche' appare chiaro che la sostanza del Premio invece non è per loro rilevante, visto lo schema del nuovo PdR che ci proporranno a Settembre.
E così nell'incontro nazionale del *13 Maggio* scorso tra Comdata Care, OO.SS. e Rsu, le strutture di Cgil, Cisl e Uil presero la decisione di rimandare la discussione del tema a livello territoriale, con le RSU di ogni
sede, probabilmente anche al fine di apparire democratici e non invadenti agli occhi dei lavoratori. Che tale disposizione fosse puramente di facciata e' emerso chiaramente durante l'incontro di Milano svoltosi venerdi' scorso, quando loro stessi hanno ammesso di aver dato alle proprie Rsu ordine tassativo di non firmare alcun accordo sul tema con l'Azienda, ordine che ovviamente le Rsu hanno eseguito con massima disciplina.
Tutto sembrava andare per il meglio fino a quando un brutto giorno arrivo' la notizia che Comdata Care si era rivolta alla Direzione Provinciale del Lavoro (DPL) di ogni sede per chiedere il parere sull'applicazione di tale protocollo in Azienda. Ottenuta risposta positiva da parte delle DPL competenti di Milano e Ivrea, l'Azienda e' partita in quelle sedi con la rilevazione delle impronte biometriche del personale.
Cgil, Cisl e Uil capiscono di essere stati completamente scavalcati e che il loro piano e' fallito. Che fare? Dal momento che hanno già firmato accordi sulla SA praticamente in tutte le aziende di telecomunicazioni, qui non possono certo permettersi di mostrare tutta la loro debolezza visto che l'Azienda fa ciò che vuole con o senza il loro consenso. E poi il PdR? Ormai la trattativa con l'Azienda su questo tema è stata avviata, come si fa a evitare il rischio che nuovamente un eventuale accordo venga bocciato dai lavoratori?
Il 20 Luglio, con il pretesto del tavolo triangolare tra Vodafone, Comdata Care e OO.SS. previsto dall'accordo di cessione allo scopo di "monitorare lo stato di avanzamento delle attività e del servizio in relazione alle evoluzioni occupazionali", Cgil, Cisl e Uil hanno la possibilità di parlare a queste aziende, SENZA LA PRESENZA DELLE RSU visto che a tali incontri non sono mai state invitate. E' piu' che naturale pensare che in quell'occasione si sia parlato di SA e di PdR per trovare una nuova strategia comune con l'Azienda: firmare l'accordo sulla SA - il cui testo è stato molto verosimilmente preparato proprio in quella riunione - cosi' da consentire all'Azienda di partire subito anche nelle sedi di Padova, Napoli e Roma dove le DPL non hanno ancora risposto e riprendere la trattativa per arrivare a un accordo sul PdR che almeno formalmente appaia fruibile e permetta a Cgil, Cisl e Uil di riguadagnare consensi.
E infatti, il 28 Luglio, con soli 2 giorni di anticipo, e' arrivata alle OO.SS. e alle Rsu la convocazione a sorpresa per il 30 Luglio avente come ordine del giorno la discussione sul PdR. Ovviamente l'Azienda sa il fatto suo e non firma nulla sul PdR se prima non ha in mano l'accordo siglato sulla SA ed ecco che, seguendo il copione condiviso il 20 Luglio, negli ultimi 10 minuti di riunione appare il testo dell'accordo che, senza essere discusso (lo conoscevano già bene?) viene rapidamente firmato, anche dalle loro Rsu. Ma decidono di andare anche oltre, i confederali decidono di potersi esprimere anche per tutti noi, non chiedendoci alcun parere stabiliscono che tale accordo non debba essere confermato nella sua validità attraverso il voto dei lavoratori che impatta, in quanto Cgil, Cisl e Uil ben sanno che verrebbe bocciato dalla stragranze maggioranza delle persone che sono chiamati a rappresentare.
Altrettanto rapidamente si fissa l'incontro del 6 Settembre quando Cgil, Cisl e Uil, che già parlano di “svolta delle relazioni industriali in Comdata Care” potranno siglare l'accordo beffa sul PdR e riscuotere il compenso per la prestazione fornita all'Azienda.

Cgil, Cisl e Uil? Grazie, anche no!


Coordinamento Cobas Comdata Care (C4)

Resoconto Trattativa Nazionale Comdata Care/Sindacati 30 Luglio 2010

Ciao a tutti,

vi inviamo il resoconto dell'incontro nazionale svoltosi venerdi' 30 Luglio u.s. tra Azienda e Organizzazioni Sindacali avente come oggetto: PDR e, a sorpresa, Strong Authentication.
Per Cobas del Lavoro Privato era presente la RSU di Roma.
L'incontro è durato 2 ore e mezza (dalle 14.30 alle 17.00) nelle quali l'Azienda ha spiegato a grandi linee lo schema di PdR (Premio di Risultato) che è disponibile a sottoscrivere. Le OO.SS. (Cgil, Cisl e Uil, in quanto
Ugl- sigla presente dalle ultime elezioni RSU nella sede di Roma - è stata convocata separatamente) hanno a loro volta proposto modifiche a tale schema che a LORO parere potrebbero rendere accettabile la struttura delineata per il conseguimento del PDR.

Lo schema di massima concordato tra le parti prevede un PdR costituito:

1. per il *60%* dal parametro *EBITDA*

2. per il *30%* da parametri di *produttività*

3. per il *10%* da parametri di *qualità.*

Il PdR prevede, per il 60% della sua entità, il raggiungimento di una soglia EBITDA almeno del 3,8% (che l'Azienda afferma corrispondere a 1.300.000 euro).
SE TALE SOGLIA NON VIENE RAGGIUNTA, SI PERDE IL 60% DEL PREMIO.
Nell'anno fiscale 2007/2008 l'EBITDA è stato corrispondente a -700.000 euro; nell'anno 2008/2009 a -500.000 euro; nell'anno 2009/2010 a + 500.000 euro corrispondente all' 1,3%. Quindi in due anni l'EBITDA è passato da 0 a 1,3%.
L'azienda spera di avere in un solo anno un incremento del 2,5% nonostante Comdata Care sia un'azienda fissa nella sua struttura occupazionale, visto che il suo personale se varia, non è per crescere ma per calare. L'azienda si è dichiarata disponibile a diminuire lievemente tale soglia d'accesso del 3,8%, ma per ora non ha specificato di quanto.

Il 30% del PdR invece può essere accessibile a prescindere dall'andamento dell'EBITDA e questa parte di premio l'Azienda la eroga se i parametri di produttività aziendale arrivano almeno al 5.4% *(attualmente siamo sotto il 5% quindi con questi valori, oggi come oggi, non accederemmo), ma la somma PIENA corrispondente al 30% del totale del premio la si ottiene se tale parametro arriva almeno al 5.8%*. Tali percentuali possono essere leggermente limate, ma l'Azienda non ha specificato di quanto.
La Rsu Cobas di Roma ha fatto presente che avendo l'Azienda la possibilità di spostare tipo e quantità di lavoro tra le sedi Comdata Care e anche tra quelle Comdata, ne consegue che facilmente riesce anche a “controllare” la produttività di tali sedi, nel senso che potenzialmente è in grado di dare a una certa sede lavoro insufficiente a raggiungere quel 5,4% minimo necessario.
Di conseguenza l'Azienda ha la possibilità di stabilire se e quali sedi possono accedere a questa parte di Premio. Tale obiezione però non è stata accolta.

Anche al 10% del PdR si può accedere a prescindere dall'andamento dell'EBITDA ed è vincolato alla qualità del lavoro, calcolata a seconda del mercato (Consumer, Credito, Corporate e Fastweb). Si intende fissare una soglia, per ora non quantificata, sopra la quale si prendono i soldi e sotto alla quale no.
Nel caso in cui il PdR venga raggiunto al 100% in ogni sua parte, i valori economici AL LORDO per i lavoratori FULL TIME corrispondono a:

1248 euro per un IV livello

1505 euro per un V livello

1684 euro per un VI livello

1888 euro per un VII livello

2104 euro per un quadro.

L'Azienda si è dichiarata disponibile a rivedere tali cifre, ma solo di poco e non dà disponibilità ad aumentarle del 30% come richiesto dai sindacati: l'aumento richiesto porterebbe il PdR a 1956 euro lordi per un full time al V livello.

Questo schema di PdR inoltre prevede un legame con le assenze per malattia.
L'Azienda ha proposto di definire tre fasce di percentuali di assenza a titolo 'malattia' e di calcolare per ogni sede la percentuale di assenza per malattie sia lunghe che brevi. A seconda della fascia nella quale ci si viene a trovare come sede, accade quanto segue:

1) al di sopra di una non meglio precisata soglia c'è un DECREMENTO DEL 5% del Premio;

2) in una fascia neutra non c'è variazione economica del Premio;

3) al di sotto di una non precisata soglia c'è un AUMENTO DEL 5% del Premio.

L'Azienda si dichiara disponibile a gestire in maniera diversa eventuali casi di malattie lunghe per problematiche di salute importanti, eventualmente previo confronto con le rappresentanze sindacali territoriali.
Certo non sfugge che tale sistema, oltre a introdurre il principio aberrante che chi sta male deve essere anche penalizzato economicamente, rischia seriamente di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, in quanto i colleghi che devono assentarsi per malattia potrebbero essere ritenuti responsabili di un'eventuale diminuzione dell'ammontare del PdR per tutta la sede.
L'Azienda si è poi dichiarata NON disponibile a erogare qualsiasi cifra una tantum per sanare la mancata erogazione del PdR degli anni precedenti. Ha quindi proposto un PdR a cadenza semestrale: Luglio/Dicembre 2010 e Gennaio/Giugno 2011.
Le parti si sono quindi date appuntamento per il 6/9/2010 con un testo di ipotesi di accordo sul PdR impostato sulle caratteristiche sopra descritte.
Durante gli ultimi 10 minuti (!!!) dell'incontro, l'Azienda ha dichiarato di avere necessità di fare un accordo nazionale per l'introduzione in azienda della Strong Authentication tramite rilevazione biometrica e ha tirato fuori un testo di accordo gia' bello che pronto.
L'Azienda lo ha letto e SENZA ALCUNA DISCUSSIONE all'interno delle rappresentanze sindacali è stato da tutti i presenti firmato in fretta e furia, naturalmente non attribuendo la minima importanza al fatto che i lavoratori andrebbero consultati prima di firmare alcunche' in loro rappresentanza.
La Rsu romana ha palesato chiaramente a tutti (Azienda, OO.SS. e altre Rsu) la sua assoluta volontà di NON FIRMARE tale accordo e ha richiesto, senza successo, di eliminare la dicitura in premessa sul testo che riporta la presenza anche della Rsu romana in quanto questo può indurre a credere che anche Roma abbia apposto la sua firma.

ROMA E LA CONFEDERAZIONE COBAS NON HANNO FIRMATO.

Questo accordo sulla Strong Authentication non verrà fatto votare ai lavoratori e per cui è automaticamente valido dal 30 Luglio 2010.

Coordinamento Cobas Comdata Care (C4)