lunedì 22 dicembre 2008

19 dicembre...scusate il ritardo...

Il coordinamento nazionale COBAS Comdata/Comdata Care esprime totale solidarieta` e sostegno alla mobilitazione dei colleghi di Selfin, che affrontano una difficile situazione occupazionale e che oggi sono in sciopero a manifestare sotto la prefettura di Caserta in seguito alla comunicazione ricevuta da parte dell'Azienda riguardante il differimento dell'erogazione della 13^mensilità, dovuto a difficoltà finanziarie da parte del Gruppo Comdata.
Questi Lavoratori sono colleghi impiegati nel nostro medesimo gruppo aziendale, è pertanto indispensabile sentire i loro problemi come i problemi di tutti noi, ci auspichiamo di riuscire a strutturare una collaborazione con questi come con tutti i Lavoratori del gruppo Comdata, perche` se siamo tutti partecipi delle problematiche di ognuno possiamo mettere in campo, in ogni occasione in cui sara` necessario, una grande forza compatta.
In allegato la Loro comunicazione di sciopero.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdata-Comdata Care.

giovedì 11 dicembre 2008

VENERDI' 12 DICEMBRE *** SCIOPERO COMDATA CARE – COMDATA

Come Cobas, pur condividendo l'analisi che vede una nazione in profonda crisi economica, riteniamo di dover dare al 12 dicembre un significato più legato alle nostre vicende personali.

Lavoriamo per un'azienda sorda ad ogni tentativo di migliorare la situazione economica e lavorativa dei propri dipendenti.

Dopo la bocciatura dell'ipotesi di accordo abbiamo chiesto la riapertura del tavolo chiedendo garanzie occupazionali senza ottenere un minimo cenno di apertura.

Chiediamo spiegazioni per una politica aziendale che vede spostare le prime commesse all'estero.

Chiediamo un premio di risultato basato su parametri "certi" e non su elementi discriminatori.

Chiediamo un adeguamento del buono pasto attinente al costo della vita ora e non tra un anno e mezzo

Chiediamo di riavere quello che avevamo in Vodafone, che arbitrariamente ci è stato tolto, quando ci avevano garantito che non sarebbe stato così

Noi non ci siamo arresi ed abbiamo intrapreso un percorso di rivendicazione.

Il percorso dei dipendenti di Roma il 12 dicembre partirà da Piazza delle Repubblica alle ore 10,00 (app. alle 9,45 davanti Mc donald's) per concludersi a Piazza Farnese dove la delegata COBAS racconterà dal palco della manifestazione nazionale la nostra situazione.
La piazza del nostro Sciopero Nazionale sarà anche Torino, fuori della sede COMDATA Spa, sotto la finestra di Codognotto, lì si incontreranno tutti, dipendenti di Comdata e Comdata Care, appoggiati dai lavoratori delle altre aziende del polo di Torino e faremo sentire a gran voce il nostro disagio.
Una delegazione da Napoli porterà le testimonianze dei colleghi di Napoli e Roma.

TOCCA A NOI

Coordinamento COBAS Comdata/Comdata Care

martedì 9 dicembre 2008

Per dire NO alla crisi. E LA NOSTRA CRISI???

Eccola: l’erogazione del PDR che nella modalità e nei numeri continua a mietere vittime in questa guerra dei poveri; gli ADEGUAMENTI CONTRATTUALI individuali; ‘sti maledetti TICKET che mai come ora darebbero una boccata di ossigeno ai portafogli e in ultimo (ma non meno importante); LA PASSIONE DELLA NOSTRA AZIENDA PER GLI SCACCHI: I continui spostamenti e trasferimenti, la mancanza di una comunicazione trasparente, alimentano lo spettro della precarietà su determinati e indeterminati.
Non siamo UNITA’ PRODUTTIVE, siamo UOMINI E DONNE.

PER QUESTO MOTIVO

Se anche tu ritieni che più che una crisi sociale, questa stia diventando una crisi mistica
Se anche tu stai pensando di rivolgerti allo psichiatra per incassare meglio il prossimo colpo di scena
Se anche tu ritieni che con la questione “Accordo Integrativo”abbiamo perso una grande occasione per poter migliorare le nostre condizioni di lavoro e di vita
Se anche tu guardi alle realtà migliori della nostra e continui a chiederti “Perché lui si e io no?”
Se anche tu hai il PDR già rosicchiato dalle prime ondate di influenza
Se anche tu continui a lasciare mezzo stipendio in mensa o al bar
Se anche tu ti riconosci in almeno uno dei punti di cui sopra

Venerdì 12 Dicembre, a TORINO in via Carlo Alberto,
sotto la sede legale Comdata
PRESIDIO DI TUTTI I LAVORATORI
COMDATA SPA + COMDATA CARE


La nostra situazione non è isolata, è il riflesso di un quadro nazionale in cui costantemente vengono attaccati diritti, salari e stabilità occupazionale dei lvoratori
Perché il padrone è lo stesso.. i problemi anche.
Perché oltre ad essere contro la crisi, è necessario ammonire chi ne cavalca l’onda.
E soprattutto perché…Quest’anno non vogliamo il vino, VOGLIAMO I SOLDI!

Venerdì 12 Dicembre 2008 ORE DI SCIOPERO GENERALE

Collettivo lavoratori Comdata SpA

NOI FIGLI DI UN DIO MINORE

Noi che stiamo attenti a tutto quello che accade, in precario equilibrio tra una commessa spostata in Romania ed un bilancio già troppo insufficiente per offrirci delle garanzie.

Noi che quell’equilibrio stiamo provando a renderlo un pò meno precario, che stiamo provando a scrivere delle garanzie che rendano un pò più stabile il nostro futuro.

Noi che non vogliamo tremare ad ogni malore perché temiamo di vedere decurtato il nostro premio di risultato.

Noi che quel premio di risultato, senza ammortizzatori sulla produttività e con dei bacini di attività che le nostre Aziende possono spostare da una parte all’altra (senza dar conto a nessuno), non lo vedremo mai.

Noi che il buono pasto non l’abbiamo mai avuto, e a chi di noi lo ha ereditato non basta più neanche per lo spuntino.

Noi di Comdata Care che lavoriamo per Vodafone, ma in quanto figli di un dio minore dobbiamo conquistarci tutto quello che ci spetta, anche quello che avevamo e che arbitrariamente ci è stato tolto.

Noi di Comdata Spa che facciamo lo stesso lavoro dei colleghi di Vodafone, Tim… in quanto figli di un dio minore dobbiamo conquistarci tutto quello che ci spetta, e che non ci è mai stato dato.

Noi che non ci siamo arresi ed abbiamo intrapreso un percorso di rivendicazione.

Noi ci prenderemo un giorno ancora!

Il nostro giorno è il 12/12, in concomitanza con lo Sciopero Generale, perché altrimenti avremmo dovuto attendere un tempo troppo lungo e perché non ci interessa lavorare contro altre sigle, preferiamo utilizzare questo momento utile per costruirci i nostri diritti.

La piazza del nostro Sciopero Nazionale sarà Torino, fuori della sede COMDATA Spa, sotto la finestra di Codognotto, lì ci incontreremo tutti, dipendenti di Comdata e Comdata Care, appoggiati dai lavoratori delle altre aziende del polo di Torino e faremo sentire a gran voce il nostro disagio. Una delegazione da Napoli porterà le testimonianze dei colleghi di Napoli e Roma, perché magari non tutti hanno modo di venire a Torino, ed a quelli chiediamo soltanto di sottoscrivere la loro partecipazione morale al movimento.

Contemporaneamente a Roma la delegata COBAS di Comdata Care di quella sede racconterà dal palco della manifestazione nazionale la nostra situazione.

NOI figli di un dio minore siamo pronti a far sentire ancora una volta la nostra voce perché davanti a un futuro Lavorativo incerto, un Paese intorno che sembra andare in malora in pasto ad una crisi che divora tutti i settori, non vogliamo abbatterci e deprimerci, ma rimboccarci le maniche ed andare avanti per il nostro futuro.

TOCCA A NOI!
Coordinamento COBAS Comdata/Comdata Care

sabato 29 novembre 2008

Tratto da ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-11-2008

Vodafone rivede le stime e si prepara a licenziare

Sebbene in Italia la situazione non sia preoccupante, la situazione economica spinge anche il colosso della telefonia a tagliare le spese

Dal Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care

Ciao a tutti,
alla domanda riguardo lo spostamento di attivita` che dovrebbe impattare Comdata, Comdata Care, ed eventuali call center esteri, ha risposto come segue l'amministratore delegato Dott. Tonoli:

" Come dichiarato ad Ivrea, Comdata S.p.A. ha confermato che sulla sede d'Ivrea le attività svolte dal reparto Attivazioni Consumer saranno sostituite da attività Business ad alto valore aggiunto.
Ciò non ha impatto sui dipendenti di Comdata Care, per i quali rimane inalterato il perimetro occupazionale già concordato.

Distinti saluti
Andrea Tonoli "

Intanto vogliamo condividere con tutti voi la richiesta di ulteriori chiarimenti che abbiamo inviato:
"In merito alla risposta da lei fornita teniamo a specificare che la stessa non e` esaustiva riguardo alle domande che le ponevamo, intanto perche` non aggiunge alcuna specifica riguardo a quale attivita` dovrebbe essere gestita da quei colleghi, poi, cosa importantissima, perche` lei asserisce che non vi saranno variazioni sul perimetro occupazionale, questo ce lo auguriamo, ma non e` dei posti di lavoro in comdata care che le chiedevamo, bensi`delle attivita` che in quest'azienda gestiamo, e quindi la nostra richiesta era mirata a sapere se qualcuna delle nostre gestioni verra` spostata.
Infine, ma sicuramente non ultima in ordine di importanza, le chiediamo ancora di fornire le risposte in merito alle nostre questioni sia a noi come RSU ma soprattutto a tutti i Lavoratori.
In attesa di un suo cortese riscontro la salutiamo.

RSU Comdata Care delle sedi di Roma eNapoli"

Alla nostra richiesta di chiarimenti aggiungiamo poi alcune considerazionisu quello che sta accadendo.
Le attività svolte dal reparto Attivazioni Consumer di Comdata Spa saranno trasferite all'estero? In Romania? E soprattutto quali sono i razionali che hanno portato a questa scelta? Nessuna risposta ufficiale dell'azienda in merito, ma tutti noi ricordiamo le dichiarazioni di Codognotto dello scorso anno che annunciava come in quel paese è possibile pagare un laureato 4 euro all'ora e che il problema dell'Italia sono i salari troppo onerosi…Peccato che noi non abbiamo la stessa percezione riguardo al nostro misero salario. Quali sono le attività Business ad alto valore aggiunto che sostituiranno le attivazioni consumer? Non abbiamo una risposta chiara in merito, ma vorremmo fare alcune considerazioni. Attualmente le attività business di Vodafone sono gestite da Comdata Care a seguito di una presunta cessione di ramo d'azienda che ha costretto 914 specialisti individuati da Vodafone stessa a cambiare azienda per ottimizzare la gestione di tutte le attività di back office. E' rimasto ancora qualche cosa in Vodafone di questo ramo d'azienda? Comdata Care non è stata costituita appositamente per gestire quelle attività? E come mai ora la gestione di queste attività ad alto valore aggiunto saranno gestite in Comdata SPA e non in Comdata Care?Forse perché i dipendenti Comdata care costano più di quelli Comdata Spa e quelli di Comdata SPA più di quelli in Romania? Che bella piramide di essere umani…
Tutto questo rientra nell'intento di spacchettare e frazionare ulteriormente il nostro lavoro?Sappiamo che dalla settimana prossima, a causa di sofferenza dei volumi lavorativi dello STU di Ivrea, le VARIAZIONI CONSUMER di Roma (con la sola eccezione delle attività relative a richieste di dettaglio chiamate)verranno spostate su Ivrea. E così gli interinali che fino ad oggi se ne sono occupati non avranno altri rinnovi di contratto e i dipendenti coinvolti passeranno alla gestione dei reclami consumer. Vi siete chiesti come mai i volumi lavorativi dello STU sono diminuiti? E Vodafone non sta cercando di ridurre anche i volumi lavorativi delle attività di reclamo? Cosa significa che rimane inalterato il perimetro occupazionale già concordato?Avevamo chiesto di sapere se le nostre attività potevano subire ulteriori variazioni dopo la recente riorganizzazione e non del perimetro occupazionale che è ben altra cosa, anche se ci fa sempre piacere ricevere conferme, dal nostro Amministratore Delegato, che non sono previsti per il momento dei licenziamenti.
Per questi e tanti altri dubbi rinnoviamo all'azienda l'invito a voler discutere con i sui dipendenti e/o con le loro RSU queste scelte aziendali per ristabilire la serenità necessaria per poter svolgere il proprio lavoro e contestualmente rivolgiamo un invito alla SLC-CGIL affinché oltre ad assicurarci la massima attenzione e un costante aggiornamento in merito alla questione Comdata SPA inizi a riflettere ed agire seriamente. Un sindacato serio e responsabile di questo Paese non può che essere preoccupato e condannare una manovra volta a portare fuori dall'Italia il lavoro con conseguenti rischi di perdita di capacità occupazionale in una situazione che non ci vede certamente in regime di massima occupazione e di un periodo di crisi internazionale che negli altri paesi (non ultimo gli Stati Uniti) vede mettere in campo azioni per migliorare e/o stabilizzare lo stato dei ceti bassi e medio-bassi, quali siamo noi.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care

giovedì 27 novembre 2008

SEMPRE PEGGIO: Posti a rischio nelle cessioni di aziende

Posto di lavoro a rischio per i dipendenti coinvolti nella cessione di aziende in cri­si.
Un emendamento approvato ieri dal Senato annulla infatti le garanzie di conserva­zione dell’impiego finora previste dalla legge.
L’allarme è stato lanciato ieri dal Pd, secondo cui la norma che punta a facilitare l’operazione di cessione di Alitalia alla Cai forse non rag­giungerà l’obiettivo perché Alitalia passerà di mano prima dell’approvazione definitiva.
La modifica riguarda il decreto infrastrutture, che si occupa tra l’altro di imprese in amministra­zione straordinaria.
Con un emendamento al­l’articolo 3 si stabilisce che «le operazione effet­tuate in attuazione dell’articolo 27 non costi­tuiscono comunque trasferimento di azienda, di ramo e di parti di azienda ai sensi dell’art 2112 del Codice civile».
Una norma che secondo un gruppo di senatori pd (tra cui Ichino, Treu, Pas­soni e Nerozzi) rappresenta un «pasticcio» che «sarà sicuramente condannato dalla Corte di Giustizia Ue» ma che intanto avrà «pesanti con­seguenze per i lavoratori». In pratica i dipen­denti di un’azienda in crisi (o di una parte) ce­duta a un nuovo azionista non avranno più il di­ritto a mantenere il posto. Il proprietario su­bentrante potrà riassumerli ma senza alcun ob­bligo.
Nel caso Alitalia i lavoratori finiranno in cassa in­tegrazione prima di essere (in parte) riassunti dalla Cai. «Ma la maggioranza ha paura che la Ue giudichi la discontinuità insufficiente e boc­ci l’operazione– accusa il senatore Passoni –. Co­sì hanno varato una legge per poter dire che non si tratta di cessione di azienda. A meno che con il pretesto di Alitalia non si punti a destruttura­re le garanzie di tutti i lavoratori proprio quan­do con la crisi ci saranno ristrutturazioni gigan­tesche ». Il relatore del provvedimento Angelo Maria Cicolani replica spiegando che c’era l’«e­sigenza di uniformarsi ad una direttiva europea che richiede la discontinuità nei passaggi di as­sunzione dei lavoratori. Se non lo si facesse, il nesso di continuità tra Alitalia e Cai sarebbe con­siderato dalla Ue come un altro aiuto di Stato»

Dopo il primo momento di lotta

Il giorno 20/11 si è conclusa una prima fase delle azioni di sciopero decise a seguito dell’assurdo silenzio dell’azienda, del suo ostinarsi a non voler rispondere all’invito ad una trattativa concreta che tenesse veramente conto delle esigenze di entrambe le parti, della sua continua ricerca del muro contro muro, del disagio creato ad arte per punire chi ha avuto solo il torto di dire no ad un’ipotesi di accordo assolutamente irricevibile.

Tanti Lavoratori hanno compreso il momento, in tanti hanno chiara la situazione, sentono l’esigenza di concordare un documento che garantisca la nostra occupazione, che contemporaneamente non sia onerosa e quindi sia sostenibile da questa Azienda.

Perchè è questo signori, quello di cui stiamo parlando, scrivere delle garanzie che tutelino il nostro futuro non costa nulla più dell’inchiostro e della carta che ne verrebbe vergata; sfruttare le ore di lavoro lasciate libere da chi a vario titolo è andato via da questa azienda per creare stabilita’ occupazionale, fissare criteri chiari e non discriminanti per il premio di risultato, non stravolgere tutta quella serie di diritti che in tanti anni avevamo acquisito (cioe’, semplicemente come tutte le parti ci avevano detto: non cambierà nulla).

Tante persone hanno deciso di rimboccarsi le maniche per unirsi a questa unica voce che chiede soltanto un confronto responsabile.

Sono le stesse persone che un anno fa hanno affollato le piazze, che hanno mostrato la loro fermezza, il loro splendido orgoglio contro chi li stava calpestando; ma pure gli stessi che poi hanno saputo responsabilmente mettersi a lavorare in questa nuova realtà, che hanno compreso le esigenze e bocciato un’ipotesi di accordo che non li tutelava anzi al contrario li penalizzava.

Alla fine di questa fase tutti quegli occhi guardano all’Azienda, ancora una volta le chiedono quel confronto, quella correttezza che può essere la sola base per un rapporto sereno, ancora una volta aspettano di comprendere se chi parla di buon clima aziendale ha veramente voglia di curarsi dei suoi dipendenti, o e’ solo un falso slogan in cui i primi a non crederci sono gli stessi che lo declamano, e non fanno nulla per realizzarlo, dicendoci quindi che sarà necessario continuare a farci sentire, provare a prenderci con l’azione quello di cui non vogliono neanche discutere.

Per rafforzare la nostra iniziativa abbiamo preso contatto con i nostri colleghi di COMDATA SPA perchè i nostri divengano percorsi comuni, perchè siamo tutti sottoposti alla stessa logica di mercato dettata dalle grandi multinazionali come Vodafone, in nome della quale i nostri diritti vengono sempre più schiacciati e stratificati in, lavoratori di serie A, B oppure C.

Siamo già pronti ad unire i nostri percorsi in uno sciopero nazionale con un’azione congiunta COMDATA-COMDATA CARE per giorno 12 dicembre, contemporaneamente allo sciopero generale indetto dai sindacati di base COBAS, CUB e SDL, oltre che dalla CGIL (le norme che regolamentano il diritto allo sciopero ci impediscono di scegliere una data diversa da questa prima di gennaio 2009).

L’esigenza di tutti noi è quella di chiarire prima possibile e in tutti i modi possibili ciò di cui abbiamo bisogno. per creare quel clima di serenità a cui tutte le parti aspirano.

Allora guardiamo l’azienda, le chiediamo di porre termine a questo scontro e di aprire la trattativa, perchè nessuno di noi ha intenzione di distruggere e basta, perchè la nostra volontà è quella di costruire, di porre le basi su cui costruire il futuro delle nostre famiglie, ed è per tutto questo che siamo pronti a fare tutto quello che sarà necessario fare.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care

Da qualche giorno in Vodafone gira questa e-mail:

Oggetto: Aggiornamenti Comdata Care inviata da: info.comdata.care@googlemail.com a Paolo Bertoluzzi e Michele Verna.

Per ammissione dello stesso autore anonimo non si tratta di CGIL-CISL-COBAS manca UIL ma siamo sicuri che è una semplice dimenticanza.

Caro ex collega,
il 9 novembre dell’anno scorso hai ceduto 914 persone a Comdata Care (gruppo Comdata).
Nei giorni precedenti alla cessione hai fatto fare degli incontri dove facevi rassicurare tutti che per i colleghi non sarebbe cambiato nulla.
A circa un anno di distanza io ti dico che la prima cosa che ho perso e’ il guadagno:

- Premio di risultato non riconosciuto in piena percentuale
- Non ho piu’ le azioni (in una famiglia mono-reddito come la mia era ossigeno)
- Non si lavora piu’ la domenica, i festivi e non si finisce piu’ alle 24.

Mi fermo ma potrei continuare con altre cose.
Ma lo sai che quasi sempre ogni mese dobbiamo fare “discussioni inutili” perche’ puntualmente non troviamo il 27 lo stipendio accreditato ? E riceviamo sempre risposte inutili.
Non cambiera’ nulla, dicevi e facevi dire dai burattini che elargivano menzogne in tutte le sedi.
E lo stupendo R.C. e il magnifico P.R.R.R ?
Qui la risposta che ci danno e’ : NON ESISTONO. E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”. Che faccio continuo ?
Ma lo sai che quasi ogni giorno siamo costretti a fare due ore di sciopero per combattere le scelte fatte dall’azienda in modo del tutto unilaterale senza neanche comunicarlo prima ai dipendenti ?
E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”. Vuoi chiedere ai tuoi AMICI se esiste una trattativa di secondo livello qui da noi ?
E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”.
Per il momento mi fermo qui perche’ altrimenti mi viene veramente da piangere.
Invito tutti i miei ex-colleghi a riflettere e diffidare da quello che vi dicono o vi diranno,la situazione qui non e’ per nulla semplice. Io non appartengo a nessuna sigla sindacale, non sono CGIL-CISL-COBAS o altro, appartengo a me stesso, sono solo un lavoratore prossimo alla disperazione.
E tu dicevi :”non cambiera’ nulla”.
Ci sentiamo a Natale per gli auguri.

Comunicazione inviata dalla RSU Cobas di Roma alla dirigenza di ComdataCare

22 Novembre 2008

Buongiorno,
sono arrivate informazioni dai colleghi dipendenti c/o Comdata secondo cui tutta l'attività "attivazioni consumer" verrà spostata in altro call center, verosimilmente estero; inoltre i colleghi precedentemente impiegati su tale commessa verranno invece spostati sulla gestione corporate.
Essendo quest'ultima oggetto della commessa sulla quale lavoriamo noi in Comdata Care, come Rsu vi chiedo urgentemente un incontro per avere chiarimenti in merito.
Vi prego inoltre di condividere subito tali chiarimenti con tutti i dipendenti.
In attesa di un vostro riscontro vi auguro buon lavoro.

Rsu Cobas Comdata Care

La Regina dice: attendiamo la risposta dell'azienda

domenica 23 novembre 2008

E visto che il precedente comunicato Cgil non aveva fatto abbastanza ridere...

Roma, 20 novembre 2008

COMUNICATO SLC COMDATA CARE

Il 29 ottobre u.s. si è tenuta a Roma la riunione del Coordinamento Nazionale dei delegati SLC CGIL di Comdata Care.
Lo stato del settore e la congiuntura economica attuale ci confermano che l'accordo di 2° livello bocciato, sarebbe stato, date le condizioni, il miglior punto di equilibrio raggiungibile.
In un momento di grave recessione mondiale i cui effetti non tardano a manifestarsi anche nel nostro settore, con Aziende in perdita, esuberi, mancate conferme di tempi determinati e blocco delle assunzioni lo scenario diventa ancora più complicato.
L’elaborazione delle piattaforme e la gestione della trattativa sono per noi frutto di un’analisi complessiva che mirava e mira al raggiungimento del massimo possibile, compatibilmente con tutte le altre forze in campo e con la specificità di essere un'azienda outsourcing, dove i costi del lavoro pesano – mediamente – oltre il 70% rispetto ai bilanci (contro il 7-8% nelle imprese di TLC i cui ricavi sono connessi a più voci, a più servizi, all’aumento delle tariffe, ecc.).
Ora, spetta a chi si è assunto la responsabilità sindacale di bocciare l' accordo dimostrare alle lavoratrici e ai lavoratori di Comdata Care che è possibile ottenere di più.
Ovviamente come sindacato siamo e saremo in campo sugli importanti temi che impattano con le condizioni di vita e professionali dei lavoratori.
Riorganizzazione: premesso che Comdata Care è un'azienda di outsourcing, e che quindi fatte salve le garanzie dell'accordo di cessione, si regge sul concetto di possibili cambi di attività, la nostra azione sindacale si concentrerà sulla richiesta di avere, a fronte di un possibile cambio di attività, un'adeguata e specifica formazione, oltre che far pesare all’azienda che eventuali sbalzi di produttività sono prima di tutto legati ai processi di cui ha responsabilità l’azienda, non i lavoratori.
Salute e Sicurezza: carichi di lavoro, stress lavoro correlato, turnistica e questione micro clima nei luoghi di lavoro saranno per noi punto di attenzione in tutti i siti, tramite una specifica campagna nazionale ad hoc.
Rinnovo CCNL: a fine anno dovremmo rinnovare il contratto delle Telecomunicazioni e la SLC, come tutta la CGIL, è impegnata nella difesa dell'unicità del contratto nazionale e nella tutela del potere di acquisto dei salari, contro la proposta di Confindustria di ridurre il potere di acquisto dei lavoratori.
Come Slc ci stiamo battendo contro chi, con discutibile coerenza, firma accordi al ribasso in altre aziende outsourcer. Queste scelte espongono anche i lavoratori di Comdata care a rischi evidenti di dumping e rappresentano anche un indebolimento per le rivendicazioni del contratto.
Invitiamo tutti i lavoratori ad unirsi alla Cgil nella lotta per il contratto, contro chi ci vuole più poveri e con meno diritti.

Segreteria Nazionale SLC-CGIL

lunedì 17 novembre 2008

Comunicato SLC-CGIL del 13 novembre 2008

COMUNICATO SINDACALE

Buongiorno a tutte le colleghe e a tutti i colleghi,a seguito dell’assemblea vogliamo fare alcune riflessioni.
L’analisi che abbiamo condiviso con voi sul quadro generale del mondo del lavoro e, in particolare, nel settore dell’outsourcing, non vuole essere populismo facile, ne’ politica arrendevole tipo “va tutto male, accontentiamoci!”.
Ci piace cominciare a ragionare a 360 gradi e fare le opportune valutazioni per poter riottenere ed esigere i nostri diritti, e continuare a migliorare la nostra condizione lavorativa, magari dando delle priorita’ considerando il difficile momento.
Vogliamo stare vicini alle persone e raccogliere tutte le esigenze! Vogliamo esporre e condividere con tutti coloro siano interessati, le iniziative, proposte, idee che concretamente ci porteranno ad affrontare un cammino comune, chiaro e democratico. Pertanto, dalla prossima settimana saremo a disposizione in sala sindacale, nei giorni e negli orari che vi comunicheremo, per affrontare con gruppi di voi i vari temi.
Ricordiamo che spesso nella nostra storia ci troviamo a lottare per il sacrosanto diritto alla privacy, vedi l’ultimo Bean. Pertanto, condanniamo fermamente l’atteggiamento di chi addita pubblicamente le persone che, a suo dire, si sono permesse di fare cambi turno, malattie, ecc, nel giorno in cui era stato proclamato uno sciopero, dichiarando pubblicamente di conoscere nomi e cognomi di tale lista NERA!
Tale comportamento e’ per noi gravissimo, poiche’ sul rispetto di tutte le idee si basa la civile convivenza e il senso di comunita’ democratica.
Infine, rispondiamo a quei colleghi che hanno firmato il foglio per le dimissioni delle Rsu Slc-Cgilcon il lavoro, la dedizione, la perseveranza, la volonta’ ferma di fare il bene dei lavoratori, il rispetto delle regole, il rispetto del lavoro, il rispetto delle idee e opinioni altrui.
L’unita’ fra tutti noi va ricercata e praticata, il foglio firme ci divide, non ci unisce.
Salutandovi, accetteremo sempre quelle critiche costruttive che rappresentano il grande patrimonio per la crescita di tutti noi!

sabato 15 novembre 2008

6 dicembre 2008: non dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro

per adesioni 6dicembre@gmail.com

6 dicembre 2007: strage di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino

Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa…
Ma tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata l'ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un sono schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.
Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV…
Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi.
Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno, reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in condizioni sempre più insicure.
Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca per il rischio che hanno occorso a lavorare in un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non basta: siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità, quella di chi lavora.
Per questo facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro posto.

Torino il 6 dicembre 2008 – Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp, Corso Regina Margherita 400, ore 09.30

Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)

RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

bastamortesullavoro@domeus.it per comunicazioni rapide

mercoledì 12 novembre 2008

Lettera aperta della Cgil

Roma 10/11/2008

LETTERA APERTA DELLA RSU SLC-CGILAI LAVORATORI DEL CALL CENTER DI COMDATA CARE

Cara lavoratrice e caro lavoratore,
ti scriviamo questa lettera aperta affinché tu possa sapere con chiarezza cosa sta succedendo, da qualche mese a questa parte, nel settore dei call center in outsourcing.

Come CGIL dobbiamo infatti denunciare che - mentre ci battiamo per chiedere più tutele e garanzie, per chiedere che tutte le aziende rispettino il CCNL e le leggi (a partire dalle circolari del Ministero del Lavoro n. 4 e n. 8 del 2008), cioè mentre ci battiamo perché non vi sia più una competizione fatta solo risparmiando su salario e diritti - altri sindacati con la complicità di Confindustria e di imprenditori senza scrupoli vanno minacciando il nostro posto di lavoro.

Come? Accettando di derogare in peggio al CCNL delle TLC, firmando accordi che permettono di sotto inquadrare i lavoratori (assumendo centinaia di giovani per attività sia inbound che outbound al 1° livello), accettando che diverse aziende non paghino le maggiorazioni in caso di lavoro supplementare o straordinario, ecc.

Come SLC-CGIL noi abbiamo sempre - con coerenza - portato avanti un'unica linea politica e sindacale, in azienda ma anche nel settore.Perché siamo convinti che solo con regole uguali per tutti, con un costo del lavoro identico sia che si lavori al Nord come al Sud, in un grande gruppo o in un singolo call center si difende il posto di lavoro di tutti.

E' infatti chiaro che se c'è qualche azienda che paga di meno i lavoratori, che li sfrutta andando oltre i limiti e le tutele poste dalla contrattazione collettiva, quell?azienda vincerà le commesse su cui noi oggi lavoriamo, mettendo a rischio i nostri posti di lavoro e ogni possibile ulteriore conquista di diritti e di salario aggiuntivo.

E' per coerenza quindi che a differenza di altri non abbiamo firmato accordi in Abruzzo che stabilizzavano i contratti a progetto impegnati su attività inbound con tranche fino al 2010 (!!!); che non abbiamo firmato in Calabria e in Sicilia accordi che permettono di derogare alle tutele sull'orario di lavoro e di non pagare le maggiorazioni previste in caso di straordinario o supplementare. E' per coerenza che non abbiamo accettato che Phonemedia assumesse centinaia di ragazze e ragazzi al 1° livello del CCNL (da più di trent'anni non si inquadrano più lavoratori al 1° livello, visto che per il CCNL questo livello corrisponde ad operai generici e donne di pulizia, non agli operatori di call center leggetevi l'art. 23 del nostro CCNL e vedrete che un lavoratore part-time a 6 ore al 1° livello prende 550 euro lordi. Quindi guardate le nostre buste paga).

Potremmo continuare così e raccontarvi che gli unici che continuano a fare esposti perché gli ispettori intervengano contro le imprese più scorrette, siamo solo noi. Che solo la CGIL tutti i giorni continua a denunciare i grandi committenti come Telecom, Enel, BT, Fastweb, Sky ecc. che assegnano le commesse con il sistema delle gare al massimo ribasso.

Del resto come CGIL non da oggi chiediamo:

1) il rispetto del CCNL per tutti i lavoratori, vera garanzia per spingere le aziende a scommettere sulla qualità e su nuovi servizi. Basta con chi vuole fare impresa risparmiando sulla nostra pelle, mettendo lavoratori contro lavoratori, giovani contro altri giovani, donne contro altre donne;
2) il rispetto delle leggi e delle circolari del Ministero del Lavoro per stabilizzare tutti i lavoratori che sono ancora precari;
3) la responsabilizzazione dei grandi committenti, che solo se troveranno tutte le aziende impegnate a garantire uguali costi del lavoro, saranno spinti a dare commesse basandosi sulla qualità, sulla professionalità degli operatori, ecc.;
4) l'ampliamento dei diritti in tutto il settore, a partire da una contrattazione aziendale da diffondere in tutte le imprese per premiare il lavoro, investire in formazione e in crescita professionale (cioè portando tutti gli operatori di call center, in prospettiva, verso il 4° e il 5° livello);
5) l'introduzione di clausole sociali nei cambi di appalto.

Queste sono state, del resto, le parole d'ordine con cui il 19 Settembre abbiamo scioperato e manifestato a Roma, contro le imprese scorrette, per i nostri diritti, per la ripresa delle ispezioni e per una maggiore attenzione alle nostre condizioni di vita e lavoro.

SLC-CGIL porta avanti queste battaglie nella nostra azienda e in tutto il paese, perché solo stando tutti uniti, solo costruendo solidarietà tra i lavoratori di tutte le imprese di call center, saremo più forti. Saremo più forti in vista del prossimo rinnovo del CCNL (che scadrà il 31/12/08) e saremo più forti nella nostra azienda.

Aiutaci a difendere i diritti di tutti. Stai con la CGIL, da 100 anni dalla tua parte.

Le RSU di Comdata Care

martedì 11 novembre 2008

PENSIERINI DELLA SERA...

Continuiamo a ricevere mail da colleghi comdata spa sparsi nelle varie sedi in Italia che ci testimoniano situazioni di abuso di potere da parte dell’azienda, di mobbing e condizioni igieniche dei locali ai limite della legge. Leggiamo e rispondiamo volentieri alle vostre mail (continuate a scriverci) ma mi preme ricordarvi pubblicamente che il lamento fine a se stesso non serve a nulla. Dovete, dobbiamo agire. Non dobbiamo stancarci di rivendicare delle condizioni lavorative serene. Perché quello che chiediamo è di lavorare e lavorare bene. Non fatevi intimorire, unitevi e lottate. Non state chiedendo la luna.

Comdata care: E’ stato proclamato uno sciopero di 15 gg a partire dal 3 novembre per le 2 ore in uscita. Abbiamo partecipato il 3 novembre e oggi. Oggi c’è chi si è lamentato di essersi stancato!!!! Oggi, c’è chi si è lamentato di “non esser stato avvisato prima”!!! Ora, a parte il fatto che la nostra RSU cobas ha ben spiegato in assemblea le motivazioni e non sto qui a ripeterle ma, mi chiedo, … a cosa serviva essere avvisati prima? Dovevi forse portarti le molotov?
Allora mi e vi dico…. Io non mi incazzo con chi fa una scelta lucida e consapevole e ritiene non opportuno partecipare a queste forme di lotta. Io mi incazzo con chi si ritiene insoddisfatto e nonostante questo abbassa la testa, mette la coda tra le gambe e fa spallucce. Io mi incazzo con chi un anno fa era in piazza a manifestare perché aveva paura di perdere qualcosa di importante con la cessione, e ora che l’ha persa davvero si dichiara “stanco”. Stanco????? Di già????
Eh no cari miei, allora avete giocato. Allora non avete capito che la manna dal cielo non arriverà, allora non avete capito che è proprio questo il momento di non mollare. Cavolo, abbiamo fatto davvero 30, siamo stati uniti, abbiamo ottenuto dei bei risultati (non sottovalutate la bocciatura di quella ridicola ipotesi di accordo) e ora a un passo dal 31 ci (vi) tirate indietro? Perché??? Vi prego, aiutatemi a capire perché. Cosa vi è cambiato adesso? Cosa adesso vi rende felici, sereni, appagati al punto di rinunciare?
Spiegatemelo perché forse mi sono persa qualcosa. Spiegatemelo perché magari così mi tranquillizzo anche io. Spiegatemi anche, però, perché non alzate manco il sederino per partecipare alle assemblee e vi lamentate se al posto del giorno festivo avete un riposo. Spiegatemi perché vi ho sentito lamentare del fatto che l’accordo di secondo livello ottenuto da Vodafone vi avrebbe fatto gola. Spiegatemi perché avete bocciato la nostra ipotesi di accordo e poi non fate nulla per chiedere di riaprire il tavolo delle trattative. Spiegatemi perché siete preoccupati di perdere il posto di lavoro. Spiegatemi perché vi vedo incazzati e rassegnati.
Spiegatemelo, e convincetemi.

Perchè fortunatamente siete una minoranza ma porca miseria mi spaventate.

venerdì 31 ottobre 2008

NON SIAMO ALL'ASILO

Dunque, per lunedì 3 novembre è stato proclamato uno sciopero di 2 ore (Comdata Care Spa) e per oggi era prevista un’assemblea per informare tutti i colleghi circa le motivazioni di questo sciopero e fare il punto della situazione, nonché un po’ di chiarezza. Ma cosa fa l’azienda?

CI IMBAVAGLIA!

L’assemblea non s’ha da fare.

Certo, così con la coda tra le gambe chiederemo umilmente perdono per aver osato pensare di difendere i nostri DIRITTI.

Nessuno di noi ha dimenticato le promesse che ci sono state fatte un anno fa.
Nessuno di noi si era illuso allora che potessero essere mantenute, ma siccome è la legge (2112 cc) a prevedere che le nostre condizioni lavorative restino immutate rispetto a quelle pre-cessione, noi PRETENDIAMO che la LEGGE venga rispettata.

Le cose principali che abbiamo perso sono:

> Garanzie occupazionali
> Tranquillità lavorativa
> Trasparenza e condivisione di obiettivi e strategie
> Una gestione dei turni e degli orari consolidata
> La nostra professionalità per una riorganizzazione aziendale che tarda a mostrare i vantaggi annunciati
> I nostri Rc e il diritto di godere delle festività nonostante all’azienda non serva il lavoro festivo
> Un Premio di Risultato praticamente sicuro e basato su criteri non discriminanti


A noi NON STA BENE, e non ci facciamo intimorire da NULLA, perché non siamo più dei bambini che devono obbedire incondizionatamente alla maestra.

Vogliamo che si riapra il tavolo delle trattative e che l’azienda firmi un accordo di secondo livello degno di tale nome, CE LO DEVE.

Comdatacare lega la possibilita` di offrire garanzie occupazionali alla propria redditività ma dichiara gia` che la produttività cala.

Questa situazione non e` capitata ma e` stata appositamente studiata da VODAFONE che non può liberarsi cosi’ facilmente della responsabilita` sociale che ha nei nostri confronti….cominciamo ad impattarla nel nostro percorso rivendicativo, poichè e` responsabile della nostra attuale situazione e continua quotidianamente a interferire nella nostra vita lavorativa.

E’ necessario iniziare a infastidire VODAFONE e COMDATA attraverso iniziative che creino in queste aziende uno stato di tensione tale per cui COMDATACARE si decida a venire al tavolo a parlare con NOI LAVORATORI.

Dalle 10 alle 12 del 3-11-08 facciamo il primo passo di questo percorso con un PRESIDIO sotto le sedi di VODAFONE di Roma e di altre città. Iniziamo ad infastidire questo cliente/burattinaio…

Per chi ha un turno che inizia dalle ore 12.00 in poi, le 2 ore di sciopero sono le 2 ore in uscita.

giovedì 30 ottobre 2008

Sciopero h3g

Domani, 31 ottobre, sciopero dei colleghi H3G per tutto il turno di lavoro.
Contro la politica aziendale merdosa rispetto ai tagli del personale previsti.
Esprimiamo la nostra piena, pienissima solidarietà.

VOCE AI COLLEGHI

ciao,
sono una futura ex dipendente di comdata di Torino..
Si,perchè la commessa x cui lavoro,wind infostrada,in questa sede sta chiudendo i battenti x rimanere attiva solo a ivrea..
Bello,vero?
Ho iniziato il mio lavoro il 27 agosto 2008 tramite agenzia, il 26 novembre sono stata assunta a tempo determinato fino a maggio 2008 poi prorogata fino al 31 dicembre 2008. All'inizio ero in help desk ull, poi per esigenze di chiamate sono stata formata x l'adsl con un corso di 2 settimane concentrato in 7 ore e mezza..
Mi è stato detto che era un passaggio momentaneo, che nn sarebbe cambiato nulla nella matrice degli orari.
Poi hanno iniziato a cercare VOLONTARI che rimanessero stabili in adsl e che cmq nn obbligavano nessuno..
Risultato? Mi sono ritrovata in matrice adsl senza sapere come, mentre i veri volontari non sono nemmeno stati presi in considerazione..
Ora che sta x chiudere infostrada a Torino ull nn si fa praticamente più ma i tl ull (che nn ne capiscono quasi nulla di assistenza adsl) sono rimasti al loro posto, mentre uno dei tl adsl è stato spostato in un'altra commessa!
Wow... Gli operatori a tempo indeterminato sono stati già più o meno sistemati, mentre noi a tempo determinato (quelli che nn hanno chiesto il trasferimento a ivrea) abbiamo un punto interrogativo in testa.. Che altro dire?
We care, we share!!

mercoledì 29 ottobre 2008

SIAMO SOLO ALL'INIZIO !!!!

Lunedì 3 Novembre primo sciopero di due ore con manifestazione!

Un anno fa Vodafone, vendendoci, disse che nessuna delle nostre condizioni lavorative sarebbe cambiata:
Un anno è trascorso e invece fino ad ora abbiamo perso:
· la tranquillità lavorativa
· la trasparenza e la condivisione di obiettivi e strategie
· una gestione dei turni e degli orari consolidata
· la nostra professionalità per una riorganizzazione aziendale che tarda a mostrare i vantaggi annunciati
· gli RC e il diritto di godere delle festività

Comdatacare ci ha proposto un Premio di Risultato legato alle presenze e a scapito delle malattie ma si rifiuta di scrivere sulla piattaforma di secondo livello una forma di garanzia di mantenimento del livello occupazionale, di reinvestire le ore dei dipendenti che a vario titolo sono andati via da questo ramo ceduto per aumentare in maniera significativa le formule contrattuali dei Lavoratori restanti e per stabilizzare lavoro precario.

Dopo un solo anno l'Azienda, che lega la possibilità di offrire garanzie occupazionali alla propria redditività, dichiara già di essere in perdita, in misura tale da non poter oggi prendersi questo tipo di impegni.

Non serve un matematico per capire che se Vodafone tiene in casa un lavoro che paga 100, e vuole darlo all'esterno pagando 80, come fara` l'Azienda che quel lavoro lo acquisisce a guadagnarci se mantiene il medesimo livello retributivo della sua popolazione Lavorativa?

E questo calcolo Vodafone lo conosce bene, questa situazione non e` capitata ma e` stata studiata da un Azienda che prende ogni anno milioni di sovvenzioni dallo Stato, e che accresce la propria ricchezza tagliando con questi sistemi posti di lavoro dei membri attivi di quello stato di cui succhia il midollo, togliendo stabilità a tante famiglie.

Vodafone non riuscirà a liberarsi della responsabilità sociale che ha nei nostri confronti....cominceremo ad impattarla nel nostro percorso rivendicativo, visto che ancora oggi e` responsabile della nostra attuale situazione e continua a interferire nella nostra vita lavorativa.

Dopo la bocciatura dell'Ipotesi di Piattaforma Integrativa, Comdata Care NON HA ANCORA INTESO RIAPRIRE LA DISCUSSIONE ed è quindi necessario realizzare una serie di iniziative che creino uno stato di tensione in Comdata e in Vodafone tale per cui l'Azienda si decida a cambiare atteggiamento e a venire al tavolo a parlare con NOI LAVORATORI.

Dobbiamo fare in modo che all'opinione pubblica sia chiaro quanto Comdata e Vodafone siano responsabili di questa nostra situazione lavorativa, dirlo a gran voce, attraverso tutti canali possibili, dobbiamo dare UN GRAN FASTIDIO:

A VODAFONE che deve salvaguardare la sua immagine rispetto al mercato e che dobbiamo spingere a premere su Comdata affinchè la situazione rientri

A COMDATA che ha un'immagine da salvaguardare nei confonti del suo cliente principale e fondamentale (Vodafone) e piu' in generale nel panorama del mercato degli outsorcers visto che offre i suoi servizi anche ad altre aziende.

A tal fine abbiamo fatto tutti i necessari passi legali per mettere in campo diverse iniziative.

La prima sarà Lunedì 3 NOVEMBRE con uno SCIOPERO NAZIONALE di due ore cosi' articolato:

· dalle 10.00 alle 12.00 per chi entra in turno fino alle 11.00
(chi ha il turno che comprende queste 2 ore "beggia" alle 10 quando esce e alle 12 quando rientra; chi dovrebbe entrare o uscire nell'arco di queste 2 ore "beggia" l'entrata alle 12 o l'uscita alle 10)

· 2 ore in uscita per chi entra in turno dalle 12.00 in poi
(si "beggia" l'uscita 2 ore prima del dovuto e si và via)

La mattina dalle 10.00 alle 12.00 contemporaneamente in diverse parti d'Italia faremo un presidio presso le sedi Vodafone per far sapere ai nostri ex-colleghi che non debbono stare tranquilli nella loro realtà dorata perchè se verranno esternalizzati non e' vero che tutto resta invariato e che si sta bene lo stesso....e anche questo, ne siamo certi, darà un bel fastidio a Vodafone.

Scrivere di garanzie occupazionali, fare interventi correttivi sulle pianificazioni e sui turni senza apportare inutili variazioni peggiorative, applicare criteri non discriminanti per il premio di risultato, ecc, ecc sono TUTTE richieste piu` che responsabili, ben calibrate sulla realtà che oggi viviamo, e per lo più a costo zero.

Non lasciamoci intimorire, non lasciamo ad altri la possibilità di decidere per il nostro futuro aspettando a braccia conserte.

Se tutti i Lavoratori si uniscono tante cose che sembrano difficilissime possono realizzarsi, ci crediamo al punto da voler mettere da parte qualsiasi logica di appartenenza; abbiamo scritto alle Segreterie Confederali per coordinare le nostre azioni, non abbiamo ricevuto risposte ma oggi invitiamo le RSU appartenenti a queste sigle, i lavoratori a loro vicine, ad unirsi a noi, perche` se tutti remiamo nella stessa direzione, se a vicenda diamo forza alle iniziative di entrambe le parti, saremo un movimento ancora piu` forte, compatto in marcia verso un futuro piu` garantito.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

E se l'azienda volesse dire la sua (ma figuriamoci...) siamo a disposizione!

Con la presente missiva gli operatori della commessa Wind presso Comdata SpA vogliono rendere pubblico il proprio disappunto per gliaccadimenti che hanno visto protagonista il collega M.N.
Ebbene, negli ultimi tempi il summenzionato collega è stato oggetto divessazioni da parte di più persone sul posto di lavoro, che in più diun'occasione si sono aggirati intorno alla sua postazione, rendendoglioltremodo disagevole, per non dire impossibile, lavorare in modosereno ed efficiente.
Tutti abbiamo notato che il collega è stato preso di mira da referentioperativi e team leader, che gli vengono rimproverate condotte eabitudini che sono comuni ai più, e questa situazione si ripercuote inmaniera negativa su tutto l'ambiente di lavoro.
Infatti, è stato richiamato, con una prima lettera, con l'accusa diaver usato il servizio di messaggeria istantanea (o chat) dal sitowww.gmail.com .
È ben noto, tuttavia, come tale mezzo di comunicazione venga abitualmente e quotidianamente utilizzato da molti, diversi teamleader in primis!
In verità, gli stessi team leader, ben sapendo chel'utilizzo di questo sito è vietato sul posto di lavoro, più volte lohanno adoperato per comunicare cambi turni, pause, esito di test, edogni altra varia ed eventuale.
Tutti conoscono le regole, si sa che non è consentito né agli operatori, né ai superiori utilizzare siti Internet come www.gmail.com, www.facebook.com e quant'altro, però non si spiega il perché di unrigoroso rimprovero rivolto ad un singolo collega e non ai superioriche per primi violano il regolamento; in numerose occasioni sono stativisti "giocare" in position utilizzando proprio questi siti Internetconsiderati "non di interesse lavorativo".
In tali casi in tanti hannochiuso un occhio, anche tutti e due! Negli ultimi giorni N. ha ricevuto un secondo richiamo scritto perché"scoperto in possesso del cellulare" sul posto di lavoro. Questo secondo richiamo, vale la pena di segnalare, sulla base di unasegnalazione anonima, da parte di un non meglio specificato"assistente operativo" che, nella comunicazione ufficiale ricevutadall'Azienda, non viene nominato.
Tralasciando i palesi vizi di formadi questa notifica disciplinale, si deve riconoscere che il semplicepossesso di effetti personali (si tratti anche del proprio telefonocellulare) non è affatto indicativo di inefficienza sul luogo dilavoro, soprattutto se questi effetti personali non vengono utilizzatidurante l'orario lavorativo!!!!
Quest'ultimo richiamo si appalesa fortemente ingiusto ed ingiustificato, poiché tutti portano con sé il cellulare, anche se questo non vuol dire che lo utilizzino durante l'orario di lavoro in modo più o meno palese.
Ora, posto che le regole sono uguali per tutti (almeno dovrebbero esserlo), non si comprende perché tanto rigore rivolto nei confronti di un singolo individuo!
Esprimiamo solidarietà al nostro collega, un ragazzo di vent'anni che si è visto preso di mira senza un valido motivo.
Dove sono finiti il clima cordiale, familiare, ed il rapporto pacifico con cui l'operatore si trova a lavorare quasi alla pari conil suo superiore, che tanto vengono elogiati negli spot Comdata??
I lavoratori si dissociano dall'atteggiamento oppressivo edeccessivamente punitivo perpetrato nei confronti del summenzionatocollega da parte dell'Azienda e denunciano pubblicamente attraverso questa comunicazione un comportamento che non può che essere considerato come mobbing.

I Lavoratori dipendenti di Comdata SpA – in particolar modo, i Lavoratori impegnati nella commessa WindCollettivo Lavoratori Comdata

PS. ahahahahahah non si deve portare / utilizzare il proprio telefono cellulare???? ahahahahah licenziateci immediatamente TUTTI, please!

venerdì 24 ottobre 2008

CARREFOUR ROMA tutto il mondo è paese (ahinoi)

Carrefour selvaggia: «Licenzieremo 125 lavoratori»

Che sia o meno colpa della crisi - che in questo periodo può offrire ottimi alibi - il gruppo francese Carrefour ha deciso di colpire pesante: ha annunciato ben 125 licenziamenti nel centro commerciale «La Romanina» di Roma, mentre intanto continua a utilizzare - nella stessa struttura e negli altri 4 punti vendita della capitale - un numero indefinito di precari, sotto forma di cooperative, stagisti, contrattisti a termine, interinali e merchandiser (scaffalisti retribuiti dalle aziende fornitrici di prodotti).
Non è andata a buon fine la trattativa dell'altroieri, nonostante la mediazione della Regione Lazio, e ieri i lavoratori, tra cui tante donne part-time, si sono riuniti in assemblea: Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs annunciano la mobilitazione.
«Il centro commerciale era originariamente di 9500 metri quadrati e dà lavoro a 241 dipendenti - spiega Vittorio Pezzotti (Filcams Cgil) - Ma recentemente Carrefour ha venduto il piano non food, dove lavoravano 48 persone, per concentrarsi solo sull'alimentare. Dopo la cessione ha annunciato 125 esuberi, perché dice che non potrà tenere più di 120 dipendenti. Il problema è che non vuole discutere del gran numero di lavoratori precari che impiega quotidianamente: almeno 40 persone, con punte di 60, presenti nell'ipermercato per 10-12 ore al giorno. Ci sono persino 8 stagisti, che non fanno formazione, ma lavorano come tutti gli altri».
Il sindacato ha chiesto dunque di fare chiarezza prima sui precari, e poi, eventualmente, di discutere la ricollocazione delle «eccedenze» di personale: «Azzerino gli interinali, utilizzati soprattutto nelle domeniche, e la smettano con l'abuso dei merchandiser: sono addetti retribuiti dalle case fornitrici, che però spesso sistemano anche merce che non dovrebbero. Non sappiamo neanche che contratto hanno, non hanno tutele. Noi sospettiamo che il vero fine dell'alto numero di esuberi sia la volontà di vendere l'intero ipermercato, con il minor carico possibile: tanto che nel corso della trattativa ci hanno proposto di azzerare del tutto l'integrativo: cosa che farebbe comodo ai possibili acquirenti».
Il tavolo alla Regione si è arenato proprio sull'integrativo: Carrefour ne chiede la sospensione totale per due anni, oltre alla gestione unilaterale e quindicinale degli orari di lavoro, la fungibilità dei lavoratori nelle diverse mansioni, e l'uso di personale interinale, a termine e in merchandising in contemporanea alla messa in cassa integrazione dei dipendenti a tempo indeterminato.
I sindacati hanno giudicato «inaccettabili» le richieste, aprendo al massimo alla rinuncia dell'integrativo ma con l'esclusione del salario fisso e della malattia/infortunio; inoltre, si dava disponibilità al lavoro domenicale con riposi compensativi, alla sospensione dei ticket e della pausa retribuita.
Ma tutto questo non è bastato, e i licenziamenti per il momento non sono stati ritirati.

giovedì 23 ottobre 2008

NON FERMIAMOCI PROPRIO ADESSO!!!

Appena dopo la bocciatura dell'ipotesi il Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care ha preso l'inizitiva sia verso le strutture sindacali confederali, che abbiamo invitato a rielaborare una piattaforma unitaria convinti che la vera unita' e' quella che si realizza CON TUTTI I LAVORATORI su obiettivi comuni, sia verso l'azienda nel tentativo di riaprire il dialogo sulle reali esigenze emerse nel corso delle assemblee con I Lavoratori

I sindacati confederali non hanno neanche risposto, mentre l'azienda in perfetto stile Vodafone e` partita gia` con rappresaglie (tipo 1 novembre e 8 dicembre di riposo a tutti e non di festivo come la legge chiederebbe) contro le persone che hanno la grave colpa di aver esercitato un loro diritto!

Fortunatamente, proprio la bocciatura di quell'Ipotesi di Fregatura ci consente di agire anche legalmente per veder riconosciuti i diritti ereditati dagli accordi Vodafone (come stiamo facendo ad esempio con la campagna in corso per il recupero del festivo).

Ma perchè, a distanza di 3 SETTIMANE dalla bocciatura dell'accordo, i sindacati confederali non hanno ancora preso atto delle reali richieste dei Lavoratori e non hanno messo in campo iniziative per raggiungere gli obiettivi? Si sono offesi?

Perche' l'azienda se l'e' presa cosi' tanto per il nostro rifiuto alla loro offerta? A meno che quell'ipotesi di accordo non servisse molto e solo all'azienda, non si capisce il loro astio per il nostro secco NO!

Qualcuno, evidentemente con interessi diversi dai nostri, gia' vuol far passare il messaggio che abbiamo sbagliato a non accettare quell'ipotesi: come abbiamo osato esercitare un nostro diritto, quello di dire NO?

O forse, il gioco e' quello di intimorirci cosi' quando ci presenteranno un'altra ipotesi, ancora una volta scadente ed utile soprattutto all'azienda, diremo SI per la gioia di Comdata Care (che smettera' con le sue rappresaglie, perche' avra' ottenuto quello che VUOLE LEI)?

A tutte le parti ricordiamo che richieste come: la scrittura di garanzie occupazionali, gli interventi correttivi sulle pianificazioni e sui turni senza apportare inutili variazioni peggiorative, l'applicazione di criteri non discriminanti per il premio di risultato, una seria risposta in termini di mantenimento dei livelli occupazionali; sono TUTTE richieste piu` che responsabili, ben calibrate sulla realtà che oggi viviamo, e per lo più a costo zero.

Dobbiamo essere noi tutti quindi a riprenderci il tavolo di trattativa ATTRAVERSO AZIONI DI LOTTA DIRETTE SIA A COMDATA E A COMDATACARE, MA ANCHE A VODAFONE responsabile principale della situazione nella quale ci troviamo e cliente/padrone che ancora oggi, quotidianamente, "sentiamo" manovrare i fili nell'ombra.....se Vodafone crede di essersi liberata di noi SI SBAGLIA!

Come Coordinamento Nazionale COBAS abbiamo esperito tutti i tentativi di conciliazione preventivi alle iniziative di sciopero previsti dalle norme vigenti.
Dal giorno 3 novembre apriremo una finestra temporale di 15 gg di iniziative di lotta con scioperi fino a DUE ORE AL GIORNO; questa fase comincera` con uno sciopero fissato per TUTTI IL GIORNO 3/11 DALLE 10:00 ALLE 12:00: faremo sentire in tutte le sedi la nostra voce sia ai nostri attuali datori, sia a Vodafone con un presidio. I dettagli in prossime comunicazioni. Nel corso di questo periodo organizzeremo azioni che ci consentano di dare visibilità alla nostra vertenza.

Contemporaneamente proveremo a sfruttare, in alcune giornate, i momenti di pausa per strutturare degli incontri che possano dare a tutti aggiornamenti e chiarimenti sullo stato dell'arte.

Al termine di questa prima fase, e nei tempi piu` stretti che la legge ci consente, organizzeremo uno sciopero nazionale di otto ore CON MANIFESTAZIONE, come momento culminante di un processo mirato a spingere l'azienda e tutte le parti a riaprire le trattative per il bene comune.
Quando ci hanno ceduto ci hanno raccontato che nulla sarebbe cambiato ma così non e': ci scippano istituti come l'RC, legano il pdr a discorsi discriminatori e ad una produttività che oggi ci dicono essere al di sotto delle aspettative; ma quali sono poi queste aspettative? Chi le decide e chi conta i nostri risultati?

Non dobbiamo smettere di mantenere alta la nostra attenzione, non possiamo perdere questo momento per prenderci le garanzie che possono essere la nostra unica assicurazione per gli anni che verranno.

sabato 18 ottobre 2008

BUON COMPLEANNO !!!!!

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

24 OTTOBRE SCIOPERO DELLA 3 ITALIA

Il 24 ottobre H3G si fermerà per uno sciopero generale di tutti i lavoratori e l’astensione riguarderà l’intero turno di lavoro. Lo annuncia una nota della segreteria nazionale dell’Ugl Telecomunicazioni.
“Lo sciopero - spiega il sindacato - è la necessaria risposta all’idea dell’azienda di voler risolvere i problemi utilizzando esclusivamente lo strumento del licenziamento. Noi siamo invece convinti che vi siano gli spazi per scongiurare questa ipotesi. L’Ugl ha invitato l’azienda ad avviare con il sindacato e tutte le altri parti interessate un confronto vero incentrato sulle prospettive di rilancio industriale, eventualmente anche attraverso la ricerca di partner, nazionali e non solo. Il problema degli esuberi, intanto, - conclude la nota - può essere risolto adottando strumenti alternativi, come la riqualificazione e il riposizionamento professionale, che un’azienda di queste dimensioni ha certamente a disposizione“.

Scusate il ritardo 2.....Iniziative a Milano durante lo sciopero del 17 ottobre

Oggi, 17 ottobre 2008, giorno dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, San Precario è di nuovo apparso a Milano. Ha attuato un attraversamento metropolitano che ha lasciato il segno.
Di primo mattino, lo abbiamo visto davanti all'Ambulatorio Medico Popolare di Via Transiti (T28) in attesa dell'ufficiale giudiziario che ha pensato bene di rinviare lo sgombero al 25 novembre.
Verso le 9.30, lo abbiamo visto di fronte a Omnia, il call-center a cui Wind ha esternalizzato 275 lavoratrici. Omnia sta procedendo a nuove esternalizzazioni precarizzando ancora. Di fronte ai volantini e allo speakeraggio di San Precario che denuncia il peggioramento delle condizioni di lavoro e vita, suscitata l'attenzione dei precari e delle precarie che si affacciano alle finestre, uno degli amministratori si è sentito in dovere minacciare l'intervento delle cd. forze dell'ordine. Niente di più ridicolo per la potenza di San Precario!
Improvvisamente il Santo si è materializzato di fronte alla sede regionale di Cgil-Cisl-Uil di Sesto S.G. per denunciare l'accordo capestro che i sindacati concertativi hanno firmato con le cooperative di servizi sociali.
Poi gli operatori sociali hanno cinto d'assedio la sede della CESED, una delle cooperative sociali in cui la precarietà è vita quotidiana. Nonostante la serrata immediatamente attuata, la voce del Santo è riuscita comunque a farsi sentire. Ma il piatto forte doveva ancora arrivare. Improvvisamente, cogliendo di sorpresa le forze dell'ordine impegnate a seguire le manifestazioni di questa giornata intensa ed emozionante, il Santo ha fatto il suo burrascoso ingresso alla borsa di Milano, in Piazza Affari, cuore simbolico del capitalismo contemporaneo, dove il livello di sfruttamento dell'essere umano sull'essere umano trova la sua illusoria misura. Per la prima volta nella storia dei conflitti sociali di questa stanca e immiserita metropoli, la Borsa è simbolicamente occupata. Uno striscione con 95 tesi sulla precarietà è stato magicamente calato dai piani alti; nel frattempo un centinaio di persone gridavano in piazza affari la loro voglia di non subire più passivamente le scelte scellerate di una finanza criminale che succhia risorse e precarizza le vite, e di un ceto politico che senza distinzioni di schieramenti si affanna a correre in soccorso di un capitalismo in crisi profonda. Non succedeva da quando, nel 1517, Martin Lutero affisse le sue 95 tesi sull'indulgenza, fomentando una serie di rivolte contro il dispotismo dell'epoca. Non pago di tutto ciò, San Precario è apparso di nuovo davanti a Mondo Wind e Vodafone, denunciando i piani selvaggi di precarizzazione e di costruzione di immaginari, il cui unico scopo è la commercializzazione della vita e dei desideri. Possiamo solo confermare che oggi segniamo l'inizio di un percorso di iniziative e di rivendicazione per un welfare metropolitano adeguato ai sogni e bisogni dei precarie e delle precarie. Non possiamo pagare noi la crisi finanziaria. Qualunque cosa possano fare o pensare, lor signori lo sappiano: non potranno mai comprarci l'anima e il desideri. Siamo irriducibili!.

http://www.precaria.org/index.php/Fatti-e-Misfatti/Incursione-alla-Borsa.html

Intelligence Precaria

Scusate il ritardo....DIFENDIAMO, RILANCIAMO ED ESTENDIAMO IL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO

Dal 18 giugno è partito il tavolo di confronto fra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil sul tema della “riforma della contrattazione”.
Cosa vogliono le aziende?

1. La durata dei contratti collettivi nazionali di lavoro sarà triennale sia per la parte normativa che per la parte economica. In questo modo gli adeguamenti salariali non saranno più ogni due anni, ma ogni tre; inoltre i padroni potranno essere più aggressivi nel vincolare gli aumenti a concessioni sul piano dei diritti e delle condizioni di lavoro;
2. Gli aumenti salariali che incrementeranno i minimi tabellari previsti dal ccnl saranno lasciati al solo contratto di II livello (integrativo), legati alla produttività, competitività ed efficienza delle aziende;
3. Gli aumenti previsti dal ccnl di I livello saranno calcolati in base ad un poco chiaro “indice previsionale”, che comunque non terrà conto dell’inflazione reale;
4. Durante l’eventuale periodo di vacanza contrattuale, sarà corrisposto al lavoratore il 30% di aumento rispetto a quello che sarebbe previsto dallo stesso “indice previsionale”, che diventerebbe 50% dopo 6 mesi di vacanza contrattuale;
5. Nei 6 mesi precedenti la scadenza del CCNL e nel mese successivo – se ancora non si saranno raggiunti accordi – sarà vietato scioperare o organizzare agitazioni. Per l’integrativo i mesi sono i 2 precedenti e quello successivo, per un totale di 3 mesi.

È evidente il disegno padronale: contenere ulteriormente i salari, cominciare, come già nel pubblico impiego, a limitare il diritto di sciopero, dare il via a contratti territoriali e alle gabbie salariali, infine attaccare i diritti e la capacità vertenziale dei lavoratori riducendo il ccnl a strumento per migliorare profitti e competitività delle imprese. Lavorare molto di più per guadagnare poco di più, determinando così un incremento delle malattie professionali e dei feriti e morti sul lavoro.
Di fronte a un attacco senza precedenti come quello messo in campo da Emma Marcegaglia, attuale presidente di Confindustria, Cgil-Cisl-Uil, da anni ossessionati più dalla ricerca di “tavoli”, “commissioni paritetiche”, enti bilaterali ecc., si sono scollati dalla grande massa dei lavoratori e dalle loro richieste ed aspirazioni, accondiscendendo, come già col Protocollo sul Welfare del luglio 2007, a tutte le principali richieste dei padroni. Ma dopo ennesimi rinnovi contrattuali di categoria che, nei Metalmeccanici come nelle Telecomunicazioni o nel Commercio, che si sono rivelati dei veri e propri “bidoni”, pensiamo che bisogna rimettere la lotta, la difesa dei nostri interessi, dei nostri diritti e dei nostri bisogni, al centro dell’azione sindacale e di contrattazione.

Le organizzazioni del sindacalismo di base hanno indetto per venerdì 17 ottobre uno sciopero nazionale su questa e su altre questioni, aprendo una fase di conflittualità con governo e Confindustria.

Auspichiamo quindi che tutte le organizzazioni o federazioni sindacali, che si sono espresse contro la “riforma” del ccnl voluta da Confindustria, organizzino e sostengano una campagna di lotta adeguata a respingere questo attacco e a rilanciare ed estendere ad atipici e co.co.pro. il contratto nazionale, con al centro la decisionalità dei lavoratori che devono essi stessi essere protagonisti delle piattaforme che vengono stilate.
Facciamo inoltre appello a tutte le lavoratrici ed i lavoratori ad organizzare comitati unitari contro la Riforma del CCNL con iniziative di informazione, di lotta e di protesta, che sfocino e si uniscano in un movimento nazionale e unitario di lotta.

ASSEMBLEA CITTADINA VENERDì 31 OTTOBRE – ORE 20.00

SALA CIRCOSCRIZIONALE DI VIA CHERASCO, 10 – fronte alla Molinette

Lavoratori uniti contro la riforma del contratto
Aziende: Fiat Mirafiori, Thyssenkrupp, Comdata S.pA., Poste, Provincia di Torino, “4 aprile” lavoratori e lavoratrici delle cooperative sociali, Università di Torino, Frigostamp, Co.co.pro. grande distribuzione

sabato 11 ottobre 2008

SCIOPERO GENERALE 17 OTTOBRE

CUB, Confederazione Cobas, SdL Intercategoriale hanno proclamato lo SCIOPERO GENERALE
di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata del 17 ottobre 2008.

Lo sciopero è a sostegno della piattaforma che le tre organizzazioni sindacali di base hanno
unitariamente consegnato al governo il 20 giugno scorso e che prevede:
- forti aumenti per salari e pensioni, introduzione di un meccanismo automatico di
adeguamento salariale legato agli aumenti dei prezzi e difesa della pensione pubblica - rilancio
del contratto nazionale - difesa e potenziamento dei servizi pubblici, dei beni comuni, del
diritto a prestazioni sanitarie, del diritto alla casa e all'istruzione;
- abolizione delle leggi Treu e 30 - continuità del reddito e lotta alla precarietà lavorativa e
sociale;
- sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per chi provoca infortuni gravi o mortali;
- lotta al razzismo che nega diritti uguali e scarica sui migranti il maggior peso sociale;
- restituire ai lavoratori il diritto di decidere: no alla pretesa padronale di scegliere le
organizzazioni con cui trattare - pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori - difesa del
diritto di sciopero.

La trattativa in corso tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil per svuotare il contratto nazionale di
lavoro, l’affondo del governo sulle privatizzazioni, la profonda crisi salariale che vivono i
lavoratori e le loro famiglie, il dilagare della precarietà, il tentativo di smantellare
definitivamente la pubblica amministrazione anche attraverso l’attacco ai lavoratori pubblici ed
i tagli al personale della scuola e della sanità, il razzismo diffuso a piene mani, i rinnovati venti
di guerra, ci fanno prevedere un autunno in cui il confronto tra mondo del lavoro, padronato e
governo dovrà essere all’altezza della sfida mobilitando lavoratrici e lavoratori per difendere
quanto sin qui acquisito con le lotte e per conquistare salario e nuovi diritti.


Cub - Confederazione Cobas - SdL intercategoriale

WWW.SCIOPEROGENERALE2008.ORG

venerdì 10 ottobre 2008

SCUSATE IL RITARDO!

Eravamo in altre faccende affaccendate....

Anche se il seguente comunicato risale a 5 gg fa, ci sembra utile pubblicarlo e farlo conoscere a tutti i colleghi del gruppo Comdata.


Nell'ultima delle tre assemblee tenutesi in data 25 settembre 2008 i lavoratori, di fronte alla decisione aziendale di ridurre il personale della sede di Torino, hanno deciso l'indizione dello stato di agitazione con relativo blocco degli straordinari. Il giorno successivo il Collettivo Lavoratori Comdata, attraverso la FLMU-CUB, ha mandato comunicazione della immediata attuazione dello stato di agitazione, seguito il giorno successivo dal comunicato apparso in bacheca di CGIL-CISL-UIL.

Con rammarico notiamo, nonostante la disponibilità espressa nelle assemblee, come le organizzazioni confederali e le rispettive RSU non si stiano impegnando attivamente affinché tutti i dipendenti siano informati dell'importanza di dare un forte segnale all'azienda di fronte all'arroganza con la quale impone unilateralmente le sue scelte ai dipendenti, attraverso il blocco degli straordinari. Non vorremmo che dietro questo lassismo si nascondesse una perversa logica tesa a lasciare campo libero alle ristrutturazioni dell’azienda per poi dare “colpa” ai lavoratori e alle sigle sindacali “scomode” di eventuali “insuccessi” nella lotta.

Visto che i nostri rappresentanti istituzionali (RSU aziendali) non lo fanno, sarà allora necessario ricordare l'importanza della decisione che sta dietro l'indizione dello stato di agitazione.

La Comdata ha deciso di non rinnovare più i tempi determinati della commessa Infostrada, in quanto ha deciso di tenere la commessa nella sola sede di Ivrea, ma contemporaneamente immette notevoli risorse umane sulla commessa Eni assumendo nuovo personale attraverso le agenzie interinali e spostando il personale a tempo indeterminato anche da altre commesse (vedi Santander, Linea, Telecom) oltreché da Infostrada, sulle quali, peraltro, tiene una posizione ambigua rispetto al futuro stesso di queste. Nuove voci da fonti sindacali “attendibili” parlano della commessa Santander come della futura nuova “vittima”.

Noi riteniamo che tutti i posti di lavoro vadano salvaguardati e difesi con la lotta, ed il blocco degli straordinari, lo ricordiamo, è il primo passo di una serie di iniziative che si metteranno in campo affinché l'azienda si torni a sedere al tavolo delle trattative per ridiscutere il piano di ristrutturazione tenendo conto di quelle che sono le esigenze dei suoi dipendenti.

Il blocco degli straordinari è un mezzo assolutamente indispensabile per riaffermare le nostre ragioni e per costringere l'azienda a tornare sui suoi passi.

D’altra parte, come può un’azienda chiedere straordinari ad alcuni mentre invece altri sono lasciati a casa?
Come può un lavoratore fare straordinario a cuor leggero mentre un altro, che magari pure conosce, viene mandato via?

Invitiamo tutti i lavoratori ad uno sforzo comune e collettivo affinché il blocco degli straordinari diventi totale ed eventualmente a denunciare eventuali comportamenti intimidatori da parte di zelanti “capetti” al servizio degli interessi dell'azienda.

NON RINUNCEREMO MAI A DIFENDERE I NOSTRI INTERESSI !
LOTTEREMO FINO IN FONDO PER LA DIFESA DEI NOSTRI POSTI DI LAVORO !

COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA

giovedì 25 settembre 2008

RICAPITOLIAMO (Bocciata!!!)

Questa la situazione aggiornata dei risultati della votazione per la piattaforma di II livello.

IVREA:
NO 109 voti
SI 48 voti

NAPOLI:
NO 70 voti
SI 4 voti

PADOVA:
NO 43 voti
SI 43 voti

MILANO
NO 48 voti
SI 18 voti

ROMA
NO 121 voti
SI 14 voti

mercoledì 24 settembre 2008

CHIARIAMO GLI EQUIVOCI

Rispondiamo pubblicamente alle email e ai commenti dove giustamente ci si fa notare che la notizia del ridimensionamento aziendale di H3G è stata da noi data prima che fosse resa pubblica da parte dell'Amministratore Delegato Vincenzo Novari.

La realtà è che il post è stato da noi scritto e pubblicato il 19 settembre anche se appare con data 18 settembre. Ora, non sappiamo se sia successo già altre volte che blogspot abbia scritto una data per un'altra e magari non ci abbiamo fatto caso, ma tant'è...

Anzi, visto che noi Cets stiamo alla tecnologia e all'informatica come il Dalai Lama sta a Osama Bin Laden, chiunque possa ipotizzare come sia possibile ce lo dica che così dormite tutti tranquilli.

Non abbiamo la sfera di cristallo, mannaggia, perchè se l'avessimo avuta sicuramente ne avremmo fatto un uso diverso (tipo ricercare i numeri giusti da giocare...)

martedì 23 settembre 2008

L'ANGOLO DELLE BUONE NOTIZIE...

La buona notizia è che non ci siamo del tutto bevuti il cervello.
Lo dimostrano i risultati delle prime votazioni alla vergognosa ipotesi di piattaforma II livello.

IVREA:
NO 109 voti
SI 48 voti

NAPOLI:
NO 70 voti
SI 4 voti

Su Roma non ho dubbi, gli altri son pochini...

lunedì 22 settembre 2008

CHE NERVOSO!!!! (Dramma H3G)

La notizia l'abbiamo data in anteprima qualche giorno fa e oggi è stato dato il via a quello che Vincenzo Novari ha definito "esodo volontario".

I dipendenti hanno tempo fino al 15 novembre per presentare le proprie dimissioni all'ufficio del personale e sperare così in qualche mensilità di "buonuscita".
In caso contrario, sempre secondo le parole dell'AD "procederemo secondo quanto previsto dalle norme di legge in materia." Tanti saluti e non hai più un lavoro...
Considerando che il personale del call center non sarà impattato da questa carneficina, verrà mandato a casa 1 dipendente su 3!!!!!
Novari conclude la lettera inviata a tutti i dipendenti con un augurio rivolto per lo più a se stesso: "Sono certo che ciascuno di Voi possa comprendere perfettamente il mio stato d’animo, ma sono altrettanto certo che le duemila persone che rimarranno sapranno e vorranno affrontare, unite, le prossime sfide, con una motivazione ed un’energia ancora maggiori.".

Ora, tralasciando ogni possibile commento su ciò che sta succedendo, la cosa che ritengo sconcertante, gravissima, assurda, e sconfortante è CHE NON SE NE PARLI DA NESSUNA PARTE!!!!
Provate a cercare in rete notizie su questa vicenda e vedrete che non troverete praticamente nulla.
Abbiamo già vissuto questo sulla nostra pelle ma, credetemi, ho comunque le lacrime agli occhi per la rabbia.

Ghebba

sabato 20 settembre 2008

Replica all'articolo di Antonio Sciotto

Di seguito la replica all'articolo de Il manifesto, a firma Antonio Sciotto, comparso il 10 settembre scorso e relativo alla manifestazione di Cgil-Cisl-Uil del 19 settembre a Roma.

Gentile sig. Sciotto,

siamo un gruppo di lavoratori auto-organizzati in collettivo alle dipendenze del gruppo Comdata Spa, sede di Torino, e vorremmo sottoporLe alcune doverose riflessioni in merito al Suo articolo apparso su "Il Manifesto" del 10 settembre scorso, dal titolo "I call center scendono in piazza".
Da lavoratori in agitazione ormai dal giugno scorso siamo rimasti piuttosto sorpresi nel leggere il nome di Comdata incluso nell'elenco delle aziende "virtuose", alfieri di una politica all'insegna della stabilizzazione dei dipendenti e del rispetto della dignità degli stessi, in quanto la nostra esperienza della realtà interna a Comdata appare lievemente diversa.

E' pure vero che realtà a progetto in Comdata non sono presenti, ma basta un dato così striminzito a definire "virtuosa" un'azienda? La "virtù" di cui stiamo parlando è un valore assoluto, comunemente inteso, o si tratta solo di un misero parametro rapportato ad una realtà deprimente, e pertanto volto ad un continuo gioco al ribasso?

Ci chiediamo se Alessandro Genovesi, autore della lista dei call center "buoni" e "cattivi" di cui fa menzione nel Suo articolo, sia al corrente della pioggia di tempi determinati che in questi
giorni, e nei prossimi mesi, non vedranno rinnovati i loro contratti in Comdata perché a rischio di stabilizzazione a tempo indeterminato, o a causa di commesse in chiusura e spostamenti coatti di personale.

Ci chiediamo anche se il fenomeno del "dumping" sia davvero solo limitato alla giungla dei lavoratori atipici, a progetto, nei confronti degli "stabilizzati" delle aziende in outsourcing cosiddette "virtuose", che in realtà proponendo agli stessi committenti lavoratori e prestazioni elevate a costo inferiore finiscono per bloccare le assunzioni presso le aziende madri. A questo proposito, controlli le percentuali di assunzioni e stabilizzazioni in finanziarie quali Santander Consumer Bank, o Linea, storici clienti di Comdata. Perché dovrebbero assumere e stabilizzare direttamente nuovo personale, applicando comunque un necessario CCNL del credito, quando possono usufruire di un lavoratore Comdata sottoinquadrato e sottopagato, che fornisce però prestazioni uguali, se non superiori (in virtù della pressione continua e del controllo della produzione personale attraverso sistemi informatici)?

Definirebbe virtuosa un'azienda che impone unilateralmente un accordo di II livello (con la totale, remissiva compiacenza dei sindacati confederali) in cui nulla rimanda a necessari miglioramenti salariali (ricordiamo che un lavoratore medio Comdata, full-time a 40 ore, percepisce uno stipendio mensile di 920-950 eu. mensili), ma si parla invece di trattenute non richieste in busta paga (istituzione di un fondo sanitario integrativo dai contorni fumosi), premi di risultato che tornano tristemente ad essere legati non al bilancio aziendale, ma all'ulteriore aumento della produttività individuale,e vincolati alle scelte economiche ed agli investimenti dell'azienda (nonché a previsioni di crescita francamente risibili, in un contesto europeo e mondiale di recessione)?

I lavoratori, quelli sì virtuosi, di Comdata , solidarizzano certamente con realtà contrattuali lavorative peggiori rispetto alle loro, ma faticano a comprendere il perché, da parte di CGIL-CISL e UIL, si dimostri ormai da mesi un atteggiamento prepotente ed indifferente nei loro confronti, fra scioperi non ascoltati, delegati RSU non rappresentativi nel peggiore dei casi( ed offensivi nei confronti dei loro rappresentati nel migliore), assemblee negate o censurate all'ultimo minuto.

Ci chiediamo se il bavaglio che ci hanno imposto da mesi con metodi antisindacali debba essere tolto a comando, in occasione della manifestazione del 19, e possibilmente sfoderando un bel sorriso a favore di telecamera, da lavoratore tutelato e fiero di chi lo tutela.

C'è ben poco di cui sorridere in Comdata.
Cordiali saluti

COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA

venerdì 19 settembre 2008

Piattaforma Integrativa Comdatacare: Ipotesi di Accordo

Senza neanche una singola azione di lotta per tentare di migliorarla, ecco la Piattaforma che Cgil, Cisl e Uil hanno ottenuto:

LAVORO DOMENICALE
Con un tetto massimo annuo a lavoratore del 30% IN TUTTI I REPARTI.
Se si lavora di domenica inoltre SI PERDE LA MAGGIORAZIONE DEL 13% in quanto si trattava di un benefit portato da Vodafone (il CCNL per i turnisti non prevede pagamento maggiorato del lavoro domenicale). Tale benefit in questo testo e' scomparso.

LAVORO FESTIVO
Con un tetto massimo annuo a lavoratore del 30% IN TUTTI I REPARTI tranne lo STU che invece ha un tetto massimo annuo a lavoratore del 50%.
Inoltre il pagamento della festività avviene con un sistema tale per cui PERDIAMO IL PAGAMENTO DI UNA GIORNATA rispetto a quanto accadeva prima della cessione.
RITARDI
Non viene più menzionata l'elasticità di ritardo di 7 minuti (entro i quali non vi era decurtazione dello stipendio).
Inoltre l'opportunità di utilizzare un Rol frazionato di 15 minuti è tutt'altro che conveniente; infatti il ritardo ce lo pagheremmo da soli usando i nostri Rol e non sarebbero più utilizzabili i residui 45 minuti (se non con ulteriori ritardi).

INSERIMENTO NIDO
I 5 gg l'anno sono da recuperare: o con prestazioni minime di un'ora o con il sesto giorno lavorativo.
A meno che non si recuperi con il sesto giorno, si perderanno i ticket per quelle giornate che inoltre, non potendo rientrare nella categoria dei permessi retribuiti, verrebbero decurtate dal conteggio per il Premio Di Risultato.

VISITE MEDICHE SPECIALISTICHE
Oltre ad essere valide le considerazioni fatte per il punto precedente, i tempi di recupero delle ore utilizzate sono molto più ridotti (1 mese anziché 6 come previsti per il punto precedente).

OCCUPAZIONE
Non vi è alcun vincolo per l'azienda, in quanto il testo riporta solo un impegno a considerare la possibilità di effettuare passaggi a 30 ore (su 5 giorni settimanali) e 36 ore (su 6 giorni settimanali), senza alcun obbligo di procedere effettivamente a tali passaggi.
Inoltre si creerebbero pseudo-full time che, rispetto a un classico full-time, guadagnerebbero meno soldi (perchè lavorano 4 ore in meno) ma avrebbero maggiori spese di trasporto (dovendo lavorare 6 giorni su 7), senza considerare lo stress psicofisico di dover lavorare per sempre 6 giorni a settimana.

TICKET RESTAURANT
L'aumento ridicolo di 32 centesimi arriverà da aprile 2010.
Inoltre nel vecchio accordo Vodafone si specificava che il ticket veniva erogato per una prestazione lavorativa pari ad almeno 4 ore consecutive. In questo testo questa specifica non c'e', per cui BASTA UN'ORA DI ROL per perdere il ticket in quella giornata.

PREMIO DI RISULTATO
L'azienda afferma (e Cgil, Cisl e Uil accettano) che essendo questo un premio DI RISULTATO e' giusto che sia distribuito tra i lavoratori in base all'effettiva presenza a lavoro degli stessi. Cosi' introduce la FRANCHIGIA di 10 gg di assenza, oltre i quali il premio viene decurtato. Ammalarsi quindi è penalizzante, ma non lo è usufruire di decine e decine di giorni di permesso sindacale, anche da parte di Lavoratori non RSU, quindi non scelti dai Lavoratori a rappresentarli.
Ma, a parte la franchigia, come funziona questo modello di PdR?
Esiste un paramentro internazionale chiamato EBTDA che, banalizzando, misura la differenza tra lavoro fatturato (le entrate) e costo di tale lavoro (spese sostenute, a lordo di certe spese non conteggiate nel parametro).
Ogni anno l'azienda fissa un risultato da ottenere: ad es ha fissato per il 2008/2009 che il premio viene erogato se l'EBTDA di quell'anno risulterà essere uguale almeno al 5% del fatturato. Basta che sia poco o pochissimo piu' basso per perdere completamente il Premio.
ATTENZIONE Il PdR che abbiamo sempre avuto fino ad oggi aveva degli ammortizzatori: se anche si raggiungeva solo il 90% dell'obiettivo posto per quell'anno, il PdR NON veniva competamente perso, ma VENIVA EROGATO IN MISURA MINORE.
Tornando al nostro modello, una volta raggiunto l'obiettivo EBTDA fissato, dal 2009/2010 in poi entreranno in gioco anche parametri correttivi in base alla produttività e alla qualità di cui conosceremo costituzione e peso SOLO entro il primo trimestre del 2009, cioe' quando si riunirà l'apposita commissione.
Viene poi stabilito che le somme riconosciute a titolo di PdR (a differenza di quanto avvenuto fino ad oggi) sono ESCLUSE dalla base di calcolo del TFR.
Questo significa che prima una parte del TFR derivava anche dai PdR ricevuti nella nostra vita lavorativa. Ora invece il TFR non terra' piu' conto delle somme erogate a titolo di PdR.
Facciamo qualche considerazione tenendo sempre ben presente che il PdR viene erogato SOLO al raggiungimento di un X importo fatturato dell'azienda.
Mentre in aziende come Vodafone, quotate in Borsa, prevedere un fatturato troppo alto e' rischioso in quanto se poi non si raggiunge le azioni della società svalutano e gli azionisti ci perdono, in aziende piu' piccole e non quotate in Borsa come la nostra, potenzialmente ci si puo' anche lanciare in sovrastime, senza che cio' si ripercuota negativamente; anzi, una sovrastima non raggiunta permette di non erogare tanti soldini di Premio ai propri dipendenti.
Ma non solo....
E' solo dal Contratto di Servizio stipulato tra Vodafone e Comdata (o Comdatacare?) che si puo' evincere se e' Comdata (che ha anche altri lavori commissionati da Vodafone) o Comdatacare a fatturare il nostro lavoro. E questo Contratto di Servizio e' gelosamente custodito e certo non divulgato ai lavoratori!
Poiche' e' il FATTURATO dell'azienda a determinare l'emissione o la non emissione del Premio, e poiché il fatturato dell'azienda si evince dal bilancio Comdatacare, non ci sfugge che potenzialmente l'azienda sarebbe in grado di spostare i costi e i ricavi tra Comdata e Comdatacare in maniera tale (conoscendo gia' l'obiettivo del PdR fissato per quell'anno) da non farci mai arrivare all'obiettivo prefissato e quindi all'erogazione del Premio.

VALUTATA NELLA SUA INTEREZZA, QUESTA PIATTAFORMA NON CI PIACE perchè non ci dà effettivi miglioramenti e anzi ci toglie condizioni di maggior vantaggio che avevamo al momento in cui ci ha acquistati.
CHIEDIAMO CHE IL TESTO VENGA RIFIUTATO E CHE SI RIAPRA LA TRATTATIVA CON L'AZIENDA.
E non e' certo il timore di perdere un accordo su un PdR difficilmente raggiungibile che ci puo' convincere ad accettare il testo.
Se l'azienda afferma che piu' di questo NON E' IN CONDIZIONI di dare, allora dobbiamo preoccuparci e seriamente in quanto:
si tratta allora di un'azienda che non e' in grado, NEI PROSSIMI 4 ANNI, di sostenere qualche lieve costo per migliorare la soddisfazione (e quindi la produttività) dei suoi dipendenti; infatti quali delle nostre richieste sono cosi' esose per l'azienda? Il ticket? E tutto il resto? Sul PdR che intanto ci faccia vedere il Contratto di Servizio, richiesta questa che davvero non comporta alcun costo.
si tratta allora di un'azienda che per poter andare avanti HA BISOGNO ANCHE DI TOGLIERCI QUEI BENEFITS CHE GIA' AVEVAMO come la maggiorazione per il lavoro domenicale, il PdR, che se mai raggiunto, e' escluso dalla base di calcolo del TFR, il pagamento della giornata in piu' per il festivo che si aveva in Vodafone, ecc, ecc...
E se cosi' stanno le cose e' allora poi credibile l'Azienda quando ci dice che e' sana e stabile e che quindi non serve dare ulteriori GARANZIE OCCUPAZIONALI?
CHIEDIAMO LA RIAPERTURA DEL TAVOLO DI TRATTATIVA!
Lo avevamo gia' detto: visto che le nostre aspettative per il 16 sono rimaste deluse è giunto il momento in cui dobbiamo riprenderci, con tutti gli strumenti necessari, lo spazio per rivendicare stabilità e benefits che con la forza ci sono stati tolti.
Quando i Lavoratori si uniscono, ciò che risulta difficile può divenire un pò meno complesso.

Coordinamento Nazionale COBAS Comdatacare

Se vuoi approfondire cio' che gia' avevamo, vai su esternalizzati.ilbello.com e trovi tutti gli accordi Vodafone dal 1995 al 2007.

giovedì 18 settembre 2008

TRE MANDA A CASA 450 DIPENDENTI

Una di quelle notizie che non vorresti mai leggere... nei corridoi della società si vociferava già da un pò ma da oggi è ufficiale.

Con una mail inviata ai dipendenti, Vincenzo Novari, amministratore delegato di H3G, comunica "L’Azienda avvierà e comunicherà ufficialmente nei prossimi giorni ai Sindacati un processo di ridimensionamento della propria organizzazione per circa 450 unità.
Verranno coinvolti tutti i livelli, da quello impiegatizio a quello dirigenziale. "


Abbastanza scontate le motivazioni addotte a questo drastico taglio che coinvolge il 20% dei dipendenti della società telefonica: "La realtà del mercato, ma soprattutto il decreto Bersani e, di recente, le ultime decisioni in materia di terminazione da parte dell’Autorità di Garanzia del Mercato delle Telecomunicazioni hanno inferto alla nostra Azienda colpi durissimi." scrive l'AD della società.

Da noi, ex dipendenti Vodafone, le cose si sono svolte in maniera leggermente diversa, ma a distanza di un anno esatto ecco che la triste storia si ripete, col rischio questa volta di lasciare davvero per strada CENTINAIA di famiglie.

CAZZO.

GRANDE VITTORIA ESTERNALIZZATI WIND

ll Tribunale del Lavoro di Monza, mercoledì 17 settembre, ha accolto
il ricorso promosso da circa 50 lavoratori esternalizzati dalla Wind
ed ora in forza ad Omnia, difesi dagli avvocati di San Precario:
Antonio Pironti, Massino Laratro, Matteo Paulli, relativamente alle
somme spettanti agli stessi a titolo di premio aziendale per l’anno
2007 e per gli anni a venire.

Il tribunale ha, inoltre, condannato la Omnia alla costituzione in
favore dei lavoratori del Fondo di Solidarietà in precedenza istituito
presso la Wind. In termini economici stiamo parlando di circa € 2000 a
lavoratore oltre al diritto degli stessi a vedersi rimborsare le spese
sanitarie specificate nel fondo solidarietà.

L’avvocato Paulli commenta positivamente la sentenza “Ciò che Omnia
ha tentato invano di perseguire rientra nello schema classico adottato
in operazioni di questo genere di cui il “profitto” imprenditoriale
poggia esclusivamente sulla decurtazione dei diritti dei lavoratori“.
Nel concreto si tratta di 4 SUV in meno per gli uni e i giusti
diritti in più per i lavoratori.

Questo giudizio si inserisce all’interno di un contenzioso più ampio
fra i lavoratori, Omnia e la Wind. Infatti da domani continua il
percorso di mobilitazione e di lotta iniziato nel mese sciopero a
singhiozzo nel mese di luglio che ha avuto un’adesione del 95%
spiazzando l’azienda. Da una parte si chiedono il riconoscimento dei
diritti persi nel passaggio fra wind ed Omnia, e dall’altra si
punta a invalidare l’esternalizzazione. Sarà sempre il tribunale di
Monza a pronunciarsi nei prossimi mesi. Da ora in avanti è previsto
quindi un ciclo di scioperi più o meno tradizionali a cadenza
settimanale per ricordare ad entrambe le aziende che “non c’è trippa
per i gatti, siamo incazzatissime e continueremo a denunciare le
schifezze che stiamo subendo“

Mario del PuntoSanPrecario giustifica la strategia scelta come l’unica
possibile per ottenere un risultato positivo ” è necessario combinare
tempestivamente alla protesta le azioni giudiziarie su tutti gli
aspetti del contendere: l’esternalizazzione, i premi produzione, le
condizioni di lavoro.
Solo con questa tenacia e questa rabbia otterremo il rispetto dei diritti.
Per questo stiamo preparando delle azioni, ne vedremo delle belle.”

E la manifestazione dei sindacati dei confederali ?
Mario risponde: una protesta cha ha come punti fermi
“una carta delle responsabilità” e “un tavolo delle trattative”
a cui sedersi non ha un grande futuro.
Anche perchè il passato dei confederali è macchiato dalle firme apposte a
contratti, trasferimenti ed esternalizzazioni totalmente penalizzanti. L
a telefonia conta 250000 impiegati con percentuali altissime di precarietà
( fino al 70%).

Le 24.000 assunzioni sbandierate negli ultimi due anni sono comunque una
goccia nel mare e sono ascrivibili più al sacrificio e all’impegno di
chi, in wind, in omnia, in atesia, in vodafone e in altre aziende si è
ribellato che all’azione dei sindacati confederali, i quali peraltro hanno
dimostrato una mollezza imperdonabile decidendo di non impegnarsi
nell’azione legale intentata dagli avvocati del PuntiSanPrecario relativa
ai premi di produzione ed al Fondo di Solidarietà.

EVVIVA!!!