mercoledì 23 ottobre 2013

Vodafone stile Fiat La Corte d'appello di Roma la boccia

http://m.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/10023/?fb_action_ids=10202167231690644&fb_action_types=og.likes&fb_source=other_multiline&action_object_map=%5B476120175836680%5D&action_type_map=%5B%22og.likes%22%5D&action_ref_map=%5B%5D

Silvia Colangeli - 21.10.2013
 
Un altro capitolo della vicenda dei lavoratori Vodafone, ceduti ad altra azienda per fare lo stesso lavoro di prima: rispondere alle chiamate al call center . Il tribunale li reintegra nella casa madre ma l'azienda non ci sta
 
Licenziati, riammessi, licenziati e riammessi, stile Fiat. Un tira e molla che dura da 6 anni. Ma i 133 dipendenti romani di Vodafone non se la sentono di festeggiare l'ultimo reintegro. Anzi: erano in piazza venerdì scorso. Il 25 settembre la sezione lavoro della Corte d'Appello di Roma ha respinto ancora il ricorso del colosso delle telecomunicazioni, giudicando «inefficace» la cessione di ramo d'azienda operata nei loro confronti. «Questa volta - spiega Serena Antonelli, Rsu appena riammessa in Vodafone - siamo particolarmente soddisfatti perché il giudizio è definitivo. Rimane solo il ricorso in Cassazione, che conferma 96 sentenze su 100 provenienti dalla sezione lavoro della Corte d'Appello. È quasi un mese che aspettiamo,ma l'azienda non sembra essersi rassegnata a farci lavorare».
Subito dopo la sentenza, Vodafone ha ribadito la bontà dell'accordo con il gruppo Comdata per la cessione di ramo di azienda, «sottoscritto dalle organizzazioni sindacali, dal ministero del Lavoro e dal ministero dello Sviluppo economico, fino a oggi ritenuto valido da 29 giudici in tutta Italia, e si riserva il diritto di valutare future azioni a tutela dell'azienda e della propria immagine».
La vertenza è iniziata nel 2007, con il passaggio di 914 operatori da Vodafone a Comdata Care, azienda creata ad hoc all'interno del gruppo Comdata, che li ha assunti a tempo indeterminato e condizioni identiche a quelle precedenti fino al 2015, con l'appoggio dei sindacati confederali. Ma molti lavoratori in tutta Italia hanno presentato ricorso con vari esiti: la cessione del ramo d'azienda è stata giudicata ammissibile in primo grado a Napoli e Padova e in appello a Milano nel luglio 2013. Giudizio opposto a Roma: dal 2011 a oggi 4 sentenze hanno ordinato il reintegro dei dipendenti: svolgono attività troppo correlate a quelle dell'azienda cedente per essere esternalizzati.
Ma questa è solo la prima parte della storia. «Dopo il pronuciamento della sentenza di reintegro - racconta Rosanna, tornata a lavoro dopo la sentenza di giugno 2012 - in puro 'stile Marchionne' l'azienda ci ha messi in mobilità. Utilizzando criteri come il numero di figli a carico e l'anzianità di servizio, sono state compilate liste di licenziabili e per far comparire noi 'ribelli' in pole position ci hanno assegnato 100 punti in più. Anche con questa assurda strategia, non tutti quelli che hanno fatto ricorso apparivano ai primi posti nelle liste di mobilità ma sono stati comunque licenziati. Così siamo arrivati a centinaia di ricorsi in tutta Italia». Prossimo appuntamento in tribunale il 27 novembre a Roma: l'udienza riguarda 82 addetti ai call center reintegrati e poi messi in mobilità dopo la compilazione di queste graduatorie. Dei 133 dipendenti reintegrati dopo il 25 settembre (ma ancora aspettano di tornare a lavoro) molti sono in attesa di mobilità e con gli ammortizzatori sociali in scadenza. Per lo più si tratta di donne che lavorano alle cuffiette da dieci anni, alcune hanno famiglia, altre studiano e lavorano. Dice ancora Rosanna: «Siamo state scelte per essere la voce rassicurante di Vodafone e in quanto operatrici di coscienza possiamo adattarci a qualsiasi attività con una settimana di formazione».
Nonostante la pioggia di ricorsi, Vodafone, che nel comitato scientifico della sua fondazione conta l'ex ministra Paola Severino e ha Luciano Violante come presidente, non ha ricevuto le stesse critiche riservate all'ad Fiat quando l'anno scorso tentò di licenziare i 19 lavoratori iscritti alla Fiom di Pomigliano. Ma le rappresentanti chiariscono: «Vogliamo insistere sul comportamento vessatorio tenuto nei nostri confronti da una multinazionale che si proclama etica, fattura utili da capogiro, stanzia un milione di euro l'anno per fare lo sponsor di Termini ma le prova tutte per non farci lavorare».

martedì 8 ottobre 2013

“Cessione di ramo”, condannata Vodafone. Nuove speranze per 140 “esternalizzati”

http://www.affaritaliani.it/roma/cessione-di-ramo-condannata-vodafone-nuove-speranze-per-140-esternalizzati-08102013.html

Lo stesso articolo pubblicato qualche giorno fa è stato ora pubblicato su Affari Italiani, lo riportiamo per comodità:

“Cessione di ramo”, condannata Vodafone. Nuove speranze per 140 “esternalizzati”

La Corte d'Appello, Sezione Lavoro, ha confermato per circa 140 persone l'illegittimità della Cessione di Ramo d'Azienda con cui Vodafone nel 2007 ha esternalizzato 914 dipendenti in tutta Italia. La sindacalista Antonelli: “Per i lavoratori si tratta di una vittoria che giunge dopo 6 anni di dure battaglie legali e sindacali”

Martedì, 8 ottobre 2013 - 10:30:00
La Corte d'Appello, Sezione Lavoro, ha confermato per circa 140 persone l'illegittimità della Cessione di Ramo d'Azienda con cui Vodafone nel 2007 ha esternalizzato 914 dipendenti in tutta Italia.
La magistratura si era già espressa lo scorso anno condannando l'azienda al reintegro immediato dei lavoratori che si erano appellati, ritenendo quell'operazione illegittima. L'azienda ha da prima reagito con il reintegro del personale e poi, scrivono i sindacati "in puro stile Marchionne, ha licenziato esclusivamente i dipendenti reintegrati in maniera palesemente discriminatoria".
Spiega Serena Antonelli, sindacalista di base da anni impegnata nella battaglia per il reintegro: “I lavoratori hanno però' continuato a combattere impugnando legalmente i licenziamenti e protestando contro il colosso delle telecomunicazioni, arrivando perfino ad occupare il tetto del Campidoglio. La pronuncia della Corte d'Appello del 25 settembre, seppure teoricamente ancora sottoponibile al terzo grado di giudizio, di fatto ha valenza definitiva. E' giunto il momento per Vodafone di prendere atto di quanto è stato stabilito dai giudici e di iniziare a rispettare la legge Italiana, restituendo a queste persone il proprio lavoro”.
E continua: “Per i lavoratori si tratta di una vittoria che giunge dopo 6 anni di dure battaglie legali e sindacali - donne e uomini che hanno pagato un pesantissimo costo personale imposto da un pugno di manager Vodafone comodamente protetti da incarichi strapagati. Quarantenni che continuano a portare avanti la propria battaglia per il rispetto della legalità e per la difesa del proprio posto di lavoro. Si tratta insomma di una storia che a mio parere andrebbe raccontata perché è una lezione positiva per questo Paese piegato dalla rassegnazione dei cittadini e dal timore dei potenti e prepotenti”.

sabato 5 ottobre 2013

LAVORO E LEGALITÀ: DOPO LA FIAT LA MAGISTRATURA BOCCIA ANCHE VODAFONE

http://www.litoralenews.com/?p=578

LAVORO E LEGALITÀ: DOPO LA FIAT LA MAGISTRATURA BOCCIA ANCHE VODAFONE La Corte d’Appello di Roma ribadisce l’illegittimità della cessione di ramo d’azienda per 140 lavoratori ceduti da Vodafone nel 2007.

COMUNICATO STAMPA
La Corte d’Appello di Roma, Sezione Lavoro, ha confermato lo scorso 23 settembre l’illegittimità per circa 140 persone della Cessione di Ramo d’Azienda con cui Vodafone nel 2007 ha esternalizzato 914 dipendenti in tutta Italia.
Sempre a Roma la magistratura si era già espressa lo scorso anno condannando l’azienda al reintegro immediato dei lavoratori che si erano appellati, ritenendo quell’operazione illegittima.
L’azienda ha da prima reagito con il reintegro del personale e poi, in puro stile Marchionne, ha licenziato esclusivamente i dipendenti reintegrati in maniera palesemente discriminatoria.
I lavoratori hanno però continuato a combattere impugnando legalmente i licenziamenti e protestando contro il colosso delle telecomunicazioni, arrivando perfino ad occupare il tetto del Campidoglio.
La pronuncia della Corte d’Appello del 25 settembre, seppure teoricamente ancora sottoponibile al terzo grado di giudizio, di fatto ha valenza definitiva. E’ giunto il momento per Vodafone di prendere atto di quanto è stato stabilito dai giudici e di iniziare a rispettare la Legge Italiana, restituendo a queste persone il proprio lavoro.
“Per i lavoratori si tratta di una vittoria che giunge dopo 6 anni di dure battaglie legali e sindacali” afferma Serena Antonelli, rappresentante sindacale coinvolta in prima persona: “Donne e uomini che hanno pagato un pesantissimo costo personale imposto da un pugno di manager Vodafone comodamente protetti da incarichi strapagati. Quarantenni che continuano a portare avanti la propria battaglia per il rispetto della legalità e per la difesa del proprio posto di lavoro. Si tratta insomma di una storia che a mio parere andrebbe raccontata perché è una lezione positiva per questo Paese piegato dalla rassegnazione dei cittadini e dal timore verso potenti e prepotenti”.