giovedì 30 settembre 2010

PdR: alcune considerazioni

UGL Telecomunicazioni e le RSU ad essa aderente hanno partecipato alla trattativa per l’istituzione del premio di risultato con la direzione aziendale di Comdata Care, con la consapevolezza che i Lavoratori dell’unità produttiva di Roma, interpellati in assemblea congiuntamente alla RSU, avevano dato chiaro mandato alla non firma dell’accordo.
La scrivente O.S, in occasione delle elezioni RSU svolte la scorsa primavera, si è presentata come un sindacato il cui scopo è quello di recuperare il rapporto con i Lavoratori, delusi dalle precedenti politiche sindacali e seguendo, a seconda delle circostanze, una politica di protesta o di proposta, ma che in entrambi i casi sarebbe stata portata avanti seguendo il volere della maggioranza dei Lavoratori.
Dal momento che l’Accordo Interconfederale del 15 aprile 2009, così come quello del 23 luglio 1993, prevede che la contrattazione di 2° livello può svolgersi sia a livello aziendale (in questo caso la maggioranza dei Lavoratori va calcolata a livello nazionale) che a livello territoriale (in questo caso la maggioranza dei Lavoratori va calcolata a livello di unità produttiva), UGL Telecomunicazioni ha chiesto all’azienda di scegliere questa seconda possibilità, in modo che poteva essere rispettata anche la volontà di una minoranza non trascurabile (ricordiamo che a Roma, in occasione del referendum, oltre il 75% dei Lavoratori ha bocciato l’accordo).
Si è quindi arrivati al risultato che sia l’Azienda che le altre OO.SS firmatarie dell’accordo si sono “rimpallate” a vicenda la responsabilità di aver posto un veto su questa ipotesi di percorso….
Per quanto riguarda l’ orientamento sull’utilizzo della rilevazione biometrica, a fronte del reclamo formulato dalla ns Organizzazione, rimaniamo in attesa del prossimo pronunciamento del Garante.

Roma 20 settembre 2010
 
La Segreteria Nazionale

mercoledì 22 settembre 2010

Cessioni in Wind: ecco come si sono comportati cgil, cisl e uil

Ciao,

durante le assemblee convocate da cgil, cisl e uil il 15 settembre per la presentazione del PdR che si è votato il 16, i rappresentanti nazionali di slc-cgil (Renato Saccone) e di fistel-cisl (Alessandro Faraoni) si sono vantati di non aver firmato alcun accordo sulla cessione di ramo d'azienda per i lavoratori Wind di Sesto San
Giovanni, ceduti a Omnia Service Center prima e Almaviva poi. Durante l'assemblea del pomeriggio, come i colleghi che vi hanno partecipato sanno, ricordandomi un paio di accordi firmati in Wind e inerenti questi fatti, mi sono presa l'impegno con tutti i colleghi di diffondere tali accordi firmati da slc e fistel, allo scopo di rendere nota la vicenda, per molti versi simile alla nostra, dei lavoratori Wind ceduti e impedire che, ancora una volta approfittando dell'ignoranza delle persone, questi individui possano stravolgere la realtà adattandola ai propri scopi.
Di seguito, a grandi linee, la cronostoria di quanto accaduto ai colleghi di Wind:

- Marzo 2007: circa 275 dipendenti Wind del call center di Sesto San Giovanni vengono ceduti a Omnia Service Center. _Slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil intenzionati a fare un accordo sindacale sulla cessione non arriveranno mai a sottoscriverlo in quanto vengono letteralmente cacciati a malo mado dai lavoratori nelle assemblee di Sesto San Giovanni.

- Aprile 2007/Dicembre 2007: partono le cause legali dei dipendenti Wind ceduti e si aprono procedure di raffreddamento sia a livello locale (Milano) che nazionale. A Ottobre, in piena procedura di raffreddamento prima e scioperi poi, Wind e slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil firmano un accordo sulle relazioni industriali (ci sono le firme anche dei personaggi comparsi nelle nostre assemblee) che prevede 40.000 ore l'anno di permessi sindacali retribuiti da Wind!!!In pratica cgil, cisl e uil possono distaccare circa 20 persone l'anno
a spese di Wind!!!

- Dicembre 2007 c'è l'accordo tra Wind e slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil per il trasferimento da Milano a Roma di qualche centinaio di dipendenti. Grazie a questa operazione Wind, in due anni, si è sbarazzata di un buon numero di persone che, impossibilitate a trasferirsi, si sono viste costrette man, mano a dimettersi.

- 2008/2009 Omnia Service Center, a solo due anni dalla cessione Wind, va in fallimento: i tfr dei dipendenti ceduti restano in azienda che, essendo fallita, non li risarcisce. I dipendenti ex Wind restano parecchi mesi senza stipendio, pur continuando a lavorare. Arriva l'accordo per la cassa integrazione. I dipendenti si chiudono dentro il call center iniziando ad occuparlo ad oltranza.

- Gennaio 2010. Santoro ad "Anno zero" si occupa di questa vicenda di Sesto San Giovanni. Il 29 gennaio 2010 arriva l'accordo, che qui riporto in allegato, tra Wind e slc-cgil, fistel-cisl e uilcom-uil.
Tale accordo ricolloca il personale ex Wind con un altro fornitore (Almaviva). Messa così l'accordo sembra un'ottima cosa, ma basta leggerne il breve testo per capire che non è proprio così. Infatti le organizzazioni sindacali si trovavano ad avere l'occasione di riportare la vicenda dei dipendenti Wind ceduti all'attenzione del Ministero del Lavoro, visto che a soli due anni dalla cessione la nuova società era fallita e quindi c'erano tutti gli estremi per richiamare Wind alle proprie responsabilità e accellerare il reintegro di tale personale. E invece hanno sottoscritto questo accordo che è peggio di una cessione in quanto, non solo evitano di mettere Wind di fronte alle proprie responsabilità, ma anzi le fanno anche un enorme regalo: i dipendenti ceduti saranno ricollocati presso Almaviva a condizione che gli stessi "procedano, in via preliminare, a sottoscrivere con Wind una conciliazione ex art. 410 c.p.c. che definisca le situzioni di contenzioso nei suoi confronti, in essere o potenziali". In pratica i lavoratori sono messi sotto ricatto: se vuoi continuare a lavorare devi rinunciare alla causa che hai fatto a Wind per la cessione subita che ti ha messo nella situazione di poter
perdere il lavoro.

Questi i fatti di quella triste vicenda. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali venuti alle nostre assemblee volevano convincerci della bontà dell'accordo sindacale che ha accompagnato la nostra cessione, ma sappiamo che quell'accordo è pieno di buchi e assolutamente non garantista del nostro posto di lavoro. Questi i personaggi con cui ci troviamo ad avere a che fare. A voi trarre le conclusioni.

SERENA
RSU COBAS COMDATA CARE ROMA

Dopo il PdR da dove vogliamo ripartire?

Lavoratori ex Vodafone in Comdata Care: dopo il PdR a che punto siamo?


Quella appena trascorsa è stata una settimana molto intensa per noi dipendenti Comdata Care: ci siamo riuniti in assemblee per valutare la proposta di un Premio di Risultato che subito dopo siamo stati chiamati a votare. Ormai tutti conosciamo l'esito di tale votazione.
L'Ipotesi di Accordo è stata accettata dalla maggior parte del personale Comdata Care e quindi l'accordo è stato convalidato. A Roma abbiamo espresso le nostre perplessità su tale testo e come Rsu abbiamo lasciato ai colleghi la scelta di quale voto esprimere e Roma, unica sede in tutta Italia, ha bocciato a stragrande maggioranza (hanno votato praticamente tutti i colleghi presenti in turno il 16/9) quell'accordo, che però, lo ribadisco, è stato comunque accettato dalla maggioranza delle altre sedi italiane. La democrazia è davvero
un valore da difendere e quindi, pur rimanendo le perplessità, rispetto la scelta della maggioranza dei colleghi che evidentemente non hanno condiviso i dubbi di noi romani. Sarà poi il Tempo a dirci, nei fatti, se le nostre perplessità erano giustificate oppure no.
Voglio però prendere spunto da quanto accaduto a Roma sia durante le assemblee sia col voto espresso, per fare e condividere con tutti alcune riflessioni circa la nostra situazione in azienda.

Partiamo dall'inizio. Oggi ci troviamo ad essere dipendenti Comdata Care in quanto abbiamo subito un torto: siamo stati oggetto di una falsa Cessione di Ramo d'Azienda! Su questo, credo, non ci sono dubbi, tanto che la maggior parte di noi in tutta Italia ha deciso di fare causa a Vodafone. Tale Cessione è stata poi accompagnata da un accordo sindacale sottoscritto da cgil, cisl e uil che da subito abbiamo valutato non soddisfacente in quanto non solo, nella migliore delle ipotesi, ha trasformato un contratto di lavoro a tempo indeterminato in contratto di fatto a termine (7 anni), ma lascia la possibilità a Comdata Care anche all'interno dei 7 anni di licenziarci se, ad esempio, dovesse dichiarare esuberi o se dovesse fallire.
Sappiamo tutti che la presunta cessione è stata per Vodafone uno strumento per liberarsi di circa 1000 lavoratori o troppo fastidiosi o troppo costosi, e per Comdata l'occasione di collocarsi tra Vodafone e il nostro lavoro, e di guadagnare su di esso, visto che utilizziamo gli stessi sistemi e rispondiamo alle stesse indicazioni (vedi Strong Authentication) degli ex colleghi ancora in Vodafone.
Eppure in questi 3 anni che siamo in Comdata cgil, cisl e uil non hanno mai neanche tentato di aprire un confronto serio con l'azienda per darci più garanzie di stabilità occupazionale o per tentare di sanare il torto subito ma si sono limitati a sottoscrivere due Premi di Risultato: uno nel 2008 che per fortuna è stato bocciato, altrimenti oggi ci troveremmo a non aver preso un centesimo di premio e ad aver dato in cambio la flessibilità d'orario per i Part Time; l'altro è quello di questi giorni che, al di là delle valutazioni di merito, non sfugge a nessuno riguarda pochi spiccioli, specie se confrontato col Premio che avevamo in Vodafone.
Durante le assemblee romane i lavoratori tutti, tranne una decina che ancora si sentono vicini a slc-cgil e a fistel-cisl, hanno duramente attaccato i rappresentanti nazionali di tali sigle fondamentalmente
per queste ragioni e per queste stesse ragioni hanno deciso di votare no a un Premio di Risultato che hanno valutato incerto e soprattutto umiliante.
La reazione dei rappresentati nazionali di slc-cgil e fistel-cisl è stata incomprensibile:

- attacchi personali fatti vigliaccamente alle singole rsu al di fuori delle assemblee evidentemente per timore di dover sostenere l'inevitabile risposta a difesa che sarebbe scaturita dai lavoratori in massa, ma che ritengo essere solo il sintomo di quanto l'accoglienza romana sia stata per loro bruciante;

- accuse ai colleghi romani di farsi ?imbabolare? dalle proprie rsu, come se fossero persone senza una testa propria e non fossero in grado di intendere e volere;

- anatemi sui romani che, invece di mettersi l'anima in pace per quanto accaduto e accontentarsi del poco che generosamente l'azienda (che guadagna sul nostro lavoro) può darci, si ostinano a volersi opporre a questa condizione di ceduti, fino al punto che se un giorno l'azienda dovesse decidere di licenziarli gli sta bene perchè se la sono proprio cercata! Ma non dovrebbero essere proprio loro a difenderci e a far si che questo non possa mai accadere? Proprio non si capisce per quale motivo chi subisce un torto debba mettersi l'anima in pace! E poi sappiamo bene che per tutti, romani e non, "buoni" e "cattivi" arriverà il giorno che saremo messi alla porta.
Ma ciò che appare, più di ogni altra cosa, inconcepibile e decisamente allarmante è assistere come per queste organizzazioni l'unico nemico appare essere costituito da quei lavoratori e quelle organizzazioni sindacali che non fanno le loro stesse valutazioni, mentre nulla dicono o fanno circa cosa debba essere fatto per obbligare Vodafone a ripagarci del torto subito!
Ho deciso eccezionalmente di scrivere a tutti i colleghi d'Italia (avrei preferito farlo a nome dell'intera Rsu di Roma, ma le mie colleghe non si sono trovate d'accordo) non per amore di polemica che poco ci può aiutare, ma nella speranza di fornire, specie nelle sedi dove non c'è contraddittorio, un diverso spunto di riflessione su quanto ci sta accadendo, visto che ciò che ci accadrà dipende molto da quello che ogni giorno viviamo. Invito ogni collega che abbia voglia di confrontarsi con questo punto di vista a scrivere a questo indirizzo. Concludo con le parole di Seneca, un grande uomo del passato, che mi appaiono illuminanti:

Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla.

Serena
Rsu Cobas Comdata Care Roma

lunedì 20 settembre 2010

Comunicato nazionale unitario - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC-CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

Dopo assemblee molto sentite e a seguito di un referendum che ha visto una forte partecipazione nella stragrande maggioranza delle sedi di Comdata Care, le OO.SS sciolgono positivamente la riserva sull’ipotesi di accordo sul PDR sottoscritto lo scorso 9 settembre a Milano in AssoLombarda.


Le votazioni per sede hanno avuto il seguente esito:

Ivrea 163 votanti 127 SI 36 NO
Milano 67 votanti 62 SI 5 NO
Napoli 70 votanti 37 SI 33 NO
Padova 92 votanti 87 SI 5 NO
Roma 118 votanti 26 SI 90 NO 2 NULLE

Con 339 SI, 169 NO e 2 NULLE pari a 510 votanti e con una partecipazione media di circa il 63% dei lavoratori aventi diritto, gli stessi hanno dato un chiaro segnale di voler riprendere la strada della contrattazione con l’azienda Comdata Care.

Ora è importante dare seguito a tale richiesta, continuando il confronto con l’azienda sull’organizzazione del lavoro e le prospettive industriali di Comdata Care, ovvero ripristinare un percorso di relazioni sindacali stabili per dare risposte concrete ai problemi dei lavoratori e a quelli delle singole sedi operative.

A questo punto uno sforzo di responsabilità da tutte le parti, sindacali e aziendali, è necessario per permettere a quest’azienda di avere un futuro nel mercato in cui opera, superando quelle forti divisioni che ancora persistono in alcune realtà, causate da toni spesso eccessivi, che hanno come conseguenza un allontanamento dei lavoratori da tutte le realtà sindacali.

Come Organizzazioni Sindacali Confederali abbiamo il dovere di recuperare il rapporto con tutti quei lavoratori che, soprattutto in alcune realtà aziendali, non hanno partecipato al voto per scetticismo o perché non si sentono rappresentate pienamente.

Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL