giovedì 4 marzo 2010

ARTICOLO SOLE 24 ORE - In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC CGIL

Buongiorno a tutte le colleghe e a tutti i colleghi,

la scorsa settimana siamo venuti a conoscenza di un fatto segnalatoci dai colleghi di Comdata Care di Pozzuoli (NA) e che vogliamo condividere con tutti Voi.
Nell’inserto SUD del Sole 24 Ore del 27 gennaio 2010 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Un centralino a misura d’uomo”, che Vi alleghiamo. Per la scarsa qualità della copia che abbiamo ricevuto, l’abbiamo trascritto, oscurando per ovvi motivi i nomi delle persone citate.
Nell’articolo, prendendo spunto dal film di Paolo Virzì, “Tutta la vita davanti”, si immagina una…”favola”, con la protagonista che, appena laureata, approda nel call center di un’azienda in cui si premia chi si
impegna e ha idee innovative, in cui si trova l’uomo/la donna della propria vita, in cui c’è anche un asilo aziendale, in cui si assume a tempo indeterminato, in cui si agevolano i lavoratori studenti con permessi studio, in cui si può fare carriera nel giro di soli 10 anni………… Indovinate di quale azienda si tratta? Sì, proprio quella: VODAFONE!!!!!!
Siamo sicuri che la cosa genera in Voi, come è accaduto a noi e ai colleghi di Comdata Care di Pozzuoli, profonda indignazione! Indignazione per la scarsa, se non assente, sensibilità dell’azienda Vodafone, che ha
opportunamente omesso una “piccolissima” nota dolente: le attività e centinaia di colleghe e colleghi della giovane neolaureata, per ricalcare la favola dell’articolo, sono stati esternalizzati! L’articolo, quindi, palesa
almeno una mancanza di rispetto per gli ex dipendenti, che sono stati accompagnati, nemmeno troppo gentilmente, all’uscita dei cancelli di Vodafone!
Non solo! Tutte le cose elencate nell’articolo non sono frutto della bontà e della generosità di quell’azienda, ma il risultato delle conquiste delle OO.SS. e delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, di tutte/i, anche
quelli esternalizzati! I permessi universitari, agevolazioni per le lavoratrici madri, l’asilo nido (convenzioni con esterni o in strutture interne, come nel comprensorio di Pozzuoli), ecc. sono tutte conquiste di accordi sindacali sudati da tutti noi!
Ci uniamo a quanto scritto dalle Rsu SLC CGIL di Comdata Care della sede di Pozzuoli nella lettera inviata alla redazione del Sole 24 Ore. Vogliamo credere che le lavoratrici ed i lavoratori di Vodafone, che hanno contribuito alla stesura dell’articolo con i loro racconti, siano grati e riconoscenti del contributo delle lavoratrici e dei lavoratori di Comdata Care S.p.A. e di tutti gli altri call center in outsourcing che lavorano su
commesse Vodafone e sarebbero orgogliosi di condividere i frutti positivi del lavoro che tutti, compresi noi, facciamo per Vodafone, a partire dal Premio di Risultato!
Vogliamo aggiungere, inoltre, che ci sembra del tutto fuori luogo il riferimento fatto nell’articolo alla figura dell’ingegnere Adriano Olivetti, quasi a voler far passare il messaggio che la realtà del call center di
 Pozzuoli è paragonabile al “sogno industriale” di questo grande personaggio.
Egli sperimentò un’organizzazione del lavoro, improntata su principi di solidarietà sociale, che rese l’esperienza dell’Olivetti un caso unico nel panorama imprenditoriale della sua epoca e, crediamo, anche di oggi.
Concludiamo dicendo che a noi l’articolo non ha fatto venire in mente una favola, ma due canzoni di Simone Cristicchi (...)
La prima è “Studentessa universitaria”, che ci ha ricordato effettivamente la protagonista del film di Virzì.
La seconda è la sua evoluzione, “Laureata precaria”, che ci ha convinti di più sulla più probabile prosecuzione, al giorno d’oggi, della storia della giovane neolaureata! Per una pura combinazione in questa seconda canzone c’è un significativo riferimento al mondo dei call center.

Comitato degli Iscritti SLC-CGIL

L'articolo sul Sole 24 Ore Sud


27 gennaio 2010

La Storia. La Vodafone a Pozzuoli con 500 addetti premia produttività e dà chance di carriera.

Un centralino a “misura d’uomo”.

Prendete il film di Paolo Virzì “Tutta la vita davanti” sull’esistenza alienata di chi lavora nel call center e immaginate alcune piccole variazioni alla sceneggiatura. Uno: la giovane neolaureata protagonista prende servizio al suo nuovo posto di lavoro e comprende presto di avere a che fare con un’azienda che premia chi si impegna e ha idee innovative. Due: nel giro di un annetto, da interinale che era, viene assunta a tempo indeterminato. Tre: nella sala multimediale in cui lavora, conosce l’uomo della sua vita, lo sposa, ha un figlio che frequenta l’asilo nido aziendale. Quattro: finale con la protagonista che, trascorsi dieci anni, si ritrova poco più che trentenne a ricoprire l’incarico di responsabile della stessa azienda.

Una favola? Forse. Di sicuro una vicenda che non trova analogie con le esperienze in numerosi call center disseminati per il Paese. Eppure stiamo parlando di ciò che può accadere ai lavoratori di Vodafone, multinazionale delle telecomunicazioni, che considera i propri dipendenti qualcosa di più che semplici “risorse umane”. Come si lavora in un call center e in che modo sia possibile ottimizzare il servizio rivolto alla clientela saranno temi affrontati nell’incontro “Porte aperte”, che si terrà domani al centro Vodafone di Pozzuoli, ospiti gli stessi utenti dei servizi di telefonia cui sarà consentito di osservare “dal vivo” i loro interlocutori con cuffia. “L’attenzione degli utenti - spiega G. B., 34 anni, responsabile della sede campana – ci ha sempre ossessionato. Ma sappiamo bene che, per far sì che i nostri dipendenti diano il meglio nel rapporto con la clientela, c’è bisogno di investire su di loro”. Non è un caso che a Pozzuoli, su 500 addetti al call center, gli interinali siano meno di una decina. L’orario di lavoro è di 35 ore settimanali (ricordate il dibattito sull’esperienza francese?), i turni si estendono dalle 8 alle 21, compresi un’ora di pausa, le aperture domenicali riguardano due domeniche su quattro.

La retribuzione di un call centralinist può oscillare dai 1.100 ai 1.200 euro mensili, più bonus che in media si attestano sui 150 euro. “Premi – commenta la B. – attribuiti misurando la soddisfazione del cliente attraverso specifici indici, o la semplice produttività del dipendente”. Il bello è che si fa anche carriera. “Lavoro nel settore da 10 anni e ho cominciato dalle cuffie – racconta A. P., 32 anni – oggi sono responsabile locale di customer care sales”. Se qualcuno ha un’idea valida, può anche sperare che si trasformi in un progetto concreto. “Qualche mese fa – dice G. M., responsabile del servizio informativo 89-2000 per il centro – ci venne in mente che approdare su Facebook potesse essere una scelta vincente . Al top management l’idea è piaciuta e oggi serviamo i 600 utenti con questa formula”.

Ci sono poi “vantaggi” molto più pratici. A. D., 39 anni, lavora al call center e ha due gemellini. “Sapere che sono a pochi passi – racconta - nel nido aziendale mi fa stare tranquillo”. B. P., 30, frequenta l’università. “L’Azienda – dichiara – ci riconosce quattro giorni di permessi studio per esame, a fronte dei tre previsti dal contratto nazionale”. Cose che sarebbero piaciute all’ingegnere Adriano Olivetti, che a Pozzuoli volle lo stabilimento produttivo in riva al mare, proprio in quell’edificio che dal ’98 ospita Vodafone. Evidentemente alcuni call center ti lasciano davvero “Tutta la vita davanti”.

6 commenti:

Punzy ha detto...

ah vedi? vivevo in una favola e non lo sapevo..

Anonimo ha detto...

io quando ero in vodafone amavo il lavoro che facevo.
ho sempre detto di essere fortunato, ora mi sembra di stare in galera, e non posso permettermi di uscirne.

Anonimo ha detto...

Ma è vero che Comdata vuole chiudere anche la sede di Pozzuoli come dicono negli uffici di Torino che notizie avete voi?

Anonimo ha detto...

Gli articoli apologetici a favore di vodafone non devono sorprendere più di tanto. Questa multinazionale, con un fatturato pari al pil di alcuni stati, è un autentico partito trasversale, cioè non ha un referente politico univoco ma riscuote consensi e favori tra i diversi orientamenti politici. Non dimentichiamo che vodafone italia ha ereditato dalla omnitel, del gruppo olivetti, un ampio credito presso gli ambienti politici della sinistra cosidetta "istituzionale". Non è un mistero che olivetti fosse una delle aziende italiane che godeva dei favori dell'ex pci. Ma vodafone non può non godere anche dei favori del patron della mediaset, per i cospicui interessi pubblicitari. Un discorso a parte meriterebbe l'atteggiamento di una parte del mondo sindacale nei confronti di questo gestore di telefonia. Ricordo ad esempio che anni fa esisteva una convenzione omnitel per i tesserati della cgil, alla faccia del conflitto di interessi. Mi domando se esistono tuttora delle convenzioni con qualche sigla sindacale.....

Anonimo ha detto...

Speriamo veramente che le voci su Pozzuoli siano veramente tali!
Comunque esiste un sistema infallibile per capire se un'azienda è in fase di dismissione. Improvvisamente, infatti, i manager e chi ricopre incarichi di responsabilità si "eclissano"! Come ex vodafone ricordo perfettamente i job posting ad hoc per consentire ad alcuni responsabili di mettersi al riparo dalle cessioni di ramo d'azienda (o presunte tali)che sarebbero puntualmente avvenute poche settimane dopo!
Infatti in queste circostanze avviene l'esatto opposto della celebre regola marinara: "il capitano è l'ultimo a mettersi in salvo". Al contrario la massima aurea in vodafone, comdata ecc...è la seguente " il capitano è il primo a pararsi il c..."

Virginia ha detto...

Allora se è come dici tu, ad Asti siamo in fase di dismissione in quanto chi ricopriva incarichi di responsabilità come Elena e Martino si sono eclissati verso altre mansioni, a tutto ciò si aggiunge lo schifo che stanno facendo a tanti amici tl che sono messi in cassa integrazione o vengono degradati tornando a essere semplici operatori, ma perchè nessuno dice niente a noi lavoratori?Anzi i sindacalisti rsu ci dicono che va tutto bene per tenerci tranquilli quando invece va tutto male in questa azienda di merda solo che tutti hanno paura a parlare e a dire come stanno le cose...