venerdì 16 maggio 2014

Pesante sentenza contro gli ex lavoratori Vodafone


In data 14 maggio u.s. il giudice Redavid, della 2° sez. del Tribunale del Lavoro di Roma, ha emesso la sentenza relativa al contenzioso tra gli ex lavoratori Vodafone e l'azienda stessa concernente il licenziamento dei dipendenti.

Tali lavoratori erano stati ceduti nel 2007 alla società Comdata Care SpA, avevano ricorso legalmente contro l'operazione di esternalizzazione, in data 05/06/2012 avevano vinto il 1° grado di giudizio della causa e successivamente al reintegro in Vodafone imposto dal giudice di 1° grado erano stati licenziati dall'azienda in data 18/10/2012, in seguito all'apertura della procedura di mobilità dell'01/08/2012 riguardante solo ed esclusivamente tali dipendenti. In data 25/09/2013 tali lavoratori hanno vinto anche il 2° grado di giudizio, in Corte d'Appello, della causa contro la cessione di ramo d'azienda.

Alla luce dei fatti sopra riassunti gli ex dipendenti Vodafone hanno impugnato anche il licenziamento discriminatorio e punitivo operato da Vodafone Italia e dopo ben 1 anno di estenuante attesa, ripetute udienze, produzione di prove, ascolto di testimoni, differite presentazioni di note conclusive prima da parte degli avvocati dei lavoratori e successivamente da parte degli avvocati dell'azienda il giudice Luca Redavid ha emesso la sentenza che riportiamo alla fine di questo post.

"Qualcuno" in passato ha descritto una sentenza a suo sfavore come inopinatamente errata, non ci permettiamo di utilizzare tale aggettivo, poichè si tratta, pur sempre, di un giudizio di un giudice, ma ci permettiamo di fare alcune considerazioni/domande:

  1. perchè c'è voluto un anno di tempo per emettere una sentenza sapendo che i lavoratori coinvolti erano stati licenziati ed avevano, intanto che questo parto di quasi 12 mesi si completasse, terminato anche l'indennità di mobilità?
  2. in sintesi nella sentenza viene asserito che i ricorrenti non hanno le prove necessarie a dimostrazione del loro licenziamento discriminatorio; a tal proposito il fatto che solo tali lavoratori siano stati coinvolti in un licenziamento e che solo ad essi venisse assegnato un punteggio sfavorevole ed arbitrario per inserirli negli unici posti a rischio di una graduatoria di mobilità è un comportamento da considerare regolare e indiscutibile?
  3. che il giudice asserisca che un imprenditore è libero di disporre delle proprie strategie business a scapito del mantenimento dei posti di lavoro è etico e realistico o è solo un'affermazione che leggittima le aziende ad usufruire di risorse/licenze, spesso statali (basti considerare lo start up della Omnitel, ora Vodafone, nel quale venivano specificati i presupposti per ottenere le licenze, ad esempio il mantenimento del perimetro occupazionale), senza impegnarsi a creare un business dei cui frutti possano beneficiare sia gli imprenditori che la forza lavoro impiegata?
  4. può un difensore della legge emettere una sentenza che non tiene conto di tutti gli elementi che determinano un contenzioso e che non ammetta tutti i capitoli di prova che presentano i ricorrenti?
  5. può un giudice sentenziare asserendo che questo caso di licenziamento collettivo è particolare e non regolamentabile dalla legge Fornero, quando tale casistica è ampiamente contemplata e regolamentata da tale legge e quindi negare, oltre al posto di lavoro, un risarcimento, sebbene minimo, a degli ex lavoratori?

Ci sono tanti punti che andrebbero discussi, questa sentenza non riguarda solo il piccolo caso degli ex lavoratori Vodafone, è una sentenza che si ripercuote sui temi macro economici e sociali conseguenza della crisi mondiale tuttora in corso; è una sentenza che consente a delle aziende in salute e non in crisi di licenziare del personale in un periodo in cui è molto difficile trovare un impiego, soprattutto per gli over 40, è una sentenza che leggittima una società che si è vista dar torto da ben 2 gradi di giudizio per un totale di 4 giudici ad aggirare la legge per poter disporre prepotentemente come preferisce delle vite altrui, è una sentenza che consente in un periodo che dovrebbe essere di austerity di incrementare il nr. dei soggetti che frugano nelle tasche degli italiani per prosciugarle, poichè l'idennità di mobilità di cui hanno ususfruito tali lavoratori è pagata dall'Inps (ovvero da coloro che pagano le tasse), è una sentenza che consente ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato di divenire, senza alcuna giusta causa e con discriminazione, un contratto a tempo determinato ed è una sentenza che dice ai lavoratori "avete osato mettervi contro un colosso e questa è la punizione che vi spetta: vi tolgo il lavoro, non vi risarcisco e addirittura vi obbligo a pagare le spese legali dell'azienda Vodafone nella misura di euro 5.000,00 + Iva + spese varie!".

Ora, personalmente, non è l'importo delle spese legali di controparte a preoccuparci, ma l'intento con cui le stesse ci sono state addebitate. Giudice Redavid, hai deciso di lasciarci in mezzo ad una strada, ci auguriamo che tu creda davvero in questa sentenza, e questo possiamo digerirlo, perchè un contenzioso non si sa come finisce fino all'ultimo grado di giudizio, ma perchè infierire su degli ex lavoratori senza alcun sostentamento? Perchè non comprendere con questa sentenza che quanto deciso dai tuoi colleghi prima di te ovvero che siamo stati e siamo dipendenti Vodafone il licenziarci è stato raggirare 2 sentenze a Vodafone sfavorevoli e quindi legalizzare la discriminazione che essa ha operato nei ns confronti?

Si porti all'evidenza che anche le prime 2 cause collettive economiche, con le quali gli ex dipendenti, in virtù della sentenza della Corte di Appello contro la cessione di ramo d'azienda, chiedevano il pagamento delle differenze retributive, si badi bene solo le differenze retributive, tra quanto percepito negli anni di lavoro in Comdata Care e quanto avrebbero dovuto percepire in qualità di dipendenti Vodafone sono state rigettate da 2 giudici, d.ssa Masi e dr. Di Stefano, quest'ultimo presidente della 2° sez. Lavoro del Tribunale di Roma. Curioso come una Corte d'Appello stabilisca che siamo sempre stati, in tutti questi anni, dipendenti Vodafone ed altri 2 giudici di 1° grado non determinino che avevamo diritto alla retribuzione prevista per i dipendenti Vodafone.

Sarà sicuramente casuale il fatto che tutte le ultime cause intraprese contro Vodafone e Comdata siano state assegnate a giudici della sola 2° sez. del Lavoro del Tribunale di Roma, il quale possiede ben 4 sezioni. Ora, poichè possiamo parlare di scaramanzia ed a questo punto anche di un timore reverenziale nei confronti di alcuni giudici di questa famigerata 2° sez. Lavoro del Tribunale di Roma forse dovremmo augurarci di non avere più il piacere di interagire con tale sezione?

Sia ben chiaro, quello che potevamo perdere è già stato ampiamente perso, quindi non c'è alcuna paura nel proseguire la strada che abbiamo intrapreso a suon di battaglie legali e non solo.

Non abbiamo alcuna paura, andiamo avanti a testa alta.

La Regina












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