Anche Corte d'Appello condanna VODAFONE: “Licenziamenti call center ritorsivi e discriminatori”
I licenziamenti discriminatori sono quelli comunicati da Vodafone a circa 110 dipendenti del call center della sede di Roma, 39 in questo giudizio.
La colpa dei lavoratori licenziati? Aver impugnato nel 2007 la cessione dei loro contratti ad una azienda appaltatrice – COMDATA - ed essere stati reintegrati in Vodafone per ordine giudiziario dopo che la cessione di ramo d'azienda fu giudicata dal tribunale illegittima con “più sentenze emesse in gradi diversi”, come ricordato anche in questo ultimo provvedimento. Essersi organizzati, in stragrande maggioranza nei COBAS, e aver lottato duramente per 7 anni contro l’ingiustizia subita, al fine di far rispettare la legge anche alla multinazionale Vodafone.
A distanza di 2 anni dal licenziamento, i tribunali in primo e secondo grado di giudizio affermano che “non sussiste dubbio alcuno che il licenziamento intimato agli odierni ricorrenti sia ritorsivo e discriminatorio, ancor prima che illegittimo” poiché “Vodafone ha reso palese ed evidente che la sua volontà non era quella di azzerare gli esuberi dichiarati ma di espellere chi, e solamente chi, era stato riammesso in servizio dopo aver vinto la controversia”.
Dopo la tristemente nota discriminazione operata dalla Fiat nei confronti dei 19 dipendenti di Pomigliano iscritti Fiom è ora il turno di Vodafone. Il colosso multinazionale delle telecomunicazioni in Italia beneficia di una concessione pubblica dello Stato per fatturare somme a 10 cifre (5 miliardi e 790 milioni di euro i ricavi per servizi dichiarati nell'ultimo bilancio della sola Vodafone Italia), tra una cessione di ramo d'azienda illegittima e numerosi licenziamenti ritorsivi e discriminatori, dimostrando così una certa noncuranza per le Leggi di questo stesso Stato.
Esecutivo Provinciale Cobas del Lavoro Privato