sabato 18 ottobre 2008

Scusate il ritardo....DIFENDIAMO, RILANCIAMO ED ESTENDIAMO IL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO

Dal 18 giugno è partito il tavolo di confronto fra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil sul tema della “riforma della contrattazione”.
Cosa vogliono le aziende?

1. La durata dei contratti collettivi nazionali di lavoro sarà triennale sia per la parte normativa che per la parte economica. In questo modo gli adeguamenti salariali non saranno più ogni due anni, ma ogni tre; inoltre i padroni potranno essere più aggressivi nel vincolare gli aumenti a concessioni sul piano dei diritti e delle condizioni di lavoro;
2. Gli aumenti salariali che incrementeranno i minimi tabellari previsti dal ccnl saranno lasciati al solo contratto di II livello (integrativo), legati alla produttività, competitività ed efficienza delle aziende;
3. Gli aumenti previsti dal ccnl di I livello saranno calcolati in base ad un poco chiaro “indice previsionale”, che comunque non terrà conto dell’inflazione reale;
4. Durante l’eventuale periodo di vacanza contrattuale, sarà corrisposto al lavoratore il 30% di aumento rispetto a quello che sarebbe previsto dallo stesso “indice previsionale”, che diventerebbe 50% dopo 6 mesi di vacanza contrattuale;
5. Nei 6 mesi precedenti la scadenza del CCNL e nel mese successivo – se ancora non si saranno raggiunti accordi – sarà vietato scioperare o organizzare agitazioni. Per l’integrativo i mesi sono i 2 precedenti e quello successivo, per un totale di 3 mesi.

È evidente il disegno padronale: contenere ulteriormente i salari, cominciare, come già nel pubblico impiego, a limitare il diritto di sciopero, dare il via a contratti territoriali e alle gabbie salariali, infine attaccare i diritti e la capacità vertenziale dei lavoratori riducendo il ccnl a strumento per migliorare profitti e competitività delle imprese. Lavorare molto di più per guadagnare poco di più, determinando così un incremento delle malattie professionali e dei feriti e morti sul lavoro.
Di fronte a un attacco senza precedenti come quello messo in campo da Emma Marcegaglia, attuale presidente di Confindustria, Cgil-Cisl-Uil, da anni ossessionati più dalla ricerca di “tavoli”, “commissioni paritetiche”, enti bilaterali ecc., si sono scollati dalla grande massa dei lavoratori e dalle loro richieste ed aspirazioni, accondiscendendo, come già col Protocollo sul Welfare del luglio 2007, a tutte le principali richieste dei padroni. Ma dopo ennesimi rinnovi contrattuali di categoria che, nei Metalmeccanici come nelle Telecomunicazioni o nel Commercio, che si sono rivelati dei veri e propri “bidoni”, pensiamo che bisogna rimettere la lotta, la difesa dei nostri interessi, dei nostri diritti e dei nostri bisogni, al centro dell’azione sindacale e di contrattazione.

Le organizzazioni del sindacalismo di base hanno indetto per venerdì 17 ottobre uno sciopero nazionale su questa e su altre questioni, aprendo una fase di conflittualità con governo e Confindustria.

Auspichiamo quindi che tutte le organizzazioni o federazioni sindacali, che si sono espresse contro la “riforma” del ccnl voluta da Confindustria, organizzino e sostengano una campagna di lotta adeguata a respingere questo attacco e a rilanciare ed estendere ad atipici e co.co.pro. il contratto nazionale, con al centro la decisionalità dei lavoratori che devono essi stessi essere protagonisti delle piattaforme che vengono stilate.
Facciamo inoltre appello a tutte le lavoratrici ed i lavoratori ad organizzare comitati unitari contro la Riforma del CCNL con iniziative di informazione, di lotta e di protesta, che sfocino e si uniscano in un movimento nazionale e unitario di lotta.

ASSEMBLEA CITTADINA VENERDì 31 OTTOBRE – ORE 20.00

SALA CIRCOSCRIZIONALE DI VIA CHERASCO, 10 – fronte alla Molinette

Lavoratori uniti contro la riforma del contratto
Aziende: Fiat Mirafiori, Thyssenkrupp, Comdata S.pA., Poste, Provincia di Torino, “4 aprile” lavoratori e lavoratrici delle cooperative sociali, Università di Torino, Frigostamp, Co.co.pro. grande distribuzione

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