venerdì 23 dicembre 2011

CEDUTI TELEPOST IN MOBILITA'

Telepost spa (di proprietà di Pirelli, Tnt e COMDATA) nasce nel febbraio 2004, solo qualche giorno prima della cessione di ramo d'azienda individuata nel Document Management (gestione corrispondenza in arrivo e partenza) di Telecom Italia spa.
Il personale viene traslato il 1 marzo 2004 in questa NewCo dal capitale iniziale di ben 30.000 euro(!!) poi portato a 120.000 per legge (neanche l'importo dei TFR maturato dai lavoratori). L'organico iniziale era di 256 persone, 70 delle quali soggette a L. 104 o invalide.

Le segreterie nazionali SLC/CGIL, FISTEL/CISL, UILCOM/UIL chiedono varie volte il mandato a questi lavoratori a firmare l'armonizzazione.
I lavoratori di Telepost in più occasioni hanno diffidato dal firmare accordi sia per la cessione sia per l'armonizzazione. I confederali hanno sostenuto, sollecitando e impaurendo i lavoratori, che senza il loro intervento per armonizzare, non si sarebbero portati a casa il CCNL Telecom e i dirittti acquisiti in Telecom come Assilt, fondo pensioni integrativoTelemaco, Cralt, sedi di lavoro,Rsu, ect.

Peccato che dallo stesso contratto di cessione si evince che Telecom e Telepost avevano sottoscritto già il 27 febbraio 2004, con atto di cessione avvenuto l'1 marzo 2004, le garanzie che la legge prevede all'art.2112 del C.C. "l'acquirente è tenuto ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi anche aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi applicabili all'mpresa acquirente".

DI QUESTO DIRITTO I CONFEDERALI NON HANNO MAI MESSO A CONOSCENZA I LAVORATORI CEDUTI O IN VIA DI CESSIONE, ANZI HANNO SEMPRE GIURATO CHE
SENZA LA LORO ARMONIZZAZIONE SI PERDEVA TUTTO.

Diversi lavoratori ceduti fanno causa a Telecom vincendola a più riprese e in più gradi di giudizio.
Intorno al 20 ottobre 2011 Telepost viene acquisita al 100% da Manutencoop Facility Management Spa anche grazie a Comdata che le cede la sua partecipazione, ma questi favori tra "amici" si fanno.
Infatti Manutencoop Facility Management Spa è la stessa azienda a cui Comdata, Comdata Care e Comdata Tech Spa hanno appaltato la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti
idrico-sanitario, elettrico, tvcc, controllo accessi, climatizzazione, ups, antincendio, illuminazione e illuminazione di emergenza.

Appena insediata la nuova proprietà ha subito informato i lavoratori e le lavoratrici che, entro qualche mese, le 14 sedi dislocate sul territorio nazionale chiuderanno.

Quali sorprese riserveranno ora ai lavoratori CGI CISL UIL e UGL che nel corso di questi anni si sono già tanto prodigate a sottoscrivere SEMPRE i vari accordi di esternalizzazione da Telecom verso queste "strane" newco a monocommessa?

Intanto Telepost il 7 dicembre ha aperto procedura di licenziamento collettivo per esubero (in allegato) per la collocazione in mobilità di 125 addetti su 167 e specifica che l'eccedenza del personale è determinata da una contrazione dei volumi riferita all'unico committente (!) Sembrano però previste assunzioni di giovani virgulti,
in avvicendamento agli "anziani" superstiti, per offrire nuova dinamicità a costi ovviamente molto ridotti.

Perchè Manutencoop abbia voluto fagocitare Telepost in questo modo aggressivo è presto detto: IL BOCCONE SUCCULENTO DA CIRCA 35 MILIONI DI EURO CHE LA "MANNACOMMITTENZA" DI TELECOM ITALIA GARANTIRA' A TELEPOST FINO AL FEBBRAIO 2014, E CHE FINIRA' QUINDI NELLA PANCIA DI MANUTENCOOP.

Alla fine di questa operazione, gli ex lavoratori Telecom rimarranno 4 gatti, tanto per mantenere la parvenza dell'antica origine.

Premesso che non vi è stata alcuna informativa sindacale sulla trattativa in corso (dopo ben 5 incontri ufficiali svolti nella UIR con l'azienda nessun comunicato aziendale nazionale) le lavoratrici Telepost di Bologna chiedono:

che venga informata e coinvolta TELECOM ITALIA SPA E ISTITUITO UN TAVOLO TRIANGOLARE (TELECOM/TELEPOST/OO.SS/RSU) PER VALUTARE LA SITUAZIONE E TROVARE SOLUZIONI CHE NON PENALIZZINO ULTERIORMENTE I LAVORATORI COINVOLTI IN QUESTA CESSIONE, IN MOLTI CASI RITENUTA ILLEGITTIMA DALLA MAGISTRATURA;

che venga portata avanti una trattativa in sede Ministeriale e non più presso la UIR, per raggiungere un'IPOTESI DI ACCORDO che preveda esclusivamente mobilità volontarie e scongiuri la "minacciata" chiusura di tutte le sedi così come previsto in procedura.


Rsu Cobas Comdata Care Roma

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