venerdì 23 marzo 2012

VODAFONE: ANTICIPATA NEL CALL CENTER DI ROMA LA RIFORMA DELL'ART. 18

Al giudice che le ordina il reintegro, Vodafone risponde licenziando.

NOVEMBRE 2007: Vodafone inventa un fantomatico ramo d’azienda, ci mette dentro 914 lavoratori sparsi in varie sedi d’Italia e, con l'avallo di un accordo sindacale di CGIL, CISL e UIL molto contestato dai lavoratori, li cede alla NewCo Comdata Care.

Quei lavoratori perdono così garanzie, soldi, benefits e diritti ma decidono di impugnare la
cessione, ritenendola illegittima, rivolgendosi alla Magistratura.

A DICEMBRE 2011 un Magistrato del Tribunale del Lavoro di Roma evidenzia l’illegittimità di quella cessione, reintegra 33 lavoratori (vedi allegato “dispositivo21.12”) e aspetta di giudicare il caso di altri 108 lavoratori nei prossimi mesi, mentre un altro Magistrato romano dovrà ugualmente provvedere in ordine ad una trentina di altri ricorrenti. (Tot: più di 170 persone)
Il 20 FEBBRAIO 2012 Vodafone apre una procedura di licenziamento per riduzione di personale
(licenziamento collettivo) proprio per 33 lavoratori di Roma!

L'espressa motivazione di tale drastica misura è stata dichiarata essere la forzosa reintegra, tale – a suo dire – da mettere in pericolo il “proprio equilibrio organizzativo” e Vodafone chiede quindi allo Stato, ovvero alle tasche degli italiani, un intervento sociale nei confronti di una pronunzia “profondamente errata” che “inopinatamente” è intervenuta con un fatto “improvviso e grave”

E così un ordine giudiziale può essere certamente vanificato: i lavoratori, come pedine, passano da “ceduti a reintegrati a licenziati” in un gioco perverso di precarietà e strapotere delle
multinazionali, in cui anche gli stessi Giudici possono essere esposti al “giudizio universale” per le
loro pronunzie.

Gianluca Ventura, direttore delle risorse umane di Vodafone, ammette che il problema vero è nei
tribunali e, in riferimento all'art. 18, dichiara: “avere maggiori certezze sulle ragioni che
consentono alle aziende di separarsi dal lavoratore e tempi certi genererebbe quella maggiore flessibilità che ci consentirebbe anche di fare entrare persone nel mondo del lavoro”
http://blog.panorama.it/economia/2012/02/21/lavoro-aziende-vi-serve-davvero-abolire-l’articolo-
18 /

La ricca e potente Vodafone sta già attuando una riforma strisciante, ma ugualmente eversiva, del famigerato articolo 18, riforma che - si vorrebbe - impedisca al lavoratore di chiedere al giudice il reintegro nel luogo di lavoro in caso di ingiusto licenziamento.
Vodafone pretende oggi per sè il “diritto” all'impunità e lo fa con arroganza manifesta definendo la sentenza “grave ed errata”.

Nessun problema economico (ricavi in ascesa per un totale di 4 miliardi e 48 milioni di euro: gli
stipendi di 33 persone , per lo più part-time, costituiscono una goccia nel mare), nessun problema
logistico, nessuna carenza di attività lavorative, fiore all'occhiello dell'organizzazione di Vodafone è
proprio la fungibilità dei lavoratori (Job Rotation). Ecco perchè chiediamo il blocco della procedura
di licenziamento collettivo e il reintegro lavorativo dei 33 lavoratori!

In Spagna, dove la società nel solo ultimo trimestre ha registrato un calo di fatturato dell'8%, per
evitare licenziamenti ed esternalizzazioni attua 15 giorni di sospensione dal lavoro non retribuiti
per 4mila lavoratori! http://www.corrierecomunicazioni.it/tlc/14229_vodafone-in-spagna-trovatol-
accordo-con-i-sindacati.htm
Gli avvocati Enrico Luberto e Carlo Guglielmi sono a disposizione per le informazioni di carattere
legale.


Grazie dell'attenzione

Lavoratori ex-Vodafone Roma

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi auguro che questo ulteriore comunicato estremamente chiaro e comprensibile, aiuti molti colleghi ed ex colleghi a capire che la situazione e' veramente drammatica per tutti, e solo unendo le nostre forze possiamo sperare di cambiare la situazione per riprenderci o mantenerci cio' che ci spetta di diritto, il nostro lavoro. Manifestiamo la nostra indignazione nei confronti di Vodafone, che senza farsi scrupoli vuole mettere noi e le nostre famiglie in mezzo ad una strada.