Scritto da evagiovannini il 24 settembre 2012, link http://blog.la7.it/piazzapulita/?p=502
Ricordiamo tutti la vicenda dei tre operai della Fiat di Melfi – Barozzino, Lamorte e Pignatello – licenziati dall’azienda, reintegrati da un giudice e invitati comunque dalla Fiat a “restare a casa”. La ricordiamo tutti perché ne hanno parlato i giornali, le radio, le tv. Perché la Fiat è la Fiat e quando si tocca il Lingotto diventa tutto un caso nazionale. Però, quanti Barozzino, Lamorte e Pignatello ci sono in giro, espulsi da un sistema produttivo che disprezza prima la dignità, e poi anche il Diritto.
La storia nella quale mi sono imbattuta la scorsa settimana, mentre ero concentrata sui licenziati del call center Almaviva, è la storia dei lavoratori della Vodafone, licenziati nel 2007 e finiti in 914 dentro ad una NewCo, la Comdata Care. Molti di loro hanno ritenuto questa esternalizzazione illegittima ed hanno così intrapreso una battaglia legale. ll Tribunale del Lavoro di Roma ha dato loro ragione e, con tre diverse sentenze (23 giugno 2011, 21 dicembre 2011 e 5 giugno 201) ha ordinato il reintegro per 130 lavoratori. E qui arriva il bello, perché in seguito a queste sentenze Vodafone ha aperto due procedure di licenziamento collettivo per “l’aggravarsi della crisi economica” che ha reso necessario un “esubero strutturale”. Guardacaso per un totale di 130 lavoratori e, guardacaso, proprio per quelli che avevano vinto il ricorso. Proprio gli stessi nomi e cognomi. Pazienza se tra questi ci sono anche donne con figli piccoli e persino due disabili. Ma soprattutto pazienza se alla faccia della crisi Vodafone ha ricavi per quasi 9 miliardi di euro e utili per 4 miliardi e mezzo.
Non so perché queste donne e questi uomini valgano meno degli operai della Fiat nella cosiddetta “notiziabilità” degli eventi, ma so che uno stato di diritto non può tollerare che ci siano cittadini a cui non resta che appellarsi a Dio, visto che neanche un Tribunale conta di più di una multinazionale. @evagiovannini
La storia nella quale mi sono imbattuta la scorsa settimana, mentre ero concentrata sui licenziati del call center Almaviva, è la storia dei lavoratori della Vodafone, licenziati nel 2007 e finiti in 914 dentro ad una NewCo, la Comdata Care. Molti di loro hanno ritenuto questa esternalizzazione illegittima ed hanno così intrapreso una battaglia legale. ll Tribunale del Lavoro di Roma ha dato loro ragione e, con tre diverse sentenze (23 giugno 2011, 21 dicembre 2011 e 5 giugno 201) ha ordinato il reintegro per 130 lavoratori. E qui arriva il bello, perché in seguito a queste sentenze Vodafone ha aperto due procedure di licenziamento collettivo per “l’aggravarsi della crisi economica” che ha reso necessario un “esubero strutturale”. Guardacaso per un totale di 130 lavoratori e, guardacaso, proprio per quelli che avevano vinto il ricorso. Proprio gli stessi nomi e cognomi. Pazienza se tra questi ci sono anche donne con figli piccoli e persino due disabili. Ma soprattutto pazienza se alla faccia della crisi Vodafone ha ricavi per quasi 9 miliardi di euro e utili per 4 miliardi e mezzo.
Non so perché queste donne e questi uomini valgano meno degli operai della Fiat nella cosiddetta “notiziabilità” degli eventi, ma so che uno stato di diritto non può tollerare che ci siano cittadini a cui non resta che appellarsi a Dio, visto che neanche un Tribunale conta di più di una multinazionale. @evagiovannini
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