Il coraggio di combattere contro
l'illegalità
Per chiedere la
revoca dei licenziamenti e per denunciare il disprezzo per le leggi italiane
dimostrato da Vodafone, 4 lavoratrici in procinto di essere licenziate, donne e
mamme, sono salite sul tetto del Campidoglio, sede del Comune di Roma. Una
di loro fino sulle impalcature per i lavori di
ristrutturazione del palazzo. In allegato alcune
foto dell'accaduto. Il Comune di Roma è stato a
tutt'oggi tra le istituzioni che ha mostrato più sensibilità a sostegno di tale
vertenza.
Nel 2007 Vodafone ha ceduto alla società
Comdata un ramo d'azienda, esternalizzando ben 914 dipendenti in tutta Italia
insieme ad alcuni dei servizi del call center. I dipendenti impugnano la
cessione e ben tre sentenze danno loro ragione, l'ultima delle quali è dello
scorso giugno. Il Tribunale del Lavoro di Roma ha giudicato inefficace
l'esternalizzazione, ordinando il reintegro di 130 lavoratori che avevano
presentato ricorso. Inizialmente Vodafone reintegra, dispensando però i
dipendenti dall'andare a lavorare, e poi invia una lettera di licenziamento.
Si tratta di una vera e propria ritorsione perché
Vodafone è una società in florido bilancio (3,8
miliardi di utili), che recentemente ha persino assunto personale. Per
di più le lettere di mobilità sono arrivate solamente ai lavoratori che avevano
vinto il ricorso.
L'unica proposta
avanzata dalla multinazionale inglese è stata la possibile riassunzione presso
Comdata, azienda
in
perdita di 6,45
milioni di euro e con un
debito finanziario
complessivo di 65 milioni di euro, quando è evidente
che è in Vodafone Italia che i posti di lavoro di queste persone hanno la
massima tutela.
Davanti a tale
proposta le 130 persone, in gran maggioranza donne di 40 anni con bimbi piccoli
e molti lavoratori appartenenti a categorie protette, vengono costrette a
scegliere tra perdere il lavoro o accettare di tornare nella malconcia azienda
in cui erano finiti illecitamente, previa rinuncia
tombale al contenzioso legale da loro intrapreso, con la
consapevolezza di permettere così a Vodafone di
aggirare definitivamente le sentenze e con esse gli obblighi derivanti dalle
leggi italiane.
La lotta di queste
130 persone è, innanzitutto, una lotta contro
l'illegalità, perchè sono
ostinatamente convinte che nel nostro Paese, piaccia o no, la Legge deve essere
rispettata da tutti, Vodafone compresa.
Giovedì 11 ottobre, in occasione dell'ultimo
incontro per l'esame congiunto tra le parti sociali previsto dalla procedura di
mobilità, i lavoratori saranno in presidio davanti la Regione Lazio dalla
mattina per continuare la loro protesta.