sabato 16 maggio 2009

Delocalizzazioni: posizione della SLC-CGIL

COMUNICATO STAMPA

TLC: SLC-CGIL “Aziende avviano delocalizzazioni. A rischio migliaia di posti di lavoro. Chiediamo a imprese e Governo una moratoria contro le delocalizzazioni”

“In queste settimane grandi aziende di TLC e Media stanno accelerando un processo di delocalizzazione di attività in paesi con minori salari e diritti, mettendo a rischio migliaia posti di lavoro”. Così denuncia in una nota, la Segreteria Nazionale di SLC-CGIL, il principale sindacato del settore.
“In particolare Telecom Italia, Vodafone, Wind, H3G e Sky stanno in questi mesi riducendo le attività nel nostro paese, affidando servizi di customer care e di back office ad aziende in Romania, Albania e Tunisia, con gravi rischi occupazionali e con una qualità offerta ai consumatori enormemente inferiore. Il fatto già in sé grave, diviene oggi drammatico in un momento di difficoltà del Paese e con decine di imprese di call center in Italia che hanno scommesso su una competizione basata sulla qualità e non sulla gara a chi paga di meno i lavoratori o con meno tutele. Imprese che oggi subiscono una doppia beffa, vedendo il lavoro dato in paesi dove i salari sono minimi ed i diritti quasi zero”.
“Altro che internalizzare il lavoro, come il Sindacato rivendica da anni per mettere in sicurezza Telecom e le altre grandi aziende di TLC. Siamo al doppio danno per i lavoratori dei call center di Telecom, Vodafone, Wind, H3G, SKY, ecc. : non solo le attività finora svolte vengono esternalizzate, ma a beneficiarne non sono neanche i figli o i fratelli che operano in altre aziende italiane. Siamo alle prese con una vera e propria strategia socialmente suicida, che priverà l’Italia di migliaia di posti di lavoro, in uno dei pochi settori che non risente della crisi”.
“Siamo ormai all’impresa irresponsabile, che non solo paga stipendi a 6 zeri ai propri manager anche quando i risultati non ci sono, ma che non si preoccupa minimamente dei danni sociali che reca al proprio Paese, in un momento in cui invece dovremmo tutti essere più solidali e più attenti a non far pagare la crisi ai soggetti più deboli”.
“Invitiamo per tanto le aziende in questione a dimostrare senso di responsabilità nel concreto, non spendendo solo qualche parola nei convegni o nelle trasmissioni televisive, ma scommettendo su uno sviluppo basato sulla qualità, sulla valorizzazione del lavoro e delle professionalità dei tanti lavoratori che, come unica colpa, hanno quella di pretendere un salario decente e un minimo di diritti”.
“Come SLC-CGIL proporremo nei prossimi giorni a Cisl e Uil di richiedere un tavolo specifico presso il Ministero del Lavoro e il Ministero delle attività produttive, dove consegneremo tutta la documentazione in nostro possesso. Come SLC-CGIL chiediamo alle imprese e al Governo di condividere una “moratoria” in materia di licenziamenti e di delocalizzazioni di attività oggi lavorate in Italia”.

Roma, 5 maggio 2009

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Altro che internalizzare il lavoro, come il Sindacato rivendica da anni"...questa è la frase che mi piace di più...

emilio fede ha detto...

“Invitiamo per tanto le aziende in questione a dimostrare senso di responsabilità nel concreto.."

scherzate? tutto si base sul dio denaro..sui profitti,sui risultati..i manager son senza scrupoli o etica...chiedere alle ditte una cosa del genere è come chiedere a emilio fede di parlar male del berlusca...impossibile!

Anonimo ha detto...

devo dire 2 cose..
I dipendenti di comdata care ROMA hanno chiesto tramite mail alla sindacalista CGIL di poter fare un'assemblea sindacale..ebbene ancora oggi la risposta non c'e` stata..per di piu' contattata per telefono dice di parlare dei problemi aziendali ai cobas..io volevo spendere due parole..
1) che cosa ti sei candidata a fare????
2)sei in grado di poter ascoltare queste persone se ti chiedono un'assemblea i motivi ci saranno pure..o non ci riesci?
3) io capisco che magari e' meglio andarsene al mare questo periodo sotto l'ombrellone..
ma non e` nemmeno carino che con tanto di RSU sono loro stessi a dover parlare con i superiori dei problemi che hanno in azienda..
Ti lascio con quelo che tu ha detto ^sto' analizzando la situazione^..attenta a non analizzare troppo a questo punto...!!!!

Anonimo ha detto...

La situazione in data 20 maggio a La Spezia è questa: accordo non ancora firmato dalle parti e che verrà illustrato prima ai lavoratori per far si che dal 1 giugno ci sia cassa integrazione per tutto l'ex 191, tredici settimane, cassa inegrazione per ALCUNI dipendenti a tempo determinato su backoffice che verranno rinnovati "solo" per acquisire il diritto agli ammortizzatori sociali, 10 operatori indeterminati spostati in altra commessa, circa 35 indeterminati che rimangono al backoffice 187 (un sacco di gente..) e al rientro dalla cassa integrazione non si sa quale sarà il futuro degli indeterminati rimasti. Forse prenderanno il posto dei contratti in scadenza su altra commessa, forse ci sarà del lavoro nuovo e fino a quando? L'ipotesi del lavoro nuovo è la più lontana probabilmente, viste le condizioni dell'azienda che sembrerebbe essere in difficoltà, probabilmente perchè pensa di andare in altri paesi già da tempo e non ha cercato lavoro alternativo, anzi si è lasciata scappare pure quello che aveva...Sarebbe bene stare tutti uniti, non pensare che qualcuno sta meglio di un'altro...dare notizie più possibile delle altre sedi, per non farci prendere in giro come fanno da mesi, illudendoci su decisioni già prese e note a molti, anche non facenti parte dell'organico. E poi guardare avanti, una storia che pareva bella a volte può finire...ne è piena l'Italia, unico paese a fregarsene dei suoi lavoratori (a mio parere, coinvolto e deluso).