martedì 24 marzo 2009
lunedì 23 marzo 2009
SCIOPERO DECISAMENTE RIUSCITO!!!
Comdata: SLC-CGIL “Sciopero riuscito. Azienda abbia senso di responsabilità”
“Lo sciopero nazionale nel gruppo Comdata è stato un successo. L’adesione è stata mediamente del 70% con punte del 90 e addirittura del 100% a La Spezia. Ora l’azienda dimostri senso di responsabilità, garantendo i livelli occupazionali e il rispetto degli accordi sottoscritti”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL, il principale sindacato in azienda.
“Insieme a Fistel-Cisl e Uilcom-Uil abbiamo dimostrato quanto le lavoratrici ed i lavoratori di Comdata siano pronti a dar battaglia per rivendicare il rispetto dei propri diritti. Alle migliaia di lavoratori che hanno scioperato va tutto il nostro ringraziamento”.
“Comdata deve ora ripensare il proprio piano di riorganizzazione, garantendo occupazione e attività in tutti i siti del gruppo, stabilizzando come da accordo i lavoratori a termine, mantenendo gli impegni presi con l’intesa di 2° livello sottoscritta”.
“Le difficoltà del momento non possono essere scaricate tutte sui lavoratori, magari sub appaltando attività o portando il lavoro in Romania. L’azienda deve invece puntare a un rilancio che garantisca lo sviluppo dei siti italiani, la crescita qualitativa delle commesse e l’innalzamento dei livelli professionali dei propri dipendenti”.
“Lo sciopero nazionale nel gruppo Comdata è stato un successo. L’adesione è stata mediamente del 70% con punte del 90 e addirittura del 100% a La Spezia. Ora l’azienda dimostri senso di responsabilità, garantendo i livelli occupazionali e il rispetto degli accordi sottoscritti”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL, il principale sindacato in azienda.
“Insieme a Fistel-Cisl e Uilcom-Uil abbiamo dimostrato quanto le lavoratrici ed i lavoratori di Comdata siano pronti a dar battaglia per rivendicare il rispetto dei propri diritti. Alle migliaia di lavoratori che hanno scioperato va tutto il nostro ringraziamento”.
“Comdata deve ora ripensare il proprio piano di riorganizzazione, garantendo occupazione e attività in tutti i siti del gruppo, stabilizzando come da accordo i lavoratori a termine, mantenendo gli impegni presi con l’intesa di 2° livello sottoscritta”.
“Le difficoltà del momento non possono essere scaricate tutte sui lavoratori, magari sub appaltando attività o portando il lavoro in Romania. L’azienda deve invece puntare a un rilancio che garantisca lo sviluppo dei siti italiani, la crescita qualitativa delle commesse e l’innalzamento dei livelli professionali dei propri dipendenti”.
domenica 22 marzo 2009
Buongiorno a tutti,
come richiesto da alcuni colleghi e per evitare spiacevoli equivoci vi ribadisco che lo sciopero di lunedì 23 marzo 2009 è stato proclamato in COMDATA SpA e come annunciato nel precedente comunicato Cobas DOPO avremo l'occasione di organizzare mobilitazioni assieme, un vero grande movimento compatto.
A vostra disposizione
RSU Cobas Comdata Care
come richiesto da alcuni colleghi e per evitare spiacevoli equivoci vi ribadisco che lo sciopero di lunedì 23 marzo 2009 è stato proclamato in COMDATA SpA e come annunciato nel precedente comunicato Cobas DOPO avremo l'occasione di organizzare mobilitazioni assieme, un vero grande movimento compatto.
A vostra disposizione
RSU Cobas Comdata Care
venerdì 20 marzo 2009
UNO SU QUATTRO!!!! (SCIOPERO COMDATA 23 MARZO)
Il 10 Marzo il gruppo Comdata Spa ha dichiarato alle controparti sindacali che vi sono dai 1000 ai 1500 dipendenti ai quali non potrà garantire gli accordi stipulati negli anni scorsi in materia di stabilizzazione e mantenimento dei livelli occupazionali.
In soldoni vuol dire che si tratta di veri e propri esuberi.
Il giro semantico di parole è da brividi: nessuno potrà garantire la sorte di questi malcapitati.
E' necessario ricordare che la Comdata non è un'azienda in crisi, semmai ha registrato secondo quello dichiarato dai suoi rappresentanti una contrazione del lavoro dettato dalla crisi economica mondiale. Questa contrazione sempre a detta dei suoi rappresentanti è dovuta in gran parte alla riduzione della commessa Telecom, storica committente del gruppo.
Il ragionamento evidentemente non funziona: i partner di Comdata sono decine e decine distribuite nel campo delle TLC, Finanza, Industrie ed Energia: partner prestigiosi come Vodafone, Wind, Eni, Fastweb, Fiat, Ferrero, Upim, San Paolo-Banca Intesa, solo per citare alcuni nomi, non giustificano il taglio di un quarto del personale.
Se poi mettiamo che all'inizio dell'anno il gruppo è stato ricapitalizzato per un ammontare di 12 milioni di euro con l'acquisizione da parte di Nuova Iniziativa spa i conti non tornano.
Il sospetto è che non ci troviamo di fronte ad un'azienda responsabile, ad un'azienda che cioè in tempi di crisi rinuncia ad una parte dei suoi profitti al fine di garantire la stabilità occupazionale ai suoi dipendenti, gli unici che hanno reso possibile che il gruppo diventasse un leader nel campo degli outsourcer.
Ci sembra invece che l'unico interesse del gruppo sia quello di continuare a garantirsi gli esorbitanti profitti grazie a spostamenti di rami produttivi in siti dove la manodopera costa meno, vedi la Romania, oppure dove grazie agli aiuti della Unione Europea per le aree depresse, vedi Lecce, oppure ancora attraverso la cessione di alcune commesse verso società satellite, vedi Rende dove i diritti sindacali sono meno garantiti e i lavoratori ricattabili sono pagati ancora meno delle nostre già miserabili buste paga.
PRESIDIO DALLE ORE 7.30 VIA CARLO ALBERTO 22/A TORINO
ALLE ORE 10.30 PRESIDIO DI FRONTE LA SEDE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE PIEMONTE, PIAZZA CASTELLO TORINO
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA Torino
LAVORATORI COMDATA, Ivrea
In soldoni vuol dire che si tratta di veri e propri esuberi.
Il giro semantico di parole è da brividi: nessuno potrà garantire la sorte di questi malcapitati.
E' necessario ricordare che la Comdata non è un'azienda in crisi, semmai ha registrato secondo quello dichiarato dai suoi rappresentanti una contrazione del lavoro dettato dalla crisi economica mondiale. Questa contrazione sempre a detta dei suoi rappresentanti è dovuta in gran parte alla riduzione della commessa Telecom, storica committente del gruppo.
Il ragionamento evidentemente non funziona: i partner di Comdata sono decine e decine distribuite nel campo delle TLC, Finanza, Industrie ed Energia: partner prestigiosi come Vodafone, Wind, Eni, Fastweb, Fiat, Ferrero, Upim, San Paolo-Banca Intesa, solo per citare alcuni nomi, non giustificano il taglio di un quarto del personale.
Se poi mettiamo che all'inizio dell'anno il gruppo è stato ricapitalizzato per un ammontare di 12 milioni di euro con l'acquisizione da parte di Nuova Iniziativa spa i conti non tornano.
Il sospetto è che non ci troviamo di fronte ad un'azienda responsabile, ad un'azienda che cioè in tempi di crisi rinuncia ad una parte dei suoi profitti al fine di garantire la stabilità occupazionale ai suoi dipendenti, gli unici che hanno reso possibile che il gruppo diventasse un leader nel campo degli outsourcer.
Ci sembra invece che l'unico interesse del gruppo sia quello di continuare a garantirsi gli esorbitanti profitti grazie a spostamenti di rami produttivi in siti dove la manodopera costa meno, vedi la Romania, oppure dove grazie agli aiuti della Unione Europea per le aree depresse, vedi Lecce, oppure ancora attraverso la cessione di alcune commesse verso società satellite, vedi Rende dove i diritti sindacali sono meno garantiti e i lavoratori ricattabili sono pagati ancora meno delle nostre già miserabili buste paga.
Per questo il 23 MARZO 2009 noi lavoratori dichiariamo una
giornata di SCIOPERO NAZIONALE di otto ore
contro la politica dei tagli
per il mantenimento di tutti i posti di lavoro
per la redistribuzione dei profitti al fine di garantire il livello occupazionale
giornata di SCIOPERO NAZIONALE di otto ore
contro la politica dei tagli
per il mantenimento di tutti i posti di lavoro
per la redistribuzione dei profitti al fine di garantire il livello occupazionale
PRESIDIO DALLE ORE 7.30 VIA CARLO ALBERTO 22/A TORINO
ALLE ORE 10.30 PRESIDIO DI FRONTE LA SEDE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE PIEMONTE, PIAZZA CASTELLO TORINO
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA Torino
LAVORATORI COMDATA, Ivrea
mercoledì 18 marzo 2009
Comunicato Cobas: NO ALL'ASSEMBLEA SINDACALE
Buongiorno a tutti i colleghi e colleghe,
la presente per informarvi di come la SLC CGIL attraverso la sua unica RSU, nominata dalla segreteria e votata da ben 8 lavoratori della sededi Roma, neghi la possibilità di confronto e discussione su quanto sta succedendo in Comdata S.p.A e su tematiche più specifiche del nostro sito (vedi piano ferie estive, varie ed eventuali).
In sintesi quanto è successo nell'ultima settimana.
* 9 marzo 2009: il delegato SLC CGIL A.B. rassegna le sue dimissioni come rappresentante sindacale e dipendente Comdata care;
* 9 marzo 2009: la sottoscritta delegata Cobas, sigla rappresentante il 70% dei lavoratori di Roma, chiede formalmente all'azienda un'assemblea sindacale;
* 11 marzo 2009 l'azienda nega la possibilità di convocare un'assemblea perché in assenza di una richiesta collegiale della RSU;
* 16 marzo 2009, dopo aver riflettuto per tutto il fine settimana sul dilemma ASSEMBLEA O NON ASSEMBLEA la delegata SLC CGIL, M.C. si rifiuta di avanzare una richiesta unitaria di assemblea perché come delegata CGIL ritiene prioritaria la discussione sul rinnovo del CCNL e quindi non opportuno convocare un'assemblea su altre tematiche per le quali si limita ad inoltrarci comunicati di altre sedi e vecchi di almeno 15 giorni (VodaRom è datato 27 febbraio e non marzo!).
Chi deve decidere cosa è prioritario discutere per i lavoratori?In base a cosa si parla di richiesta collegiale della RSU se questa è composta ormai solo da due persone di cui ho già ricordato la rappresentanza? Perché è stata annullata l'ultima assemblea convocata dalla SLC CGIL per discutere del rinnovo del CCNL? Forse non erano ancora abbastanza preparati sull'argomento per poterlo presentare con convinzione??? O i rappresentanti della segreteria territoriale Roma Sud hanno avuto impegni improvvisi e improrogabili e non avevano abbastanza fiducia nelle capacità dei loro delegati? Da quanto tempo i delegati SLC CGIL non indicono e soprattutto conducono un assemblea autonomamente e senza il supporto di qualche esterno?Da quanto tempo non viene indetta un assemblea come RSU e non come SLC CGIL?
E' LA SOLITA NONCURANZA DELLA VOLONTA' DEI LAVORATORI, E' IL SOLITO OSSEQUIO ALLE INDICAZIONI DI UN SINDACATO che continua a parlare di democrazia ma che cerca in tutti i modi di affermare un regime semi-dittatoriale.
ANCORA UNA VOLTA CGIL E AZIENDA SCHIERATI DALLA STESSA PARTE: NO ALLE ASSEMBLEE DEI LAVORATORI!
A vostra disposizione per qualsiasi informazione e chiarimento.
RSU Cobas Comdata Care Roma
la presente per informarvi di come la SLC CGIL attraverso la sua unica RSU, nominata dalla segreteria e votata da ben 8 lavoratori della sededi Roma, neghi la possibilità di confronto e discussione su quanto sta succedendo in Comdata S.p.A e su tematiche più specifiche del nostro sito (vedi piano ferie estive, varie ed eventuali).
In sintesi quanto è successo nell'ultima settimana.
* 9 marzo 2009: il delegato SLC CGIL A.B. rassegna le sue dimissioni come rappresentante sindacale e dipendente Comdata care;
* 9 marzo 2009: la sottoscritta delegata Cobas, sigla rappresentante il 70% dei lavoratori di Roma, chiede formalmente all'azienda un'assemblea sindacale;
* 11 marzo 2009 l'azienda nega la possibilità di convocare un'assemblea perché in assenza di una richiesta collegiale della RSU;
* 16 marzo 2009, dopo aver riflettuto per tutto il fine settimana sul dilemma ASSEMBLEA O NON ASSEMBLEA la delegata SLC CGIL, M.C. si rifiuta di avanzare una richiesta unitaria di assemblea perché come delegata CGIL ritiene prioritaria la discussione sul rinnovo del CCNL e quindi non opportuno convocare un'assemblea su altre tematiche per le quali si limita ad inoltrarci comunicati di altre sedi e vecchi di almeno 15 giorni (VodaRom è datato 27 febbraio e non marzo!).
Chi deve decidere cosa è prioritario discutere per i lavoratori?In base a cosa si parla di richiesta collegiale della RSU se questa è composta ormai solo da due persone di cui ho già ricordato la rappresentanza? Perché è stata annullata l'ultima assemblea convocata dalla SLC CGIL per discutere del rinnovo del CCNL? Forse non erano ancora abbastanza preparati sull'argomento per poterlo presentare con convinzione??? O i rappresentanti della segreteria territoriale Roma Sud hanno avuto impegni improvvisi e improrogabili e non avevano abbastanza fiducia nelle capacità dei loro delegati? Da quanto tempo i delegati SLC CGIL non indicono e soprattutto conducono un assemblea autonomamente e senza il supporto di qualche esterno?Da quanto tempo non viene indetta un assemblea come RSU e non come SLC CGIL?
E' LA SOLITA NONCURANZA DELLA VOLONTA' DEI LAVORATORI, E' IL SOLITO OSSEQUIO ALLE INDICAZIONI DI UN SINDACATO che continua a parlare di democrazia ma che cerca in tutti i modi di affermare un regime semi-dittatoriale.
ANCORA UNA VOLTA CGIL E AZIENDA SCHIERATI DALLA STESSA PARTE: NO ALLE ASSEMBLEE DEI LAVORATORI!
A vostra disposizione per qualsiasi informazione e chiarimento.
RSU Cobas Comdata Care Roma
COMDATA: POSIZIONE AZIENDALE INACCETTABILE - 23 MARZO SCIOPERO NAZIONALE
Il giorno 10 Marzo a Torino si sono incontrate le Segreterie Nazionali e territoriali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, insieme alle RSU e RSA, con i rappresentanti dell’azienda Comdata S.p.A.
Durante l’incontro il Sindacato ha posto le seguenti questioni:
a) avere tutte le informazioni sui piani di sviluppo dell’azienda, alla luce di una riorganizzazione strisciante che non da garanzie sul futuro dei diversi siti, con attività in calo, commesse che vengono spostate e voci sempre più forti di una politica di sub appalti e trasferimenti di attività all’estero (Romania). Processi che metterebbero a rischio l’occupazione e i percorsi di stabilizzazione dei lavoratori che da anni, con contratti a termine in particolare, contribuiscono ai successi dell’azienda;
b) avere le necessarie garanzie sul rispetto degli accordi sottoscritti. In particolare per quanto riguarda il Premio di Risultato, l’avvio della sanità integrativa, la stabilizzazione dei contratti a termine (accordo sul 60%). Su questi punti specifici, dopo aver chiesto unitariamente di modificare alcuni termini usati nell’accordo di secondo livello relativamente alla definizione dei gruppi specifici sottoposti ai controlli individuali (richiesta unitaria importante perché permetterebbe di ricompattare il fronte sindacale unitario su tutti i punti a difesa dei lavoratori in questo delicato momento) sottolineiamo che:
· l’azienda si era resa disponibile ad abbassare gli obiettivi di Ebitda per il premio;
· l’azienda, mentre faceva circolare tra i lavoratori anche tramite comunicazioni scritte, il prossimo pagamento a febbraio della quota del premio, al contempo non riconvoca la commissione perché impossibilità a fornire (l’azienda!) gli obiettivi minimi, dimostrando l’incertezza su i suoi piani di sviluppo industriale;
· si è comunque registrato un forte aumento della produttività sulle commesse più importanti (Telecom, Vodafone, ecc.);
· la sanità integrativa (e i relativi versamenti da parte dell’azienda: 100 euro fino al 30 giugno 2009, 175 euro dal 1 luglio) è un diritto soggettivo riconosciuto dell’accordo, non variabile, ma certo.
c) avere le necessarie garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali in Italia in tutti i siti, andando ad una verifica sito per sito del rispetto anche degli accordi sulle stabilizzazioni.
L’azienda al riguardo ha risposto che l’Ebitda (cioè i ricavi prima delle tasse) si è contratto e che tale calo, non previsto, è da imputare al calo dei prezzi e dei volumi in particolare da parte di Telecom Italia (per un valore di circa il 10% dei margini di ricavi) e che, al momento, l’unica certezza che l’azienda può fornirci è che sono allo studio soluzioni per destinare le attività meno remunerative verso altre aziende (sub appalto) o territori (Sud Italia? Romania?) dove il costo del lavoro sia inferiore a quello di Comdata. L’azienda al riguardo si è quindi detta disponibile ad entrare nello specifico solo nelle prossime settimane, dopo la chiusura del bilancio. E comunque non sarà in grado di garantire la continuità occupazionale a partire dagli oltre 1500 lavoratori in somministrazione e a termine oggi presenti in azienda.
In relazione agli accordi sottoscritti, l’azienda si è dichiarata disponibile a riconoscere nel mese di luglio 80 euro di una tantum per tutti a “sanatoria” della sanità integrativa ancora non partita (e che comunque l’azienda si impegna a far partire per il 1 luglio 2009 come da accordi), mentre sul PDR ha dichiarato di non essere in grado di remunerare neanche l’incremento di produttività che vi è comunque stato.
A questo punto come Sindacato abbiamo denunciato che gli eventuali cali di attività o diminuzione dei prezzi di Vodafone e Telecom non giustificano il dimezzamento dei ricavi per stessa ammissione dell’azienda e che quindi vi sono cause che hanno portato alla diminuzione dei margini che non si vogliono dire ne ai lavoratori ne alla comunità finanziaria, dimostrando le incapacità del management e dei dirigenti. O almeno la loro non trasparenza verso i lavoratori.
Quindi abbiamo proposto:
di riconoscere 100 euro di una tantum come indennizzo per il periodo dicembre-giugno prima dell’entrata a regime della sanità integrativa da erogare tra marzo e aprile di quest’anno; di erogare in deroga all’accordo di secondo livello (viste le responsabilità dell’impresa e l’impossibilità di un proficuo lavoro comune in sede di commissione) una tantum per l’aumento di produttività per il periodo 2008/2009 come PDR nel mese di luglio (a metà cioè dell’erogazione prevista per febbraio e del conguaglio di settembre), di garantire i livelli occupazionali presenti (indicando sito per sito attività e commesse) nonché il rispetto dell’accordo sulla trasformazione a tempo indeterminato dei lavoratori a termine, verificando territorio per territorio le condizioni dei lavoratori somministrati.
Su questa controproposta l’azienda si è dichiarata indisponibile.
Pur consapevoli delle responsabilità dei committenti (Telecom e Vodafone in primis) come Sindacato riteniamo evidenti le responsabilità del gruppo Comdata, cui atteggiamento poco trasparente e volto a scaricare sui lavoratori i propri errori non è giustificabile. Comdata è una realtà che deve il proprio successo prima di tutto ai tanti lavoratori che ogni giorno mandano avanti l’azienda. Deve per tanto dimostrare il proprio senso di responsabilità.
Per queste ragioni, preso atto dell’attuale indisponibilità, per salvaguardare i livelli occupazionali e per chiedere il rispetto degli accordi, le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, insieme al Coordinamento Nazionale delle RSU/RSA, hanno dichiarato per il giorno 23 marzo lo sciopero nazionale intero turno in tutte le sedi dell’azienda. Invitiamo inoltre le segreterie territoriali e le RSU, presso i diversi capoluoghi, a organizzare in contemporanea allo sciopero presidi in ogni sede.
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
Durante l’incontro il Sindacato ha posto le seguenti questioni:
a) avere tutte le informazioni sui piani di sviluppo dell’azienda, alla luce di una riorganizzazione strisciante che non da garanzie sul futuro dei diversi siti, con attività in calo, commesse che vengono spostate e voci sempre più forti di una politica di sub appalti e trasferimenti di attività all’estero (Romania). Processi che metterebbero a rischio l’occupazione e i percorsi di stabilizzazione dei lavoratori che da anni, con contratti a termine in particolare, contribuiscono ai successi dell’azienda;
b) avere le necessarie garanzie sul rispetto degli accordi sottoscritti. In particolare per quanto riguarda il Premio di Risultato, l’avvio della sanità integrativa, la stabilizzazione dei contratti a termine (accordo sul 60%). Su questi punti specifici, dopo aver chiesto unitariamente di modificare alcuni termini usati nell’accordo di secondo livello relativamente alla definizione dei gruppi specifici sottoposti ai controlli individuali (richiesta unitaria importante perché permetterebbe di ricompattare il fronte sindacale unitario su tutti i punti a difesa dei lavoratori in questo delicato momento) sottolineiamo che:
· l’azienda si era resa disponibile ad abbassare gli obiettivi di Ebitda per il premio;
· l’azienda, mentre faceva circolare tra i lavoratori anche tramite comunicazioni scritte, il prossimo pagamento a febbraio della quota del premio, al contempo non riconvoca la commissione perché impossibilità a fornire (l’azienda!) gli obiettivi minimi, dimostrando l’incertezza su i suoi piani di sviluppo industriale;
· si è comunque registrato un forte aumento della produttività sulle commesse più importanti (Telecom, Vodafone, ecc.);
· la sanità integrativa (e i relativi versamenti da parte dell’azienda: 100 euro fino al 30 giugno 2009, 175 euro dal 1 luglio) è un diritto soggettivo riconosciuto dell’accordo, non variabile, ma certo.
c) avere le necessarie garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali in Italia in tutti i siti, andando ad una verifica sito per sito del rispetto anche degli accordi sulle stabilizzazioni.
L’azienda al riguardo ha risposto che l’Ebitda (cioè i ricavi prima delle tasse) si è contratto e che tale calo, non previsto, è da imputare al calo dei prezzi e dei volumi in particolare da parte di Telecom Italia (per un valore di circa il 10% dei margini di ricavi) e che, al momento, l’unica certezza che l’azienda può fornirci è che sono allo studio soluzioni per destinare le attività meno remunerative verso altre aziende (sub appalto) o territori (Sud Italia? Romania?) dove il costo del lavoro sia inferiore a quello di Comdata. L’azienda al riguardo si è quindi detta disponibile ad entrare nello specifico solo nelle prossime settimane, dopo la chiusura del bilancio. E comunque non sarà in grado di garantire la continuità occupazionale a partire dagli oltre 1500 lavoratori in somministrazione e a termine oggi presenti in azienda.
In relazione agli accordi sottoscritti, l’azienda si è dichiarata disponibile a riconoscere nel mese di luglio 80 euro di una tantum per tutti a “sanatoria” della sanità integrativa ancora non partita (e che comunque l’azienda si impegna a far partire per il 1 luglio 2009 come da accordi), mentre sul PDR ha dichiarato di non essere in grado di remunerare neanche l’incremento di produttività che vi è comunque stato.
A questo punto come Sindacato abbiamo denunciato che gli eventuali cali di attività o diminuzione dei prezzi di Vodafone e Telecom non giustificano il dimezzamento dei ricavi per stessa ammissione dell’azienda e che quindi vi sono cause che hanno portato alla diminuzione dei margini che non si vogliono dire ne ai lavoratori ne alla comunità finanziaria, dimostrando le incapacità del management e dei dirigenti. O almeno la loro non trasparenza verso i lavoratori.
Quindi abbiamo proposto:
di riconoscere 100 euro di una tantum come indennizzo per il periodo dicembre-giugno prima dell’entrata a regime della sanità integrativa da erogare tra marzo e aprile di quest’anno; di erogare in deroga all’accordo di secondo livello (viste le responsabilità dell’impresa e l’impossibilità di un proficuo lavoro comune in sede di commissione) una tantum per l’aumento di produttività per il periodo 2008/2009 come PDR nel mese di luglio (a metà cioè dell’erogazione prevista per febbraio e del conguaglio di settembre), di garantire i livelli occupazionali presenti (indicando sito per sito attività e commesse) nonché il rispetto dell’accordo sulla trasformazione a tempo indeterminato dei lavoratori a termine, verificando territorio per territorio le condizioni dei lavoratori somministrati.
Su questa controproposta l’azienda si è dichiarata indisponibile.
Pur consapevoli delle responsabilità dei committenti (Telecom e Vodafone in primis) come Sindacato riteniamo evidenti le responsabilità del gruppo Comdata, cui atteggiamento poco trasparente e volto a scaricare sui lavoratori i propri errori non è giustificabile. Comdata è una realtà che deve il proprio successo prima di tutto ai tanti lavoratori che ogni giorno mandano avanti l’azienda. Deve per tanto dimostrare il proprio senso di responsabilità.
Per queste ragioni, preso atto dell’attuale indisponibilità, per salvaguardare i livelli occupazionali e per chiedere il rispetto degli accordi, le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, insieme al Coordinamento Nazionale delle RSU/RSA, hanno dichiarato per il giorno 23 marzo lo sciopero nazionale intero turno in tutte le sedi dell’azienda. Invitiamo inoltre le segreterie territoriali e le RSU, presso i diversi capoluoghi, a organizzare in contemporanea allo sciopero presidi in ogni sede.
Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
lunedì 16 marzo 2009
Comunicato Cobas: IL LAVORO IN ROMANIA È DIVENTATO REALTÁ
Nella precedente comunicazione vi abbiamo raccontato della palesata intenzione di COMDATA S.p.A. di spostare altro Lavoro in Romania, scelta che pone inevitabilmente a rischio il posto di lavoro dei nostri colleghi e di tutti noi per le ragioni che vi presentiamo.
Il giorno 10 marzo, in un incontro nazionale, l'azienda ha definito i contorni di questa manovra ed il quadro che ne emerge è ben più che inquietante, è assolutamente drammatico.
L'azienda non ha offerto alcuna risposta rispetto alla situazione occupazionale, di più, in uno stile che ormai abbiamo imparato a conoscere bene anche noi, non ha offerto alcuna garanzia sul mantenimento dei posti di lavoro, sull'impiego del personale.
TUTTE LE ATTIVITÀ VODAFONE (e abbiamo la certezza anche di alcune attività Telecom ) che i colleghi gestivano vengono spostate IN ROMANIA;
alcune attività tecniche dislocate in centri minori dove il livello contrattuale è più basso (es.: a Lamezia Terme ci sono colleghi che hanno il 2 livello del CCNL delle Telecomunicazioni, il più basso!!);
NESSUN PREMIO DI RISULTATO ai dipendenti Comdata S.p.A. nonostante l’accordo di secondo livello tanto lodato da sindacati confederali ed azienda;
dulcis in fundo voci di corridoio parlano di un PIANO DI ESUBERO DI PERSONALE, intorno ai mille dipendenti a tempo indeterminato.
Comdata S.p.A. dichiara un deficit di bilancio gravissimo, chiede aiuti alla regione, ed agli enti statali ed intanto porta lavoro fuori dal paese, togliendolo ai cittadini che sono le fondamenta di quelle regioni, di questo paese.
Tutto questo non è una fantasiosa costruzione di ciò che potrebbe accadere, ma è quanto succede ora, nella società che controlla tutto il gruppo in cui noi lavoriamo, e che dovrebbe quindi essere la nostra garanzia, il nostro baluardo.
Qualche tempo fa scrivemmo un comunicato in cui ipotizzavamo un futuro 2010 in cui avremmo perduto il posto di lavoro, qualcuno lo ricorderà, qualcuno ci definì eccessivi e pessimisti; oggi vi chiediamo: quanto tempo credete passerà prima che questo sfacelo travolga anche noi?
Comdata Care è già un azienda che risparmia su tutto, che taglia qualunque spesa, e noi costiamo molto di più dei colleghi di Comdata S.p.A..
Dal bilancio Comdata Care si evince che dei 28 milioni di euro di costi sostenuti dall’azienda, i costi del personale - cioe' noi - ammontano ad oltre 20 milioni: rappresentiamo cioe' piu' del 70% dei costi totali, quanto credete abbiano intenzione di mantenerci ancora?
Nello scorso comunicato vi abbiamo detto di scegliere, tra l'immobilità e nessuna speranza o cominciare a muoversi oggi al fianco dei colleghi di Comdata spa e giocarci le nostre possibilità; decidere ora perchè se lasceremo che le cose accadano, quando sarà il nostro momento, quando i Lavoratori in esubero saremo noi, allora non ci sarà più nessuno a schierarsi al nostro fianco, allora saremo una piccola voce facile da zittire, una piccola presenza da schiacciare.
Non abbiamo bisogno di attendere assemblee ufficiali per discutere il da farsi, ci dobbiamo ritrovare e basta, in qualunque luogo, in qualunque momento per discutere, per decidere cosa concretamente fare, slegati da sistemi che le aziende conoscono perfettamente, li hanno gia' previsti e messi in conto e li possono manovrare a seconda delle loro esigenze:
ENTRO LA LEGALITÀ MA FUORI DAGLI SCHEMI PREORDINATI,
solo cosi' potremmo essere imprevedibili, non manovrabili ed avere qualche speranza.
Noi oggi vi chiediamo se siete ancora disposti ad ascoltare chi ci dice di stare tranquillo o al massimo esprimere la tua solidarietà verbalmente, se avete ancora la voglia di fare qualcosa per voi stessi, oppure se si è perso tutto il coraggio e la voglia, perchè in questo caso siamo già morti, non ci resta che aspettare il colpo di mannaia.
Il giorno 23 marzo in Comdata S.p.A. ci sarà un primo sciopero, dopo avremo l'occasione di organizzare mobilitazioni assieme, un vero grande movimento compatto.
NON VI CHIEDIAMO DI ESSERE SOLIDALI,
VI CONSIGLIAMO DI ESSERE FURBI,
DI PERNSARE ALLA VOSTRA VITA!
Come gia' chiesto nell'ultimo comunicato, vi invitiamo ad essere protagonisti attivi della vostra vita e di indicarci cosa pensate si debba fare, e se ci sara' una maggioranza di Lavoratori decisi a gestire la propria vita e non a farsela gestire, decisi a giocarsi le proprie carte, ci adopereremo per realizzare quanto deciso insieme.
Coordinamento nazionale Cobas ComdataCare
Il giorno 10 marzo, in un incontro nazionale, l'azienda ha definito i contorni di questa manovra ed il quadro che ne emerge è ben più che inquietante, è assolutamente drammatico.
L'azienda non ha offerto alcuna risposta rispetto alla situazione occupazionale, di più, in uno stile che ormai abbiamo imparato a conoscere bene anche noi, non ha offerto alcuna garanzia sul mantenimento dei posti di lavoro, sull'impiego del personale.
TUTTE LE ATTIVITÀ VODAFONE (e abbiamo la certezza anche di alcune attività Telecom ) che i colleghi gestivano vengono spostate IN ROMANIA;
alcune attività tecniche dislocate in centri minori dove il livello contrattuale è più basso (es.: a Lamezia Terme ci sono colleghi che hanno il 2 livello del CCNL delle Telecomunicazioni, il più basso!!);
NESSUN PREMIO DI RISULTATO ai dipendenti Comdata S.p.A. nonostante l’accordo di secondo livello tanto lodato da sindacati confederali ed azienda;
dulcis in fundo voci di corridoio parlano di un PIANO DI ESUBERO DI PERSONALE, intorno ai mille dipendenti a tempo indeterminato.
Comdata S.p.A. dichiara un deficit di bilancio gravissimo, chiede aiuti alla regione, ed agli enti statali ed intanto porta lavoro fuori dal paese, togliendolo ai cittadini che sono le fondamenta di quelle regioni, di questo paese.
Tutto questo non è una fantasiosa costruzione di ciò che potrebbe accadere, ma è quanto succede ora, nella società che controlla tutto il gruppo in cui noi lavoriamo, e che dovrebbe quindi essere la nostra garanzia, il nostro baluardo.
Qualche tempo fa scrivemmo un comunicato in cui ipotizzavamo un futuro 2010 in cui avremmo perduto il posto di lavoro, qualcuno lo ricorderà, qualcuno ci definì eccessivi e pessimisti; oggi vi chiediamo: quanto tempo credete passerà prima che questo sfacelo travolga anche noi?
Comdata Care è già un azienda che risparmia su tutto, che taglia qualunque spesa, e noi costiamo molto di più dei colleghi di Comdata S.p.A..
Dal bilancio Comdata Care si evince che dei 28 milioni di euro di costi sostenuti dall’azienda, i costi del personale - cioe' noi - ammontano ad oltre 20 milioni: rappresentiamo cioe' piu' del 70% dei costi totali, quanto credete abbiano intenzione di mantenerci ancora?
Nello scorso comunicato vi abbiamo detto di scegliere, tra l'immobilità e nessuna speranza o cominciare a muoversi oggi al fianco dei colleghi di Comdata spa e giocarci le nostre possibilità; decidere ora perchè se lasceremo che le cose accadano, quando sarà il nostro momento, quando i Lavoratori in esubero saremo noi, allora non ci sarà più nessuno a schierarsi al nostro fianco, allora saremo una piccola voce facile da zittire, una piccola presenza da schiacciare.
Non abbiamo bisogno di attendere assemblee ufficiali per discutere il da farsi, ci dobbiamo ritrovare e basta, in qualunque luogo, in qualunque momento per discutere, per decidere cosa concretamente fare, slegati da sistemi che le aziende conoscono perfettamente, li hanno gia' previsti e messi in conto e li possono manovrare a seconda delle loro esigenze:
ENTRO LA LEGALITÀ MA FUORI DAGLI SCHEMI PREORDINATI,
solo cosi' potremmo essere imprevedibili, non manovrabili ed avere qualche speranza.
Noi oggi vi chiediamo se siete ancora disposti ad ascoltare chi ci dice di stare tranquillo o al massimo esprimere la tua solidarietà verbalmente, se avete ancora la voglia di fare qualcosa per voi stessi, oppure se si è perso tutto il coraggio e la voglia, perchè in questo caso siamo già morti, non ci resta che aspettare il colpo di mannaia.
Il giorno 23 marzo in Comdata S.p.A. ci sarà un primo sciopero, dopo avremo l'occasione di organizzare mobilitazioni assieme, un vero grande movimento compatto.
NON VI CHIEDIAMO DI ESSERE SOLIDALI,
VI CONSIGLIAMO DI ESSERE FURBI,
DI PERNSARE ALLA VOSTRA VITA!
Come gia' chiesto nell'ultimo comunicato, vi invitiamo ad essere protagonisti attivi della vostra vita e di indicarci cosa pensate si debba fare, e se ci sara' una maggioranza di Lavoratori decisi a gestire la propria vita e non a farsela gestire, decisi a giocarsi le proprie carte, ci adopereremo per realizzare quanto deciso insieme.
Coordinamento nazionale Cobas ComdataCare
sabato 14 marzo 2009
COMUNICATO CGIL 2
Roma, 4 Marzo 2009
CCNL: SU VOLANTINO FISTEL-CISL SOLO POCHE
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
In queste ore sta girando un volantino farneticante di Fistel-Cisl. Una risposta è d’obbligo.
Facciamo prima, però, una premessa: questo sarà l’ultimo comunicato che faremo per
chiarire per l’ennesima volta la posizione di SLC-CGIL sul rinnovo del CCNL e sul percorso
fatto finora. Perché come sempre, noi, lavoriamo per l’unità di tutti i lavoratori e siamo certi
che prima o poi questo non potrà non far cambiare idea a Fistel-Cisl.
Chiarito questo, veniamo al merito:
1) Prendiamo atto che la Fistel-Cisl è d’accordo con Asstel a non aprire il tavolo per
confrontarsi nel merito delle proposte approvate da migliaia di lavoratori, utilizzando
gli stessi argomenti di Confindustria. Il fatto che il CCNL sia scaduto a dicembre 2008
sembra non preoccupare più di tanto… Del resto che un sindacato chiami in aiuto le
controparti per giustificare la propria posizione è quanto mai originale. Ripetiamo:
non è rispettoso per le migliaia di lavoratori che hanno votato la nostra piattaforma. E
QUESTO E’ UN FATTO!
2) Non abbiamo ancora capito quale è la richiesta economica di Fistel-Cisl. Se per loro
l’accordo interconfederale vuol dire che le cifre le fanno gli altri, penso che i lavoratori
avranno qualche problema a capire a cosa serve un sindacato in azienda o nel
settore. Manca la cifra di richiesta economica. E QUESTO E’ UN FATTO!
3) La FAI-CISL, una grande categoria della Cisl con più di centomila iscritti ha
presentato venerdì scorso una piattaforma unitaria con FLAI-CGIL e UILA-UIL per il
rinnovo del contratto dell’industria alimentare (800 mila addetti) chiedendo 173 euro
al 4° livello, senza aspettare nuovi accordi interconfederali, commissione tecniche.
La Fistel-Cisl che ne pensa? Anche QUESTO E’ UN FATTO!
4) SLC-CGIL ha lavorato fino all’ultimo per una piattaforma unitaria (fino al 15 gennaio
per l’esattezza, scambiandoci bozze tra di noi fino all’ultimo); ha proposto a Fistel-
Cisl di fare un percorso insieme e di sottoporre al voto dei lavoratori le diverse
piattaforme. La Fistel-Cisl ha deciso di stracciare tutte le bozze su cui insieme
abbiamo lavorato e di non sottoporre al voto dei lavoratori le diverse opzioni. Su
questo la Fistel-Cisl nel suo comunicato non dice nulla... Chi tiene veramente
all’unità dei lavoratori non se la può cavare con generici appelli, deve avere il
coraggio di andare in assemblea e costruire l’unità facendo votare i lavoratori.
Perché così nasce la vera unità. La Fistel-Cisl non ha avuto il coraggio di far votare i
lavoratori su ipotesi diverse QUESTO E’ UN FATTO!
Chiarito ciò, su una cosa siamo d’accordo: quello che conta sono i risultati finali della
trattativa e meno sacrifici si fanno fare ai lavoratori per ottenere quello che spetta loro (cioè
un buon contratto) meglio è. Questo però non vuol dire non pretendere rispetto e non
tutelare la dignità dei lavoratori.
In ogni caso, per essere propositivi e concreti, noi proponiamo ufficialmente a Fistel-Cisl,
qualora si giungesse ad un’ipotesi di accordo sul contratto e vi fossero (ma speriamo di no)
ipotesi diverse sulla chiusura dell’eventuale accordo, di sottoporre il tutto ad un referendum
certificato e vincolante tra tutti i lavoratori del settore. Questa è una proposta concreta per
dare ai lavoratori l’ultima parola e chi avrà gli argomenti più convincenti non deve avere
paura. Siamo certi che una Segreteria nazionale responsabile e matura come quella di
Fistel-Cisl non potrà che essere d’accordo nel dare l’ultima parola ai lavoratori.
La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL
CCNL: SU VOLANTINO FISTEL-CISL SOLO POCHE
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
In queste ore sta girando un volantino farneticante di Fistel-Cisl. Una risposta è d’obbligo.
Facciamo prima, però, una premessa: questo sarà l’ultimo comunicato che faremo per
chiarire per l’ennesima volta la posizione di SLC-CGIL sul rinnovo del CCNL e sul percorso
fatto finora. Perché come sempre, noi, lavoriamo per l’unità di tutti i lavoratori e siamo certi
che prima o poi questo non potrà non far cambiare idea a Fistel-Cisl.
Chiarito questo, veniamo al merito:
1) Prendiamo atto che la Fistel-Cisl è d’accordo con Asstel a non aprire il tavolo per
confrontarsi nel merito delle proposte approvate da migliaia di lavoratori, utilizzando
gli stessi argomenti di Confindustria. Il fatto che il CCNL sia scaduto a dicembre 2008
sembra non preoccupare più di tanto… Del resto che un sindacato chiami in aiuto le
controparti per giustificare la propria posizione è quanto mai originale. Ripetiamo:
non è rispettoso per le migliaia di lavoratori che hanno votato la nostra piattaforma. E
QUESTO E’ UN FATTO!
2) Non abbiamo ancora capito quale è la richiesta economica di Fistel-Cisl. Se per loro
l’accordo interconfederale vuol dire che le cifre le fanno gli altri, penso che i lavoratori
avranno qualche problema a capire a cosa serve un sindacato in azienda o nel
settore. Manca la cifra di richiesta economica. E QUESTO E’ UN FATTO!
3) La FAI-CISL, una grande categoria della Cisl con più di centomila iscritti ha
presentato venerdì scorso una piattaforma unitaria con FLAI-CGIL e UILA-UIL per il
rinnovo del contratto dell’industria alimentare (800 mila addetti) chiedendo 173 euro
al 4° livello, senza aspettare nuovi accordi interconfederali, commissione tecniche.
La Fistel-Cisl che ne pensa? Anche QUESTO E’ UN FATTO!
4) SLC-CGIL ha lavorato fino all’ultimo per una piattaforma unitaria (fino al 15 gennaio
per l’esattezza, scambiandoci bozze tra di noi fino all’ultimo); ha proposto a Fistel-
Cisl di fare un percorso insieme e di sottoporre al voto dei lavoratori le diverse
piattaforme. La Fistel-Cisl ha deciso di stracciare tutte le bozze su cui insieme
abbiamo lavorato e di non sottoporre al voto dei lavoratori le diverse opzioni. Su
questo la Fistel-Cisl nel suo comunicato non dice nulla... Chi tiene veramente
all’unità dei lavoratori non se la può cavare con generici appelli, deve avere il
coraggio di andare in assemblea e costruire l’unità facendo votare i lavoratori.
Perché così nasce la vera unità. La Fistel-Cisl non ha avuto il coraggio di far votare i
lavoratori su ipotesi diverse QUESTO E’ UN FATTO!
Chiarito ciò, su una cosa siamo d’accordo: quello che conta sono i risultati finali della
trattativa e meno sacrifici si fanno fare ai lavoratori per ottenere quello che spetta loro (cioè
un buon contratto) meglio è. Questo però non vuol dire non pretendere rispetto e non
tutelare la dignità dei lavoratori.
In ogni caso, per essere propositivi e concreti, noi proponiamo ufficialmente a Fistel-Cisl,
qualora si giungesse ad un’ipotesi di accordo sul contratto e vi fossero (ma speriamo di no)
ipotesi diverse sulla chiusura dell’eventuale accordo, di sottoporre il tutto ad un referendum
certificato e vincolante tra tutti i lavoratori del settore. Questa è una proposta concreta per
dare ai lavoratori l’ultima parola e chi avrà gli argomenti più convincenti non deve avere
paura. Siamo certi che una Segreteria nazionale responsabile e matura come quella di
Fistel-Cisl non potrà che essere d’accordo nel dare l’ultima parola ai lavoratori.
La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL
COMUNICATO CGIL
ASSTEL/CONFINDUSTRIA RIFIUTA DI APRIRE CONFRONTO SU RINNOVO CCNL … E LA FISTEL-CISL LE DA UNA MANO
Il 27 Febbraio il rappresentante di ASSTEL-CONFINDUSTRIA da noi sollecitato ci ha formalmente comunicato che, non essendoci una piattaforma unitaria e non essendo giunta ancora la piattaforma della Fistel-Cisl (“siamo in attesa – scrive – che giungano tutti i rispettivi documenti”), non è pronta ad aprire il tavolo di confronto.
Abbiamo così scoperto che la Fistel-Cisl non ha mai consegnato a Confindustria la propria piattaforma e le proprie rivendicazioni.
Quello di ASSTEL è, in ogni caso, un atteggiamento grave e sbagliato, non rispettoso delle piattaforme sindacali che ci sono e che sono state votate da migliaia di lavoratori in centinaia di assemblee.
Non è rispettoso delle posizioni di SLC-CGIL e di UILCOM-UIL, anche perché ci domandiamo: il contratto è scaduto o no il 31 dicembre 2008? I lavoratori del settore hanno diritto o no a non perdere salario e diritti? Che cosa succederà se la piattaforma Fistel-Cisl (che tutto è, quella che è girata, tranne che una piattaforma, essendo priva di richieste economiche ecc.) non dovesse arrivare o giungere tra un mese o due?
Un “successo” Confindustria lo ha già ottenuto: dividere i lavoratori e perdere tempo. Ovviamente Confindustria fa il suo gioco, ma la Fistel-Cisl che gioco fa?
LA Fistel-Cisl non ha voluto presentare una piattaforma unitaria (cosa che per esempio altre categorie della Cisl hanno fatto: venerdì scorso è stata varata la piattaforma unitaria di FAI-CISL, FLAI-CGIL, UILA-UIL per il rinnovo del CCNL dell’industria alimentare, che tra le altre cose chiede 173 euro…), fornendo così un pronto argomento per ASSTEL-CONFINDUSTRIA.
Le loro proposte sono troppo vaghe (a quando l’onore di sapere quanti soldi chiedono?) e il loro percorso è stato “carbonaro”, senza un reale confronto democratico.
Nonostante i nostri ripetuti appelli, durante tutto il mese di gennaio e febbraio, per fare un percorso comune, la Fistel-Cisl infatti non ha permesso ai lavoratori di poter discutere insieme le diverse proposte (avrebbero giudicato i lavoratori e il percorso e il voto delle assemblee avrebbe vincolato tutti).
Ora che i “trucchi” vanno scoprendosi, invitiamo tutti a maggior responsabilità, a non continuare nell’errore. Come SLC-CGIL ha già dimostrato, ricercando sempre percorsi unitari quando vi sono le condizioni di merito (a partire dalla mobilitazione in Telecom contro la riorganizzazione), invitiamo la Fistel-Cisl a fare altrettanto, a mettere da parte atteggiamenti ideologici e a fare gli interessi dei lavoratori contro le nostre controparti che sono le aziende, non le altre sigle sindacali.
La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL
Il 27 Febbraio il rappresentante di ASSTEL-CONFINDUSTRIA da noi sollecitato ci ha formalmente comunicato che, non essendoci una piattaforma unitaria e non essendo giunta ancora la piattaforma della Fistel-Cisl (“siamo in attesa – scrive – che giungano tutti i rispettivi documenti”), non è pronta ad aprire il tavolo di confronto.
Abbiamo così scoperto che la Fistel-Cisl non ha mai consegnato a Confindustria la propria piattaforma e le proprie rivendicazioni.
Quello di ASSTEL è, in ogni caso, un atteggiamento grave e sbagliato, non rispettoso delle piattaforme sindacali che ci sono e che sono state votate da migliaia di lavoratori in centinaia di assemblee.
Non è rispettoso delle posizioni di SLC-CGIL e di UILCOM-UIL, anche perché ci domandiamo: il contratto è scaduto o no il 31 dicembre 2008? I lavoratori del settore hanno diritto o no a non perdere salario e diritti? Che cosa succederà se la piattaforma Fistel-Cisl (che tutto è, quella che è girata, tranne che una piattaforma, essendo priva di richieste economiche ecc.) non dovesse arrivare o giungere tra un mese o due?
Un “successo” Confindustria lo ha già ottenuto: dividere i lavoratori e perdere tempo. Ovviamente Confindustria fa il suo gioco, ma la Fistel-Cisl che gioco fa?
LA Fistel-Cisl non ha voluto presentare una piattaforma unitaria (cosa che per esempio altre categorie della Cisl hanno fatto: venerdì scorso è stata varata la piattaforma unitaria di FAI-CISL, FLAI-CGIL, UILA-UIL per il rinnovo del CCNL dell’industria alimentare, che tra le altre cose chiede 173 euro…), fornendo così un pronto argomento per ASSTEL-CONFINDUSTRIA.
Le loro proposte sono troppo vaghe (a quando l’onore di sapere quanti soldi chiedono?) e il loro percorso è stato “carbonaro”, senza un reale confronto democratico.
Nonostante i nostri ripetuti appelli, durante tutto il mese di gennaio e febbraio, per fare un percorso comune, la Fistel-Cisl infatti non ha permesso ai lavoratori di poter discutere insieme le diverse proposte (avrebbero giudicato i lavoratori e il percorso e il voto delle assemblee avrebbe vincolato tutti).
Ora che i “trucchi” vanno scoprendosi, invitiamo tutti a maggior responsabilità, a non continuare nell’errore. Come SLC-CGIL ha già dimostrato, ricercando sempre percorsi unitari quando vi sono le condizioni di merito (a partire dalla mobilitazione in Telecom contro la riorganizzazione), invitiamo la Fistel-Cisl a fare altrettanto, a mettere da parte atteggiamenti ideologici e a fare gli interessi dei lavoratori contro le nostre controparti che sono le aziende, non le altre sigle sindacali.
La Segreteria Nazionale di SLC-CGIL
mercoledì 11 marzo 2009
In bocca al lupo...
...all'ormai ex-sindacalista CGIL della RSU ComdataCare Roma che ha rassegnato le dimissioni dall'azienda, poichè ha trovato un altro lavoro.
Umanamente contenti per lui...ma il detto che i topi sono i primi ad abbandonare la barca quando questa affonda ci fa molto pensare.....
Oh, mi raccomando, non era intenzione creare allarmismi! :)
La Regina
Umanamente contenti per lui...ma il detto che i topi sono i primi ad abbandonare la barca quando questa affonda ci fa molto pensare.....
Oh, mi raccomando, non era intenzione creare allarmismi! :)
La Regina
venerdì 6 marzo 2009
Comunicato Sindacale CGIL
Roma, 24 febbraio 2009
Comunicato Sindacale
La Segreteria Nazionale della SLC-CGIL e i delegati e le delegate della SLC-CGIL stigmatizzano la mancanza di corrette relazioni sindacali da parte di Comdata Care e prendono atto dell'ennesima riorganizzazione unilaterale nella gestione delle attività lavorative.
Da alcuni giorni l'Azienda ha intrapreso un percorso di formazione che coinvolgerà un numero imprecisato di lavoratori di Comdata SpA al fine di supportare Comdata Care nella lavorazione di parte della commessa Vodafone. Tutto questo in evidente contraddizione con l’accordo di cessione!
Solo pochi giorni fa chiedevamo maggiore chiarezza nelle strategie e correttezza nei rapporti sindacali. Non ci sembra che la risposta aziendale vada in questa direzione! Chiediamo a Comdata Care di bloccare il progetto e convocare a breve un incontro nazionale. In caso contrario ci vedremo obbligati ad intraprendere immediatamente le azioni che riterremo più opportune per riportare l’Azienda ad un atteggiamento più rispettoso e trasparente.
Segreteria Nazionale SLC-CGIL
Comunicato Sindacale
La Segreteria Nazionale della SLC-CGIL e i delegati e le delegate della SLC-CGIL stigmatizzano la mancanza di corrette relazioni sindacali da parte di Comdata Care e prendono atto dell'ennesima riorganizzazione unilaterale nella gestione delle attività lavorative.
Da alcuni giorni l'Azienda ha intrapreso un percorso di formazione che coinvolgerà un numero imprecisato di lavoratori di Comdata SpA al fine di supportare Comdata Care nella lavorazione di parte della commessa Vodafone. Tutto questo in evidente contraddizione con l’accordo di cessione!
Solo pochi giorni fa chiedevamo maggiore chiarezza nelle strategie e correttezza nei rapporti sindacali. Non ci sembra che la risposta aziendale vada in questa direzione! Chiediamo a Comdata Care di bloccare il progetto e convocare a breve un incontro nazionale. In caso contrario ci vedremo obbligati ad intraprendere immediatamente le azioni che riterremo più opportune per riportare l’Azienda ad un atteggiamento più rispettoso e trasparente.
Segreteria Nazionale SLC-CGIL
COMUNICATO COBAS IVREA
C O M U N I C A T O
In un contesto occupazionale che si sta quotidianamente sgretolando, segnato dallo spettro di una crisi economica che sembra asservita all’interesse di imprese che sfruttano la paura e la paralisi collettiva per incrementare i propri guadagni in spregio ai lavoratori, ci troviamo a registrare un’incresciosa scelta di delocalizzazione che colpirebbe dozzine di posti di lavoro, minando ulteriormente una situazione lavorativa già al limite della tollerabilità.
L’induzione di un regime di paura ha mosso i suoi primi passi nel mese di Novembre, per degenerare rapidamente in un’escalation atta a minare la stabilità occupazionale dei lavoratori di Comdata Spa:
-Spostamenti
-Ridimensionamenti di personale
-Colloqui individuali, al fine di lacerare la sicurezza e la stabilità emotiva e professionale di ogni operatore.
Tutto ciò ha generato il clima di insostenibile paura che condiziona e accompagna l’operato quotidiano dei Lavoratori.
Quanto sopra sarebbe già sufficiente ad aprire la strada a uno stato di agitazione di cui, dopo l’estate impegnativa, non si sentiva affatto la necessità. L’Azienda, il cui atteggiamento permette di dedurre che la questione “serenità lavorativa” non rappresenta priorità alcuna, ha deciso di continuare sulla sua strada ben decisa a non smentirsi:
Da Lunedì 02/03/2009 sappiamo che alcuni colleghi di Ivrea sono partiti per la Romania allo scopo di formare i rep rumeni trasferendo loro competenze, flussi e procedure per quanto riguarda l’attività corporate della commessa Vodafone.
I lavoratori e i COBAS, di rimando, hanno una notizia altrettanto sgradevole per l’intero management Comdata:
- Noi diciamo no a questa scelta irresponsabile e la ostacoleremo con ogni mezzo e azione, non accetteremo silenti una decisione deleteria per un contesto territoriale che non offre alcuna alternativa.
I COBAS per i fatti summenzionati, dichiarano lo stato di agitazione e rendono noto che, attualmente, è in corso l’elaborazione di un calendario di scioperi e iniziative di lotta per far fronte a tale emergenza.
03/03/2009
COBAS COMDATA IVREA
In un contesto occupazionale che si sta quotidianamente sgretolando, segnato dallo spettro di una crisi economica che sembra asservita all’interesse di imprese che sfruttano la paura e la paralisi collettiva per incrementare i propri guadagni in spregio ai lavoratori, ci troviamo a registrare un’incresciosa scelta di delocalizzazione che colpirebbe dozzine di posti di lavoro, minando ulteriormente una situazione lavorativa già al limite della tollerabilità.
L’induzione di un regime di paura ha mosso i suoi primi passi nel mese di Novembre, per degenerare rapidamente in un’escalation atta a minare la stabilità occupazionale dei lavoratori di Comdata Spa:
-Spostamenti
-Ridimensionamenti di personale
-Colloqui individuali, al fine di lacerare la sicurezza e la stabilità emotiva e professionale di ogni operatore.
Tutto ciò ha generato il clima di insostenibile paura che condiziona e accompagna l’operato quotidiano dei Lavoratori.
Quanto sopra sarebbe già sufficiente ad aprire la strada a uno stato di agitazione di cui, dopo l’estate impegnativa, non si sentiva affatto la necessità. L’Azienda, il cui atteggiamento permette di dedurre che la questione “serenità lavorativa” non rappresenta priorità alcuna, ha deciso di continuare sulla sua strada ben decisa a non smentirsi:
Da Lunedì 02/03/2009 sappiamo che alcuni colleghi di Ivrea sono partiti per la Romania allo scopo di formare i rep rumeni trasferendo loro competenze, flussi e procedure per quanto riguarda l’attività corporate della commessa Vodafone.
I lavoratori e i COBAS, di rimando, hanno una notizia altrettanto sgradevole per l’intero management Comdata:
- Noi diciamo no a questa scelta irresponsabile e la ostacoleremo con ogni mezzo e azione, non accetteremo silenti una decisione deleteria per un contesto territoriale che non offre alcuna alternativa.
I COBAS per i fatti summenzionati, dichiarano lo stato di agitazione e rendono noto che, attualmente, è in corso l’elaborazione di un calendario di scioperi e iniziative di lotta per far fronte a tale emergenza.
03/03/2009
COBAS COMDATA IVREA
lunedì 2 marzo 2009
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