da esternalizzati.ilbello
Erano i giorni più caldi, i giorni in cui avevi voglia di ribellarti ad un sopruso, a chi provava ad offendere la tua dignità, ad una manovra che consentiva a ricchi padroni di arricchirsi e a Lavoratori onesti di diventare precari e con una scadenza marchiata addosso.
Erano anche i giorni in cui provavano a convincerti che non avevi diritto di protestare e di difenderti, e provavano a farlo l’azienda con le sue pedine, con quelli che dovevano essere i tuoi colleghi ma che invece si facevano portavoce di fantomatiche multe di migliaia di Euro, e addirittura chi i Lavoratori dovrebbe difenderli, tutelarli… rappresentarli, provava a seminare il panico dicendo che scioperare (diritto costituzionalmente riconosciuto) era pericoloso (si, lo era: per l’azienda!).
Per dar forza a questi atti intimidatori a cui nessuno diede ascolto, aderendo in modo pressoché totale alla mobilitazione, restando fuori dai cancelli a guardare negli occhi a testa alta i vari figuri aziendali che, per andare a sedersi sulla loro solita poltrona, sgattaiolavano tra uomini e donne che lottavano per il proprio futuro, l’azienda recapitò ad alcuni partecipanti una contestazione disciplinare che divenne immediatamente un motivo di orgoglio, una medaglia da appuntarsi sul petto!
Ebbene, la settimana scorsa c’è stata la sentenza che ha sancito la legittimità a lottare per i propri diritti. È stato sancito che l’azienda non poteva e non doveva sanzionare i Lavoratori che avevano scioperato, ANNULLANDO COMPLETAMENTE LA SANZIONE E CONDANNANDO L’AZIENDA A PAGARE LE SPESE DEL PROCEDIMENTO!!!
Prima di questa sentenza però, c’è chi ha provato (ancora una volta) ad aiutare l’azienda ad uscirne a testa alta, anzi… da vincitrice! Ancora una volta, chi con un accordo dannoso per i Lavoratori e la loro lotta, che favoriva solo l’azienda e la cessione, con un nuovo accordo ha proposto a tutti i sanzionati in Vodafone di firmare una rinuncia all’arbitrato assumendosi la colpa “di aver esercitato un diritto riconosciuto dalla Costituzione”.
E l’azienda, dall’alto della sua magnanimità, ha accettato le scuse dei Lavoratori, sottolineando però con amorevole paternale: “non lo fare più!”
Peccato che molti colleghi abbiano accettato ed abbiano piegato la testa davanti ai potenti ed ai finti amici dei Lavoratori: non sbagliaste a tenere la testa alta allora (recita la sentenza), avete sbagliato ad abbassarla ora!
RSU Libere COBAS
sabato 26 luglio 2008
giovedì 24 luglio 2008
Spazio ai colleghi comdata
PROVO ad accogliere la richiesta di BladeOfNight e propongo questo spazio per discutere, nei commenti, di proposte serie e concrete.
Lasciatevi alle spalle lo sciopero e tentate di chiarirvi su ciò che vorreste e come ottenerlo.
Sottolineo che questo spazio è dedicato esclusivamente a chi ha qualcosa di COSTRUTTIVO da dire.
Tutto il resto verrà eliminato, soprattutto chi si diverte a creare zizzania come è stato fatto qualche post più sotto.
E non venitemi a criticare le censure perchè non mi interessa.
Buon lavoro :)
Lasciatevi alle spalle lo sciopero e tentate di chiarirvi su ciò che vorreste e come ottenerlo.
Sottolineo che questo spazio è dedicato esclusivamente a chi ha qualcosa di COSTRUTTIVO da dire.
Tutto il resto verrà eliminato, soprattutto chi si diverte a creare zizzania come è stato fatto qualche post più sotto.
E non venitemi a criticare le censure perchè non mi interessa.
Buon lavoro :)
martedì 22 luglio 2008
Questioni di legittimità relative alle cessioni di ramo d'azienda attuate dalla Telecom Italia S.p.A.
Questo dossier è la dimostrazione che i lavoratori, quando si uniscono, riescono ad ottenere dei grandi risultati.
NOTA INTRODUTTIVA
Il mercato del lavoro italiano è ormai dominato da una logica di frammentazione dell’impresa, attraverso cui si spostano continuamente lavoratori da una società all’altra come se fossero merce di scambio.
Il dossier è stato redatto con l’obiettivo di denunciare la battaglia legale che stanno portando avanti le centinaia di lavoratori che sono stati esternalizzati dalla Telecom Italia.
Si badi bene che il punto di vista di chi scrive non si basa su una contrapposizione di interessi fra imprenditori e lavoratori, perché il vero problema da affrontare è che le politiche di outsourcing sono passibili di strumentalizzazione abusiva a scapito dei lavoratori.
Gli interessi di un'impresa “sana”, governata da persone in grado di creare realmente valore aggiunto, coincidono con quelli dei lavoratori e dell'intera collettività.
Nella maggior parte delle sentenze, emesse da diversi giudici di varie città d’Italia, è stata dichiarata l’illegittimità delle cessioni di ramo d’azienda attuate dalla Telecom Italia in favore di alcune società di discutibile valore imprenditoriale.
Lo studio condotto offre importanti spunti di riflessione su due argomenti che in Italia devono essere assolutamente affrontati per risolvere il problema del lavoro, ossia la salvaguardia dello Stato di diritto e la conquista della giustizia sociale.
In riferimento al caso in esame la prima questione emerge con vigore dall'esito della maggior parte delle cause con cui i giudici, avendo rilevato diversi profili di illegittimità delle cessioni, hanno disposto la reintegrazione dei lavoratori in Telecom Italia.
Ad oggi la società ha di fatto reintegrato soltanto una esigua parte di coloro che hanno vinto i ricorsi. Tutti gli altri si trovano fra le mani un diritto riconquistato (il proprio posto di lavoro) ma leso continuamente da una realtà imprenditoriale, che decide illegittimamente di esternalizzarli ed illegittimamente di non reintegrarli.
Concedere alla più importante impresa italiana di agire indisturbata in questo modo significa far passare il principio secondo cui il più forte può anche decidere di non rispettare la legge.
Anche in termini di giustizia sociale si versa in una situazione di emergenza.
Basti pensare agli enormi sacrifici che i lavoratori hanno dovuto sopportare per portare avanti le cause: denaro (lo stipendio medio di ognuno di loro è di circa mille euro), tempo ed energie per ricostruire in termini legali la vicenda insieme agli avvocati e disagi psicologici.
A rendere inaccettabile la situazione è il risultato complessivo della vicenda: posto che la maggior parte dei giudici hanno dichiarato illegittime le cessioni, accade che tutti coloro che non hanno agito in giudizio, o che hanno perso il ricorso, devono subire una esternalizzazione che è stata operata senza il rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge.
Nel dossier le questioni sopra esposte sono state affrontate attraverso la ricostruzione delle cessioni, resa possibile dalla raccolta delle informazioni e della documentazione (atti di cessione, sentenze, bilanci ecc.) che i lavoratori dell'ANLE sono riusciti a mettere insieme, attraverso un apprezzabile coordinamento a livello nazionale.
Da questa base informativa è stata effettuata un'analisi dei profili giuridici del fenomeno in esame, attraverso cui si è cercato di far luce sul perché ed in che termini le esternalizzazioni possono essere considerate illegittime.
Dallo studio condotto è emerso il ruolo determinante della complessità dei rapporti societari, delle relazioni commerciali e dei continui trasferimenti di azienda che sviliscono i lavoratori che ricorrono in giudizio.
In questa direzione, si è dimostrato che non si è trattato di mere esternalizzazioni, bensì di continui trasferimenti di rami d’azienda (e di aziende) “a catena”, spesso intrecciati fra loro.
Per questo, non pare sia possibile giustificare un simile disegno strategico attraverso i classici obiettivi che le imprese intendono raggiungere con il ricorso all’outsourcing.
Per comprendere tale fenomeno sono state analizzate le problematiche giuridiche in tema di responsabilità della capogruppo nei gruppi di società, dato che le cessioni sono state governate nell’ambito di gruppi societari, da cui è scaturita l’acquisizione (formale) di determinati rami d’azienda da parte di società neonate, controllate da realtà imprenditoriali che hanno invece (di fatto) governato il processo di esternalizzazione.
Basti pensare ai nomi assegnati alle Newco rispetto alle controllanti, che sono anche potenzialmente idonei a creare una certa confusione fra questi distinti soggetti giuridici. Ad esempio: Savarent e Savarent Fleet Services nell’ambito del gruppo Fiat; TE.SS. rinominata Accenture HR Services appartenente al gruppo Accenture con capogruppo Accenture S.p.a.; nell’ampio contesto della cessione del patrimonio immobiliare i lavoratori sono passati attraverso quattro società fra cui due nominate entrambe Telemaco immobiliare, una S.r.l. e l’altra S.p.a.; oppure le cosiddette “pirelline” (Pirelli & c. Project Management S.p.a., Pirelli & c. Commercial Agency , S.p.a., Pirelli & c. Real Estate Property Management S.p.a. e Pirelli & c. Real Estate S.p.a.) tutte appartenenti al gruppo Pirelli; ecc.. Si consideri che quasi tutte le cessioni sono sfociate in procedure di mobilità e di licenziamenti collettivi.
A questo punto l'importanza strategica della Newco per l'impresa controllante è evidente: facendo acquisire l'attività ad una società controllata, la grande impresa ottiene un duplice vantaggio, e cioè quello di non essere la controparte dei rapporti obbligatori relativi all'attività oggetto di cessione (compresi i rapporti di lavoro), e quello di potere usufruire del ramo acquisito attraverso un potere di governo, che le è riconosciuto in ragione del controllo posseduto sulla società cessionaria.
Questa forma di “deresponsabilizzazione” della grande impresa è favorita dalla circostanza che nell'ordinamento giuridico italiano il gruppo di società è privo di un'autonoma soggettività giuridica.
E' stata inoltre discussa un'altra questione importante, ossia quella relativa all’integrazione delle attività, resa possibile da determinati mezzi di produzione immateriali, che consente a chi esternalizza di non perdere il controllo sull’attività trasferita, e talvolta anche sui lavoratori ceduti.
Dall’esame delle numerose sentenze è infatti emerso con chiarezza come, attraverso adeguate strumentazioni informatiche, si può esternalizzare il lavoratore senza esternalizzare la sua prestazione di lavoro.
Queste apparenti esternalizzazioni sono punite dalla legge con l'imputazione del rapporto di lavoro in capo all'effettivo imprenditore (cessionario/appaltatore), ossia a colui che esercita, di fatto, il potere di direzione e di controllo sui lavoratori impiegati nell'attività esternalizzata.
Ed è stata proprio l'applicazione di questo fondamentale principio che ha spinto molti giudici a dichiarare nulla la cessione.
E' stato sostanzialmente dimostrato come la centralità della verifica della qualità imprenditoriale del cessionario/appaltatore consente di punire le false esternalizzazioni, vanificando qualsiasi schema societario finalizzato alla mancata imputazione dei rapporti di lavoro.
Un commento critico ha inoltre riguardato il ruolo dei sindacati , perché non si può accettare una situazione in cui si raggiungono accordi in sede di trasferimento che sono palesemente contrastati dai lavoratori. E non si può nemmeno accettare che siano firmati degli accordi dove le strategie di riorganizzazione presentano delle incongruenze inaccettabili dal punto di vista della tutela dei lavoratori.
Queste ed altre problematiche analizzate nel dossier spingono inevitabilmente a considerare delle proposte di modifica dell’attuale normativa in tema di trasferimento di azienda. Non si può continuare a pensare di mantenere una legge che è idonea a garantire il lavoratore solo teoricamente.
Attraverso l’analisi del caso Telecom Italia è stato ampiamente dimostrato che l’unico soggetto che oggi è realmente in grado di tutelare il lavoratore, è il lavoratore stesso. L’introduzione del diritto di opposizione al trasferimento è un passo necessario.
Maggiore libertà contrattuale e maggiore flessibilità?
Bene, diamo questa possibilità anche al lavoratore.
Fermo restando la necessità di una modifica della normativa nei termini appena esposti, si reputa inoltre necessario attuare una politica di monitoraggio dell’attuale assetto del mercato delle esternalizzazioni, attraverso cui cercare di comprendere se il caso Telecom Italia è isolato, oppure se si versa in una situazione di grave conflittualità.
Anche l’immenso mercato delle esternalizzazioni dei call center sembra infatti presentare le stesse problematiche.
Si pensi ad esempio alla recente esternalizzazione di parte di attività dei call center Vodafone Italia, attraverso cui sono stati ceduti 914 lavoratori. Tale cessione è stata sostanzialmente realizzata da tre società, ossia la Vodafone Italia (cedente), la Comdata Spa (controllante della cessionaria) e la Comdata Care Srl (cessionaria). Questa tripla partecipazione è addirittura contenuta nell’accordo sindacale, in cui risulta davvero difficile capire la separazione (sostanziale) fra l’attività d’impresa della Comdata rispetto a quella della Comdata Care.
A ciò si aggiunga che si tratta di attività che fanno perno sull’utilizzo di mezzi immateriali di produzione, prevalentemente dei CRM per la gestione del contatto con il cliente, che pone dei problemi relativi all’intreccio delle attività di governo fra società cedente e società cessionaria.
Il sistema di monitoraggio del mercato delle esternalizzazioni potrebbe agevolmente essere inserito nel più ampio sistema informativo previsto dalla recente normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
L'inevitabile soluzione per porre fine a questa battaglia legale senza precedenti , che ha ingiustamente leso i diritti dei lavoratori e della stessa Telecom Italia, è la reintegrazione di coloro che sono stati “illegittimamente” esternalizzati.
Lidia Undiemi dottoranda di ricerca presso il dipartimento di Diritto dell'Economia, dei Trasporti e dell'Ambiente dell'Università degli Studi di Palermo
Contatti: Tel.: 3280075669 – E-mail: li.undiemi@gmail.com
Ufficio Stampa Tel. 3381853105 - 3357511055
entra e scarica il dossier
NOTA INTRODUTTIVA
Il mercato del lavoro italiano è ormai dominato da una logica di frammentazione dell’impresa, attraverso cui si spostano continuamente lavoratori da una società all’altra come se fossero merce di scambio.
Il dossier è stato redatto con l’obiettivo di denunciare la battaglia legale che stanno portando avanti le centinaia di lavoratori che sono stati esternalizzati dalla Telecom Italia.
Si badi bene che il punto di vista di chi scrive non si basa su una contrapposizione di interessi fra imprenditori e lavoratori, perché il vero problema da affrontare è che le politiche di outsourcing sono passibili di strumentalizzazione abusiva a scapito dei lavoratori.
Gli interessi di un'impresa “sana”, governata da persone in grado di creare realmente valore aggiunto, coincidono con quelli dei lavoratori e dell'intera collettività.
Nella maggior parte delle sentenze, emesse da diversi giudici di varie città d’Italia, è stata dichiarata l’illegittimità delle cessioni di ramo d’azienda attuate dalla Telecom Italia in favore di alcune società di discutibile valore imprenditoriale.
Lo studio condotto offre importanti spunti di riflessione su due argomenti che in Italia devono essere assolutamente affrontati per risolvere il problema del lavoro, ossia la salvaguardia dello Stato di diritto e la conquista della giustizia sociale.
In riferimento al caso in esame la prima questione emerge con vigore dall'esito della maggior parte delle cause con cui i giudici, avendo rilevato diversi profili di illegittimità delle cessioni, hanno disposto la reintegrazione dei lavoratori in Telecom Italia.
Ad oggi la società ha di fatto reintegrato soltanto una esigua parte di coloro che hanno vinto i ricorsi. Tutti gli altri si trovano fra le mani un diritto riconquistato (il proprio posto di lavoro) ma leso continuamente da una realtà imprenditoriale, che decide illegittimamente di esternalizzarli ed illegittimamente di non reintegrarli.
Concedere alla più importante impresa italiana di agire indisturbata in questo modo significa far passare il principio secondo cui il più forte può anche decidere di non rispettare la legge.
Anche in termini di giustizia sociale si versa in una situazione di emergenza.
Basti pensare agli enormi sacrifici che i lavoratori hanno dovuto sopportare per portare avanti le cause: denaro (lo stipendio medio di ognuno di loro è di circa mille euro), tempo ed energie per ricostruire in termini legali la vicenda insieme agli avvocati e disagi psicologici.
A rendere inaccettabile la situazione è il risultato complessivo della vicenda: posto che la maggior parte dei giudici hanno dichiarato illegittime le cessioni, accade che tutti coloro che non hanno agito in giudizio, o che hanno perso il ricorso, devono subire una esternalizzazione che è stata operata senza il rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge.
Nel dossier le questioni sopra esposte sono state affrontate attraverso la ricostruzione delle cessioni, resa possibile dalla raccolta delle informazioni e della documentazione (atti di cessione, sentenze, bilanci ecc.) che i lavoratori dell'ANLE sono riusciti a mettere insieme, attraverso un apprezzabile coordinamento a livello nazionale.
Da questa base informativa è stata effettuata un'analisi dei profili giuridici del fenomeno in esame, attraverso cui si è cercato di far luce sul perché ed in che termini le esternalizzazioni possono essere considerate illegittime.
Dallo studio condotto è emerso il ruolo determinante della complessità dei rapporti societari, delle relazioni commerciali e dei continui trasferimenti di azienda che sviliscono i lavoratori che ricorrono in giudizio.
In questa direzione, si è dimostrato che non si è trattato di mere esternalizzazioni, bensì di continui trasferimenti di rami d’azienda (e di aziende) “a catena”, spesso intrecciati fra loro.
Per questo, non pare sia possibile giustificare un simile disegno strategico attraverso i classici obiettivi che le imprese intendono raggiungere con il ricorso all’outsourcing.
Per comprendere tale fenomeno sono state analizzate le problematiche giuridiche in tema di responsabilità della capogruppo nei gruppi di società, dato che le cessioni sono state governate nell’ambito di gruppi societari, da cui è scaturita l’acquisizione (formale) di determinati rami d’azienda da parte di società neonate, controllate da realtà imprenditoriali che hanno invece (di fatto) governato il processo di esternalizzazione.
Basti pensare ai nomi assegnati alle Newco rispetto alle controllanti, che sono anche potenzialmente idonei a creare una certa confusione fra questi distinti soggetti giuridici. Ad esempio: Savarent e Savarent Fleet Services nell’ambito del gruppo Fiat; TE.SS. rinominata Accenture HR Services appartenente al gruppo Accenture con capogruppo Accenture S.p.a.; nell’ampio contesto della cessione del patrimonio immobiliare i lavoratori sono passati attraverso quattro società fra cui due nominate entrambe Telemaco immobiliare, una S.r.l. e l’altra S.p.a.; oppure le cosiddette “pirelline” (Pirelli & c. Project Management S.p.a., Pirelli & c. Commercial Agency , S.p.a., Pirelli & c. Real Estate Property Management S.p.a. e Pirelli & c. Real Estate S.p.a.) tutte appartenenti al gruppo Pirelli; ecc.. Si consideri che quasi tutte le cessioni sono sfociate in procedure di mobilità e di licenziamenti collettivi.
A questo punto l'importanza strategica della Newco per l'impresa controllante è evidente: facendo acquisire l'attività ad una società controllata, la grande impresa ottiene un duplice vantaggio, e cioè quello di non essere la controparte dei rapporti obbligatori relativi all'attività oggetto di cessione (compresi i rapporti di lavoro), e quello di potere usufruire del ramo acquisito attraverso un potere di governo, che le è riconosciuto in ragione del controllo posseduto sulla società cessionaria.
Questa forma di “deresponsabilizzazione” della grande impresa è favorita dalla circostanza che nell'ordinamento giuridico italiano il gruppo di società è privo di un'autonoma soggettività giuridica.
E' stata inoltre discussa un'altra questione importante, ossia quella relativa all’integrazione delle attività, resa possibile da determinati mezzi di produzione immateriali, che consente a chi esternalizza di non perdere il controllo sull’attività trasferita, e talvolta anche sui lavoratori ceduti.
Dall’esame delle numerose sentenze è infatti emerso con chiarezza come, attraverso adeguate strumentazioni informatiche, si può esternalizzare il lavoratore senza esternalizzare la sua prestazione di lavoro.
Queste apparenti esternalizzazioni sono punite dalla legge con l'imputazione del rapporto di lavoro in capo all'effettivo imprenditore (cessionario/appaltatore), ossia a colui che esercita, di fatto, il potere di direzione e di controllo sui lavoratori impiegati nell'attività esternalizzata.
Ed è stata proprio l'applicazione di questo fondamentale principio che ha spinto molti giudici a dichiarare nulla la cessione.
E' stato sostanzialmente dimostrato come la centralità della verifica della qualità imprenditoriale del cessionario/appaltatore consente di punire le false esternalizzazioni, vanificando qualsiasi schema societario finalizzato alla mancata imputazione dei rapporti di lavoro.
Un commento critico ha inoltre riguardato il ruolo dei sindacati , perché non si può accettare una situazione in cui si raggiungono accordi in sede di trasferimento che sono palesemente contrastati dai lavoratori. E non si può nemmeno accettare che siano firmati degli accordi dove le strategie di riorganizzazione presentano delle incongruenze inaccettabili dal punto di vista della tutela dei lavoratori.
Queste ed altre problematiche analizzate nel dossier spingono inevitabilmente a considerare delle proposte di modifica dell’attuale normativa in tema di trasferimento di azienda. Non si può continuare a pensare di mantenere una legge che è idonea a garantire il lavoratore solo teoricamente.
Attraverso l’analisi del caso Telecom Italia è stato ampiamente dimostrato che l’unico soggetto che oggi è realmente in grado di tutelare il lavoratore, è il lavoratore stesso. L’introduzione del diritto di opposizione al trasferimento è un passo necessario.
Maggiore libertà contrattuale e maggiore flessibilità?
Bene, diamo questa possibilità anche al lavoratore.
Fermo restando la necessità di una modifica della normativa nei termini appena esposti, si reputa inoltre necessario attuare una politica di monitoraggio dell’attuale assetto del mercato delle esternalizzazioni, attraverso cui cercare di comprendere se il caso Telecom Italia è isolato, oppure se si versa in una situazione di grave conflittualità.
Anche l’immenso mercato delle esternalizzazioni dei call center sembra infatti presentare le stesse problematiche.
Si pensi ad esempio alla recente esternalizzazione di parte di attività dei call center Vodafone Italia, attraverso cui sono stati ceduti 914 lavoratori. Tale cessione è stata sostanzialmente realizzata da tre società, ossia la Vodafone Italia (cedente), la Comdata Spa (controllante della cessionaria) e la Comdata Care Srl (cessionaria). Questa tripla partecipazione è addirittura contenuta nell’accordo sindacale, in cui risulta davvero difficile capire la separazione (sostanziale) fra l’attività d’impresa della Comdata rispetto a quella della Comdata Care.
A ciò si aggiunga che si tratta di attività che fanno perno sull’utilizzo di mezzi immateriali di produzione, prevalentemente dei CRM per la gestione del contatto con il cliente, che pone dei problemi relativi all’intreccio delle attività di governo fra società cedente e società cessionaria.
Il sistema di monitoraggio del mercato delle esternalizzazioni potrebbe agevolmente essere inserito nel più ampio sistema informativo previsto dalla recente normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
L'inevitabile soluzione per porre fine a questa battaglia legale senza precedenti , che ha ingiustamente leso i diritti dei lavoratori e della stessa Telecom Italia, è la reintegrazione di coloro che sono stati “illegittimamente” esternalizzati.
Lidia Undiemi dottoranda di ricerca presso il dipartimento di Diritto dell'Economia, dei Trasporti e dell'Ambiente dell'Università degli Studi di Palermo
Contatti: Tel.: 3280075669 – E-mail: li.undiemi@gmail.com
Ufficio Stampa Tel. 3381853105 - 3357511055
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venerdì 18 luglio 2008
PER I COLLEGHI COMDATA: QUALCHE PRECISAZIONE E CONSIDERAZIONE
Questo post è in risposta ai tantissimi contatti, mail e commenti di questi ultimi giorni da parte dei colleghi comdata che erano in sciopero il 16 luglio.
Innanzitutto ci preme sottolineare che questo blog non è e non sarà mai imparziale.
Questo blog è dalla parte dei lavoratori e soprattutto dei loro diritti.
Vuole essere strumento di informazione, di aggiornamento, di scambio di opinioni ma se c’è qualcosa che ci infastidisce, qualche commento inopportuno, qualcuno che ci è antipatico o che insulta senza motivo, o che dice cose che non vorremmo mai sentire né leggere, noi lo modereremo senza pensarci 2 volte.
Fatta questa doverosa premessa vogliamo esprimere il nostro pensiero circa lo sciopero del 16 luglio.
La lotta dei colleghi non è solo legittima ma SACROSANTA. Quando ho letto le vostre condizioni lavorative, il vostro livello di inquadramento, il vostro stipendio, quell’assurdo accordo che hanno voluto far passare sono inorridita. Non dovrebbe esserci neanche bisogno di scioperare per aver ciò che mi sembra il minimo ma visto che quest’azienda crede di avere schiavi anziché dipendenti allora che sciopero sia, anche ad oltranza se necessario.
Non ammetto e non permetterò mai più che sulle pagine di questo blog si scriva che chi ha scelto di aderire allo sciopero l’abbia fatto per passare una giornata diversa o per dormire di più la mattina. Non siamo più a scuola, in busta paga si troveranno una giornata lavorativa decurtata dallo stipendio che essendo già misero sottolinea e dimostra uno sforzo enorme (per dormire di più..?).
Incoraggio ad andare avanti e vi racconto la nostre condizioni contrattuali…
Le titolari di questo blog sono dipendenti Comdata Care, nata dalla maledetta cessione ramo d’azienda di Vodafone (ce la pagheranno cara). Pur svolgendo nei fatti lo stesso lavoro vostro, noi abbiamo le condizioni che avevamo in Vodafone (la legge che regolamenta le cessioni ramo d’azienda prevede questo) quindi a titolo di esempio il quinto livello (i TL il sesto) che con gli scatti di anzianità portano il nostro stipendio a circa 1.300 euro PIU’ i ticket restaurant da 5,68 euro l’uno (e i nostri contratti a tempo indeterminato sono figli di un’epoca -12 anni fa- in cui la parola “internale” era del tutto sconosciuta).
Ragazzi, tutto questo non ci è piovuto dal cielo, l’abbiamo conquistato in tanti anni di lotte e sacrifici, di scioperi, di contestazioni, di incazzature, di lavoro. Per questo vi dico ANDATE AVANTI nelle vostre battaglie, non fatevi intimidire da frasi senza senso che sono uscite dalla bocca di chi forse non ha cervello. Noi siamo disposti a scioperare se non ci aumentano il valore dei ticket e voi? Volete farvi sfruttare ancora per quanto tempo? Non vuol dire sputare nel piatto dove si mangia: io ringrazio Dio tutte le mattine per il lavoro che ho (e che mi sono conquistata) e che ho intenzione di svolgere al meglio. Vuol dire non farsi sfruttare, non farsi prendere in giro dai sindacati, non dover lottare per arrivare alla fine del mese pur trascorrendo la maggior parte della nostra vita in un ufficio.
Non entro nel merito di tutti i punti del vostro accordo anche perché rischio di andare a parlare di una realtà che non conosco bene ma secondo me chiedete fin troppo poco ed è raccapricciante doversi difendere dai sindacati che invece dovrebbero tutelare i nostri diritti (ma chi ci crede più?)
Vorrei spendere 2 parole per il comportamento e il linguaggio del dott. Codognotto. Un leader come lui non avrebbe dovuto mai perdere le staffe in quel modo, chiede ai suoi dipendenti di sopportare delle condizioni di stress ai limiti umani e lui di fronte a una protesta (si abitui perché è solo la prima) utilizza un linguaggio di quel tipo… Mi auguro con il cuore che se ne sia già scusato. Che usi il buon senso e la buona educazione di dare delle spiegazioni, tanto più che diversi colleghi ci hanno scritto che stavano valutando una querela. Spero non si arrivi a tanto ma sicuramente un suo gesto riparatore sarebbe opportuno. Ci vuole rispetto sig. Codognotto, nei confronti degli animali, degli esseri umani, dei suoi dipendenti. Rispetto. Le risorse vanno motivate non trattate in questo modo. C’ha mai provato?
Per concludere… avviso che d’ora in poi certi commenti verranno eliminati senza ripensamento. E siccome le titolari del blog oltre che lavorare tutto il giorno hanno anche famiglia e vita privata e non possono controllare sempre tutto ciò che viene commentato, chiediamo di segnalarci tutto ciò che non vi quadra. Accolgo e rilancio l’invito che ha fatto il collega lettore raven a non scrivere tutti i commenti come “anonimo” perché se siete in molti diventa impossibile capire chi scrive cosa. Chiamatevi pinco pallo, pippo, pluto, paperino, ma non anonimo gentilmente.
Innanzitutto ci preme sottolineare che questo blog non è e non sarà mai imparziale.
Questo blog è dalla parte dei lavoratori e soprattutto dei loro diritti.
Vuole essere strumento di informazione, di aggiornamento, di scambio di opinioni ma se c’è qualcosa che ci infastidisce, qualche commento inopportuno, qualcuno che ci è antipatico o che insulta senza motivo, o che dice cose che non vorremmo mai sentire né leggere, noi lo modereremo senza pensarci 2 volte.
Fatta questa doverosa premessa vogliamo esprimere il nostro pensiero circa lo sciopero del 16 luglio.
La lotta dei colleghi non è solo legittima ma SACROSANTA. Quando ho letto le vostre condizioni lavorative, il vostro livello di inquadramento, il vostro stipendio, quell’assurdo accordo che hanno voluto far passare sono inorridita. Non dovrebbe esserci neanche bisogno di scioperare per aver ciò che mi sembra il minimo ma visto che quest’azienda crede di avere schiavi anziché dipendenti allora che sciopero sia, anche ad oltranza se necessario.
Non ammetto e non permetterò mai più che sulle pagine di questo blog si scriva che chi ha scelto di aderire allo sciopero l’abbia fatto per passare una giornata diversa o per dormire di più la mattina. Non siamo più a scuola, in busta paga si troveranno una giornata lavorativa decurtata dallo stipendio che essendo già misero sottolinea e dimostra uno sforzo enorme (per dormire di più..?).
Incoraggio ad andare avanti e vi racconto la nostre condizioni contrattuali…
Le titolari di questo blog sono dipendenti Comdata Care, nata dalla maledetta cessione ramo d’azienda di Vodafone (ce la pagheranno cara). Pur svolgendo nei fatti lo stesso lavoro vostro, noi abbiamo le condizioni che avevamo in Vodafone (la legge che regolamenta le cessioni ramo d’azienda prevede questo) quindi a titolo di esempio il quinto livello (i TL il sesto) che con gli scatti di anzianità portano il nostro stipendio a circa 1.300 euro PIU’ i ticket restaurant da 5,68 euro l’uno (e i nostri contratti a tempo indeterminato sono figli di un’epoca -12 anni fa- in cui la parola “internale” era del tutto sconosciuta).
Ragazzi, tutto questo non ci è piovuto dal cielo, l’abbiamo conquistato in tanti anni di lotte e sacrifici, di scioperi, di contestazioni, di incazzature, di lavoro. Per questo vi dico ANDATE AVANTI nelle vostre battaglie, non fatevi intimidire da frasi senza senso che sono uscite dalla bocca di chi forse non ha cervello. Noi siamo disposti a scioperare se non ci aumentano il valore dei ticket e voi? Volete farvi sfruttare ancora per quanto tempo? Non vuol dire sputare nel piatto dove si mangia: io ringrazio Dio tutte le mattine per il lavoro che ho (e che mi sono conquistata) e che ho intenzione di svolgere al meglio. Vuol dire non farsi sfruttare, non farsi prendere in giro dai sindacati, non dover lottare per arrivare alla fine del mese pur trascorrendo la maggior parte della nostra vita in un ufficio.
Non entro nel merito di tutti i punti del vostro accordo anche perché rischio di andare a parlare di una realtà che non conosco bene ma secondo me chiedete fin troppo poco ed è raccapricciante doversi difendere dai sindacati che invece dovrebbero tutelare i nostri diritti (ma chi ci crede più?)
Vorrei spendere 2 parole per il comportamento e il linguaggio del dott. Codognotto. Un leader come lui non avrebbe dovuto mai perdere le staffe in quel modo, chiede ai suoi dipendenti di sopportare delle condizioni di stress ai limiti umani e lui di fronte a una protesta (si abitui perché è solo la prima) utilizza un linguaggio di quel tipo… Mi auguro con il cuore che se ne sia già scusato. Che usi il buon senso e la buona educazione di dare delle spiegazioni, tanto più che diversi colleghi ci hanno scritto che stavano valutando una querela. Spero non si arrivi a tanto ma sicuramente un suo gesto riparatore sarebbe opportuno. Ci vuole rispetto sig. Codognotto, nei confronti degli animali, degli esseri umani, dei suoi dipendenti. Rispetto. Le risorse vanno motivate non trattate in questo modo. C’ha mai provato?
Per concludere… avviso che d’ora in poi certi commenti verranno eliminati senza ripensamento. E siccome le titolari del blog oltre che lavorare tutto il giorno hanno anche famiglia e vita privata e non possono controllare sempre tutto ciò che viene commentato, chiediamo di segnalarci tutto ciò che non vi quadra. Accolgo e rilancio l’invito che ha fatto il collega lettore raven a non scrivere tutti i commenti come “anonimo” perché se siete in molti diventa impossibile capire chi scrive cosa. Chiamatevi pinco pallo, pippo, pluto, paperino, ma non anonimo gentilmente.
NO AL TESTO DI REGOLAMENTAZIONE DEI PART TIME COMDATA CARE!
Il 16 Giugno Comdatacare, su richiesta di Cgil, Cisl e Uil ha sottoscritto un testo che, in sintesi, prevede:
1) per i PT Vert di Italia (ma mancava di nominare solo quelli di Roma) l'estensione dell'accordo di Padova che prevede il riconoscimento del 70% LORDO delle maggiorazioni notturne ed eventualmente domenicali perdute.
2) per i PT Orizzontali con turni tra le 22 e le 24, il riconoscimento mensile del 70% LORDO della maggiorazione notturna (un'inezia in termini economici), calcolata SU BASE MEDIA DEGLI ULTIMI 3 MESI ma solo nel caso in cui siano soddisfatte le seguenti 2 condizioni:
- il dipendente è impattato dalla riorganizzazione;
- il dipendente HA DI FATTO LAVORATO TRA LE 22 E LE 24 NEGLI ULTIMI TRE MESI
è in base a quante ore tra le 22 e le 24 hai lavoratoc negli ultimi 3 mesi che verrà calcolata la media mensile, corrisposta in busta paga al 70% lordo.
Questo testo, che Cgil, Cisl e Uil hanno tentato di venderci come grande conquista e dimostrazione della loro capacità di ottenere NEI FATTI condizioni MIGLIORI per i dipendenti Comdatacare altro non è che FUMO!!!
INFATTI
Non cambia di una virgola la questione dei PT Vert in quanto i lavoratori di Roma non vogliono solo il 70% .
A Roma, Napoli, Ivrea e Padova (ancora non sappiamo su Milano) i lavoratori PT Orizz che soddisfano quelle condizioni e che quindi possono usufruire dell'indennità economica sono:
ZERO
BASTA CON I SOLITI GIOCHETTI!
STIAMO SCOPRENDO GIORNO PER GIORNO SULLA NOSTRA PELLE LE DEBOLEZZE DI QUELL'ACCORDO DI CESSIONE E NON SIAMO PIU' DISPOSTI A CREDERE ED ACCETTARE ALTRI ACCORDI CHE NON TUTELINO REALMENTE I NOSTRI DIRITTI!
L'azienda con questo testo non ha fatto che confermare la sua volontà di non risconoscere indennità a tutti quei lavoratori part time che da mesi non godono più delle maggiorazioni notturne e festive che i loro contratti individuali e i precedenti accordi sindacali Vodafone prevedevano.
NON FARTI INGANNARE! NULLA E' CAMBIATO RISPETTO A PRIMA!
COORDINAMENTO NAZIONALE COBAS COMDATACARE
***************************************************************************************
Come Cets ci teniamo a sottolineare e ricordare che:
1) per i PT Vert di Italia (ma mancava di nominare solo quelli di Roma) l'estensione dell'accordo di Padova che prevede il riconoscimento del 70% LORDO delle maggiorazioni notturne ed eventualmente domenicali perdute.
2) per i PT Orizzontali con turni tra le 22 e le 24, il riconoscimento mensile del 70% LORDO della maggiorazione notturna (un'inezia in termini economici), calcolata SU BASE MEDIA DEGLI ULTIMI 3 MESI ma solo nel caso in cui siano soddisfatte le seguenti 2 condizioni:
- il dipendente è impattato dalla riorganizzazione;
- il dipendente HA DI FATTO LAVORATO TRA LE 22 E LE 24 NEGLI ULTIMI TRE MESI
è in base a quante ore tra le 22 e le 24 hai lavoratoc negli ultimi 3 mesi che verrà calcolata la media mensile, corrisposta in busta paga al 70% lordo.
Questo testo, che Cgil, Cisl e Uil hanno tentato di venderci come grande conquista e dimostrazione della loro capacità di ottenere NEI FATTI condizioni MIGLIORI per i dipendenti Comdatacare altro non è che FUMO!!!
INFATTI
Non cambia di una virgola la questione dei PT Vert in quanto i lavoratori di Roma non vogliono solo il 70% .
A Roma, Napoli, Ivrea e Padova (ancora non sappiamo su Milano) i lavoratori PT Orizz che soddisfano quelle condizioni e che quindi possono usufruire dell'indennità economica sono:
ZERO
BASTA CON I SOLITI GIOCHETTI!
STIAMO SCOPRENDO GIORNO PER GIORNO SULLA NOSTRA PELLE LE DEBOLEZZE DI QUELL'ACCORDO DI CESSIONE E NON SIAMO PIU' DISPOSTI A CREDERE ED ACCETTARE ALTRI ACCORDI CHE NON TUTELINO REALMENTE I NOSTRI DIRITTI!
L'azienda con questo testo non ha fatto che confermare la sua volontà di non risconoscere indennità a tutti quei lavoratori part time che da mesi non godono più delle maggiorazioni notturne e festive che i loro contratti individuali e i precedenti accordi sindacali Vodafone prevedevano.
NON FARTI INGANNARE! NULLA E' CAMBIATO RISPETTO A PRIMA!
COORDINAMENTO NAZIONALE COBAS COMDATACARE
***************************************************************************************
Come Cets ci teniamo a sottolineare e ricordare che:
- il testo stilato dall'azienda è totalmente inutile, come già ampiamente dimostrato nel volantino Cobas sopra riportato;
- che le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, le quali avevano aperto le procedure di raffreddamento con l'azienda per questa regolamentazione, avendo avuto dall'azienda una risposta, inutile e ridicola, circa l'argomento, non potranno continuare con le procedure di raffreddamento/sciopero;
- le procedure di raffreddamento sono invece mantenute in piedi dai Cobas;
- I COBAS NASCONO IN ANTITESI AI SINDACATI, pertanto si tratta di lavoratori che si organizzano per contrastare il potere dei sindacati confederali;
- è necessario tesserarsi Cobas, non si tratta nè di una tessera di partito, nè di una tessera sindacale. Il contributo di 4 euro mensili consente il sostentamento dell'attività dei lavoratori volenterosi che autonomamente intendono tutelarsi nei confronti delle aziende nonchè dei sindacati stessi;- la presenza delle Rsu Cobas testimonia il voto e la scelta dei lavoratori, ma è necessario che sia supportata anche dal tesseramento, a sostentamento delle ns azioni;
- i Cobas hanno richiesto a Cgil, Cisl e Uil, tramite corrispondenza, di sedersi a tavolino per stilare un accordo comune relativamente alla contrattazione di II livello, MA TALI SIGLE SINDACALI NON HANNO MAI RISPOSTO ALLA RICHIESTA DEI COBAS, OVVERO ALLA RICHIESTA DEI LAVORATORI;
- in ben 2 comunicati Cgil, Cisl e Uil hanno sottolineato che sono gli unici soggetti a controfirmare i contratti, ma l'art. 19 dello statuto dei Lavoratori NON PREVEDE ALCUNA ESCLUSIONE DI QUALSIASI SOGGETTO, oltre ai sindacati sopra citati, PER LA SOTTOSCRIZIONE DEI CONTRATTI. Pertanto il messaggio passato da Cgil, Cisl e Uil è menzognero e volto a confondere e disinformare i lavoratori (non cadiamo in simili vili tranelli, vero sig. Genovesi?);
- eventuali assemblee che potrebbero essere richieste da Cgil, Cisl e Uil in questo periodo sarebbero convocate durante l'assenza dei rappresentanti delle Rsu di Roma, pertanto sarebbe corretto ed auspicabile chiedere di rinviarle o, qualora tale richiesta dei lavoratori venisse per l'ennesima volta non rispettata, sarebbe auspicabile NON PARTECIPARE!
- non firmate, come part-time, alcuna lettera circa il trattamento per i Veritcali e gli Orizzontali illustrato in questo post;
- è opportuno che i colleghi Rsu Cobas ricevano le copie dei contratti di assunzione dei part-time orizzontali, affinchè possano prenderne visione e meglio tutelarci.
Non facciamoci ancora prendere in giro, non demotivatevi e non abituatevi a non avere nulla, perchè di questo stiamo parlando....ci stanno dando il nulla!
giovedì 17 luglio 2008
PROCESSO ALLE INTENZIONI
E' precario, ruberà ancora.
Il giudice nega i domiciliari
Se sei un precario hai più possibilità di delinquere perché senza stipendio sei disperato e, quindi, non ottieni i domiciliari.
«L’indagato non ha una stabile attività lavorativa e in futuro potrebbe trovarsi nuovamente in difficoltà economiche», scrive il Tribunale del Riesame di Genova.
È l’ultimo paradosso partorito da una giustizia che da un lato non concede i domiciliari a un uomo senza precedenti che tenta una rapina e dall’altro scarcera i mafiosi per decorrenza dei termini.
La storia è semplice nonostante l’ingranaggio giudiziario in cui è finita l’abbia trasformata in un caso-limite. G. L. ha trentasei anni, un lavoro come commesso in un supermercato, una moglie e una figlia di sei anni. Non è un disperato. Ma vuole migliorare, per questo accetta un’offerta di lavoro come responsabile di settore di un altro supermercato. Gli propongono un contratto di sei mesi ma l’assunzione è assicurata e le prospettive di carriera sono buone. Lui firma e si licenzia. Il primo luglio avrebbe smesso i panni di commesso e indossato quello di responsabile di settore. In mezzo ci sono due mesi senza stipendio in cui la sua vita si ribalta come un tir: si separa dalla moglie e deve pagare gli alimenti, deve prendere una casa in affitto. G. ha un tracollo finanziario. Un giorno legge su un giornale la notizia di una rapina in banca. E quel pensiero diventa un’ossessione fino a quando decide di tentare una rapina. Fallisce, e l'uomo viene arrestato.
Il suo avvocato chiede i domiciliari e spiega la situazione di "falsa" precarietà e il momento drammatico che l'uomo stava vivendo.
I domiciliari vengono negati, la motivazione fa restare di stucco.
Il giudice nega i domiciliari
Se sei un precario hai più possibilità di delinquere perché senza stipendio sei disperato e, quindi, non ottieni i domiciliari.
«L’indagato non ha una stabile attività lavorativa e in futuro potrebbe trovarsi nuovamente in difficoltà economiche», scrive il Tribunale del Riesame di Genova.
È l’ultimo paradosso partorito da una giustizia che da un lato non concede i domiciliari a un uomo senza precedenti che tenta una rapina e dall’altro scarcera i mafiosi per decorrenza dei termini.
La storia è semplice nonostante l’ingranaggio giudiziario in cui è finita l’abbia trasformata in un caso-limite. G. L. ha trentasei anni, un lavoro come commesso in un supermercato, una moglie e una figlia di sei anni. Non è un disperato. Ma vuole migliorare, per questo accetta un’offerta di lavoro come responsabile di settore di un altro supermercato. Gli propongono un contratto di sei mesi ma l’assunzione è assicurata e le prospettive di carriera sono buone. Lui firma e si licenzia. Il primo luglio avrebbe smesso i panni di commesso e indossato quello di responsabile di settore. In mezzo ci sono due mesi senza stipendio in cui la sua vita si ribalta come un tir: si separa dalla moglie e deve pagare gli alimenti, deve prendere una casa in affitto. G. ha un tracollo finanziario. Un giorno legge su un giornale la notizia di una rapina in banca. E quel pensiero diventa un’ossessione fino a quando decide di tentare una rapina. Fallisce, e l'uomo viene arrestato.
Il suo avvocato chiede i domiciliari e spiega la situazione di "falsa" precarietà e il momento drammatico che l'uomo stava vivendo.
I domiciliari vengono negati, la motivazione fa restare di stucco.
Riuscito lo sciopero dei lavoratori Comdata
Comdata: we dare!
Sciopero nazionale in tutte le sedi, grande successo a Torino e Ivrea
L'amministratore delegato perde le staffe e ordina la serrata.
L'avevano promesso e l'hanno mantenuto: i lavoratori e le lavoratrici di Comdata, la più grande azienda italiana di call center in outsourcing, hanno incrociato le braccia per tutta la giornata contro l'accordo firmato da direzione aziendale, Cgil e Cisl, che lega il premio di risultato agli incrementi dei ricavi annuali, istituisce maggiore flessibilità oraria, aumenta il controllo a distanza degli operatori ed infine cerca di mettere le mani nelle tasche già semi-vuote dei lavoratori attraverso l'istituzione di una polizza sanitaria integrativa.
Nonostante il boicottaggio di Cgil e Cisl, nonostante le aperte intimidazioni di capi e capetti, la maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici hanno risposto all'appello di FLMU-CUB, COBAS e UIL per la disdetta dell'accordo e la riapertura di un tavolo di trattativa che punti all'ottenimento dei buoni pasto, allo scatto automatico di livello dopo 36 mesi e ad un vero premio di risultato non vincolato al tasso di incremento, ma al totale dei (tanti) profitti fatti dall'azienda.
In particolare, a Torino ed Ivrea, i due presidi organizzati dai Collettivi Lavoratori Comdata (CUB e COBAS) e dalle RSU della UIL hanno visto una massiccia partecipazione.
Nella commessa ENI è andato in tilt il numero verde, in quella Vodafone di Ivrea su 400 lavoratori sono entrati in 20, in quella Wind-Infostrada i tempi di attesa sono biblici.
In attesa di avere dati più precisi anche dalle altre sedi, la certezza di aver centrato il risultato è stata resa evidente dall'atteggiamento dell'amministratore delegato di Comdata, Lorenzo Codognotto.
Presente a Torino, il numero uno dell'azienda ha dato in escandescenza apostrofando i lavoratori con un bel "fuori dai c.....!".
Ma gli scioperanti, per niente intimiditi si sono a quel punto posizionati fuori dalla porta aziendale, occupando tutto il marciapiede antistante, ricordando al sig. Codognotto che quello è suolo pubblico e non proprietà di Comdata.
A quel punto è stato dato l'ordine di chiudere le porte, impedendo quindi a tutti (anche ai crumiri!) di entrare per lavorare.
Il presidio è continuato partecipato e rumoroso, dando un segnale inequivocabile all'azienda e ai sindacati compiacenti: quell'accordo va ritirato subito!
Sciopero nazionale in tutte le sedi, grande successo a Torino e Ivrea
L'amministratore delegato perde le staffe e ordina la serrata.
L'avevano promesso e l'hanno mantenuto: i lavoratori e le lavoratrici di Comdata, la più grande azienda italiana di call center in outsourcing, hanno incrociato le braccia per tutta la giornata contro l'accordo firmato da direzione aziendale, Cgil e Cisl, che lega il premio di risultato agli incrementi dei ricavi annuali, istituisce maggiore flessibilità oraria, aumenta il controllo a distanza degli operatori ed infine cerca di mettere le mani nelle tasche già semi-vuote dei lavoratori attraverso l'istituzione di una polizza sanitaria integrativa.
Nonostante il boicottaggio di Cgil e Cisl, nonostante le aperte intimidazioni di capi e capetti, la maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici hanno risposto all'appello di FLMU-CUB, COBAS e UIL per la disdetta dell'accordo e la riapertura di un tavolo di trattativa che punti all'ottenimento dei buoni pasto, allo scatto automatico di livello dopo 36 mesi e ad un vero premio di risultato non vincolato al tasso di incremento, ma al totale dei (tanti) profitti fatti dall'azienda.
In particolare, a Torino ed Ivrea, i due presidi organizzati dai Collettivi Lavoratori Comdata (CUB e COBAS) e dalle RSU della UIL hanno visto una massiccia partecipazione.
Nella commessa ENI è andato in tilt il numero verde, in quella Vodafone di Ivrea su 400 lavoratori sono entrati in 20, in quella Wind-Infostrada i tempi di attesa sono biblici.
In attesa di avere dati più precisi anche dalle altre sedi, la certezza di aver centrato il risultato è stata resa evidente dall'atteggiamento dell'amministratore delegato di Comdata, Lorenzo Codognotto.
Presente a Torino, il numero uno dell'azienda ha dato in escandescenza apostrofando i lavoratori con un bel "fuori dai c.....!".
Ma gli scioperanti, per niente intimiditi si sono a quel punto posizionati fuori dalla porta aziendale, occupando tutto il marciapiede antistante, ricordando al sig. Codognotto che quello è suolo pubblico e non proprietà di Comdata.
A quel punto è stato dato l'ordine di chiudere le porte, impedendo quindi a tutti (anche ai crumiri!) di entrare per lavorare.
Il presidio è continuato partecipato e rumoroso, dando un segnale inequivocabile all'azienda e ai sindacati compiacenti: quell'accordo va ritirato subito!
mercoledì 16 luglio 2008
COMUNICATO TRATTATIVA COMDATA CARE - Cobas
PIATTAFORMA DI SECONDO LIVELLO, SECONDO INCONTRO.
Lo scorso 10 Luglio ha avuto luogo il secondo degli incontri tra rappresentanze sindacali ed i vertici aziendali finalizzati alla costruzione della piattaforma contrattuale
di secondo livello.
E' estremamente GRAVE IL FATTO CHE L'AZIENDA ANCORA NON DIA ALLA PIATTAFORMA SCELTA ED EMENDATA A ROMA E NAPOLI E SOSTENUTA DA PARTE DEI COLLEGHI DI IVREA, NON SOLO LO SPAZIO DI DISCUSSIONE DOVUTO, MA NEANCHE L'ASCOLTO CHE QUELLE RIVENDICAZIONI MERITANO, ALMENO PER RISPETTO DELLA VOLONTÀ ESPRESSA DAI LAVORATORI.
Se da una parte, appena il 10 Luglio scorso, l'azienda a parole ha affermato che il gruppo Comdata ha (citiamo testualmente) nel proprio DNA l'ascolto dei suoi dipendenti, dall'altra NEI FATTI dimostra che questo ascolto evidentemente e' abituata a darlo solo a quella
PARTE di dipendenti che piu' le conviene ascoltare!!!
Continua come sempre il nostro impegno per essere la voce delle esigenze di tutti noi, e pertanto ABBIAMO GIÀ PROVVEDUTO AD APRIRE, IN QUALITÀ DI STRUTTURA SINDACALE
COBAS, LE PROCEDURE DI RAFFREDDAMENTO necessarie se occorrerrà intraprendere iniziative di lotta e di sciopero.
Il 10 Luglio intanto, in risposta ad una inspiegabile fretta delle altre organizzazioni sindacali, utile solo a generare i proverbiali gattini ciechi, i vertici aziendali si sono fatti carico di produrre un TESTO con una serie di risposte a quasi tutte le tematiche oggetto delle rivendicazioni, CHIEDENDO ALCUNI GIORNI PER ELABORARE UN TESTO CHE AFFRONTI CONCRETAMENTE I VARI PUNTI.
In qualità di Rappresentanti dei Lavoratori riteniamo che l'atteggiamento più responsabile da tenere nei confronti di tutte le persone che ci hanno chiamato a rappresentarle sia quello di attendere questo tempo comunque ragionevole, visto che il prossimo appuntamento è stato fissato al prossimo 25 Luglio, ED ASCOLTARE QUESTE PROPOSTE, CAPIRE QUANTO SIANO PIÙ O MENO VICINE ALLE ESIGENZE PALESATE DA TUTTI NOI LAVORATORI, E SOLTANTO ALLORA DECIDERE ASSIEME A TUTTI VOI, SE ESISTE UNA REALE POSSIBILITÀ DI DIALOGO, O SE INVECE LE RISPOSTE NON SONO SODDISFACENTI, SE DOVREMO SCEGLIERE LA VIA DELLO SCONTRO PER RIVENDICARE UNA DIGNITOSA
ED ADEGUATA STRUTTURA CONTRATTUALE.
All'azienda ricordiamo che questo è il momento in cui occorre necessariamente produrre risposte soddisfacenti in termini di stabilizzazione del lavoro, riorganizzazione di tutta la sfera concernente la turnistica e la gestione degli istituti come ferie e permessi, e adeguamento economico come quelli relativi alla revisione del valore dei ticket e ridefinizione dei parametri per il calcolo del PDR.
QUESTO È IL MOMENTO DI DIMOSTRARE A TUTTI I LAVORATORI L'INTENZIONE DI STABILITÀ CHE PROCLAMA IN TUTTE LE PLENARIE, DI RISPONDERE CON ALTRETTANTA RESPONSABILITÀ A QUELLA CHE NOI MOSTREREMO ATTENDENDO LA LORO PROPOSTA.
All'azienda ricordiamo che è necessario trovare una quadra a livello nazionale su tutti questi temi, e lasciare comunque spazi territoriali per la risoluzione delle esigenze legate a ciascuna sede, come le risoluzioni delle tematiche legate alla turnistica, come l'adeguamento economico delle persone che dovranno rinunciare al PT verticale, realtà questa che rimane da normare solo a Roma e che quindi non può che essere gestita sul territorio stesso, attraverso il confronto con le persone impattate.
Non abbiamo dimenticato quanto sciagurato fosse quell'accordo di cessione, quanto poco ci garantisse; ed oggi, a pochi mesi dall'esternalizzazione, tutta l'instabilità che i soliti noti hanno ritenuto di sottoscrivere per conto nostro appare già tristemente chiara a tutti.
Non ci interessa e non sosterremo alcun percorso di lotta atto alla rivendicazione della corretta applicazione di quell'obbrobrio, e non ci riguarderanno azioni di lotta che intendono pesare sulla busta paga di quegli stessi lavoratori che, ANCHE PER COLPA DI CGIL, CISL E UIL CHE SI
SONO RIFIUTATE DI TROVARE CON NOI UN TESTO UNICO DELLA
PIATTAFORMA, non hanno ancora uno spazio rivendicativo per le proprie richieste.
A PROPOSTE AZIENDALI INADEGUATE RISPONDEREMO CON AUTONOME
INIZIATIVE DI LOTTA.
Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care.
Lo scorso 10 Luglio ha avuto luogo il secondo degli incontri tra rappresentanze sindacali ed i vertici aziendali finalizzati alla costruzione della piattaforma contrattuale
di secondo livello.
E' estremamente GRAVE IL FATTO CHE L'AZIENDA ANCORA NON DIA ALLA PIATTAFORMA SCELTA ED EMENDATA A ROMA E NAPOLI E SOSTENUTA DA PARTE DEI COLLEGHI DI IVREA, NON SOLO LO SPAZIO DI DISCUSSIONE DOVUTO, MA NEANCHE L'ASCOLTO CHE QUELLE RIVENDICAZIONI MERITANO, ALMENO PER RISPETTO DELLA VOLONTÀ ESPRESSA DAI LAVORATORI.
Se da una parte, appena il 10 Luglio scorso, l'azienda a parole ha affermato che il gruppo Comdata ha (citiamo testualmente) nel proprio DNA l'ascolto dei suoi dipendenti, dall'altra NEI FATTI dimostra che questo ascolto evidentemente e' abituata a darlo solo a quella
PARTE di dipendenti che piu' le conviene ascoltare!!!
Continua come sempre il nostro impegno per essere la voce delle esigenze di tutti noi, e pertanto ABBIAMO GIÀ PROVVEDUTO AD APRIRE, IN QUALITÀ DI STRUTTURA SINDACALE
COBAS, LE PROCEDURE DI RAFFREDDAMENTO necessarie se occorrerrà intraprendere iniziative di lotta e di sciopero.
Il 10 Luglio intanto, in risposta ad una inspiegabile fretta delle altre organizzazioni sindacali, utile solo a generare i proverbiali gattini ciechi, i vertici aziendali si sono fatti carico di produrre un TESTO con una serie di risposte a quasi tutte le tematiche oggetto delle rivendicazioni, CHIEDENDO ALCUNI GIORNI PER ELABORARE UN TESTO CHE AFFRONTI CONCRETAMENTE I VARI PUNTI.
In qualità di Rappresentanti dei Lavoratori riteniamo che l'atteggiamento più responsabile da tenere nei confronti di tutte le persone che ci hanno chiamato a rappresentarle sia quello di attendere questo tempo comunque ragionevole, visto che il prossimo appuntamento è stato fissato al prossimo 25 Luglio, ED ASCOLTARE QUESTE PROPOSTE, CAPIRE QUANTO SIANO PIÙ O MENO VICINE ALLE ESIGENZE PALESATE DA TUTTI NOI LAVORATORI, E SOLTANTO ALLORA DECIDERE ASSIEME A TUTTI VOI, SE ESISTE UNA REALE POSSIBILITÀ DI DIALOGO, O SE INVECE LE RISPOSTE NON SONO SODDISFACENTI, SE DOVREMO SCEGLIERE LA VIA DELLO SCONTRO PER RIVENDICARE UNA DIGNITOSA
ED ADEGUATA STRUTTURA CONTRATTUALE.
All'azienda ricordiamo che questo è il momento in cui occorre necessariamente produrre risposte soddisfacenti in termini di stabilizzazione del lavoro, riorganizzazione di tutta la sfera concernente la turnistica e la gestione degli istituti come ferie e permessi, e adeguamento economico come quelli relativi alla revisione del valore dei ticket e ridefinizione dei parametri per il calcolo del PDR.
QUESTO È IL MOMENTO DI DIMOSTRARE A TUTTI I LAVORATORI L'INTENZIONE DI STABILITÀ CHE PROCLAMA IN TUTTE LE PLENARIE, DI RISPONDERE CON ALTRETTANTA RESPONSABILITÀ A QUELLA CHE NOI MOSTREREMO ATTENDENDO LA LORO PROPOSTA.
All'azienda ricordiamo che è necessario trovare una quadra a livello nazionale su tutti questi temi, e lasciare comunque spazi territoriali per la risoluzione delle esigenze legate a ciascuna sede, come le risoluzioni delle tematiche legate alla turnistica, come l'adeguamento economico delle persone che dovranno rinunciare al PT verticale, realtà questa che rimane da normare solo a Roma e che quindi non può che essere gestita sul territorio stesso, attraverso il confronto con le persone impattate.
Non abbiamo dimenticato quanto sciagurato fosse quell'accordo di cessione, quanto poco ci garantisse; ed oggi, a pochi mesi dall'esternalizzazione, tutta l'instabilità che i soliti noti hanno ritenuto di sottoscrivere per conto nostro appare già tristemente chiara a tutti.
Non ci interessa e non sosterremo alcun percorso di lotta atto alla rivendicazione della corretta applicazione di quell'obbrobrio, e non ci riguarderanno azioni di lotta che intendono pesare sulla busta paga di quegli stessi lavoratori che, ANCHE PER COLPA DI CGIL, CISL E UIL CHE SI
SONO RIFIUTATE DI TROVARE CON NOI UN TESTO UNICO DELLA
PIATTAFORMA, non hanno ancora uno spazio rivendicativo per le proprie richieste.
A PROPOSTE AZIENDALI INADEGUATE RISPONDEREMO CON AUTONOME
INIZIATIVE DI LOTTA.
Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care.
COMUNICATO TRATTATIVA COMDATA CARE - CGIL-CISL-UIL
Il giorno 10 Luglio u.s. a Roma, presso l'Unione Industriale, si sono incontrate le Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, le RSU e i rappresentanti di Comdata Care, per discutere la piattaforma di 2° livello inviata all’azienda nel maggio 2008.
In apertura del confronto è stato inoltre sottolineato dalle OO.SS. e dalle RSU come, rispetto ai tempi e alle modalità della riorganizzazione di Comdata Care (si veda il comunicato sindacale precedente), l’azienda continua a compiere evidenti forzature, non rispettando quanto dichiarato negli incontri precedenti ed evitando di coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori e le OO.SS..
Per tanto è stato chiesto all’azienda di interrompere il processo di riorganizzazione fino a quanto gli obbiettivi non saranno chiari e definiti e fino a quando l’azienda non riconoscerà i rischi di demansionamento insiti nel progetto. In ogni caso poi per SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL occorre dare seguito alla richiesta sindacale di compensazione economica per tutti quei lavoratori (part-time verticali nei week end e lavoratori che prima ruotavano su fasce con maggiorazioni economiche notturne) che, dalla riorganizzazione, rischiano di rimetterci in termini salariali.
Al riguardo l’azienda ha risposto positivamente solo in minima parte alle nostre richieste, dando disponibilità a compensare economicamente i lavoratori part-time verticali coinvolti nella riorganizzazione in tutta Italia (come già avvenuto con un accordo in sede locale a Padova, riconoscendo un bonus pari al 70% delle maggiorazioni per lavoro festivo), mentre si è detta indisponibile a riconoscere tali compensazioni per i lavoratori che operavano in fasce notturne.
Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL riteniamo che non si possano fare discriminazioni e che tutti i lavoratori dell’azienda, in tutte le sedi, debbano vedersi riconoscere un principio di compensazione, in quanto la riorganizzazione di Comdata Care è una scelta unilaterale aziendale e non certo una scelta del singolo lavoratore. Non è solo una questione di solidarietà tra tutti i lavoratori impattati, ma è anche e soprattutto una questione di giustizia, al fine di non alimentare divisioni tra i dipendenti di Comdata Care (divisione che andrebbe a tutto vantaggio dell’azienda, facendo passare il principio che vi possano essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B).
In relazione al confronto sul 2° livello, l’azienda ha dato disponibilità a discutere sul Premio di Risultato, ricercando parametri più specifici alla realtà di Comdata Care, in particolare in termini di qualità. Per tanto è stata accolta la proposta sindacale di istituire un gruppo di lavoro che, come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL si è preteso essere composto da 4 componenti sindacali (4 RSU cioè, eventualmente con il supporto delle strutture sindacali se richiesto), al fine di garantire noi la massima partecipazione delle RSU.
Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL abbiamo poi evidenziato l’importanza non solo del tema economico, ma anche delle rivendicazioni normative. In particolare occorrono interventi positivi per garantire ai dipendenti un diritto di precedenza in caso di aumenti dei volumi prima di ricorrere a eventuali lavoratori in somministrazione (passaggi temporanei a 8 ore) nonché interventi su turni, benessere, flessibilità positive, formazione e 150 ore. Temi che oggi per noi si possono affrontare con maggiore facilità in quanto l’organizzazione di Comdata Care ha meno rigidità rispetto a Vodafone.
Nonostante siano trascorsi due mesi, Comdata care – sui punti normativi specifici – ha dichiarato però di non essere pronta alla discussione e di doversi ancora confrontare con il suo maggior cliente (Vodafone) prima di poter esprimere giudizi in merito alle rivendicazioni sostenute da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uicom-Uil, uniche organizzazioni titolate alla presentazione di piattaforme per i contratti collettivi aziendali in quanto firmatarie del CCNL.
In ogni caso l'azienda si è dichiarata disponibile ad affrontare le tematiche sopra indicate in un prossimo incontro che avrebbe fissato per il 25 luglio 2008.
Considerate le poche, se non nulle, risposte in merito alle rivendicazioni della piattaforma, l’ambiguità delle posizioni espresse da Comdata Care, la tattica dilazionatoria messa in campo dalla controparte e l’indisponibilità a ripensare le modalità con cui si va procedendo alla riorganizzazione, SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e la maggioranza delle Rsu presenti hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione a livello nazionale, aprendo le procedure per un eventuale sciopero ai primi di Settembre e indicendo già per i prossimi giorni assemblee informative in tutte le sedi.
Sta ora all’azienda dimostrare di voler fare sul serio “mettendo tutte le carte sul tavolo”, dimostrando quel senso di responsabilità e di attenzione ai lavoratori che a parole dichiara, ma che nei fatti è tutto ancora da verificare.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL
In apertura del confronto è stato inoltre sottolineato dalle OO.SS. e dalle RSU come, rispetto ai tempi e alle modalità della riorganizzazione di Comdata Care (si veda il comunicato sindacale precedente), l’azienda continua a compiere evidenti forzature, non rispettando quanto dichiarato negli incontri precedenti ed evitando di coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori e le OO.SS..
Per tanto è stato chiesto all’azienda di interrompere il processo di riorganizzazione fino a quanto gli obbiettivi non saranno chiari e definiti e fino a quando l’azienda non riconoscerà i rischi di demansionamento insiti nel progetto. In ogni caso poi per SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL occorre dare seguito alla richiesta sindacale di compensazione economica per tutti quei lavoratori (part-time verticali nei week end e lavoratori che prima ruotavano su fasce con maggiorazioni economiche notturne) che, dalla riorganizzazione, rischiano di rimetterci in termini salariali.
Al riguardo l’azienda ha risposto positivamente solo in minima parte alle nostre richieste, dando disponibilità a compensare economicamente i lavoratori part-time verticali coinvolti nella riorganizzazione in tutta Italia (come già avvenuto con un accordo in sede locale a Padova, riconoscendo un bonus pari al 70% delle maggiorazioni per lavoro festivo), mentre si è detta indisponibile a riconoscere tali compensazioni per i lavoratori che operavano in fasce notturne.
Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL riteniamo che non si possano fare discriminazioni e che tutti i lavoratori dell’azienda, in tutte le sedi, debbano vedersi riconoscere un principio di compensazione, in quanto la riorganizzazione di Comdata Care è una scelta unilaterale aziendale e non certo una scelta del singolo lavoratore. Non è solo una questione di solidarietà tra tutti i lavoratori impattati, ma è anche e soprattutto una questione di giustizia, al fine di non alimentare divisioni tra i dipendenti di Comdata Care (divisione che andrebbe a tutto vantaggio dell’azienda, facendo passare il principio che vi possano essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B).
In relazione al confronto sul 2° livello, l’azienda ha dato disponibilità a discutere sul Premio di Risultato, ricercando parametri più specifici alla realtà di Comdata Care, in particolare in termini di qualità. Per tanto è stata accolta la proposta sindacale di istituire un gruppo di lavoro che, come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL si è preteso essere composto da 4 componenti sindacali (4 RSU cioè, eventualmente con il supporto delle strutture sindacali se richiesto), al fine di garantire noi la massima partecipazione delle RSU.
Come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL abbiamo poi evidenziato l’importanza non solo del tema economico, ma anche delle rivendicazioni normative. In particolare occorrono interventi positivi per garantire ai dipendenti un diritto di precedenza in caso di aumenti dei volumi prima di ricorrere a eventuali lavoratori in somministrazione (passaggi temporanei a 8 ore) nonché interventi su turni, benessere, flessibilità positive, formazione e 150 ore. Temi che oggi per noi si possono affrontare con maggiore facilità in quanto l’organizzazione di Comdata Care ha meno rigidità rispetto a Vodafone.
Nonostante siano trascorsi due mesi, Comdata care – sui punti normativi specifici – ha dichiarato però di non essere pronta alla discussione e di doversi ancora confrontare con il suo maggior cliente (Vodafone) prima di poter esprimere giudizi in merito alle rivendicazioni sostenute da Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uicom-Uil, uniche organizzazioni titolate alla presentazione di piattaforme per i contratti collettivi aziendali in quanto firmatarie del CCNL.
In ogni caso l'azienda si è dichiarata disponibile ad affrontare le tematiche sopra indicate in un prossimo incontro che avrebbe fissato per il 25 luglio 2008.
Considerate le poche, se non nulle, risposte in merito alle rivendicazioni della piattaforma, l’ambiguità delle posizioni espresse da Comdata Care, la tattica dilazionatoria messa in campo dalla controparte e l’indisponibilità a ripensare le modalità con cui si va procedendo alla riorganizzazione, SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e la maggioranza delle Rsu presenti hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione a livello nazionale, aprendo le procedure per un eventuale sciopero ai primi di Settembre e indicendo già per i prossimi giorni assemblee informative in tutte le sedi.
Sta ora all’azienda dimostrare di voler fare sul serio “mettendo tutte le carte sul tavolo”, dimostrando quel senso di responsabilità e di attenzione ai lavoratori che a parole dichiara, ma che nei fatti è tutto ancora da verificare.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL
martedì 15 luglio 2008
Sciopero Comdata SpA del 16 luglio 2008
SCIOPERO
In un articolo apparso sull’edizione della Repubblica del 08/07/2008, viene esaminata la questione dell’accordo integrativo per Comdata SpA. In questo articolo viene alquanto elogiata la piattaforma attualmente in vigore nella nostra azienda in quanto “…i dipendenti della Comdata portano a casa riconoscimenti economici e normativi aggiuntivi rispetto al contratto nazionale delle telecomunicazioni, segnando una nuova tappa delle conquiste dei lavoratori in cuffia.”
ECCO I RICONOSCIMENTI ECONOMICI E NORMATIVI AGGIUNTIVI
- Premio Di Risultato calcolato sulla base di un’equazione impossibile anche per Euclide e non sugli utili, erogato su impennate della produzione improponibili, mette le singole commesse l’una contro l’altra. Viene inoltre menomato da una franchigia per malattia ridicola (7 gg), esclude MAMME e STUDENTI e subisce il ricalcolo per gli operatori a tempo determinato che allo scadere del contratto non sono in forze all'azienda.
- Inquadramento: mentre siamo riusciti a fare definire i termini per il passaggio dal II al III livello, su questa piattaforma (che doveva specificare i criteri di passaggio al IV) è solo specificata la possibilità di passaggio dopo 36 mesi. Non vi sono criteri che vincolano questi tratti di ascesa quindi per quanto il IV livello sia esplicitamente contemplato, noi lavoratori non sappiamo come, quando e se ci arriveremo.
- ORARIO DI LAVORO MULTIPERIODALE ovvero un “orario settimanale di massimo 48 ore e
minimo 32 ore” con lo stipendio invariato. Semplicemente non esiste. Nello specifico per chi ancora non lo sapesse: nell’ambito delle 48 ore, le prime 5 non verranno pagate e le ultime 3 verranno retribuite con una maggiorazione del 15% (ma se dovessimo per esempio farle di domenica, visto che già abbiamo la maggiorazione del festivo, neanche quel 15% verrà pagato)
- REFEZIONE più nello specifico questi benedetti ticket restaurant per cui ci stiamo dannando l’anima, semplicemente NON CE LI DANNO.
- Apparentemente l’unica cosa che si salva su questa piattaforma (ma non richiesta dai lavoratori). Ammirevole il contributo dell’azienda più i 75€ annui che dovranno versare
i lavoratori. Ma per i problemi di tutti i punti sopra, noi dipendenti diveniamo sospettosi. Anche qui non è specificato CHI gestirà i nostri soldi nè COME verranno gestiti. Noi lavoratori vogliamo delle garanzie dettagliate prima di mettere il nostro denaro in mano a qualcuno. E le prestazioni garantite qualcuno le sa? Noi no.
- METODI DI CONTROLLO: ampliamento di queste strutture. Si commenta da solo.
I punti sopraelencati somigliano più ad una penalità che a un riconoscimento. E per il passo avanti “sottoscrizione di un accordo integrativo”, ne sono stati fatti due indietro nei “contenuti dei punti dell’accordo integrativo”. Può davvero, quindi, definirsi questa una nuova tappa nelle conquiste dei lavoratori in cuffia?
Per quanto sopra, nella data del 16/07/2008 è stato proclamato lo sciopero del lavoratori delle sedi Comdata SpA che richiedono il RITIRO DELL’ACCORDO e una nuova trattazione sulla
piattaforma originaria per la quale si era scioperato il 27 dicembre.
A proposito di questo e per la gravità della situazione, i COBAS hanno fatto richiesta formale per
l’estensione alle 8 ore dello sciopero indetto dalla UILCOM-UIL per dare una mano ai lavoratori
nell’espressione del loro dissenso per quanto accaduto nell’ultimo mese.
In sintesi:
RAGAZZI, POSSIAMO SCIOPERARE PER TUTTO IL
TURNO E SIAMO UFFICIALMENTE COPERTI
Collettivo Lavoratori Comdata Ivrea
In un articolo apparso sull’edizione della Repubblica del 08/07/2008, viene esaminata la questione dell’accordo integrativo per Comdata SpA. In questo articolo viene alquanto elogiata la piattaforma attualmente in vigore nella nostra azienda in quanto “…i dipendenti della Comdata portano a casa riconoscimenti economici e normativi aggiuntivi rispetto al contratto nazionale delle telecomunicazioni, segnando una nuova tappa delle conquiste dei lavoratori in cuffia.”
ECCO I RICONOSCIMENTI ECONOMICI E NORMATIVI AGGIUNTIVI
- Premio Di Risultato calcolato sulla base di un’equazione impossibile anche per Euclide e non sugli utili, erogato su impennate della produzione improponibili, mette le singole commesse l’una contro l’altra. Viene inoltre menomato da una franchigia per malattia ridicola (7 gg), esclude MAMME e STUDENTI e subisce il ricalcolo per gli operatori a tempo determinato che allo scadere del contratto non sono in forze all'azienda.
- Inquadramento: mentre siamo riusciti a fare definire i termini per il passaggio dal II al III livello, su questa piattaforma (che doveva specificare i criteri di passaggio al IV) è solo specificata la possibilità di passaggio dopo 36 mesi. Non vi sono criteri che vincolano questi tratti di ascesa quindi per quanto il IV livello sia esplicitamente contemplato, noi lavoratori non sappiamo come, quando e se ci arriveremo.
- ORARIO DI LAVORO MULTIPERIODALE ovvero un “orario settimanale di massimo 48 ore e
minimo 32 ore” con lo stipendio invariato. Semplicemente non esiste. Nello specifico per chi ancora non lo sapesse: nell’ambito delle 48 ore, le prime 5 non verranno pagate e le ultime 3 verranno retribuite con una maggiorazione del 15% (ma se dovessimo per esempio farle di domenica, visto che già abbiamo la maggiorazione del festivo, neanche quel 15% verrà pagato)
- REFEZIONE più nello specifico questi benedetti ticket restaurant per cui ci stiamo dannando l’anima, semplicemente NON CE LI DANNO.
- Apparentemente l’unica cosa che si salva su questa piattaforma (ma non richiesta dai lavoratori). Ammirevole il contributo dell’azienda più i 75€ annui che dovranno versare
i lavoratori. Ma per i problemi di tutti i punti sopra, noi dipendenti diveniamo sospettosi. Anche qui non è specificato CHI gestirà i nostri soldi nè COME verranno gestiti. Noi lavoratori vogliamo delle garanzie dettagliate prima di mettere il nostro denaro in mano a qualcuno. E le prestazioni garantite qualcuno le sa? Noi no.
- METODI DI CONTROLLO: ampliamento di queste strutture. Si commenta da solo.
I punti sopraelencati somigliano più ad una penalità che a un riconoscimento. E per il passo avanti “sottoscrizione di un accordo integrativo”, ne sono stati fatti due indietro nei “contenuti dei punti dell’accordo integrativo”. Può davvero, quindi, definirsi questa una nuova tappa nelle conquiste dei lavoratori in cuffia?
Per quanto sopra, nella data del 16/07/2008 è stato proclamato lo sciopero del lavoratori delle sedi Comdata SpA che richiedono il RITIRO DELL’ACCORDO e una nuova trattazione sulla
piattaforma originaria per la quale si era scioperato il 27 dicembre.
A proposito di questo e per la gravità della situazione, i COBAS hanno fatto richiesta formale per
l’estensione alle 8 ore dello sciopero indetto dalla UILCOM-UIL per dare una mano ai lavoratori
nell’espressione del loro dissenso per quanto accaduto nell’ultimo mese.
In sintesi:
RAGAZZI, POSSIAMO SCIOPERARE PER TUTTO IL
TURNO E SIAMO UFFICIALMENTE COPERTI
Collettivo Lavoratori Comdata Ivrea
domenica 13 luglio 2008
Mail del 7 luglio al Responsabile del Personale in Comdata Care Roma
Roma, 7/7/2008
Spett.le Comdata Cares.p.a.
Via di Tor Pagnotta,84/86 00143Roma
All'attenzione di dott.sa XXX
OGGETTO: Segnalazione e Richiesta urgente risposta in merito a problematiche impianto di condizionamento
La sottoscritta XXX in qualità di Rappresentante per la Sicurezza della sede Comdata care di Roma, con la presente intende mettere ufficialmente in conoscenza l'azienda Comdata care s.p.a. che l'impianto di condizionamento dell'aria, presso la suddetta sede, è nuovamente fuori uso, costringendo il personale dipendente,in modo particolare quello sito al terzo piano dell'edificio, a svolgere la propria attività lavorativa in condizione di elevato caldo e umidità; per tale motivo in questi giorni molti dipendenti hanno manifestato profondo disagio e malessere fisico.La sottoscritta fa inoltre presente che dal soffitto del secondo piano goccia acqua e certo non sfugge il pericolo che rappresenta la caduta di acqua in un ambiente pieno di computer e altri apparecchi elettronici.In ultimo, si segnala anche che ormai da molti giorni il bagno del terzo piano e' fuori uso; anche in questo caso si richiede un intervento urgente a risoluzione della problematica.Pertanto la sottoscritta richiede interventi urgenti ed efficaci a risolvere definitivamente tale problematica in maniera da mettere la popolazione lavorativa al riparo di ogni tipo di rischio per la propria salute.
Distinti saluti
RLS Comdatacare Roma.
Spett.le Comdata Cares.p.a.
Via di Tor Pagnotta,84/86 00143Roma
All'attenzione di dott.sa XXX
OGGETTO: Segnalazione e Richiesta urgente risposta in merito a problematiche impianto di condizionamento
La sottoscritta XXX in qualità di Rappresentante per la Sicurezza della sede Comdata care di Roma, con la presente intende mettere ufficialmente in conoscenza l'azienda Comdata care s.p.a. che l'impianto di condizionamento dell'aria, presso la suddetta sede, è nuovamente fuori uso, costringendo il personale dipendente,in modo particolare quello sito al terzo piano dell'edificio, a svolgere la propria attività lavorativa in condizione di elevato caldo e umidità; per tale motivo in questi giorni molti dipendenti hanno manifestato profondo disagio e malessere fisico.La sottoscritta fa inoltre presente che dal soffitto del secondo piano goccia acqua e certo non sfugge il pericolo che rappresenta la caduta di acqua in un ambiente pieno di computer e altri apparecchi elettronici.In ultimo, si segnala anche che ormai da molti giorni il bagno del terzo piano e' fuori uso; anche in questo caso si richiede un intervento urgente a risoluzione della problematica.Pertanto la sottoscritta richiede interventi urgenti ed efficaci a risolvere definitivamente tale problematica in maniera da mettere la popolazione lavorativa al riparo di ogni tipo di rischio per la propria salute.
Distinti saluti
RLS Comdatacare Roma.
Comdata Care: Comunicato nazionale SLC-CGIL
COMUNICATO
TRATATIVA COMDATA CARE
Il giorno 13 giugno a Roma, presso l'Unione Industriale, si sono incontrate le Sgreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL , UILCOM-UIL, le RSU e i rappresentanti di Comdata Care.
Al primo punto all'ordine del giorno vi è stata l'illustrazione delle riorganizzazioni delle attività. L'illustrazione è stata preceduta dalla presentazione dei primi dati relativi alla produttività dei primi mesi del 2008. Secondo l'azienda vi è stata una buona performance in termini di qualità erogata, ma una caduta della produttività per addetto.
Produttività che è stata sostenuta grazie all'impiego di diverse decine di lavoratori in somministrazione (circa 170). Tale situazione giustificherebbe una prima rimodulazione delle attività. Come Segreterie Nazionali abbiamo prima di tutto chiesto di sapere le modalità di misurazione della produttività, che difficilmente può essere paragonata a quella precedente in Vodafone perchè diverse erano il ciclo produttivo e le modalità di misurazione. Inoltre è stato sottolineato come le dichiarazioni aziendali siano contradditorie con quanto comunicato da Vodafone e dalla stessa azienda sia in sede di Osservatorio triangolare, sia in sede di assemblee tenute direttamente con i lavoratori. Come SLC, FISTEL e UILCOM abbiamo poi richiamato l'azienda al rispetto del CCNL facendo presente che le quantità di lavoratori in somministrazione siano superiori al massimo consentito dal CCNL e che quindi tale situazione va presto sanata. In ogni caso riteniamo strumentale la posizione dell'azienda, volta in gran parte "a piangere miseria" per poter contenere le rivendicazioni della piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo aziendale.
Quindi si è proceduto all'illustrazione della nuova organizzazione, che prevede di coinvolgere da giugno fino a dicembre circa 158 FTE, pari a 190 lavoratori con spostamenti da attività legate al credito ad attività business e viceversa. L'intenzione dell'azienda è infatti quella di procedere ad una specializzazione dei diversi siti con il centro di Padova finalizzato al Business, la sede di Ivrea specializzata sul consumer e la sede di Roma sul credito. Napoli e Milano svolgerebbero attività di supporto ai 3 siti principali. Con il cambio delle attività l'azienda intende applicare i diversi sistemi orari previsti per i singoli servizi (L-V. dalle 8 alle 20 e sabato dalla 8 alle 16 per il credito, ecc.). Sarebbero coinvolte nella riorganizzazione circa 50 unità a Padova, 50 a Roma, 18 a Napoli, una trentina a Milano, circa 60 unità a Ivrea.
Come Segreterie Nazionali e RSU abbiamo evidenziato all'azienda le seguenti criticità:
criticità economiche: la riorganizzazione comporterà l'uscita di circa 40 part-time dal modulo verticale e la riduzione eventuale delle ore con maggiorazione, comportando una perdita salariale ai lavoratori coinvolti;
criticità organizzative: le modifiche ai sistemi di turnazioni per chi esce dal credito comporterà regimi orari più penalizzanti, impattando sulla qualità della vita dei lavoratori;
criticità professionali: da sempre le attività sul credito hanno comportato una valorizzazione delle competenze che rischiano ora di non essere riconosciute.
Per tanto abbiamo proposto che:
l'azienda si faccia carico, come avvenuto già a Milano e Padova, di compensare le eventuali perdite economiche dei lavoratori;
si avvii un confronto in sede territoriale sul sistema della turnistica, anche in relazione alle rivendicazioni contenute in piattaforma rispetto alla semplificazione delle matrici, alle EF, ecc.;
si prevedano forma di riconoscimento delle professionalità maturate e si garantisca il massimo della formazione per i lavoratori che cambieranno attività, eventualmente comunicando il cambio di mansione in forma ufficiale.
Al rigurado l'azienda ci ha comunicato, nei giorni successivi all'incontro (aveva infatti chiesto alcuni giorni per rispondere alle questioni sollevate) che:
per quanto riguarda le questioni economiche è disponibile a riconoscere forme di compensazione per i lavoratori che cambiando attività e collocazione perdano eventuali maggiorazioni. Le modalità per garantire ciò (con un eventuale verbale di incontro) saranno oggetto di confronto nel prossimo incontro (accordo nazionale, accordi locali, ecc.);
per quanto riguarda il cambio di turnazione ha dato disponibilità a verificare sistemi orari più semplificati e comunque a discuterne in sede nazionale o locale in base alle richieste sindacali;
l'azienda ha evidenziato che sono in programma corsi di formazione specifici a cui parteciperanno i lavoratori coinvolti nel cambio di attività;
rimangono invece distanti le posizioni sul rischio di demensionamento e sugli effetti del mancato sviluppo professionale per i lavoratori del Credito. Rischi che come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM contrasteremo insieme ai lavoratori coinvolti. L'azienda di è detta inoltre disponibile a comunicare per iscritto il cambio di mansione.
In relazione al secondo punto all'ordine del giorno, relativo alla presentazione della piattaforma di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL sul rinnovo del 2° livello (sono titolati alla presentazione di piattaforme per i contratti collettivi aziendali, solo le OO.SS. firmatarie del CCNL), come Segreterie Nazionali abbiamo sottolineato l'importanza di un accordo aziendale in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori di Comdata Care. Lavoratori fortemente professionalizzati che rappresentano il meglio all'interno del gruppo, per capacità e livello di preparazione. In particolare sono state sottolineate le richieste a maggior impatto sia economico (Ticket, PDR) sia quelle a carattere normativo, volte a garantire una migliore qualità della vita e quindi del lavoro. Su organizzazione del lavoro, turnistica, riposi ai lavoratori vanno infatti date risposte precise, tenendo conto anche, ora, sono possibili soluzioni anche più avanzate rispetto a quelle di quando si era in un sistema complesso come quello Vodafone.
Al fine di poter entrare nel merito dei diversi punti della piattaforma già nei prossimi giorni è stato quindi proposto, come si fa e si è fatto in tutte le altre aziende (TELECOM, WIND, VODAFONE, H3G, BT, ALMAVIVA, ecc.) di costituire dei gruppi di lavoro (che prevedono come sempre la presenza delle RSU e non di "fantomatici tecnici", basta chiedere a tutti i delegati di tutte le aziende di TLC!) in grado di isolare i diversi punti, sia quelli relativi alla costituzione di nuovi parametri del PDR più vicini alla realtà di Comdata Care (e quindi più facilmente verificabili), sia quelli di maggior impatto sull'organizzazione del lavoro. Su questo punto l'azienda si è riservata una risposta per l'incontro successivo.
Infine, in attuazione dell'accordo del 25 Ottobre 2007 e delle diverse clausole di garanzia in esso contenute, si è proceduto alla sottoscrizione di un verbale di accordo (sottoscritto da tutte le RSU) per l'erogazione al 100% del PDR maturato nel periodo Vodafone - primi mesi Comdata Care, con il riconoscimento di 2.750 euro al %° livello, che saranno pagati con le competenze di luglio.
Il prossimo incontro con l'azienda è stato fissato il giorno 10 luglio a Roma, presso l'Unione Industriale di Roma.
LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
TRATATIVA COMDATA CARE
Il giorno 13 giugno a Roma, presso l'Unione Industriale, si sono incontrate le Sgreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL , UILCOM-UIL, le RSU e i rappresentanti di Comdata Care.
Al primo punto all'ordine del giorno vi è stata l'illustrazione delle riorganizzazioni delle attività. L'illustrazione è stata preceduta dalla presentazione dei primi dati relativi alla produttività dei primi mesi del 2008. Secondo l'azienda vi è stata una buona performance in termini di qualità erogata, ma una caduta della produttività per addetto.
Produttività che è stata sostenuta grazie all'impiego di diverse decine di lavoratori in somministrazione (circa 170). Tale situazione giustificherebbe una prima rimodulazione delle attività. Come Segreterie Nazionali abbiamo prima di tutto chiesto di sapere le modalità di misurazione della produttività, che difficilmente può essere paragonata a quella precedente in Vodafone perchè diverse erano il ciclo produttivo e le modalità di misurazione. Inoltre è stato sottolineato come le dichiarazioni aziendali siano contradditorie con quanto comunicato da Vodafone e dalla stessa azienda sia in sede di Osservatorio triangolare, sia in sede di assemblee tenute direttamente con i lavoratori. Come SLC, FISTEL e UILCOM abbiamo poi richiamato l'azienda al rispetto del CCNL facendo presente che le quantità di lavoratori in somministrazione siano superiori al massimo consentito dal CCNL e che quindi tale situazione va presto sanata. In ogni caso riteniamo strumentale la posizione dell'azienda, volta in gran parte "a piangere miseria" per poter contenere le rivendicazioni della piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo aziendale.
Quindi si è proceduto all'illustrazione della nuova organizzazione, che prevede di coinvolgere da giugno fino a dicembre circa 158 FTE, pari a 190 lavoratori con spostamenti da attività legate al credito ad attività business e viceversa. L'intenzione dell'azienda è infatti quella di procedere ad una specializzazione dei diversi siti con il centro di Padova finalizzato al Business, la sede di Ivrea specializzata sul consumer e la sede di Roma sul credito. Napoli e Milano svolgerebbero attività di supporto ai 3 siti principali. Con il cambio delle attività l'azienda intende applicare i diversi sistemi orari previsti per i singoli servizi (L-V. dalle 8 alle 20 e sabato dalla 8 alle 16 per il credito, ecc.). Sarebbero coinvolte nella riorganizzazione circa 50 unità a Padova, 50 a Roma, 18 a Napoli, una trentina a Milano, circa 60 unità a Ivrea.
Come Segreterie Nazionali e RSU abbiamo evidenziato all'azienda le seguenti criticità:
criticità economiche: la riorganizzazione comporterà l'uscita di circa 40 part-time dal modulo verticale e la riduzione eventuale delle ore con maggiorazione, comportando una perdita salariale ai lavoratori coinvolti;
criticità organizzative: le modifiche ai sistemi di turnazioni per chi esce dal credito comporterà regimi orari più penalizzanti, impattando sulla qualità della vita dei lavoratori;
criticità professionali: da sempre le attività sul credito hanno comportato una valorizzazione delle competenze che rischiano ora di non essere riconosciute.
Per tanto abbiamo proposto che:
l'azienda si faccia carico, come avvenuto già a Milano e Padova, di compensare le eventuali perdite economiche dei lavoratori;
si avvii un confronto in sede territoriale sul sistema della turnistica, anche in relazione alle rivendicazioni contenute in piattaforma rispetto alla semplificazione delle matrici, alle EF, ecc.;
si prevedano forma di riconoscimento delle professionalità maturate e si garantisca il massimo della formazione per i lavoratori che cambieranno attività, eventualmente comunicando il cambio di mansione in forma ufficiale.
Al rigurado l'azienda ci ha comunicato, nei giorni successivi all'incontro (aveva infatti chiesto alcuni giorni per rispondere alle questioni sollevate) che:
per quanto riguarda le questioni economiche è disponibile a riconoscere forme di compensazione per i lavoratori che cambiando attività e collocazione perdano eventuali maggiorazioni. Le modalità per garantire ciò (con un eventuale verbale di incontro) saranno oggetto di confronto nel prossimo incontro (accordo nazionale, accordi locali, ecc.);
per quanto riguarda il cambio di turnazione ha dato disponibilità a verificare sistemi orari più semplificati e comunque a discuterne in sede nazionale o locale in base alle richieste sindacali;
l'azienda ha evidenziato che sono in programma corsi di formazione specifici a cui parteciperanno i lavoratori coinvolti nel cambio di attività;
rimangono invece distanti le posizioni sul rischio di demensionamento e sugli effetti del mancato sviluppo professionale per i lavoratori del Credito. Rischi che come SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM contrasteremo insieme ai lavoratori coinvolti. L'azienda di è detta inoltre disponibile a comunicare per iscritto il cambio di mansione.
In relazione al secondo punto all'ordine del giorno, relativo alla presentazione della piattaforma di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL sul rinnovo del 2° livello (sono titolati alla presentazione di piattaforme per i contratti collettivi aziendali, solo le OO.SS. firmatarie del CCNL), come Segreterie Nazionali abbiamo sottolineato l'importanza di un accordo aziendale in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori di Comdata Care. Lavoratori fortemente professionalizzati che rappresentano il meglio all'interno del gruppo, per capacità e livello di preparazione. In particolare sono state sottolineate le richieste a maggior impatto sia economico (Ticket, PDR) sia quelle a carattere normativo, volte a garantire una migliore qualità della vita e quindi del lavoro. Su organizzazione del lavoro, turnistica, riposi ai lavoratori vanno infatti date risposte precise, tenendo conto anche, ora, sono possibili soluzioni anche più avanzate rispetto a quelle di quando si era in un sistema complesso come quello Vodafone.
Al fine di poter entrare nel merito dei diversi punti della piattaforma già nei prossimi giorni è stato quindi proposto, come si fa e si è fatto in tutte le altre aziende (TELECOM, WIND, VODAFONE, H3G, BT, ALMAVIVA, ecc.) di costituire dei gruppi di lavoro (che prevedono come sempre la presenza delle RSU e non di "fantomatici tecnici", basta chiedere a tutti i delegati di tutte le aziende di TLC!) in grado di isolare i diversi punti, sia quelli relativi alla costituzione di nuovi parametri del PDR più vicini alla realtà di Comdata Care (e quindi più facilmente verificabili), sia quelli di maggior impatto sull'organizzazione del lavoro. Su questo punto l'azienda si è riservata una risposta per l'incontro successivo.
Infine, in attuazione dell'accordo del 25 Ottobre 2007 e delle diverse clausole di garanzia in esso contenute, si è proceduto alla sottoscrizione di un verbale di accordo (sottoscritto da tutte le RSU) per l'erogazione al 100% del PDR maturato nel periodo Vodafone - primi mesi Comdata Care, con il riconoscimento di 2.750 euro al %° livello, che saranno pagati con le competenze di luglio.
Il prossimo incontro con l'azienda è stato fissato il giorno 10 luglio a Roma, presso l'Unione Industriale di Roma.
LE SEGRETERIE NAZIONALI SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
venerdì 4 luglio 2008
Uhm... Esternalizziamo o licenziamo?
GLI 850 OPERATORI 1254 FUORI DA TELECOM ITALIA
Le prime vittime dei tagli agli organici Telecom Italia saranno proprio gli operatori del servizio informazioni elenco abbonati.
[ZEUS News - http://www.zeusnews.it/ - 03-07-2008]
5.000 licenziamenti collettivi in 120 giorni a altri 5.000 licenziamenti nel 2009, secondo quanto già deciso per i primi 5.000 e preannunciato per le eccedenze del 2009, dallo stesso Antonio Migliardi, capo del personale Telecom e responsabile diretto di questa "soluzione finale".
Questa operazione di taglio selvaggio del personale, circa il 20% della forza lavoro Telecom Italia in un anno, ha come primo risultato l'eliminazione di un settore storico di Telecom Italia: il servizio telefonico di informazione elenco abbonati 1254, l'ex storico e vecchio 12, che dopo la liberalizzazione del settore ha perso molto traffico, aumentato i prezzi del 100% e ha ceduto il passo al molto più pubblicizzato 1240 di Seat.
Cedere il servizio 1254 a Seat, oggi guidata dall'ex direttore generale (fino a poche settimane fa) di Telecom Italia Massimo Castelli, potrebbe essere una soluzione, salvo bocciatura da parte dell'Antitrust, che potrebbe condannare l'eventuale eccessiva concentrazione di quote di mercato.
Cedere il 1254 con tutti gli operatori, oppure cacciare gli operatori e cedere il servizio vuoto? È una scelta che verrà valutata dai vertici, anche nell'ambito della difficile trattativa sindacale che si prospetta.
Un fatto è certo: per la Telecom il servizio è chiuso.
Le prime vittime dei tagli agli organici Telecom Italia saranno proprio gli operatori del servizio informazioni elenco abbonati.
[ZEUS News - http://www.zeusnews.it/ - 03-07-2008]
5.000 licenziamenti collettivi in 120 giorni a altri 5.000 licenziamenti nel 2009, secondo quanto già deciso per i primi 5.000 e preannunciato per le eccedenze del 2009, dallo stesso Antonio Migliardi, capo del personale Telecom e responsabile diretto di questa "soluzione finale".
Questa operazione di taglio selvaggio del personale, circa il 20% della forza lavoro Telecom Italia in un anno, ha come primo risultato l'eliminazione di un settore storico di Telecom Italia: il servizio telefonico di informazione elenco abbonati 1254, l'ex storico e vecchio 12, che dopo la liberalizzazione del settore ha perso molto traffico, aumentato i prezzi del 100% e ha ceduto il passo al molto più pubblicizzato 1240 di Seat.
Cedere il servizio 1254 a Seat, oggi guidata dall'ex direttore generale (fino a poche settimane fa) di Telecom Italia Massimo Castelli, potrebbe essere una soluzione, salvo bocciatura da parte dell'Antitrust, che potrebbe condannare l'eventuale eccessiva concentrazione di quote di mercato.
Cedere il 1254 con tutti gli operatori, oppure cacciare gli operatori e cedere il servizio vuoto? È una scelta che verrà valutata dai vertici, anche nell'ambito della difficile trattativa sindacale che si prospetta.
Un fatto è certo: per la Telecom il servizio è chiuso.
SCIOPERO TELECOM 4 LUGLIO
Piena solidarietà ai "colleghi" dipendenti Telecom che oggi incroceranno le braccia per protestare contro i 5.000 esuberi dichiarati e l'avvio, il 26 giugno, delle procedure per i licenziamenti “art.24 della legge 223/1991” senza neanche attendere le trattative sindacali.
Numerosi altri elementi fanno inoltre presagire che si tratti solo dell'inizio e si temono nuove esternalizzazioni.
Tenete duro.
Numerosi altri elementi fanno inoltre presagire che si tratti solo dell'inizio e si temono nuove esternalizzazioni.
Tenete duro.
mercoledì 2 luglio 2008
LE ESTERNALIZZAZIONI "ILLEGITTIME" DI TELECOM ITALIA S.P.A.
ROMA - PALAZZO VALENTINI
(Piazza S.S. Apostoli)
MERCOLEDI 9 LUGLIO
ORE 9.00 - 14.00
SECONDA CONFERENZA SULLE CESSIONI RAMO D'AZIENDA
Le cessioni di ramo d’azienda attuate dalla
Telecom Italia S.p.A.: diversi giudici ne dichiarano
l’illegittimità
Il dossier che sarà presentato in occasione dell’incontro
organizzato dall’ANLE (Associazione Nazionale Lavoratori
Esternalizzati) è stato redatto, a cura di Lidia Undiemi,
con l’obiettivo di denunciare la battaglia legale che stanno
portando avanti le centinaia di lavoratori che sono stati
esternalizzati dalla Telecom Italia S.p.a..
Attraverso la raccolta metodica e capillare delle
informazioni e della documentazione (atti di cessione,
sentenze, bilanci ecc.) da parte dei lavoratori dell’ANLE,
è stato possibile ricostruire i tratti essenziali delle cessioni
di ramo d’azienda attuate dalla Telecom Italia S.p.A,
anche attraverso un proficuo parallelismo con i principali
orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in materia di
esternalizzazioni.
Nonostante le sentenze (in primo grado d.g.) emesse dai
Tribunali di tutta Italia siano nella maggior parte favorevoli
ai lavoratori “illegittimamente ceduti”, a tutt’oggi, Telecom
Italia S.p.A., ha di fatto reintegrato soltanto una esigua
parte di coloro che hanno vinto i ricorsi, in forza di mirati
esposti presentati successivamente dai lavoratori alla
Magistratura, per cercare di rendere esecutive di fatto le
sentenze. Tutti gli altri lavoratori, si trovano fra le mani
un diritto riconquistato (il proprio posto di lavoro) ma
continuamente leso da una realtà imprenditoriale, che
decide illegittimamente di esternalizzarli ed illegittimamente
di non reintegrarli.
Infine, verranno prospettate delle soluzioni concrete ai
problemi esposti, che saranno utili non solo per risolvere la
vicenda dei lavoratori ceduti dalla Telecom Italia S.p.a., ma
anche per fare dei passi avanti contro quelle esternalizzazioni
selvagge che affliggono il sistema italiano. Principalmente
sarà proposta l’introduzione del diritto di opposizione del
lavoratore alla propria cessione e la sperimentazione di
un sistema di monitoraggio, per capire cosa sia realmente
diventato il mercato delle esternalizzazioni in Italia°
PROGRAMMA
Saluti
Massimiliano Smeriglio
Assessore alle politiche del Lavoro e Formazione della Provincia di Roma
Presentazione evento
On. Salvatore Bonadonna
Coordina
Alessandro Garilli
avvocato e prof. ordinario di diritto del Lavoro
dell’Università degli Studi di Palermo
Presentazione ANLE
dott. Stefano Torcellan - Presidente associazione
Breve panorama sul coordinamento a livello nazionale
dei lavoratori esternalizzati da Telecom Italia S.p.a.
Teresa Strambelli - Vice Presidente ANLE
Principali aspetti problematici delle esternalizzazioni in Italia
ed introduzione al dossier sulle esternalizzazioni Telecom Italia
Massimiliano Marinelli - avvocato e prof. straordinario
di diritto del Lavoro dell’Università degli Studi di Palermo
Presentazione dossier sulle esternalizzazioni Telecom Italia
Lidia Undiemi - dottoranda di ricerca presso il dipartimento
D.E.T.A. dell’Università degli Studi di Palermo
Le anomalie delle strategie societarie emerse dallo studio delle cessioni
Fabrizio Piraino - avvocato e ricercatore di diritto privato generale presso
il dipartimento D.E.T.A. dell’Università degli Studi di Palermo
Esecuzione coattiva degli ordini di ripristino dei rapporti in capo ai cedenti
Riccardo Bolognesi - avvocato e ricercatore di ruolo in diritto processuale civile
dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma
Il mobbing nelle esternalizzazioni
Ernesto Cirillo avvocato del Foro di Napoli
L’illegittimità delle cessioni Telecom Italia in un’ottica di giustizia sociale
Maurizio Zipponi - responsabile area Economia e Lavoro
del partito della Rifondazione Comunista
Brevi interventi liberi (ex) lavoratori Telecom Italia
Conclusioni
Sen. Felice Casson
Per maggiori info:
On. Salvatore Bonadonna e-mail: sabonad@tin.it
Lidia Undiemi e-mail: li.undiemi@g.mail.it
dott. Stefano Torcellan e-mail: stefano.torcellan@esternalizzati.it
Presidente ANLE cell.: 329 44 85404
(Piazza S.S. Apostoli)
MERCOLEDI 9 LUGLIO
ORE 9.00 - 14.00
SECONDA CONFERENZA SULLE CESSIONI RAMO D'AZIENDA
Entrata libera (prima di decidere di non andare date un'occhiata al programma...)
Le cessioni di ramo d’azienda attuate dalla
Telecom Italia S.p.A.: diversi giudici ne dichiarano
l’illegittimità
Il dossier che sarà presentato in occasione dell’incontro
organizzato dall’ANLE (Associazione Nazionale Lavoratori
Esternalizzati) è stato redatto, a cura di Lidia Undiemi,
con l’obiettivo di denunciare la battaglia legale che stanno
portando avanti le centinaia di lavoratori che sono stati
esternalizzati dalla Telecom Italia S.p.a..
Attraverso la raccolta metodica e capillare delle
informazioni e della documentazione (atti di cessione,
sentenze, bilanci ecc.) da parte dei lavoratori dell’ANLE,
è stato possibile ricostruire i tratti essenziali delle cessioni
di ramo d’azienda attuate dalla Telecom Italia S.p.A,
anche attraverso un proficuo parallelismo con i principali
orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in materia di
esternalizzazioni.
Nonostante le sentenze (in primo grado d.g.) emesse dai
Tribunali di tutta Italia siano nella maggior parte favorevoli
ai lavoratori “illegittimamente ceduti”, a tutt’oggi, Telecom
Italia S.p.A., ha di fatto reintegrato soltanto una esigua
parte di coloro che hanno vinto i ricorsi, in forza di mirati
esposti presentati successivamente dai lavoratori alla
Magistratura, per cercare di rendere esecutive di fatto le
sentenze. Tutti gli altri lavoratori, si trovano fra le mani
un diritto riconquistato (il proprio posto di lavoro) ma
continuamente leso da una realtà imprenditoriale, che
decide illegittimamente di esternalizzarli ed illegittimamente
di non reintegrarli.
Infine, verranno prospettate delle soluzioni concrete ai
problemi esposti, che saranno utili non solo per risolvere la
vicenda dei lavoratori ceduti dalla Telecom Italia S.p.a., ma
anche per fare dei passi avanti contro quelle esternalizzazioni
selvagge che affliggono il sistema italiano. Principalmente
sarà proposta l’introduzione del diritto di opposizione del
lavoratore alla propria cessione e la sperimentazione di
un sistema di monitoraggio, per capire cosa sia realmente
diventato il mercato delle esternalizzazioni in Italia°
PROGRAMMA
Saluti
Massimiliano Smeriglio
Assessore alle politiche del Lavoro e Formazione della Provincia di Roma
Presentazione evento
On. Salvatore Bonadonna
Coordina
Alessandro Garilli
avvocato e prof. ordinario di diritto del Lavoro
dell’Università degli Studi di Palermo
Presentazione ANLE
dott. Stefano Torcellan - Presidente associazione
Breve panorama sul coordinamento a livello nazionale
dei lavoratori esternalizzati da Telecom Italia S.p.a.
Teresa Strambelli - Vice Presidente ANLE
Principali aspetti problematici delle esternalizzazioni in Italia
ed introduzione al dossier sulle esternalizzazioni Telecom Italia
Massimiliano Marinelli - avvocato e prof. straordinario
di diritto del Lavoro dell’Università degli Studi di Palermo
Presentazione dossier sulle esternalizzazioni Telecom Italia
Lidia Undiemi - dottoranda di ricerca presso il dipartimento
D.E.T.A. dell’Università degli Studi di Palermo
Le anomalie delle strategie societarie emerse dallo studio delle cessioni
Fabrizio Piraino - avvocato e ricercatore di diritto privato generale presso
il dipartimento D.E.T.A. dell’Università degli Studi di Palermo
Esecuzione coattiva degli ordini di ripristino dei rapporti in capo ai cedenti
Riccardo Bolognesi - avvocato e ricercatore di ruolo in diritto processuale civile
dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma
Il mobbing nelle esternalizzazioni
Ernesto Cirillo avvocato del Foro di Napoli
L’illegittimità delle cessioni Telecom Italia in un’ottica di giustizia sociale
Maurizio Zipponi - responsabile area Economia e Lavoro
del partito della Rifondazione Comunista
Brevi interventi liberi (ex) lavoratori Telecom Italia
Conclusioni
Sen. Felice Casson
Per maggiori info:
On. Salvatore Bonadonna e-mail: sabonad@tin.it
Lidia Undiemi e-mail: li.undiemi@g.mail.it
dott. Stefano Torcellan e-mail: stefano.torcellan@esternalizzati.it
Presidente ANLE cell.: 329 44 85404
Facciamo un passo avanti?
Riportiamo l'articolo delle rsu libere pubblicato sul sito esternalizzati.ilbello.
Chiunque avesse il desiderio di approfondire e leggere l'accordo al quale si fa cenno, dove Comdata dichiara di non avere la possibilità economica per venire incontro alle esigenze dei dipendenti (stiamo parlano di cose basilari tipo i ticket restaurant che i dipendi di Comdata non hanno e non avranno...), ci scriva e glielo forniremo.
ANNO 2010: 914 PERSONE SENZA PIU’ LAVORO!
Purtroppo si, è accaduto! Quello che negli anni passati, sin da quando si ebbe notizia che una delle aziende più ricche del mondo stava per cedere 914 Lavoratori all’allora neanche neonata COMDATA CARE srl, alcuni “scalmanati-oltransisti-folli-violenti” dissero si è avverato: dopo riorganizzazioni, accentramenti, trasferimenti… ora, nel 2010, i superstiti a tutte queste manovre, si trovano davanti al dramma finale, quello della perdita del lavoro!
Eppure c’erano tutti i segnali e potevi non arrivare a questo evento sorpreso ed impreparato. A partire da quella scellerata ipotesi di accordo, che si disse da subito che non garantiva proprio niente, se non una tranquilla cessione (che favoriva l’azienda e le istituzioni che diversamente si sarebbero viste costrette ad affrontare la questione, ma che non era certo utile ai Lavoratori); anzi, si sottolineò subito che (volutamente) non c’era nessun accenno a garanzie di nessun tipo qualora fosse stata COMDATA a sciogliere il contratto di Commessa con Vodafone (perché, ad esempio, troppo oneroso). E proprio nel Giugno del 2008, l’azienda ad un tavolo sindacale per la contrattazione di secondo livello, ufficializzava che i risultati non erano buoni e che non aveva soldi per affrontare le richieste dei Lavoratori.
Si, nel Giugno del 2008 proprio questo disse COMDATA ai Rappresentanti dei Lavoratori ed alle sigle sindacali lì presenti: NON ABBIAMO SOLDI SUFFICIENTI AD AFFRONTARE UNA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO, E PER RISPONDERE ALLA COMMESSA VODAFONE I COSTI SONO TROPPO ELEVATI!
C’erano tutti i campanelli d’allarme, e c’era chi cercava di farteli ascoltare in quel Giugno del 2008, quando pensavi che in fin dei conti ti era andata bene a stare in Comdata, perché allora in Vodafone si stava peggio, e non ti allarmava più di tanto il fatto che durante il confronto con l’azienda per la piattaforma di secondo livello questa dichiarava di non avere soldi, dichiarava che la commessa acquistata da Vodafone si stava rivelando troppo onerosa, e tutto questo a soli sei mesi dalla cessione.
E non ti sei ricordato, quando hai ascoltato quelle parole, di quello che i “soliti esagerati” COBAS avevano provato a farti notare, come in passato altre società committenti di TIM, recedessero dalla commessa dichiarandola troppo onerosa.. In fin dei conti c’erano i bonus, e lo straordinario… se non fosse stato per quelle nuove position tutto sarebbe stato perfetto…
Oggi forse vorresti tornare indietro, a quel Giugno 2008, per porre le basi per affrontare questo dramma con qualche speranza concreta di sovvertire l’esito che oggi (nel 2010) è scontato e senza appello, senza neanche la possibilità di provare ad evitarlo.
Oggi forse vorresti che ci fossero quei “soliti esagerati”, vorresti che come al tempo della cessione si caricassero sulle spalle l’organizzazione dei Lavoratori, che ti conducessero in piazza e innanzi a tutte le istituzioni, che ti dessero gli slogan, le canzoni, ed il coraggio di gridarli a piena voce, perché la dignità, te lo ricordi, il coraggio di tante braccia pronte a stringersi in un grande abbraccio per dire all’azienda che lotterai sul campo sino alla fine, ma non ti darai mai per vinto, perché stavolta ti sei mosso per tempo per darti concrete possibilità di vincere, perchè hai fatto in modo che NESSUNO possa, con un colpo di mano, fare un accordo con l’azienda che annulli la lotta dei Lavoratori, perché hai fatto in modo di svuotare di potere chi fa questo tipo di colpi di mano, perché hai deciso che tu sei il protagonista della vita sindacale.
Forse vorresti aver fatto tutto questo… pensi di voler iniziare a farlo oggi (nel 2010), ma oggi è troppo tardi; dovevi iniziare a farlo un paio di anni fa, quando ti sei preoccupato di cercare una momentanea serenità… ora non puoi più fare nulla, se non essere sconfitto ancora una volta, ancora perché decidesti 2 anni fa di non esporti!
E SE INVECE FOSSIMO ANCORA NEL GIUGNO 2008? SE OGGI POTESSIMO ANCORA FARE QUALCOSA PER PROVARE A CAMBIARE QUELLO CHE SEMBRA UN DISEGNO STUDIATO A TAVOLINO DA TEMPO, IL CUI RISULTATO E’ CATASTROFICO PER NOI LAVORATORI? OGGI SARESTI PRONTO AD ESPORTI, A RINUNCIARE AD UN FINTO SORRISO, AD UNA FALSA PACCA SULLA SPALLA, AD UN EFFIMERO TRATTAMENTO DI FAVORE DA PARTE DI CHI OGGI TI STA METTENDO IN STRADA?
OGGI CHE HAI PERSO IL LAVORO, SE TORNASSI INDIETRO NEL TEMPO, SARESTI PRONTO A FARE TUTTO CIO’?
RSU Libere
Chiunque avesse il desiderio di approfondire e leggere l'accordo al quale si fa cenno, dove Comdata dichiara di non avere la possibilità economica per venire incontro alle esigenze dei dipendenti (stiamo parlano di cose basilari tipo i ticket restaurant che i dipendi di Comdata non hanno e non avranno...), ci scriva e glielo forniremo.
ANNO 2010: 914 PERSONE SENZA PIU’ LAVORO!
Purtroppo si, è accaduto! Quello che negli anni passati, sin da quando si ebbe notizia che una delle aziende più ricche del mondo stava per cedere 914 Lavoratori all’allora neanche neonata COMDATA CARE srl, alcuni “scalmanati-oltransisti-folli-violenti” dissero si è avverato: dopo riorganizzazioni, accentramenti, trasferimenti… ora, nel 2010, i superstiti a tutte queste manovre, si trovano davanti al dramma finale, quello della perdita del lavoro!
Eppure c’erano tutti i segnali e potevi non arrivare a questo evento sorpreso ed impreparato. A partire da quella scellerata ipotesi di accordo, che si disse da subito che non garantiva proprio niente, se non una tranquilla cessione (che favoriva l’azienda e le istituzioni che diversamente si sarebbero viste costrette ad affrontare la questione, ma che non era certo utile ai Lavoratori); anzi, si sottolineò subito che (volutamente) non c’era nessun accenno a garanzie di nessun tipo qualora fosse stata COMDATA a sciogliere il contratto di Commessa con Vodafone (perché, ad esempio, troppo oneroso). E proprio nel Giugno del 2008, l’azienda ad un tavolo sindacale per la contrattazione di secondo livello, ufficializzava che i risultati non erano buoni e che non aveva soldi per affrontare le richieste dei Lavoratori.
Si, nel Giugno del 2008 proprio questo disse COMDATA ai Rappresentanti dei Lavoratori ed alle sigle sindacali lì presenti: NON ABBIAMO SOLDI SUFFICIENTI AD AFFRONTARE UNA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO, E PER RISPONDERE ALLA COMMESSA VODAFONE I COSTI SONO TROPPO ELEVATI!
C’erano tutti i campanelli d’allarme, e c’era chi cercava di farteli ascoltare in quel Giugno del 2008, quando pensavi che in fin dei conti ti era andata bene a stare in Comdata, perché allora in Vodafone si stava peggio, e non ti allarmava più di tanto il fatto che durante il confronto con l’azienda per la piattaforma di secondo livello questa dichiarava di non avere soldi, dichiarava che la commessa acquistata da Vodafone si stava rivelando troppo onerosa, e tutto questo a soli sei mesi dalla cessione.
E non ti sei ricordato, quando hai ascoltato quelle parole, di quello che i “soliti esagerati” COBAS avevano provato a farti notare, come in passato altre società committenti di TIM, recedessero dalla commessa dichiarandola troppo onerosa.. In fin dei conti c’erano i bonus, e lo straordinario… se non fosse stato per quelle nuove position tutto sarebbe stato perfetto…
Oggi forse vorresti tornare indietro, a quel Giugno 2008, per porre le basi per affrontare questo dramma con qualche speranza concreta di sovvertire l’esito che oggi (nel 2010) è scontato e senza appello, senza neanche la possibilità di provare ad evitarlo.
Oggi forse vorresti che ci fossero quei “soliti esagerati”, vorresti che come al tempo della cessione si caricassero sulle spalle l’organizzazione dei Lavoratori, che ti conducessero in piazza e innanzi a tutte le istituzioni, che ti dessero gli slogan, le canzoni, ed il coraggio di gridarli a piena voce, perché la dignità, te lo ricordi, il coraggio di tante braccia pronte a stringersi in un grande abbraccio per dire all’azienda che lotterai sul campo sino alla fine, ma non ti darai mai per vinto, perché stavolta ti sei mosso per tempo per darti concrete possibilità di vincere, perchè hai fatto in modo che NESSUNO possa, con un colpo di mano, fare un accordo con l’azienda che annulli la lotta dei Lavoratori, perché hai fatto in modo di svuotare di potere chi fa questo tipo di colpi di mano, perché hai deciso che tu sei il protagonista della vita sindacale.
Forse vorresti aver fatto tutto questo… pensi di voler iniziare a farlo oggi (nel 2010), ma oggi è troppo tardi; dovevi iniziare a farlo un paio di anni fa, quando ti sei preoccupato di cercare una momentanea serenità… ora non puoi più fare nulla, se non essere sconfitto ancora una volta, ancora perché decidesti 2 anni fa di non esporti!
E SE INVECE FOSSIMO ANCORA NEL GIUGNO 2008? SE OGGI POTESSIMO ANCORA FARE QUALCOSA PER PROVARE A CAMBIARE QUELLO CHE SEMBRA UN DISEGNO STUDIATO A TAVOLINO DA TEMPO, IL CUI RISULTATO E’ CATASTROFICO PER NOI LAVORATORI? OGGI SARESTI PRONTO AD ESPORTI, A RINUNCIARE AD UN FINTO SORRISO, AD UNA FALSA PACCA SULLA SPALLA, AD UN EFFIMERO TRATTAMENTO DI FAVORE DA PARTE DI CHI OGGI TI STA METTENDO IN STRADA?
OGGI CHE HAI PERSO IL LAVORO, SE TORNASSI INDIETRO NEL TEMPO, SARESTI PRONTO A FARE TUTTO CIO’?
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