domenica 20 dicembre 2009
Comunicato Cobas- Resoconto dell'incontro del 15/12/09
Come molti di voi sapranno, lo scorso 15 Dicembre a Milano ha avuto luogo un incontro nazionale con l’Azienda vertente su due temi: Premio di risultato e Strong autentication.
L’Azienda ha aperto il confronto sviluppando una panoramica su tutte le criticita` incontrate dal gruppo Comdata e, di conseguenza, da tutte quante le aziende controllate.
Riguardo al premio di risultato, l’Azienda ha sottolineato come per Comdata Care l’indice EBITDA sia passato da un valore negativo ad un positivo +1,2%, registrato alla chiusura del bilancio dello scorso Giugno.
Tale trend di ripresa sarebbe stato riconfermato dalla chiusura dell’indice al primo trimestre di quest’anno, attestatosi al +1%. Malgrado la sottolineatura positiva, l’Azienda ha comunque evidenziato il fatto che, allo stato attuale, il bilancio risulta in perdita di 2.000.000 di Euro.
Dopo aver comunicato la volontà di non procedere piu` per vie unilaterali con percorsi di elargizione di bonus, l'Azienda ha specificato l'intenzione di considerare, quale target per erogare il pdr, il raggiungimento del 6,5% dell’ EBITDA.
Preso atto delle valutazioni dell'Azienda secondo le quali alcuni dei parametri che venivano presi in considerazione in Vodafone per il premio quali, ad esempio, qualità e produttività, si svuotano di contenuto in una società di contact center, e considerata la grande distanza attualmente presente tra l’indice posto quale obiettivo e quello attualmente raggiunto, abbiamo proposto all'Azienda, attraverso la nostra RSU, un ragionamento di percentuali a scalare in merito al premio di risultato.
In pratica abbiamo ipotizzato un sistema per il quale, al raggiungimento dell’indice del 6,5% venga elargito il 100% del pdr, mentre all’assestamento su percentuali inferiori venga erogato un premio corrispondente alla quota prodotta.
Dopo una riflessione in merito, l’Azienda e` addivenuta alla plausibilità di tale discorso e, dicendosi disposta seguire tale ragionamento, ha ipotizzato una scala di valori con una prima percentuale di ingresso del 3,5% dell’ EBITDA, percentuale alla quale verrebbe erogato1/3 del premio (circa 1000 euro), e poi man mano a salire sino al 6,5%.
Accogliamo favorevolmente l’apertura dell’Azienda a ragionare secondo questi parametri, ma, come specificato al tavolo, riteniamo che la prima quota d’ingresso sia ancora troppo alta rispetto allo standard attuale e che sia pertanto necessario riuscire a costruire un sistema che preveda un premio effettivamente raggiungibile gia` dal primo anno di un eventuale accordo.
Dal momento che il 31 Dicembre si chiudera` il 2° trimestre e che solo a quel punto potranno essere fatte proiezioni piu` attendibili sugli indici aziendali, abbiamo suggerito quanto poi si e` inteso fare, ovvero aspettare
Gennaio, anche perche` prima non ci sarebbe stato modo di vederci, per provare a strutturare una scala finale con premi realmente ricevibili dai lavoratori.
Ipotizzavamo ad esempio che, fissata la percentuale al 6,5% di EBITDA per l'elargizione del 100% del pdr, si potrebbe considerare come prima soglia d'accesso all' 1/3 di detto premio, una percentuale che fosse
anch'essa 1/3 dell'obbiettivo finale, e quindi stabilire che raggiunta una soglia annua del 2,16% di edibta (e non come proposto dall'Azienda il 3.5%) si elargisca l'1/3 del premio totale, circa 1000 euro, e poi via via in
percentuale crescente sino al 100% del premio nel caso si raggiunga il 6,5%.
Riguardo la Strong autentication, abbiamo rimandato la discussione di questo punto, di particolare rilevanza per gli interessi aziendali, ad una fase in cui si discuta dati alla mano ed in maniera approfondita del pdr.
Coordinamento Cobas Comdata Care
giovedì 17 dicembre 2009
Renault condannata per suicidio dipendente
Da Citroen a France Telecom, sono numerose le grandi imprese francesi che negli ultimi mesi sono state accusate dai sindacati di aver indirettamente spinto al suicidio alcuni dei propri dipendenti, con sistemi manageriali aggressivi o trattamenti degradanti. E ora potrebbero essere trascinati in tribunale dalle famiglie.
Antonio B. aveva 39 anni, una moglie e un figlio. Il 20 ottobre 2006 si gettò dal quinto piano del Centro tecnologico della Reanult di Guyancourt, alle porte di Parigi. "Per raggiungere gli obiettivi che gli avevano fissato - ricorda la vedova, Sylvie - mio marito lavorava tutte le sere, tutte le notti, tutti i weekend. Negli ultimi mesi dormiva solo due ore per notte e mi diceva continuamente che comunque non sarebbe mai riuscito a raggiungere gli obiettivi dell'azienda". Anche i colleghi della vittima erano preoccupati. Ricordano che Antonio era "inquieto e ansioso, ed era anche dimagrito", come è scritto nella sentenza, ma i superiori "non avvertirono il medico del lavoro".
Nel 2007 già la Cassa primaria di assistenza sanitaria dell'Hauts-de-Seine aveva riconosciuto il suicidio di Antonio B. come "incidente sul lavoro". Ora la sentenza del tribunale di sicurezza sociale (Tass) di Nanterre, secondo cui "la Renault avrebbe dovuto essere consapevole del pericolo al quale il dipendente era esposto". "Una negligenza ingiustificabile", scrivono i giudici che hanno fissato la massima indennità per la vedova e il figlio, ancora minorenne.
Renault ha un mese di tempo per presentare ricorso: "Esamineremo in dettaglio il dossier", dicono i legali della casa automobilistica. Ma la serie preoccupante di suicidi ha già spinto l'azienda a riorganizzare radicalmente i propri centri ingegneristici, riducendo l'orario di lavoro e istruendo il personale su come individuare i colleghi in difficoltà. Lo stesso amministratore delegato Carlos Ghosn, durante un'assemblea generale, ha ammesso che tra i dipendenti di Guyancourt si registravano "tensioni oggettivamente molto forti" e che sarebbe necessario "identificare le situazioni nelle quali i collaboratori sono lasciati soli di fronte ai problemi".
lunedì 14 dicembre 2009
COMUNICATO SINDACALE: Risultati votazione ipotesi di accordo per rinnovo CCNL
Al termine delle assemblee sui luoghi di lavoro e relative votazioni, i risultati a livello nazionale sono i seguenti:
Votanti: 23.897
Favorevoli: 20766 (86,9%)
Contrari: 2748 (11,5%)
Astenuti/Nulle: 383 (1,6%)
Pertanto l’ipotesi, come già preannunciato, si intende sciolta positivamente.
Ovviamente dovremmo lavorare per analizzare i diversi risultati e le legittime contrarietà di chi ha votato contro, così come dovremmo continuare a portare avanti le nostre battaglie su appalti, clausole sociali, ecc.
Infine una semplice constatazione rispetto a chi (UGL) – non avendo fatto neanche un’assemblea e avendo come al solito firmato un testo di accordo “fotocopia” di quello sudato e contrattato da CGIL CISL e UIL – si vanta di aver sciolto positivamente la riserva in contemporanea a noi.
Prendersi i meriti di un lavoro non fatto, sciogliere un’ipotesi senza aver fatto neanche un’assemblea, è un atteggiamento che squalifica chi lo porta avanti ed è una beffa per le tante lavoratrici e lavoratori del settore.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL
domenica 13 dicembre 2009
Campagna nazionale contro le delocalizzazioni
Il settore delle TLC continua a rappresentare nel Paese un settore ricco e non in particolare difficoltà, con margini di fatturato ampi (il primo semestre 2009 si è chiuso con una crescita del + 1%; dati Confindustria) e con una liquidità mediamente alta. Eppure come SLC-CGIL denunciamo oggi pubblicamente il comportamento delle grandi aziende (Telecom, Vodafone, Wind, H3G, Fastweb, BT Italia, SKY) in materia di esternalizzazioni e delocalizzazioni. Un comportamento sbagliato ed ingiusto, che recherà danni all’occupazione e – più in generale – alla qualità del settore.
In particolare, dopo una sommaria indagine e uno studio sui principali contratti commerciali in essere e in via di definizione, è evidente la scelta dei principali operatori (scelta inedita per quantità e qualità), di avviare nei prossimi mesi un processo massiccio di delocalizzazione di attività oggi lavorate in Italia. Una delocalizzazione verso quei paesi (Tunisia, Albania, Romania in particolare) cui costo del lavoro è pari circa ad un quarto di quello italiano.
Inutile dire che tali lavoratori, in quei paesi, sono oggi privi di tutele collettive anche lontanamente paragonabili alle nostre, di un Contratto Collettivo Nazionale con minimi salariali dignitosi. E che in molti casi non vi sono quelle libertà sindacali minime come definite dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
Nello specifico, solo analizzando le politiche di delocalizzazione avviate dalle sette aziende sovra
indicate, riteniamo siano a rischio nel breve periodo (anno 2010) circa tre/quattro mila posti di lavoro, con evidente sottrazione di volumi di attività all’intera filiera delle TLC.
Ed il tutto esclusivamente per aumentare gli attuali profitti a vantaggio degli azionisti, come risposta ad un calo dei guadagni, in un settore che genera comunque profitti e liquidità.
In particolare come SLC-CGIL denunciamo una politica non solo di esternalizzazioni di attività verso imprese di outsourcing italiane (Comdata, Almaviva, Teleperformance, E-Care, ecc.), ma - tramite subappalto delle stesse - verso aziende oggi operanti in Romania, Albania, Tunisia, Turchia, Sud America.
Una scelta questa sbagliata socialmente e industrialmente, in contraddizione con la produzione
normativa dell’Autorita Garante per la Comunicazione (AGCOM) che, anche ultimamente, ha sottolineato l’esigenza di una maggiore trasparenza, una maggiore responsabilità delle imprese titolari di licenza, una maggiore attenzione alla qualità verso i consumatori (si veda per tutte la delibera n. 79/09).
Una scelta sbagliata socialmente in sé ma che si colloca oggi in un momento di difficoltà dell’economia nazionale con una delle più gravi crisi occupazionali degli ultimi decenni: il sistema delle imprese (soprattutto quelle che si basano su servizi avanzati, sulla capacità commerciale di fornire soluzioni personalizzate, ecc.) dovrebbe salvaguardare i livelli occupazionali, eventualmente ripensando le politiche di esternalizzazione di volumi di attività, non certo incoraggiandole.
Una scelta sbagliata industrialmente, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni: le aziende oggi vanno delocalizzando la “gestione” dei clienti di fascia bassa e media, limitandosi alla gestione in house dei clienti top e a maggior capacità di spesa.
Poiché però il futuro del settore sarà sempre più dipendente dalla capacità di “alfabetizzare” all’uso delle tecnologie di comunicazione (sia fissa che mobile) fasce sempre più ampie della popolazione, con la trasformazione degli attuali terminali in veri e propri “portali” (per comunicare, fare impresa, qualificare il tempo libero), rinunciare all’evoluzione dei consumatori medi in possibili “fruitori alti” di nuovi servizi e applicazioni, significa rinunciare alla crescita di nuovi e più avanzati modelli di consumo.
In Italia infatti occorre accompagnare un mercato ancora oggi ancorato sulla fonia, verso una maggiore capacità di utilizzo convergente degli apparati (dalla banda larga in mobilità, alla “casa e all’impresa digitale”, ecc.). Mettere “fuori” i clienti di fascia media (chiamati nei modi più diversi: 4 stelle, Silver, ecc.) vuol dire ridursi i propri margini di crescita.
Soprattutto vuol dire una minore personalizzazione del servizio, una peggiore qualità nella gestione del contatto, una minore capacità di commercializzazione. Tutto questo con buona pace del cliente e delle sue prerogative.
Esternalizzazione di attività: una politica che è fallita.
Oggi la discussione nel settore dovrebbe essere indirizzata in senso contrario: la politica seguita in materia di esternalizzazioni è – piaccia o no – fallita.
E’ fallita la strategia di esternalizzare le attività in Telecom Italia (la madre di tutte le “esternalizzazioni”): non vi è stata alcuna specializzazione produttiva, alcuna valorizzazione dell’occupazione ceduta. Non solo la qualità del servizio non è migliorata; non solo il rapporto costi/benefici si è dimostrato incongruente; non solo centinaia di cause legali hanno dimostrato anche la mancanza, in diversi casi, delle condizioni organizzative minime, ma le centinaia di posti di lavoro persi e la fragilità delle nuove imprese sono lì a dimostrare che il settore non è cresciuto andando in quella direzione.
E questo non riguarda solo Telecom: le difficoltà di aziende come Omnia, Agile, Phonemedia, Comdata, Almaviva e la stessa politica portata avanti da Teleperformance, E-care e Transcom (per non considerare la situazione delle imprese che operano negli appalti della rete) sono a dimostrare che la cessione di lavoratori ed attività (anche quando contrattata con buone clausole sociali e con buoni accordi) non risolve il problema di un settore che non ha ancora sviluppato una responsabilità sociale diffusa, una cultura della qualità e degli investimenti omogenea, una pratica relazione e sindacale in grado di tutelare l’intera filiera con regole uguali per tutti.
Lo scandalo delle imprese che riducono la forza lavoro ed intanto esternalizzano e delocalizzano.
Vi è poi uno “scandalo nello scandalo”. Da un lato assistiamo da parte di queste aziende (Telecom, H3G, BT) ad una politica di riduzione dei livelli occupazionali interni (tramite contratti di solidarietà, cassa integrazione, mobilità incentivata, ecc.) con forti sacrifici da parte dei lavoratori più sindacalizzati; dall’altra vi è una politica di sistematica riduzione di attività fino ad oggi lavorate in casa (per esempio di Telecom) su cui potrebbero essere riconvertiti gli esuberi dichiarati.
Per di più secondo un modello che “stressa” le imprese di outsourcing con politiche sugli appalti basati al massimo ribasso, tanto da rendere difficile anche la stessa tenuta occupazionale negli outsourcing che sono - quindi - “invitati” a sub appaltare all’estero.
Insomma, siamo alle prese con una vera e propria strategia che rischia di:
a- ridurre le attività lavorate internamente dalle grandi aziende, riducendo i livelli occupazionali
interni ed impedendo possibili riconversioni degli attuali occupati;
b- “stressare” con gare al massimo ribasso anche la parte finale della filiera, con outsourcing sempre più ridotti a divenire stazioni appaltanti di altre aziende (con fenomeni di sub appalto, che fanno perdere poi “le tracce” delle stesse attività di customer);
c- incentivare la delocalizzazione di attività a forte valore aggiunto, verso paesi dove le condizioni dei lavoratori sono drammatiche.
Il tutto per aumentare i margini di profitto, con grande danno verso tutti: i lavoratori dipendenti delle grandi aziende, i lavoratori degli outsourcing, i clienti finali (cui dati vengono lavorati presso aziende estere, con buona pace della qualità, della trasparenza, della tutela della privacy).
E questo in un momento di difficoltà del sistema paese, con centinaia di migliaia di disoccupati in più.
La nostre proposte
Per questo come SLC-CGIL ci mobiliteremo sia a livello di singola azienda (con comunicati e percorsi specifici) che di settore. In particolare per chiedere alle imprese, a ASSTEL, al Governo:
- una moratoria contro ogni delocalizzazione di attività di customer care e di lavorazioni di back
office;
- il rispetto delle Delibere Agcom per noi, nei fatti, svuotate di senso dall’attuale politica degli
appalti e dei sub appalti, a partire dalla delibera n. 79/09;
- un intervento di sostegno fiscale straordinario (soprattutto al Sud) mirato ai call center e più in
generale alle aziende labour intensive;
- la definizione di un Avviso Comune che riconosca il valore della riconversione professionale
dei lavoratori come prima vera tutela occupazionale, che recepisca clausole sociali chiare
per l’assegnazione/cambio di appalti salvaguardando i livelli salariali, che sancisca tutele
occupazionali minime in caso di cessione, che preveda la costituzione di un Osservatorio
nazionale sulle attività in appalto, al fine di seguire le catene produttive in tutte le diverse aziende.
Osservatorio che potrebbe predisporre un Capitolato generale di appalto ”tipo” che si basi su
responsabilità in solido delle imprese e parità di trattamenti economici e normativi tra lavoratori in house e lavoratori in appalto. Questo per distinguere tra vere operazioni di “specializzazione
produttiva” e mere operazioni di contenimento di costi/licenziamenti.
Documento a cura di Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale SLC-CGIL
Il quadro ad oggi, le stime per il 2010
Premessa
Il presente rapporto è frutto di un vero e proprio lavoro “investigativo” operato da diversi delegati sindacali che operano nelle varie aziende di TLC. Un ringraziamento va inoltre alle compagne e compagni coordinatori regionali di SLC-CGIL responsabili delle tlc per il loro contributo.
Diversi operatori sono stati inoltre contattati informalmente, anche tramite l’assistenza dei sindacati locali operanti nei diversi paesi. Purtroppo non è possibile dire con precisione quanti siano oggi i lavoratori che operano per aziende italiane e già questo testimonia della mancanza di trasparenza e delle difficoltà di una azione a livello di settore.
Ovviamente quanto le aziende stanno facendo - per quanto ci risulta - non è illegale e per tanto il loro comportamento, anche se venisse provato per quantità e qualità quanto denunciato, è pienamente legittimo (per di più la maggior parte delle attività non sono date in appalto direttamente dalle grandi aziende -con l’eccezione di H3G- ma risultano sub appalti dei fornitori italiani).
Un comportamento legittimo da un punto di vista legale quindi, meno – per noi – da un punto di vista sindacale, politico ed etico.
Chiariamo ciò in quanto riteniamo che sul tema tutti devono essere chiamati a fare la propria parte: le aziende in primo luogo (ovviamente), il Governo (soprattutto in un momento di così evidente difficoltà occupazionale per il Paese), la stessa Confindustria.
Situazione a fine ottobre 2009
Wind: l’azienda di proprietà dell’egiziano Sawiris ha annunciato l’avvio in Romania e in Albania (tramite specifiche aziende) di alcune centinaia di postazioni (per un equivalente di almeno 300-400 lavoratori).
Al riguardo dirigenti di imprese rumene sono già in Italia per lo studio degli applicativi e dei sistemi informatici (in particolare nel centro di Pozzuoli).
H3G: l’azienda guidata dal dott. Novari già oggi lavora in outsourcing circa la metà delle chiamate e delle pratiche amministrative (in particolare nel Sud Italia e all’estero) con contratti commerciali in essere con aziende operanti a Tirana, Bucarest, Tunisi per un totale di 400 operatori. L’azienda ha comunicato nel corso di un recente incontro con i sindacati che intende lavorare in house esclusivamente i clienti a “5 stelle”, implementando le attività da dare in appalto, estero compreso. Al momento sono in corso trattative per portare ad almeno 600 la forza lavoro estera (sviluppo in Argentina).
BT: la catena del sub appalto è quanto mai complessa da ricostruire. Attualmente servizi di assistenza per BT sono svolti in Romania e in Albania (per una stima prudenziale di 100 operatori circa).
VODAFONE/TELE 2: tramite i suoi principali fornitori (Comdata, Comdata Care, E-Care,
Transcom, ecc.) sono già operanti sub appalti in Romania per circa 300 lavoratori. In corso di definizione sono inoltre operazioni di sub appalto in Albania.
TELECOM: una stima di massima identifica in almeno 500-600 i lavoratori che opereranno per
l’azienda in Tunisia (dove sono già iniziate le selezioni del personale), Albania, Romania, Turchia,
Argentina.
FASTWEB: diverse attività in sub appalto sono attualmente lavorate in Albania e Romania, anche se per soli picchi produttivi da parte di fornitori.
giovedì 26 novembre 2009
In nome e per conto della Segreteria territoriale SLC CGIL Roma Sud e del Comitato degli Iscritti SLC CGIL
Vi informiamo che la Segreteria Territoriale SLC CGIL Roma Sud ha richiesto formalmente un incontro all’Azienda per approfondire le ultime vicende che hanno interessato, in particolare, il sito di Roma.
Vi daremo dettagli sulla data e sull’esito dell’incontro.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le colleghe ed i colleghi chei eri si sono rivolti alla SLC-CGIL per avere informazioni, per chiedere supporto per problematiche inerenti la loro attività lavorativa o per esporre le difficoltà ed i problemi emersi nel nostro sito.
Daremo a tutti sollecito riscontro.
Vi ricordiamo che la SLC-CGIL sarà a disposizione di tutte/i noi anche il prossimo martedì 1 dicembre. Troverete in bacheca dettagli sugli orari.
Vi forniamo, altresì, i risultati delle votazioni in Comdata Care sul rinnovo del CCNL delle Telecomunicazioni:
Votanti 442
Favorevoli 330
Contrari 92
Astenuti 20
Appena verremo in possesso dei dati nazionali definitivi sulle votazioni, vene daremo pronta comunicazione.
Ricordiamo a tutti che potete far riferimento al Comitato degli Iscritti SLCCGIL, i cui nomi e relativi contatti sono esposti in bacheca, per tutte le richieste ed informazioni di cui possiate avere bisogno.
Comitato degli Iscritti SLC-CGIL
martedì 24 novembre 2009
Esiti delle votazioni sul CCNL delle Telecomunicazioni per i siti di Comdata Care
Votanti 91
Favorevoli 59
Contrari 24
Astenuti 8
Milano:
Votanti 58
Favorevoli 34
Contrari 15
Astenuti 9
Ivrea:
Votanti 139
Favorevoli 125
Contrari 13
Astenuti 1
Padova:
Votanti 89
Favorevoli 83
Contrari 4
Astenuti 2
domenica 22 novembre 2009
Cobas La Spezia
l'indirizzo è http://cobaspezia.wordpress.com/
Mai come in questo momento l'unione ci può dare la forza per lottare.
Sperando di riuscire a dare il nostro contributo cogliamo l'occasione per salutarvi.
lunedì 16 novembre 2009
RINNOVO CCNL TELECOMUNICAZIONI: A SVANTAGGIO DEL LAVORATORE A VANTAGGIO DEL PADRONE!
I firmatari di questa ipotesi, Aziende e CGIL-CISL e UIL, ovviamente ne hanno già detto tutto il bene, noi vi riportiamo la nostra analisi.
Ci soffermeremo su pochi punti, lasciando l'analisi approfondita allo schema di raffronto che alleghiamo.
Il primo è la parte economica, il famoso sbandierato aumento di 129 euro che sarebbe gia` di per sè inadeguato alla crescita dell'inflazione, ma vediamo che in realtà questo aumento è molto inferiore.
Partendo la prima tranche di aumento solo il 1 gennaio 2010, a fronte di 1548 euro perse (129 X 12) ci hanno dato questa una tantum di 585 euro per coprire tutto l'anno 2009 in cui non abbiamo preso niente; dal 01/01/2010 sino al 01/06/2010 avremo 45 euro (quindi, 45 X 5 = 225 euro); dal 01/06/2010 sino al 01/06/2011 avremo 79 euro (quindi, 34 X 12 = 948 euro); dal 01/06/2011 sino al 31/12/2011 avremo 129 euro (quindi, 50 X 7 = 903 euro).
Avremo, di conseguenza, che nei 36 mesi che compongono il triennio economico 2009-2011 intaschiamo un totale di: 585 + 225 + 948 + 903 = 2661 euro che, diviso 36 mesi, fa la bellezza di una media mensile di aumento per il triennio economico 2009-2011 di 73,92 euro! (A fronte di un'offerta di confindustria di 117 euro!).
Un'altra osservazione riguarda la prontezza con la quale cgil-cisl e uil sono andati incontro ad una delle esigenze delle aziende, ma tanta solerzia non hanno dimostrato nei confronti dei Lavoratori. Le aziende avevano qualche piccolo "fastidio" con la questione della comunicazione della malattia tempestivamente ed entro il primo giorno di malattia. I sindacati confederali non hanno perso tempo e si sono subito messi a disposizione cambiando la terminologia: ora la malattia va comunicata tempestivamente prima dell'inizio del turno di lavoro (quello che Comdata Care diceva che era già regola, ma che evidentemente era solo una interpretazione a proprio uso e consumo, che ora grazie a cgil-cisl e uil diventà realtà).
C'era poi un'altra questione che invece crea delle difficoltà a noi: sempre con interpretazione a proprio uso e consumo, la regola secondo la quale le aziende devono evitare di mettere i riposi coincidenti con i festivi, viene aggirata mettendo il giorno di libertà (e non il riposo) coincidente con il festivo, in pratica quello che regolarmente fa Comdata Care con noi. In questo modo, senza l'RC che avevamo in Vodafone, l'azienda ruba i nostri giorni festivi, quelli che la legge ci riconosce. Chissà come mai i sindacati non si sono affrettati a mettere anche a nostro favore una postilla, tipo: né il riposo né la libertà deve coincidere col giorno festivo.
Lasciamo l'approfondimento di tutti gli altri punti allo schema da noi prodotto e ad un comunicato che vi gireremo noi COBAS di seguito della RSU Cgil-Cisl e Uil di Vodafone Bologna, perché a volte ancora capita che qualche RSU, anche se Confederale, fa gli interessi e rappresenta i Lavoratori, e non le proprie Segreterie Nazionali!
Purtroppo i rinnovi di CCNL passano spesso per l'approvazione dei Lavoratori di tante aziende in cui semplicemente Aziende e Sindacati Confederali sono bene attenti affinché questi non si ascoltino mai le due campane, ma solo quella che loro suonano all'unisono.
Noi abbiamo il vantaggio di poter ascoltare tutte le letture del documento, e pertanto il dovere morale di costituirci una nostra idea e votare con coscienza rispetto allo stesso. Le persone che compongono questo coordinamento, a seguito di una attenta analisi, non potranno che esprimere il loro fermo NO!
I MOTIVI DEL NO A QUESTO DANNOSO CCNL
Ciao,
come gia’ anticipato nella mail di qualche giorno fa e` stata firmata l`ipotesi di rinnovo del CCNL del nostro settore (telecomunicazioni) dalle Segreterie Nazionali Slc, Fistel e Uilcom.
Si terranno le assemblee di dibattito su questa importante fase e ognuno di noi sara’ quindi chiamato ad esprimersi con un si o con un no su questa ipotesi.
Dopo aver dato il tempo di leggere integralmente i testi crediamo sia importante fornire - sempre testi alla mano -anche una analisi come Rsu sul merito delle modifiche e delle novita’ sottoscritte e su cosa e` questo rinnovo piu’ nel dettaglio.
1. ESTERNALIZZAZIONI, APPALTI E CESSIONI DI RAMO D’AZIENDA.
Se facessimo un sondaggio tra tutti i dipendenti del settore, tra i dipendenti di Vodafone Italia, di tutti i reparti, dalle vendite, alla rete al call center, verrebbe fuori che la preoccupazione e il problema che piu` pesantemente condiziona la vita lavorativa di tutti noi e` la paura di perdere il nostro lavoro, un buon lavoro, garantito e stabile.
Su questo punto, art. 53 del CCNL, memori anche di cio` che ha riguardato centinaia di nostri ex-colleghi di Vodafone (oltre a tanti altri lavoratori di altre aziende, come Telecom, Wind, etc.), si erano concentrate le maggiori aspettative di tutti noi e alcune importanti promesse delle Organizzazioni Sindacali,
E` amaro doverlo constatare, ma su questo punto fondamentale non c’e’ alcuna novita’.
Di fronte a certe malaugurate possibilita’ i lavoratori sono scoperti come prima, se non addirittura maggiormente se si considera la rapidita’ di sviluppo del settore delle telecomunicazioni e i repentini cambiamenti produttivi e organizzativi che questa determina.
Quindi, non essendoci verosimilmente la possibilita’ di modifiche dell’attuale quadro legislativo in materia, era proprio (ed unicamente) nel Contratto Nazionale che si sarebbe dovuto intervenire!
2. INQUADRAMENTO AL 2^ LIVELLO PER NEO ASSUNTI
Il punto delle esternalizzazioni fa il paio con la novita`, anche questa purtroppo peggiorativa, dell’inquadramento al II Livello (secondo) dei neo assunti; il CCNL che si poneva come obiettivo quello di innalzare il livello generale di diritti e salari dell’intero settore, per impedire che le aziende potessero avere convenienza a portare il lavoro li` dove costa meno, va invece esattamente nella direzione opposta: sara` infatti possibile assumere lavoratori di call center al II livello pagandoli, quindi, ancora meno di quelli attuali, mettendo in questo modo, loro in condizioni salariali precarie ed esponendo noi ad un costante rischio e ricatto occupazionale.
Il risultato che ne deriva e’ un trascinamento verso il basso delle condizioni economiche delle singole persone, delle loro famiglie e dell’abbassamento della qualita’ del lavoro e dei servizi offerti.
Se ne evince, infine, che quello sopra descritto diviene un rischio per tutti.
3. SALARIO
Nel settore delle telecomunicazioni c`e` un grave problema legato a stipendi e salari. Parliamo di dipendenti di aziende di un settore che, tra l`altro, non ha neanche risentito, a differenza di tutti gli altri, della crisi economica (per stessa ammissione del managment).
Purtroppo rinnoviamo a 129 euro LORDI per i prossimi 3 anni, per chi fa 8 ore (quindi da riproporzionare per i part-time), divisi in tre tranche (45, 34 e 50 euro), mentre la volta scorsa il Contratto stabili’ un aumento di 94 euro per 2 anni (siamo quindi, decisamente, addirittura sotto al precedente rinnovo). Per il periodo di “vacanza contrattuale” verra’ erogata (ma in due tranches e a partire dal mese di gennaio…) la somma di 585 euro al V liv. (pero’ questa volta da riproporzionare per i lav. part time).
4. MALATTIA INFORTUNI ASSENZA
Si scrive che “il lavoratore impossibilitato a presentarsi in servizio a causa della malattia deve darne avviso tempestivamente all`azienda entro il primo giorno, di norma, in anticipo rispetto all`inizio del proprio orario/turno di lavoro” quando, nel precedente CCNL, vi era soltanto “tempestivamente entro il primo giorno”.
Quindi, quando si ha un turno di mattina (es 8-14) si dovra’ chiamare prima delle 8, mentre fino ad oggi era previsto che si potesse chiamare entro la giornata di assenza.
Se dovesse accadere, ad esempio, di non aver dormito, di essere stati male, di dover andare con urgenza in farmacia o al pronto soccorso o anche solo di non riuscire a mettersi in contatto col responsabile di turno, si sara’ passibili di contestazione disciplinare perche’ solo successivamente sara’ possibile fornire le giustificazioni per tale ritardo e saranno considerate valide solo per “comprovati motivi di carattere eccezionale”; nel frattempo l’azienda pero’ puo’ gia’ avere avviato l’iter di contestazione disciplinare.
5. V (quinto) LIVELLO SUPER
E` stato previsto un nuovo livello inquadramentale tra il 5^ e il 6^.
Questo determinera’ per chi ha intenzioni avanzare professionalmente di dovere passare attraverso un nuovo livello (il quinto super, appunto) che ha mansioni similari a quello del sesto ma una paga di poco superiore a quelli del quinto: diventera`, quindi, piu` difficile passare al VI livello.
Chi e’ gia’ VI livello potra’ trovarsi, invece, in posizioni scomode determinate dal fatto di percepire una paga piu` alta del V super, ma avendo competenze smilari.
Abbiamo la possibilita` di scegliere e decidere se questo e` il Contratto che volevamo e sul quale ci eravamo impegnati.
Abbiamo, in qualita’ di lavoratori dipendenti, la responsabilità e il diritto/dovere di dire - anche al sindacato - se e` questo il Contratto che ci serve e che realmente ci tutela.
E’ attraverso confronti veri e onesti che il legame che ci unisce al Sindacato stesso, si rafforza, Sindacato che senza la nostra attenzione, la nostra spinta, le nostre critiche e anche i nostri NO, difficilmente sara` portato a produrre scelte migliorative.
Vi giriamo per conoscenza i risultati definitivi della consultazione tenutesi sul rinnovo del Ccnl Tlc dove sono state esposte TUTTE le posizioni in campo, crediamo che questa cosa andrebbe fatta in tutti i posti di lavoro per dare a tutti una reale possibilita` di informazione e scelta.
Hanno presieduto e partecipato allo spoglio, aperto a tutti:
Umberto Manaresi (come Presidente di seggio)
e i colleghi Tiziana Tuffanelli, Paolino Dilettuso, Stefano Sabbioni, Monica Casciaro e i funzionari territoriali di slc e uilcom.
Totale Votanti 190
No 158 (81+77) 83,2%
Si 29 (17 +12) 15,2%
Bianche 3 (3+0) 1,6%
RSU Cgil Cisl e Uil
Vodafone Bologna
martedì 10 novembre 2009
COMDATA CARE: L’AZIENDA RISPETTI GLI ACCORDI.
Le Segreterie Nazionali SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL denunciano il processo di delocalizzazione attuato da Comdata Care e su cui si hanno oramai prove palesi; questa scelta miope e irresponsabile mette seriamente a rischio i livelli occupazionali in Italia, pregiudicando anche la qualità del servizio offerto.
Tale scelta e' grave in sé e rappresenta una palese violazione dell'accordo siglato al momento della cessione, chiamando in causa anche la responsabilità di Vodafone e di tutto il gruppo COMDATA.
Comdata Care, forse non ricorda cosa ha sottoscritto solo due anni fa al Ministero ?
Proviamo a ricordarlo noi : "il contratto di servizio tra Vodafone Italia e Comdata Spa potrà essere rinnovato e non prevede il ricorso al sub-appalto per l'esecuzione delle attività oggetto del trasferimento".
Il paradosso che tutto ciò avviene per di più in un momento in cui Comdata Care chiede alle proprie lavoratrici e ai propri lavoratori una maggiore produttività e più attenzione alla qualità; ci chiediamo, quindi come ciò possa conciliarsi con una scelta finalizzata solo al mero risparmio sui costi .
Insomma al danno anche la beffa !
Vista la gravità della situazione riteniamo urgente e indispensabile la convocazione del tavolo triangolare Sindacato-Vodafone-Comdata Care, previsto dall'accordo di cessione.
In quell’occasione chiederemo di interrompere ogni processo di sub appalto e delocalizzazione e di avviare un piano di sviluppo di Comdata Care.
Anche il committente deve infatti assumersi tutte le proprie responsabilità sulla vicenda.
Se oltre a non voler riconoscere il contributo dei lavoratori con un PDR realmente raggiungibile, l’attuale direzione di Comdata Care pensa anche di venir meno agli impegni presi, come Sindacato agiremo allora in tutte le sedi sia vertenziali che legali.
Le Segreterie Nazionali SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL
domenica 8 novembre 2009
Comunicazione Aziendale Comdata Care
Ci preme condividere con tutti i dipendenti di Comdata Care che la sofferenza globale del mercato del lavoro in particolare nel settore delle Telecomunicazioni tuttora persiste; inoltre, l’Azienda ha sottoscritto importanti impegni a favore dei dipendenti, con riferimento ai mesi aprile-luglio 2008, (periodo nel quale i risultati attesi non sono stati raggiunti) a cui si darà seguito con il cedolino del mese di novembre p.v.
La predetta situazione non rende, pertanto, contemporaneamente possibile l’erogazione dell’Una
Tantum relativa al periodo aprile-giugno 2009.
Buon lavoro
Andrea Tonoli
Amministratore Delegato
mercoledì 4 novembre 2009
Comdata Care: Comunicato nazionale SLC-CGIL
Lo sciopero nazionale di Comdata Care, proclamato da SLC-CGIL e UILCOM-UIL , per la giornata del 23 Ottobre ha visto la partecipazione della maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori dell'Azienda.
Comdata, avuto sentore della quantità di deleghe raccolte da Slc e Uilcom, pochi giorni prima della giornata di sciopero, aveva annunciato a tutti i lavoratori, di elargire nella busta paga di Novembre 2009 la quota PdR maturata tra aprile e luglio 2008 con i relativi interessi.
Nei giorni scorsi l'Amministratore Delegato di Comdata Care ha inviato a tutti i lavoratori del gruppo un'informativa in cui annuncia di non elargire più il premio unilaterale promesso nelle varie plenarie (i famosi 250 euro!) perché sostiene che siano stati sottoscritti importanti impegni a favore dei dipendenti.
QUALI SONO GLI IMPEGNI IMPORTANTI A FAVORE DEI DIPENDENTI??
Forse l'Azienda non ricorda che i 936,33 euro che arriveranno in busta a Novembre sono dovuti da un accordo di cessione siglato al Ministero e sono soldi che Comdata Care ha già da tempo nelle proprie tasche e che appartengono a tutti i lavoratori!
Comdata Care nell'ultimo incontro sindacale ha dichiarato, inoltre, che nel 2009 vi sono stati evidenti miglioramenti in termini di qualità e produttività e oggi ci annuncia di non voler riconoscere a nessuno tale miglioramento.
Di fronte ad un'azienda che continua a provocare, a non riconoscere i miglioramenti di produttività per l'anno 2009 e che non si impegna a riaprire un tavolo serio di trattativa per una discussione su un PdR, le organizzazioni sindacali Slc-Cgil e Uilcom-Uil si vedranno costrette a intraprendere nuove e più incisive forme di mobilitazione!!!
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, UILCOM-UIL
giovedì 29 ottobre 2009
DIFFERENZA TRA IMPIEGATO E DIRIGENTE
Avvista un uomo che passa per la strada, accosta al marciapiede e gli grida: - Mi scusi, mi potrebbe aiutare? Ho promesso a un amico di incontrarlo alle due, sono in ritardo di mezz'ora e non so dove mi trovo...-
- Certo che posso aiutarla. Lei si trova in un'automobile, tra 40 e 42 gradi latitudine Nord e tra 58 e 60 gradi longitudine Ovest, sono le 14 e 23 minuti e 35 secondi e oggi è venerdì e ci sono 21,5 gradi centigradi...-
- Lei è un impiegato? - chiede quello dentro l'automobile. -
- Certamente. Come fa a saperlo?-
- Perché tutto ciò che mi ha detto è 'tecnicamente' corretto, ma praticamente inutile. Infatti non so che fare con l'informazione che mi ha dato e mi ritrovo ancora qui perso per strada!-
- Lei allora deve essere un dirigente, vero? - risponde stizzito l'impiegato.-
- Infatti, lo sono. Ma... da cosa lo ha capito?-
- Abbastanza facile: lei non sa né dove si trova, né come ci è arrivato, né tanto meno dove andare, ha fatto una promessa che non sa assolutamente come mantenere ed ora spera che un altro le risolva il problema; di fatto, è esattamente nella merda in cui si trovava prima che ci si incontrasse... ma adesso, per qualche strano motivo...risulta che la colpa è mia...........-
CCNL TLC: SLC-CGIL “IL NUOVO MODELLO CONTRATTUALE
“Il nuovo modello contrattuale, al di là dei tentativi goffi di Cisl e Coonfindustria e dei loro uffici stampa, non è passato”. Così dichiara in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Nazionale di SLC-CGIL.
“La funzione del CCNL di “garantire la certezza e l’uniformità dei trattamenti economici e normativi comuni per tutti i lavoratori ovunque impiegati nel territorio nazionale” è stata rafforzata, così come la non derogabilità a livello aziendale delle “materie ed istituti già negoziati al primo livello”. La contro piattaforma di ASSTEL che chiedeva deroghe su orari, pause, inquadramento e mercato del lavoro è stata respinta. Poiché il nuovo modello contrattuale si basava proprio sul superamento del CCNL è del tutto evidente che, propaganda a parte, politicamente il successo della CGIL è innegabile”.
“Il rinnovo del CCNL - continua Genovesi - è un rinnovo pulito in ogni sua parte. Non solo per quanto riguarda il rapporto tra le fonti contrattuali, ma anche per gli enti bilaterali. Nascerà un Ente Bilaterale per la sanità integrativa che darà una copertura minima a tutti i lavoratori del settore che oggi ne sono privi (a partire dalle ragazze e ragazzi dei call center). Una sanità integrativa esplicitamente non sostitutiva delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, con 8 euro a carico delle imprese e 2 dei dipendenti. Nascerà inoltre un Agenzia Bilaterale per la Formazione che utilizzerà esclusivamente risorse interne al sistema. I consiglieri dell’Agenzia presteranno la propria opera in forma completamente gratuita.
Altri compiti impropri (a partire da eventuali sostegni al reddito dei lavoratori) non sono contemplati. Chi voleva dar vita ad Enti Bilaterali per l’erogazione degli ammortizzatori sociali dovrà rassegnarsi, il CCNL delle TLC non ne recepisce nulla”.
“Avanzamenti significativi vanno registrati inoltre sul part-time sia in termini normativi che economici (la maggiorazione del supplementare passa dal 15% al 20%); sull’apprendistato (con la specifica che i locali per la formazione interna devono essere distinti da quelli adibiti alla produzione). Sono state migliorate le norme sulle 150 ore e sui permessi esame (con un giorno in più retribuito) ed è stata portata dal 2° al 3° giorno di malattia la franchigia per il certificato medico (da consegnare solo al rientro).
E’ stata fatta chiarezza sull’inquadramento iniziale degli addetti al call center: di fronte alla giungla e al dumping operato (anche con accordi separati a livello locale) da parte di imprese scorrette che sottoinquadravano i lavoratori si è definito una volta per tutte che è il 3° livello quello di ingresso (con relativa sanatoria per tutti entro il 2010). Sarà possibile inquadrare al 2° livello, per un periodo iniziale, esclusivamente i lavoratori privi di esperienza professionale (da qui 3 possibilità: assunzioni con apprendistato, con contratto di inserimento, con un “2° formativo” a fronte di almeno 20 ore di formazione minima, con automatico passaggio al 3° e con la clausola di mantenerne in servizio a tempo indeterminato almeno il 70%).
Una norma chiara che da oggi renderà più agevole la battaglia sindacale (e giudiziaria) contro le imprese più scorrette”.
“Per quanto riguarda infine gli aumenti salariali – sottolinea Genovesi – si esce a regime (per una durata di 3 anni: 1 gennaio 2009-31 dicembre 2011) con 129 euro di aumento (45 a Gennaio 2010; 34 a Giugno 2010; 50 a Giugno 2011) e una tantum di 585 euro, tutto al parametro del 5° livello. L’aumento a regime dei minimi (il valore punto era di 17,01 euro) è del 7,6% .
In base al nuovo modello firmato il 15 Aprile 2009 l’aumento avrebbe dovuto essere di 117 euro pari cioè al 6,7% (1,2% di recupero sul passato biennio di inflazione non depurata + il 5,5% delle previsioni Isae, cioè della nuova inflazione depurata dai beni energetici). Vi sono cioè aumenti superiori, dovuti proprio alla posizione della CGIL per cui l’inflazione va recuperata tutta, perché gli aumenti di benzina e riscaldamento i lavoratori li pagano e – quindi – i loro salari devono essere tutelati anche da questo tipo di inflazione”.
“Politicamente – conclude la SLC-CGIL - l’accordo è importante: perché giunge unitario dopo la presentazione di tre piattaforme separate; perché copre l’intera filiera ICT e guarda - tra sanità integrativa, mercato del lavoro, permessi, inquadramenti – tanto alle figure deboli che alla parte alta del settore. Perché soprattutto difende il CCNL, la sua funzione solidaristica e regolatoria e rilancia quindi la funzione sindacale della CGIL. Ora la parola passerà ai lavoratori che voteranno l’ipotesi, secondo la migliore tradizione democratica e partecipativa che ha visto la CGIL far votare sempre i lavoratori: quando è stata presentata la piattaforma e ora con l’ipotesi di accordo”.
sabato 24 ottobre 2009
CESSIONE RAMO D'AZIENDA EUTELIA
Confermati i sospetti sulle motivazioni della cessione del ramo di azienda: ora arriva la mobilità
di Beatrice Borromeo
Licenziati. 1192 lavoratori della società Omega hanno ricevuto due giorni fa la lettera che annuncia l’avvio delle procedure di mobilità. La scorsa settimana il “Fatto Quotidiano” aveva denunciato il rischio che più di duemila persone subissero un licenziamento mascherato dopo la
cessione del ramo d’azienda da cui dipendevano. Ora è successo: la società ha avviato la procedura di mobilità collettiva .
Ricapitoliamo: i lavoratori erano stati “ceduti” dalla società di telecomunicazioni Eutelia alla Agile, contemporaneamente acquisita da un terzo soggetto, la Omega. Quest'ultima non paga i dipendenti dallo scorso luglio, non si mette in regola per partecipare alle gare, tiene fermi i suoi lavoratori privi anche dell’accesso a Internet.
Questi sostengono che la Omega lo faccia di proposito per arrivare al fallimento e che questo fosse il suo compito sin dall'inizio dell’operazione: liberarsi dei dipendenti evitando a Eutelia
(società quotata, seconda peggiore a Piazza Affari quest’anno) di pagare 54 milioni di euro di tfr. “La Omega spiega di essere costretta alla messa in mobilità di 1200 persone - spiegano dal sindacato - tenuto conto dell'andamento dell'ultimo triennio.
Ma l'acquisizione di Agile, coi suoi 2200 dipendenti, risale a soli tre mesi fa. Se andava male da anni, perchè avrebbe dovuto farsi carico di tante persone? La verità é che non sarebbero mai stati in grado di pagarli. Omega è un'azienda killer che ha l'ordine di disfarsi di un intero
ramo aziendale.”
La preoccupazione è forte e la situazione sempre più confusa.
Il 7 ottobre un comunicato ha annunciato che Agile e Omega si fonderanno con la società Libeccio, con sede in Inghilterra. Gianni Seccia, segretario Fiom-Cgil di Roma, sostiene che: “Così
la proprietà di Agile si svincola dal diritto italiano e si appella a quello inglese, che non prevede ammortizzatori sociali per licenziare i dipendenti”.
Eutelia continua a negare le proprie responsabilità, sostenendo che il rapporto con Agile si è limitato alla cessione del ramo aziendale IT (Information Technology) e che nulla sa del trattamento salariale del personale.
Nel frattempo, però, i fratelli Landi, vicepresidente e amministratore delegato di Eutelia,
restano indagati dalla procura di Arezzo per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione
indebita. A Eutelia, che sostiene di aver ceduto insieme ai dipendenti anche crediti esigibili, commesse, e un sostanzioso portafoglio ordini, risponde un avvocato che segue molti dipendenti
in questa vicenda: “Omega continua a perdere gare, grosse commesse e tanti appalti. Sappiamo che molti committenti stanno revocando gli ordini, perchè si stanno preparando sul mercato
altre società legate a Eutelia che li rileveranno. Omega lo fa di proposito per fallire e non pagare i tfr”. L'avvocato aggiunge la sua lettura della recente procedura di mobilità annunciata da Omega: “Questo comportamento aziendale è nevrotico, sclerotico.
La lettera che è stata inviata non è scritta su carta intestata, è anomala. Sembra un'iniziativa autonoma dell'amministratore unico.
Quella dei dipendenti Agile- Omega è una morte annunciata. Ma non credo arriverà tramite la mobilità. Ritengo invece che sia una tecnica per disorientare perchè, a mio parere, la società sta per dichiarare il fallimento, così da non pagare proprio nulla ai dipendenti. Ha appena acquisito un'altra società, altri 400 dipendenti che non paga da tre mesi.
Omega è un buco nero dove viene mandata la gente per licenziarla senza creare problemi ai veri datori di lavoro”. Sta arrivando qualche reazione politica, come il sostegno dell'Italia dei Valori ai
lavoratori in (forse) mobilità da parte dell’ex sindacalista Maurizio Zipponi. Ma questo ai dipendenti non basta, chiedono risposte (e uno stipendio), vogliono subito un tavolo col ministero del Lavoro.
“Sono incazzata nera - racconta una dipendente - noi non sapevamo nulla, e nemmeno i sindacati erano informati. Che ci hanno comprati a fare? Solo per licenziarci? Niente stipendio da tre mesi, niente contributi da un anno. Questa società è stata svenduta da Eutelia a Omega per 96mila euro e da quel momento abbiamo capito che volevano farci fuori. Ho 36 anni, un bambino di 4,
e sono disperata. Mi sbattono in mezzo alla strada. Ho provato a guardarmi intorno: ho spedito il curriculum al governatorato del Vaticano, perchè stanno mettendo in piedi un centro elettronico.
Sapete cosa mi hanno risposto? Che sono troppo vecchia! Ho 36 anni e mi sento inutile”.
I licenziamenti di Omega stanno arrivando in tutt'Italia. A Torino ci sono 110 lavoratori in mobilità, a Ivrea 109, a Milano 237. E, conclude un delegato Fiom : “La lettera di licenziamento chiede al ministero del Lavoro di non utilizzare gli ammortizzatori
sociali”.
giovedì 22 ottobre 2009
23 OTTOBRE E' SCIOPERO GENERALE INDETTO DAL SINDACALISMO DI BASE
1) blocco dei licenziamenti e riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario;
2)cassa integrazione all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi;
3) reinternalizzazione dei servizi e assunzione a tempo indeterminato dei precari;
4) introduzione di un reddito minimo garantito per tutti;
5) aumenti consistenti di salari e pensioni con aggancio al reale costo della vita;
6) abrogazione della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza;
7) sostegno delle energie rinnovabili, del risparmio energetico, del riassetto idrogeologico;
8) messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, delle scuole, dei trasporti, rifiutando la riduzione delle sanzioni per chi causa morti sul lavoro, gravi infortuni, malattie professionali;
9) reperimento di alloggi popolari e canone sociale per i bassi redditi;
10) diritto di uscita dai fondi-pensione;
11) difesa del diritto di sciopero;
12) rappresentanza elettiva e democratica sui luoghi di lavoro e fine del monopolio oligarchico di CGIL-CISL-UIL sulla rappresentanza e i diritti sindacali;
13) ritiro della riforma Brunetta;
14) contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e l'incenerimento dei rifiuti;
15) contro i tagli di posti, classi e orari nella scuola pubblica e contro la legge Aprea;
16) contro l'aumento dell'età pensionabile per le lavoratrici della P.A."
MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI ROMA CON CORTEO ORE 10,00 DA P.ZZA DELLA REPUBBLICA.
lunedì 12 ottobre 2009
IN NOME DELLA VERITA’!
1) Ribadiamo che durante l’incontro del 6 Ottobre e’ stato richiesto da CGIL un valore aggiuntivo ai 935 euro pari a 70 euro da recuperare sulle “valorizzazioni forfettarie e convenzionali” (cosi’ come specificato nell’accordo siglato davanti al Ministero dello Sviluppo Economico) dovute ai colleghi non piu’ in forza in Comdata Care (ricordate l’esempio dello sciacallo?).
“Solo” per questi 70 euro in piu’ CGIL proclama uno sciopero che costa ad un FT 80 euro. Se avessero seguito le lezioni di matematica a scuola saprebbero che in questo modo, faranno perdere ai Lavoratori 10 euro, PER UN DIRITTO già acquisito. Inoltre l’Azienda stessa non ha manifestato reticenza nel fissare un incontro per il PdR; dato confermato anche dalla Fistel-Cisl nell’ultimo comunicato inviato in data 9 OTTOBRE 2009.
2) L’obiettivo del 6.5%, che come indicato durante l’assemblea, pare essere un target gia’ prestabilito, e’ in realta’ stato nominato solo come un obiettivo che l’Azienda si prefigge di raggiungere. Il tema PDR non e’ stato assolutamente trattato.
3) Il comunicato inviato dal Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care in data 5 Ottobre 2009 e’ basato su un Contratto di Servizi, firmato e sottoscritto tra Vodafone e Comdata in tutte le sue parti, e suoi allegati.
E’ stato sollevato il dubbio che quanto portato da noi in evidenza non sia un documento veritiero. E’ stato strumentalizzato il fatto che sulle pagine dell’allegato E compaia la dicitura “ bozza”.
La stessa dicitura e’ presente su altri documenti depositati da Vodafone e accolti dai giudici delle zone in cui la vertenza è stata già avviata e che, per impostazioni, impaginazione sigle ecc…, e’ tale e quale all’Allegato E.
Da consulti legali, tale dicitura risulta essere utilizzata per consentire alle due Parti di apportare modifiche in comune accordo, senza la necessita’ di dover effettuare tali variazioni sotto il vaglio di un notaio. Quindi ci chiediamo: come mai l’avvocato della RSU CGIL di Milano (citata in assemblea) non ha richiesto a Vodafone di presentare agli atti questo documento? Ha studiato Legge dove il coordinamento CGIL ha studiato matematica? Oppure si tratta dell’ennesima bugia? Ed inoltre: se l’ Azienda non ha smentito nulla di quanto abbiamo comunicato perche’ la CGIL si prende la responsabilita’ di distruggere quanto messo in evidenza da noi?
4) Infine, il fatto che quanto da noi denunciato, in merito ai contenuti del Contratto di Fornitura Servizi e dei suoi allegati, corrisponda al vero e’ ufficialmente confermato anche dai fatti che da quei contenuti ne derivano: Costi – Ricavi – Perdite come da Bilancio Comdata Care; modalita’ e quantita’ di diminuzione dei volumi di lavoro che si stanno verificando nella varie sedi.
Il Coordinamento Cobas, insieme ai Lavoratori, ha trattato e portato alla luce dei contenuti importantissimi e gravissimi che chiariscono ancor meglio il disegno desiderato sin dalle origini di questa cessione e di cui stiamo, fin dall'inizio, subendo le conseguenze.
Ora attendiamo che l'Azienda, insieme a CGIL, stando a cio' che e' emerso dalle assemblee, confutino tali contenuti comprovando le loro tesi. Attendiamo che presentino i loro fantomatici documenti “originali”, contenenti tutte le rassicurazioni del caso, e saremo i primi ad esserne piu’ che felici.
Se, come pensiamo, non hanno nulla di tutto questo devono smetterla di fare inutile ostruzionismo e confusione nel bieco tentativo di distogliere l’attenzione da fatti tanto gravi appellandosi ad inesistenti cavilli giuridici.
«La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia.» (Arthur Schopenhauer)
Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care
venerdì 9 ottobre 2009
PROBLEMA: Contratto di Servizi e Bilancio
DI QUANTE PERSONE BISOGNA DISFARSI PER NON ESSERE IN PERDITA?
TRACCIA:
Un contadino (Fiorenzo) va al mercato e compra 913 persone (alcuni vermi da Vodafone Pozzuoli – Tenia Lecchinus – che evidentemente di queste cose se ne intendono, dicono trattarsi di 913 mele marce); in cambio ottiene una commessa che gli frutta circa 34.500.000 euro all’anno (fonte: Contratto di Servizi).
Sapendo che il totale dei costi sostenuti dal contadino nei primi 293 giorni di gestione è stato di 28.688.600, di cui il 71,20% relativi a costi del personale, che ha comportato una perdita netta di 729.062 euro (fonte: Bilancio di esercizio al 30 giugno 2008), rispondi alle seguenti domande:
DOMANDA 1: Di quante persone il contadino si deve liberare per non continuare ad accumulare perdite di esercizio?
DOMANDA 2: Ci sono, e se si, quali sono gli altri costi che si possono ridurre e in che modo?
SVOLGIMENTO:
RISPOSTA ALLA DOMANDA 1:
Sappiamo che in un anno il contadino guadagnerà 34.500.000 euro. I costi che sosterrà invece (rapportati a quelli del primo anno) saranno di 35.738.358 euro (cioè, 28.688.600 diviso 293 e moltiplicato per 365 giorni), comportando una perdita di 1.238.358 euro. Sapendo che il costo del personale rappresenta il 71,2% del totale, sappiamo che questo dato corrisponde a 25.445.711 euro che, diviso per le 913 persone, fa un costo di 27.881 euro a Lavoratore. Dividendo la perdita (1.238.358 euro) per 27.881 euro, otteniamo 44,42 FTE di cui disfarsi, per poter pareggiare i conti. Cosa che sarebbe sufficiente se il contadino operasse per beneficenza, tipo ONLUS, se invece (come in effetti è) gestisce una società di lucro, per “abbuscarsi” la giornata, deve liberarsi di più persone.
RISPOSTA ALLA DOMANDA 2:
Essendo la restante parte dei costi imputabili a tasse, oneri, utenze, ecc. l’unico (limitato) margine di intervento per ridurre ulteriormente i costi, potrebbe essere sul fitto dei locali nei quali opera, trasferendosi o in altri meno confortevoli, ma meno onerosi, o riunendo le persone operanti in riversi locali sparsi in varie zone d’Italia, in modo da chiudere qualche centro e risparmiarne i costi.
DOMANDONE FINALE:
Quante possibilità hai, terminato il contratto di commessa (se non prima) di continuare a lavorare, di lavorare nel luogo (o quantomeno nella città) dove sei ora, e senza diminuire il tuo stipendio?
Che possibilità ci sono che il Padrone rinnovi la commessa ad un contadino che ha un costo di gestione base del personale di oltre 25 milioni di euro all’anno, quando un nuovo personale italiano di mercato gli costerebbe circa 19 milioni, un personale rumeno circa 10 milioni, un sistema automatizzato solo pochi spiccioli?
RISPOSTA: 0%!!!
IL VERO CONTRATTO DI CESSIONE
E' proprio vero che "tutti i nodi vengono al pettine": tutto cio' che questa Azienda ha voluto mantenere segreto adesso viene a galla. Tutte le omissioni sui fatti, informazioni, riorganizzazioni interne, a livello di personale e di attivita', sono "giustificate" a pieno....il timore di un possibile tumulto all'interno dell'Azienda? La volonta' di sfruttare le risorse fino all'ultima goccia senza volerne ripagare la fatica? O piu' semplicemente un "licenziamento di massa" ?
Per due anni sono state presentate dal Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care proposte piu’ che legittime per poter migliorare le nostre condizioni lavorative ed avere maggiori garanzie occupazionali. Ci hanno dato dei “fanatici idealisti” e più volte siamo passati per quelli che urlano “al lupo al lupo” e seminano il terrore.
Sono state poste domande specifiche sul nostro futuro in quest’ Azienda in diverse occasioni pubbliche ma “tutte” le “risposte” sono sempre state vaghe, superficiali e poco rassicuranti…
…tutte le “risposte” tranne una!
Abbiamo richiesto ad Andrea Tonoli in un incontro “privato” e poi tramite mail che vi invieremo in seguito, maggiori specifiche riguardo a questi passaggi riportati nel Contratto di Fornitura Servizi, siglato in data 5 Novembre 2007.
" […]Vodafone potra’ ridurre i volumi dei servizi affidati a ComdataCare una o piu’ volte nell’arco dell’intera durata del presente contratto, ma comunque entro il limite complessivo: 60 FTE (l’equivalente di un operatore di call center che lavora 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana) per l’intera durata del presente contratto, a partire dal 1 aprile 2008 […]” - art 2 par 2.3 Riduzione dei volumi del contratto di Fornitura dei servizi.
"[…] in caso di flessione dei livelli di fornitura Vodafone potra’ richiedere delle modifiche alla struttura e/o all’organizzazione aziendale di ComdataCare, compreso il suo dimensionamento[…]” - art 4 par 4.2b Valutazione degli SLA
"[…] A partire dal 1 aprile 2010 vodafone avra’ in ogni caso la facolta’ di ridurre i volumi di servizi sempre entro il limite di 60 FTE per l’intera durata del presente contratto.[…]”
Alla domanda diretta ed esplicita: “può Vodafone ridurre i volumi di lavoro?”, l’A.D. ha negato tale possibilità, e ciò si presta a due possibili motivazioni:
A) a guidare ComadaCare c’è un Amministratore Delegato tanto distratto che gli è sfuggito un particolare tanto importante;
B) Tonoli è tutt’altro che un Dirigente distratto, quindi ha deciso di mentire.
Tra l’altro, questa risposta dell’A.D. è stata ribadita anche in un corso di Formazione a Pozzuoli, in cui era presente anche un Manager di quella zona, il quale ha espressamente negato la possibilità che i volumi di lavoro potessero diminuire (almeno per i 7 anni della commessa), perché a garantirgli questo era stato proprio l’A.D. Andrea Tonoli. Anche questo si presta a due possibili motivazioni: Tonoli mente anche ai suoi Manager, o gli stessi Manager mentono a loro volta? La risposta a queste diverse motivazioni, invece, riteniamo possa essere una sola: che siano in buona fede o in cattiva fede, quanto valore e quanta credibilità dobbiamo dare a ciò che in generale ci dice l’Azienda?
Come può un sindacato, che si definisce difensore dei diritti dei lavoratori, continuare a dichiarare sufficiente garanzia del posto di lavoro il lacunoso accordo di cessione del 25 ottobre 2007? Prima di sbandierare certezze ed elargire rassicurazioni ai dipendenti, quel sindacato ha fatto delle verifiche e ricerche su quanto cedente e cessionario hanno concordato non davanti al Ministero del Lavoro e Sviluppo Economico?
Andrea Tonoli ci ha risposto che non avrebbe mai accettato di firmare un documento simile, che al massimo ci potevano essere delle flessioni di volume di attività ma che non era possibile includere una condizione del genere nell’ Accordo di Cessione…risposta decisamente “rassicurante”!
…eppure sul Contratto di Fornitura Servizi è scritto nero su bianco e siamo disposti a condividere con tutti voi il documento originale e uno dei suoi allegati che risulta altrettanto interessante per un passaggio che vi sottoponiamo:
Piano di efficientamento e maggiore efficienza: Per efficienza operativa si intende la capacità della NewCo (Comdata Care) di utilizzare un numero inferiore di FTE per realizzare lo stesso volume di attività […]
In altre parole Vodafone, con l’introduzione degli automi da lei voluti e in gran parte realizzati, ha ridotto gia’ i volumi delle nostre attivita’, creando cosi’ il cosiddetto “FTE liberato (ossia operatori non piu’ necessari per realizzare i volumi richiesti da Vodafone).
Turnover maggiore del 3%. […] I valori di canone annuo nei diversi anni sopra descritti sottendono un turnover del 3% garantito su ogni anno di Contratto di Fornitura di servizi. Per ogni FTE ex Vodafone dimissionario aggiuntivo rispetto a quelli previsti da piano (3%) NewCo (Comdata Care) dovrà riconoscere uno sconto sul canone pari al differenziale di costo tra un FTE ex Vodafone e un FTE di mercato. […] Nel caso in cui la % di turnover a consuntivo dovesse risultare inferiore o uguale al 3% la NewCo si accolla il rischio e non dovrà impattare su Vodafone”
In altre parole Comdata Care si impegna a ridurre il livello occupazionale annuo e, a fronte di questo, si ottengono degli sconti.
Abbiamo atteso delle risposte dall’Azienda prima di rendere pubblici i documenti in nostro possesso ma dopo 5 mesi riteniamo, che se l’Azienda non ha sentito la necessita’ di “chiarirci i dubbi”, probabilmente la nostra interpretazione e’ corretta come “corretto” condividere con tutti i Lavoratori il Contratto di Fornitura Servizi.
Come sempre la scelta finale spetta a VOI: potete continuare a sperare nella tutela di un sindacato “distratto”, se in buona fede, e che si preoccupa solo di distribuire qualche spicciolo per tenerci buoni e fingere che Comdata Care sia l’Azienda perfetta che non è stata Vodafone oppure alzare la voce, agire in tutti i modi che si rendano necessari per difendere il nostro diritto ad avere un futuro!
Coordinamento Nazionale Cobas Comdata Care
Comunicato della Segreteria Territoriale SLC CGIL Roma Sud
Plaude, altresì, allo spirito di responsabilità assunto dalle stesse Confederazioni CGIL CISL UIL che, accogliendo le rivendicazioni della CGIL e dei lavoratori, ha consentito, con il contributo di tutti, di ritrovare l’unita’ e raggiungere in Teleperformance un accordo sul controllo a distanza che supera le criticità emerse dal precedente accordo separato firmato senza la CGIL.
Per tali ragioni giudichiamo incomprensibile, se non addirittura in controtendenza, l’iniziativa della FISTEL CISL che, con l’assemblea indetta in Comdata Care del sito di Roma, di fatto sottovaluta il mandato già raccolto dalla SLC CGIL nell’assemblea del 18 settembre. Assemblea indetta dalla sola SLC CGIL a causa del disinteresse che in questi anni (dalla cessione ad oggi) ha dimostrato la FISTEL CISL territoriale, nascondendosi dietro l’alibi di non avere Rsu.
Noi abbiamo risposto nelle assemblee svoltesi il 18 settembre (pur non avendo Rsu) alle provocazioni della FISTEL CISL, spiegando chiaramente qual è stata la nostra posizione anche in merito alla questione della “quota PDR” arretrata, posizione che, ci teniamo a ribadirlo, fu concordata unitariamente e strategicamente anche con la stessa FISTEL CISL al momento della cessione.
Nonostante stigmatizziamo il comportamento della FISTEL CISL che rischia di compromettere l’unita’ sindacale proprio alla vigilia di un delicato incontro per la trattativa di II livello, noi insistiamo nel richiamarla ad una maggiore responsabilità, affinché rispetti i lavoratori che, a prescindere dalle nostre differenze politico-sindacali, attendono da troppo tempo risultati tangibili per poter continuare ad assistere ad iniziative che minano la forza delle nostre Confederazioni CGIL CISL UIL.
Ricordiamo, altresì, che il 6 ottobre 2009 si svolgerà presso l’UIR di Roma l’incontro di riapertura della trattativa di II livello
Illegale l'esternalizzazione Telepost
[ZEUS News - www.zeusnews.com - 03-10-2009]
Dopo aver perso la sentenza di primo grado, Telecom Italia ha perso anche l'appello ed è stata condannata a pagare ingenti spese legali per il caso dei lavoratori Telepost.
Si tratta di 23 dipendenti della sede di Milano, lavoratori che gestiscono la posta all'interno di Telecom, esternalizzati alcuni anni fa per essere ceduti a Telepost, una società costituita da Pirelli, Comdata e Tnt.
Per i giudici la cessione non è legittima; i lavoratori sono dipendenti Telecom a tutti gli effetti. Telecom Italia ha già fatto sapere che intende ricorrere in Cassazione contro la sentenza.
giovedì 24 settembre 2009
Convegno Nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici dei Call Center
c/o Liceo Carducci – Via Beroldo 9 (MM Loreto)
Su questo mondo selvaggio dei Call Center che non finisce mai di stupire e che sorprende più di un film di fantascienza con i suoi: KPO, ACR, OCR, ACW, ATT, Mistery Call, Front Line, Back Office, job rotation ma anche esternalizzazioni, insourcing, outsourcing, stop and go, tempi determinati, indeterminati, a contatto, a durata conversazione ad ottobre si terrà un convegno, un appuntamento più utile di un Canvass, più grande di una Phone Skill, più sensuale di un affiancamento, più formativo di un briefing.
Un mondo che coinvolge “ufficialmente” ca. 300.000 addetti, di cui sempre prendendo solamente i dati semi-ufficiali soltanto il 5/6% accede a contratti stabili con salari pieni. Ma prendendo invece seriamente in considerazione le infinite situazioni di call center selvaggio che si stanno moltiplicando nel paese insieme a tutte quelle forme di organizzazione del lavoro che più facilmente consentono l’interscambio di persone e applicazione delle più infami forme di assunzione fino al nero gli addetti e le proporzioni si amplificano.
I numeri poi diventano terrorizzanti, quando prendiamo in considerazione il ricorso, che il personale addetto a questo tipo di lavorazione alienante e repressa, a psicofarmaci conseguenza troppo spesso dello stress correlato. Oppure dei molteplici sintomi di malattie professionali (perdita dell’udito, dolori alle osse del polso, del gomito, dell’avambraccio, tumori alle ovaie, gravidanze isteriche fino alle leucemie) che però non sono tutt’oggi riconosciute come tali in quanto trattasi di “new-economy” e i settori scientifici che dovrebbe coadiuvare i sindacati in questa certificazione se ne guardano bene..
Per questo il 3 ottobre si terrà a Milano, il Convegno Nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici dei Call Center, organizzato da: FLMUniti CUB Telecomunicazioni - Rete Colsenter.
Un appuntamento imperdibile per condividere informazioni, affrontare problematiche vecchie e nuove, i punti critici che insidiano le condizioni di lavoro e i punti caldi dove i nostri diritti vengono erosi, per iniziare un percorso esteso a tutti e tutte, che sappia esplorare gli ambienti del lavoro con i diritti dei lavoratori.
Discutiamo, scambiamoci esperienze e proponiamo iniziative per: salari adeguati e non risacati, orari di lavoro che tengano conto delle esigenze personali o non delle macchine, permessi per il tempo libero, la salute e sicurezza contro lo stress, per superare il problema dei contratti precari, per un Contratto Collettivo rispondente alle esigenze dei lavoratori e non del profit.
Il convegno prevede in mattinata gli eventi/partecipazione:
Stress del lavoro (stressati non si nasce, ci si diventa) (Working in Call), Precarietà (la faccia oscura della precarietà), Impatto sul PIL (quanto produciamo veramente?), con interventi di:
• Dott. Vito Totire, della AUSL di Bologna -Dipartimento di Salute Pubblica- Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro,responsabile dell'Ambulatorio per il disagio in Ambiente di Lavoro;
• Avv. Danilo Conte del Foro di Firenze, esperto di tutele contro i contratti precari;
• Prof. Andrea Fumagalli, economista e docente all’Università di Pavia;
• Lidia Undiemi, dottoranda in Scienze Politiche a Palermo, membro della Lega Italiana dei Diritti Umani, che sta conducendo studi sulle esternalizzazioni e l’intermediazione illecita di manodopera.
e nel pomeriggio:
- dibattito, scambio di esperienze e proposte fra RSU, Lavoratori/trici, collettivi sindacali e collettivi autorganizzati delle aziende del settore. Fra queste: Comdata, Wind, Omnia-Network, Transcom, E-Care, Telecom, Telegate, Answers-Phonemedia, Sky-Telecare, Servitel, Atesia…
Per partecipare al convegno o per informazioni contattare: convegno.callcenter@gmail.com - 3383065043
sabato 12 settembre 2009
UN SALTO DAI CUGINI OLTRALPE...
Roma, 10 set. (Apcom) - La direzione di France Telecom ha annunciato oggi di voler "rafforzare la prevenzione contro i suicidi" con la formazione di 20mila quadri dirigenti per "l'individuazione di eventuali segnali di debolezza" fra i collaboratori.
Dall'inizio dell'estate sei dipendenti della società telefonica francese si sono suicidati.
L'ultimo gesto disperato di un dipendente: ieri, nel corso di una riunione con una quindicina di colleghi, l'uomo ha afferrato un coltello e lo ha rivolto contro se stesso, ferendosi gravemente all'addome. Non è in pericolo di vita, precisa il quotidiano francese Le Figaro.
L'episodio è avvenuto nella sede di Troyes, nord-est della Francia. All'uomo, cinquant'anni, da trenta nell'azienda, era appena stata comunicata ufficialmente una variazione di incarico, da lui consideratacome una retrocessione. "Aveva cominciato dal basso e aveva lavorato sodo per fare carriera. Da un giorno all'altro gli è stato detto che avrebbe fatto un lavoro molto meno interessante", ha spiegato un suo collega.
Dal febbraio 2008, France Telecom ha registrato 22 suicidi fra i suoi dipendenti, di cui 6 solo in questa estate. Anche il numero di congedi malattia è aumentato in modo significativo. I sindacati denunciano da diversi anni l'atmosfera di stress a France Telecom e le "pressioni" sul personale da quando il gruppo è stato privatizzato nel 2004, ma soprattutto dall'annuncio del piano di ristrutturazione che si è tradotto con 22.000 "dimissioni volontarie" tra il 2006 e il 2008.
lunedì 7 settembre 2009
Mail inviata a Tonoli
dopo un anno in cui il nostro Coordinamento ha continuato a chiedere un incontro a questa Azienda, richiesto alle OO.SS. un incontro preventivo per collaborare sulle proposte da sottoporre al tavolo delle trattative e dopo che non sono arrivate ne' risposte e....nemmeno altre proposte, oggi veniamo a sapere che a breve dovrebbe esserci una riapertura dei tavoli per la trattativa di secondo livello.
Dato che rischiamo che la nostra piattaforma, votata e appoggiata dai lavoratori, non abbia un futuro, e, per concomitanze, che nessuno rappresenti quel percorso la RSU Cobas di Napoli ha inviato a Tonoli la seguente mail:
Buongiorno,
ci pervengono, per vie indirette, informazioni in merito alle quali l'Azienda sarebbe disponibile alla riapertura delle trattative come in oggetto; dato che al momento io sono, per diverse concomitanze, l'unica RSU in carica eletta nelle liste COBAS, movimento presente in maniera sostanziale in tre delle cinque sedi di ComdataCare, e dato che dal giorno 11 Settembre e sino a tutto il giorno 22 beneficero` delle ferie preventivamente concordate con l'Azienda stessa, chiedo ufficialmente di tenere presente di questa mia assenza e di non far coincidere con la stessa gli appuntamenti relativi alla trattativa.
In questo modo ritengo si possa garantire la pluralita` di opinioni presenti in Azienda ad un tavolo tanto importante, e non discriminare le scelte di quei tanti che si riconoscono rappresentati attraverso la linea sindacale che, come RSU ed organizzazioni, portiamo avanti.
In attesa di un cortese riscontro
Salvatore Musella RSU ComdataCare Pozzuoli.
Coordinamento Nazionale COBAS Comdata Care.
domenica 30 agosto 2009
Comunicato Fistel Cisl: mancata erogazione mensilità PDR
FISTEL- CISL, vi informa di aver concluso con esito giudiziario positivo una vertenza “pilota”, tramite la sua rappresentanza di Padova, per il riconoscimento di una somma ancora dovuta dall’azienda a seguito dell’accordo di cessione del 25 Ottobre 2007.
La somma è pari per un full time a 908.33 euro. Questa somma era promessa in un allegato all’accordo: in esso l’azienda si impegnava a riconoscere una somma per il periodo dal 1 Aprile 2008 al 31 Luglio 2008, pari al raggiungimento del 100% del target dell’anno fiscale 2007-2008 (vi ricordiamo di 2725 euro), qualora il confronto per la definizione del premio di risultato per il quadriennio 2008/2012, non avesse prodotto risultato entro il 31 Luglio 2008.
Ancora a Roma, in occasione dell’incontro, per la firma dell’accordo sindacale del 16.09.08, poi bocciato, la somma fu da noi richiesta ma ricevendo in risposta un rifiuto.
Per motivi che ignoriamo, questa somma è stata completamente trascurata anche dai “compagni” di Slc-Cgil, salvo un comunicato tardivo, inoltrato sulla sola sede di Padova, quando ormai il ricorso “pilota” si era concluso positivamente e tutti i lavoratori di quella sede erano già stati informati del diritto loro riconosciuto.
A seguito del ricorso vittorioso, altri lavoratori hanno presentato analogo ricorso tramite i nostri uffici vertenze.
L’ azienda in Agosto ha richiesto al nostro Segretario Nazionale T. Ferlinghetti la cortesia di sospendere l’avvio di ulteriori ricorsi miranti ad ottenere le mensilità di PDR spettanti ai lavoratori ancora da Settembre 2008.
L’azienda finalmente si dichiara intenzionata a discutere modalita’ e tempi di pagamento della somma a tutti i dipendenti.
Vi anticipiamo già che, come sinora fatto in ogni occasione, rilanceremo la riapertura della trattativa di secondo livello sul Premio di Risultato.
Data la particolare situazione di Roma, priva di rappresentanza sindacale, preghiamo chi desiderasse avere ragguagli sulla situazione di contattare Alessandro Faraoni al 3482270330 oppure all’indirizzo e-mail alessandro.faraoni@vodafone.com.
Un saluto
Fistel Cisl Roma
venerdì 7 agosto 2009
martedì 28 luglio 2009
Ennesima prepotenza aziendale: licenziata una collega di Comdata Care a Roma!
Questa collega è stata licenziata perchè, a sua insaputa, la sua password è stata utilizzata per attivare delle promozioni. E' stata fatta pagare a una collega impegnata sindacalmente - guarda caso - le falle aziendali in termini di sicurezza informatica (alla faccia del codice etico!).
Falle che noi a Torino conosciamo molto bene, visto che Citrix è la normale interfaccia che viene utilizzata sulla commessa più importante, ossia ENI. Una unica password di rete per entrare in tutti i pc, login e password di Citrix che, alla fine di un contratto a tempo determinato, vengono riciclate e affibbiate ad altri colleghi, oppure utilizzate per le emergenze, tanto che poi, quando questi colleghi - magari in stop & go - rientrano possono ritrovarsi contratti attivati o cessati da altri, ma con le proprie utenze... un sistema di sicurezza da azienda delle banane!
Ma d'altronde, non sono queste le preoccupazioni del nostro amministratore delegato, impegnato, oltre che a sedersi nei "salotti che contano" di Asstel, a piagnucolare su presunte "crisi" ancora non dimostrate. Il tutto per procrastinare "sine die" contratti precari e salari da fame, cassa integrazione e tagli al personale, nel mentre allegramente investe con due soldi in Romania e Bulgaria, dove molte commesse Comdata stanno andando a finire.
Il tutto sulle pelle di operatori e operatrici che devono anche subire l'arroganza e i metodi da caserma di capi del personale "sceriffi", protagonisti di telefonate a chi è in mutua (bellamente avvertito del fatto che "è meglio ritornare al lavoro"), convocazioni in ufficio sullo stesso tema (con proposte ai limiti della legalità su possibili iscrizioni alle "categorie protette"), "passeggiate" fra le position per vedere chi ha un libro o un telefono poggiato sul tavolo, contestazioni disciplinari fantasma ("lei è stato/a visto/a fare questo o quello...", non si sa bene da chi), e molto altro...Ricordando a lorsignori dirigenti aziendali che quando si tira troppo la corda, poi si spezza, ci mettiamo subito a disposizione delle colleghe e dei colleghi di Comdata Care per tutte le azioni di solidarietà necessarie fino al giusto reintegro di Debora.
Collettivo Lavoratori Comdata - FLMUniti-CUB Torino
lunedì 27 luglio 2009
DEBORA DAMIANI - LICENZIATA INGIUSTAMENTE
* donna di 41 anni, madre, moglie *
*impegnata sindacalmente con i Cobas.*
DEBORA DAMIANI, dopo ben 14 anni di servizio per una società - Vodafone -che non si è fatta scrupoli a vendere la sua professionalità ma soprattutto la sua vita ad un'azienda - Comdata Care - creata appositamente per distruggere gradualmente tutte le certezze dei dipendenti che apparentemente ha acquistato insieme ad un presunto ramo d'azienda (che ancora oggi dimostra di non avere nessuna autonomia) E’ STATA LICENZIATA INGIUSTAMENTE.
PERCHÉ Debora è stata licenziata?
La sua password, A SUA INSAPUTA, è stata utilizzata per attivare delle promozioni.
Debora è stata quindi licenziata per non aver denunciato prima le inefficienze di Comdata Care in materia di sicurezza dei sistemi utilizzati per svolgere il proprio lavoro e per non averla obbligata a predisporre dei sistemi informatici più sicuri!
Quale colpa ha Debora se per avviare una qualsiasi macchina presente in azienda è stata predisposta una password uguale per tutti?
Quale colpa ha Debora se per avviare qualsiasi applicativo necessario a svolgere il suo lavoro deve collegarsi ad un server di Vodafone che è l'unica ad identificarla come utente abilitato a compiere tali operazioni?
Quale colpa ha Debora se solo oggi scopriamo che Roma è l'unica sede ComdataCare che usa Citrix, una specifica interfaccia per lavorare sui sistemi Vodafone?
Esiste un sistema di identificazione alle macchine di Comdata Care?
MA SOPRATTUTTO: esiste un'analisi fatta da Comdata Care per dimostrare l'estraneità di Debora ai fatti segnalati da Vodafone? Possibile sia sufficiente un resoconto di Vodafone per sbattere fuori unapersona che solo pochi anni fa era stata premiata economicamente dalla stessa Vodafone per la sua diligenza? Siamo o non siamo dipendenti Comdata Care? E' sufficiente bloccare il computer quando ci allontaniamo dalla nostra postazione? O è necessario chiudere tutte le applicazioni per salvaguardare la nostra password?
A Debora e a nessuno di noi è stato detto nulla in proposito!
PERCHE’?
O forse la verità è un'altra e le colpe di Debora sono di essersi resa disponibile a testimoniare per un altro collega che era stato ingiustamente licenziato, di aver scelto di partecipare attivamente alla nascita di un sindacato che per questa azienda non rientra negli schemi convenzionali, di essersi candidata nella lista Cobas per le elezioni della nuova Rsu?
Noi nutriamo molti dubbi sulla correttezza di Comdata Care, Comdata esoprattutto Vodafone, artefice principale del nostro destino, ma su Debora NO!
COSA STA SUCCEDENDO? COSA È SUCCESSO ESATTAMENTE 2 ANNI FA?
Molti di voi lo ricorderanno sicuramente - ma è bene ricordare all'opinione pubblica - quello che fin da subito 914 persone hanno temuto stesse per accadere e che oggi si sta concretizzando:
CESSIONE DI RAMO PER MASCHERARE LICENZIAMENTI DI PERSONALE!
Non si è trattato di una cessione di ramo d'azienda: Vodafone non era in crisi, il ramo d'azienda non era preesistente, il personale addetto non aveva uno specifico know how e i sindacati confederali che hanno assistito allo scempio si sono arrogati il diritto di firmare un accordo di cessione fasullo e senza alcun mandato dei lavoratori.
ECCO COSA E’ CAMBIATO: dopo quell'accordo Comdata Spa è stata sindacalizzata e prima ancora di intervenire sulle garanzie dei lavoratori è stato firmato un accordo per garantire un monte di 4000 ORE DI PERMESSI SINDACALI per le segreterie nazionali di CGIL, CISL e UIL!Dopo solo 18 mesi dall'operazione FIORENZO CODOGNOTTO, amministratore delegato della holding che controlla Comdata Care, guadagna una POLTRONCINA all'ASSTEL. Cosa sicuramente irrilevante se non fosse che nei 20 anni di attività che aveva alle spalle non era riuscito forse neanche ad entrare all'ASSTEL…
VODAFONE... cara Vodafone... e tu cosa hai guadagnato in tutto questo?
Continui a vendere la tua immagine di società perfetta, a collezionare “bollini rosa” per il buon trattamento riservato alle tue donne, a fare profitti con il lavoro di quelle persone che hai affidato ad un altro padrone perché se ne liberasse senza coinvolgerti e senza che le tue manine si macchiassero.
PIETRO GUINDANI, all'epoca dei fatti amministratore delegato di Vodafone,dove sta? Ha rassicurato i suoi dipendenti sull'affidabilità di questo partner commerciale e come carne da macello ci ha ceduto ad una società che, non riuscendo a sollevarsi, ci tratta come zavorre.
Siamo certi che in sede di giudizio questa storia si risolverà a favore della collega ma non siamo disposti a far finta che non sia successo niente e ci batteremo fino in fondo per ottenere il suo reintegro.
AIUTACI ANCHE TU A DENUNCIARE QUANTO E’ SUCCESSO A DEBORA E QUELLO CHE ALTRI HANNO DECISO PER IL NOSTRO FUTURO!
Fai girare questa mail e inviala anche ai seguenti indirizzi:
presidenza.repubblica@quirinale.it
redazione@ilmanifesto.it
larepubblica@repubblica.it
rubrica.lettere@repubblica.it
lettere@unità.it lettere@unit%C3A0.it
lettere@lastampa.it
messaggeroprioritaria@ilmessaggero.it
lettere@corriere.it
*Coordinamento nazionale Cobas Comdata Care** *
giovedì 16 luglio 2009
mercoledì 15 luglio 2009
MUMBLE MUMBLE...
Roma, 14 lug. - (Adnkronos) -
Un accordo a tutela dei livelli occupazionali da parte di Comdata e' stato siglato, dopo una lunga vertenza, dalle Segreterie Nazionali e territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. Ne da' notizia la Slc Cgil in una nota che ricorda come il gruppo Comdata e' una azienda leader nelle attivita' di call center con oltre 4000 dipendenti.
''L'accordo rappresenta un portante successo di tutte le parti. Dei lavoratori che - spiega Alessandro Genovesi, segretario nazionale del sindacato della Cgil - hanno sostenuto il sindacato con la lotta e dell'azienda che ha dimostrato senso di responsabilita'.
In particolare sono rientrati gli oltre mille esuberi dichiarati e tutti i siti (la proprieta' aveva deciso di chiudere il centro di La Spezia) rimaranno operativi con una piu' razionale distribuzione delle attivita'. Questo garantira' tanto il sito ligure che quello sardo, oltre che tutti gli altri siti di Milano, in Piemonte e in Puglia''.
L'accordo prevede un periodo di cassa integrazione in alcune realta' dell'azienda in attesa di ridislocare le attivita'. In piu' l'accordo si fa garante dei lavoratori a termine che, per anzianita', avevano gia' nel 2008 maturato il diritto alla stabilizzazione e si riconosce il diritto di precedenza per gli altri in caso di ripresa o picchi produttivi.
''Con l'accordo e con i relativi interventi previsti le parti hanno concordato soprattutto - e questa e' una buona notizia per l'intero settore - di non dover piu' intervenire per almeno due anni sui livelli occupazionali (ovviamente fatti salvi eventi eccezionali esterni). Di fatto una vera e propria moratoria sui licenziamenti. Sperando che nel 2010 vi siano segnali di ripresa'', conclude il sindacalista.
lunedì 6 luglio 2009
COMDATA CARE ROMA
7 luglio 2009 dalle 10 alle 18
8 luglio 2009 dalle 9 alle 16
si terranno presso i locali di Comdata Care Roma le elezioni sindacali per la nuova Rsu.
QUALCHE CONSIDERAZIONE PERSONALE
Questo è quindi uno spazio dedicato a noi, dove con la vostra collaborazione e il vostro aiuto (grazie anche alle email che ci inviate) cerchiamo di fare il punto della triste situazione.
Poi leggo i commenti tipo quelli del post precedente e mi chiedo… è questa la comunicazione che vorrei qui dentro? Certamente no.
Non cancellerò tali commenti, non vedo motivazioni serie per farlo, facciamo finta che sia stato uno scambio di opinioni…. Però vi chiedo in futuro di essere costruttivi nell’esprimere i vostri pensieri. La cosiddetta guerra tra poveri non giova proprio a nessuno….
E un’altra cosa che vi chiedo è di fare attenzione alle info che fornite nei commenti: i falsi allarmismi non aiutano. Citate le fonti di quello che dichiarate se possibile, o altrimenti sottolineate che si tratta di voci di corridoio e che come tali vanno prese.
Grazie per la collaborazione, ci dispiacerebbe dover attuare una moderazione più forte dei commenti, sarebbe una sconfitta per tutti.
giovedì 2 luglio 2009
COMUNICATO SINDACALE SLC CGIL
L’ELEZIONE DELLE RSU ATTRAVERSO IL VOTO SEGRETO DI TUTTE LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI PRESENTI IN AZIENDA E’ STATA UNA PROPOSTA ED UNA VITTORIA DELLA CGIL OTTENUTA NEL 1993 DOPO ANNI DI LUNGHE BATTAGLIE CONDOTTE NELLE FABBICHE DALLE NOSTRE COMPAGNE E DAI NOSTRI COMPAGNI PER CONSENTIRE A TUTTI DI VOTARE I PROPRI RAPPRESENTANTI SINDACALI.
LA SCELTA IN COMDATA CARE E’ STATA DUNQUE PER NOI DIFFICILE E DOLOROSA MA ABBIAMO DOVUTO PRENDERE ATTO DELLA SITUAZIONE REALE PRESENTE IN AZIENDA E L’IMPOSSIBILITA’ DI PROSEGUIRE L’ESPERIENZA RSU AVVIATA CIRCA DUE ANNI FA.
A MARZO CI E’ STATO IMPEDITO DI SPIEGARE IN ASSEMBLEA IL NUOVO MODELLO CONTRATTUALE, UN ACCORDO FIRMATO DA UGL CISL E UIL CHE PEGGIORA LE CONDIZIONI ECONOMICHE E NORMATIVE DI TUTTI I LAVORATORI ITALIANI; IN QUEI GIORNI IN TUTTE LE AZIENDE ITALIANE, ANCHE IN QUELLE TRAVOLTE DALLA CRISI E DAI LICENZIAMENTI, SI SONO FATTE LE ASSEMBLEE CGIL E SI E’ VOTATO; MENTRE CIO’ NON E’ STATO POSSIBILE IN COMDATA CARE, IMPEDENDO ANCHE A CHI VOLEVA ASCOLTARE E VOTARE DI POTERLO FARE.
INOLTRE, NEI GIORNI SUCCESSIVI LA RSU SLC CGIL HA RICEVUTO MAIL CON INSULTI ED IGNOBILI GIUDIZI PERSONALI.
A QUESTO PUNTO, E’ EVIDENTE CHE IN GIOCO NON E’ PIU’ UN ACCORDO, MA IL CONCETTO STESSO DI DEMOCRAZIA NEI POSTI DI LAVORO ED IL DIRITTO DEI SINGOLI INDIVIDUI AD INFORMARSI ED ESPRIMERSI ANCHE SE MINORANZA.
SU QUESTO NON SI PUO’ MEDIARE, SENZA SE E SENZA MA.
PER QUESTO FACCIAMO UN PASSO INDIETRO, CI FERMIAMO, NELLA SPERANZA CHE QUANDO DEMOCRAZIA, TOLLERANZA, DIRITTO AL DISSENSO ED A MANIFESTARE LIBERAMENTE LE PROPRIE IDEE TORNERANNO IN CAMPO POTREMO FARE TUTTI INSIEME DUE PASSI IN AVANTI.
ROMA 1.7.2009
SLC CGIL ROMA E LAZIO
domenica 28 giugno 2009
Cessione Vodafone
Ricostruisce la puntata andata in onda in quel periodo e fa delle considerazioni economiche sociali che ovviamente bocciano tali speculazioni.
Provvederemo ad aggiornarlo....
venerdì 26 giugno 2009
Premio di risultato: cosa sta succedendo?
*PIANO DI INCENTIVO O PDR?
**335 EURO O 2725,00 EURO?*
Se e` gia` tanto brava da sola l'azienda a creare confusione e false aspettative con comunicazioni incerte e poco trasparenti, diviene addirittura fuorviante, a qualcuno in malafede potrebbe apparire proprio strumentale, la comunicazione pervenuta da slc cgil che cavalca la facile onda del malcontento generale per una reale perdita economica subita a distanza di 20 mesi dal passaggio in Comdata Care e cerca di far passare per ORO quanto con lucidità e consapevolezza il 74% dei dipendenti dell'azienda hanno giudicato INADEGUATO.
E' a dir poco infelice il tentativo di riproporre come punto di partenza per un nuovo tavolo sul pdr stralci dell'accordo integrativo bocciato dai lavoratori per di più con commenti che sono palesemente errati e fuorvianti e ignorando aspetti determinanti per il raggiungimento di quel premio di risultato.
A tal fine vi alleghiamo il testo integrale di quell'accordo e vi sottolineiamo i punti che probabilmente ne hanno determinato la bocciatura e comunque gli aspetti che già all'epoca abbiamo evidenziato come assolutamente negativi.
FRANCHIGIA: la franchigia introdotta da quell'ipotesi di accordo era di 10 giorni e non di due settimane (14 gg)! L'azienda affermava e Cgil, Cisl eUil accettavano che essendo questo un premio DI RISULTATO era giusto distribuirlo in base all'effettiva presenza dei lavoratori.
Ma, a parte la franchigia, cosa prevedeva quel modello di PdR?
EBITDA: parametro internazionale che, banalizzando, misura la differenza tra lavoro fatturato (le entrate) e costo di tale lavoro (spese sostenute, a lordo di certe spese non conteggiate nel parametro). Ogni anno l'azienda fissa un risultato da ottenere: per il 2008/2009 era stato concordato che il premio fosse erogato se l'EBITDA fosse stato pari al 5% del fatturato. Basta che sia POCO O POCHISSIMO PIU' BASSO per perdere completamente il Premio. Per quanto la speranza sia l'ultima a morire non abbiamo avuto dall'azienda notizie confortanti su l'EBITDA dell'anno fiscale che sta per chiudersi.
ATTENZIONE Il modello di PdR a cui eravamo abituati e che come Coordinamento nazionale Cobas vorremmo ripristinare, aveva degli ammortizzatori: se anche si raggiungeva solo il 90% dell'obiettivo posto per quell'anno, il PdR NON veniva competamente perso, ma VENIVA EROGATO IN MISURA MINORE.
PRODUTTIVITA' E QUALITA': in quell'ipotesi di piattaforma integrativa, una volta raggiunto l'obiettivo EBITDA fissato, dal 2009/2010 in poi era prevista l'introduzioni anche dei parametri correttivi in base alla produttività e alla qualità di cui non erano stati definiti i dettagli. Vi ricordiamo come tali parametri hanno determinato una riduzione del 20% del valore dell'incentivo per il mercato CREDITO nello scorso bimestre che dovrà essere scalato dalla già esigua cifra di 335 euro LORDI per un fulltime!!!
*Tutti voi sicuramente lo ricordate, come ricordate tutti quei punti legati piu` strettamente ai nostri diritti, al nostro quotidiano, che quell'accordo ci toglieva.**Eppure chi ce lo sottoponeva erano gli stessi che avevano sottoscritto l'accordo di cessione, perche` tanto per noi non sarebbe cambiato nulla!**
Il fatto e` che se i lavoratori in tanta maggioranza dicono di non volere una cosa, e questa e` invece tanto desiderata dall'azienda, un sindacato responsabile sostiene le istanze che i Lavoratori portano avanti, non continua a pubblicizzare i desideri del padrone; altrimenti chi sta rappresentando?*
Il coordinamento nazionale Cobas Comdata Care ha rinnovato la richiesta all'azienda ufficialmente il 20 gennaio 2009, il 2 giugno 2009 e lo rinnoveremo ancora per presentare le istanze dei lavoratori.
*C4 Roma*
Piano di incentivo
Ciao,
in questi ultimi giorni è forte il disappunto fra tutti noi per le ultime notizie dell'Azienda sul Piano di incentivo. Pare, infatti, non fosse chiaro a tutti i colleghi del nostro sito che nel calcolo del 70% delle presenze individuali che davano diritto all'erogazione della quota di incentivo raggiunta rientrassero tutte le forme di assenza (rol, ferie, malattia, 104,permessi studio, ecc.).
Ci chiediamo se questo equivoco è da imputare esclusivamente ad una nostra superficialità o non, piuttosto, ad una scarsa chiarezza delle comunicazioni aziendali. Certo, ci rincuora non poco che nello stesso errore interpretativo siano incorsi anche le colleghe ed i colleghi di altre sedi della nostra Azienda, ad esempio Ivrea, dove le Rsu hanno pubblicato il comunicato che Vi alleghiamo. Dal canto nostro, non possiamo che ribadire la posizione espressa dalle nostre Rsu e dalla Segreteria Slc-Cgil con il comunicato pubblicato il 27 gennaio scorso e che, per comodità, Vi alleghiamo. In quel documento le Rsu e la Segreteria Territoriale Slc Cgil sottolineavano che il Progetto di incentivo costituiva un'iniziativa unilaterale dell'Azienda che presentava due rischi:
1) elargire il beneficio economico solo ad una piccola parte di dipendenti;
2) mettere in atto azioni discriminanti fra colleghi.
In quello stesso documento si sottolineava l'importanza dell'istituzione del Premio di Risultato (PdR) perché esso:
1) è concordato tra le parti (Azienda e OO.SS.);
2) è raggiungibile per tutti i dipendenti;
3) ha una durata quadriennale.
Auspichiamo si possano aprire spiragli di una trattativa a livello nazionaleper tornare a discutere nuovamente del PdR, magari partendo dall'Ipotesi di Accordo siglata il 16 settembre 2008 e sottoposta al nostro voto il 29 e 30settembre 2008, con esito negativo.
In essa:
1) si garantiva il Premio di Risultato (PdR) fino al 2012;
2) si riconosceva per l'anno fiscale 2008/2009, l'erogazione di una quota di PdR, ad esempio per un FT al 5° livello di E. 2725,00 lordi;
3) si garantiva l'erogazione del Premio non solo a tutto il personale a tempo indeterminato, ma anche al personale con contratto di apprendistato e di inserimento e al personale somministrato. L'unico limite stabilito per il riconoscimento del PdR era costituito da una franchigia di due settimane di assenza per malattia, superati i quali si prevedeva una riduzione proporzionale del Premio di Risultato: cioè se ne prendeva una percentuale in meno in rapporto ai giorni di assenza per malattia. Chiaramente tale limite non è stato accettato all'inizio dai sindacati, ma è il risultato di una trattativa. Certo, si introduce un principio che non condividiamo, ma oggi, guardando alle regole del piano di incentivazione aziendale, ci convinciamo che quella forma di incentivazione è migliore di un piano unilaterale dell'azienda e garantisce un minimo di dignità a tutte le persone. Per comodità, riportiamo quanto era contenuto nel testo:
Il valore del P.d.R. sarà ridotto di tante quote giornaliere quanti sono i giorni di assenza nell'anno fiscale ad esclusione delle ferie, dei permessi retribuiti, dell'astensione obbligatoria per maternità, dei giorni di ricovero ospedaliero ivi compresi i day hospital e dei permessi retribuiti ex legge n. 104/92 fatta salva la franchigia per assenza per malattia paria 10 giorni in ragione d'anno. Nell'eventualità si dovessero creare le condizioni per riaprire una trattativa di II livello in cui discutere nuovamente del Premio di Risultato, ci auguriamo tutti che, nell'interesse comune, riusciremo ad analizzare gli eventuali risultati con maggiore serenità.
Comitato degli Iscritti SLC-
N.B. La presente e_mail è un'iniziativa del Comitato degli Iscritti SLC CGIL di Comdata Care Roma.